Sindrome da manipolazione relazionale

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  1. Talia_
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    Ciao Forum ! Vorrei condividere con voi questo articolo per me molto interessante .
    Fonte : http://www.cinziamammoliti.it/sindrome-da-...ne-relazionale/

    La figura del manipolatore relazionale (che può essere di sesso maschile o femminile indistintamente) dietro cui si celano spesso gravi patologie psichiatriche non diagnosticate, dal narcisismo maligno alla psicopatia, é diffusissima nella nostra società.

    Soggetto di difficile identificazione per il camaleontismo che ne caratterizza il modo d’agire (1), mira all’assoggettamento e annientamento psicologico delle vittime, donne o uomini, che sceglie con cura per indurle, attraverso l’uso di menzogne, sotterfugi e raggiri, all’acquiescenza.

    Seduttivi e pieni di attenzioni nella fase iniziale del rapporto, i manipolatori relazionali, indossano differenti maschere per attirare nella loro rete le prede che decidono di vessare e creano dipendenza utilizzando le leve emozionali del senso di colpa e della paura.

    Di rado rispondono agli ordinari stereotipi dell’immaginario collettivo che vogliono l’abusante ignorante, brutto, grezzo e volgare. I manipolatori relazionali sono estremamente subdoli e si celano dietro a persone spesso di bell’aspetto, colte, educate, gentili e anche di classi sociali elevate.

    Dopo aver sedotto e catturato la preda, ottenutane la dipendenza emotiva, i manipolatori relazionali svelano la loro vera natura dando via al maltrattamento, all’umiliazione e allo svilimento attraverso l’utilizzo della loro arma preferita: la comunicazione aggressiva, ambigua e destabilizzante o il silenzio.

    Si tratta di individui anaffettivi, irresponsabili, privi di sensi di colpa ed empatia accurata, incapaci di rimorso che passano di vittima in vittima per prosciugarne l’energia e destabilizzarne l’emotività. Il loro obiettivo primario, di cui sono solo parzialmente consapevoli, consiste nell’uccidere la vitalitàdell’altro a fuoco lento, cercando prima di fargli perdere la ragione.

    Chiunque può incontrarne uno e anche in questo caso non valgono gli usuali stereotipi che vogliono la vittima fragile, inerme e con scarsa considerazione di sé.

    Molte donne e uomini forti e strutturati cadono, infatti, in questa trappola: basta soltanto che possiedano una ferita narcisistica, quella ferita, presente nella maggior parte di noi, che riguarda un passato di mancato riconoscimento o una non comprensione, da parte delle figure di riferimento, dei propri bisogni, del proprio dolore, impegno, conquiste e in generale, del proprio esserci.

    In fase iniziale la vittima non comprende quello che sta vivendo sia per l’intermittenza della violenza psicologica che subisce, sia per la fatica di accettare che una persona amata possa intenzionalmente volerle far del male.

    Poco alla volta però la stessa inizia a rendersi conto delle gravi conseguenze fisiche e psicologiche che derivano dall’essere stati in contatto troppo a lungo con questi soggetti che portano inevitabilmente chi li subisce a una potente destabilizzazione.

    D’altra parte, raramente viene individuato dalle vittime il nesso causale tra manipolazione, disagio, malessere e destabilizzazione.

    Dopo l’ossevazione di centinaia di casi e traendo spunto dal lavoro del Professor Pier Pietro Brunelli sul Trauma da Narcisismo (2), io e l’Associazione LINK ITALIA, del cui comitato scientifico sono membro, riteniamo di aver individuato una Sindrome, che abbiamo chiamato da Manipolazione Relazionale (da cui l’acronimo SDMR), che colpisce le vittime di questi soggetti e che si presenta sia in concomitanza del rapporto con loro che alla fine della relazione.

    Di durata soggettiva determina una sofferenza emotiva intensa e uno strazio correlato alla paura dell’abbandono causando, o slatentizzando, disturbi fisici, piscologici o psichiatrici, anche irreversibili.

    Questa la sintomatologia individuata:

    bisogno ossessivo di parlare con chiunque di quel che si sta vivendo per cercare risposte;
    logorrea verbale e scritta;
    sviluppo di modalità manipolative non presenti prima della relazione che si sta vivendo;
    sentimenti di paura e orrore per amare quello che si riconosce essere un mostro;
    allucinazioni visive: si vede ovunque e in chiunque l’abusante e si scorgono somiglianze inesistenti;
    attacchi di rabbia incontrollabile e aggressività autodiretta;
    attacchi di rabbia e aggressività eterodiretta;
    calo dell’autostima;
    compresenza di emozioni e stati d’animo contraddittori;
    lunaticità e indecisione frequenti (la vittima cambia spesso idea e da un momento all’altro);
    ansia;
    attacchi di panico;
    senso di irrimediabile sfiducia nel prossimo;
    paura della solitudine;
    paura della gente;
    gelosia morbosa nei confronti dell’abusante;
    necessità di controllo più o meno ossessivo di ciò che fa, di dove va e con chi sta l’abusante;
    sensazione di vuoto insopportabile all’idea di essere abbandonata dall’abusante;
    voglia di lasciare l’abusante ma impossibilità di farlo per una sensazione di vuoto insopportabile;
    dipendenza psicologica dall’abusante;
    dipendenza affettiva dall’abusante;
    dipendenza economica dall’abusante;
    isolamento sociale (perdita o allontanamento dalle amicizie e dagli affetti familiari);
    sensi di colpa nei confronti dell’abusante;
    sensazione di pena nei confronti dell’abusante;
    sindrome della crocerossina/o nei confronti dell’abusante (percepirlo/a debole o in difficoltà e desiderare più o meno ossessivamente di aiutarlo/a);
    sentirsi sbagliata/o;
    stati di dissonanza cognitiva;
    imitazione dell’abusante: atteggiarsi, comportarsi, parlare, pensare come lui/lei ;
    sensazione costante e paura di non poter mai più tornare ad essere come prima;
    difficoltà di concentrazione;
    disturbi del sonno;
    sogni frequenti di quanto vissuto;
    disturbi alimentari;
    stanchezza cronica;
    mancanza di energia;
    comportamenti compulsivi (es. guidare pericolosamente o abusare di sostanze quali droghe, alcool, farmaci, sigarette);
    sessualità disturbata e compulsiva (incontri al buio, condotte sessuali deviate e perverse che prima non erano presenti);
    atteggiamenti sminuenti e svilenti e/o tendenze sadiche nei confronti di altri uomini/donne;
    depressione;
    pensieri suicidiari;
    pensieri omicidi.
    Si tratta di 42 sintomi che si possono presentare in parte o tutti insieme, nello stesso periodo o a momenti alterni, e che vanno a configurare, in chi ne è vittima, un quadro patologico che determina un’estrema e incontrollabile sofferenza psicologica.

    Detta sofferenza è strettamente correlata al profondo senso di frustrazione e impotenza che deriva dalla dicotomia delle emozioni che si provano (ossessione, bisogno, dipendenza, attaccamento al proprio carnefice e/o odio, repulsione, paura, vergogna e imbarazzo per i sentimenti positivi che si nutrono nei suoi confronti) e conseguente impossibilità di autodeterminarsi gestendo la propria emotività.

    L’origine del danno, ovvero la noxa patogena, della SDMR è ravvisabile:

    1) nella sottoposizione prolungata a una comunicazione ambigua, contraddittoria, o di tipo double bind (doppio legame).

    Formulata negli anni 50 da Gregory Bateson e altri a partire da studi sulla genesi della schizofrenia e approfondita dalla famosa “Scuola di Palo Alto”, la teoria del double bind riguarda una situazione in cui la comunicazione tra due individui, uniti da una relazione emotivamente rilevante, in cui uno dipenda dall’altro, presenta una incongruenza tra il livello del discorso esplicito (verbale, quel che vien detto) e un altro livello, detto metacomunicativo (non verbale, gesti, atteggiamenti, tono di voce), e la situazione sia tale per cui il ricevente il messaggio non abbia la possibilità di decidere quale dei due livelli ritenere valido, visto che si contraddicono, e nemmeno di far notare l’incongruenza a livello esplicito.

    Questo tipo di comunicazione paradossale invalida necessariamente la relazione minando l’equilibrio emotivo di chi la subisce e rendendo vano ogni tentativo di dialogo o confronto costruttivo.

    2) nell’intermittenza della violenza psicologica attuata dal manipolatore relazionale.

    A umiliazioni, denigrazioni, offese e svilimenti della vittima il manipolatore alterna momenti di attenzione, valorizzazione, vicinanza che mirano all’acquiescenza di chi subisce che alimenta, così, la speranza di poter vedere modificate le modalità relazionali col carnefice.

    3) nella presenza di una ferita narcisistica nella vittima.

    Quella che il Prof. Pier Pietro Brunelli definisce ” una ferita nascosta e non curata nel proprio narcisismo…cioè una carenza nella qualità e nella capacità di amare se stesse …persone che hanno una ferita occulta che non gli permette di “autoamarsi” (autostima) in modo sufficientemente equilibrato”(3)

    Soprattutto chi ha vissuto mancati riconoscimenti dei propri bisogni già in età precoce tende a sfidare chi entra in relazione con lei/lui con l’obiettivo inconscio di eliminare l’offesa di chi ha osato disattendere o non riconoscere quei bisogni.

    Il manipolatore relazionale si innesta bene in questa ferita poichè riattiva, nella vittima, esperienze umilianti e frustranti legate al suo passato non elaborato.

    E’questa la ragione principale del dolore straziante che accompagna la vittima per tutto il decorso della SDMR: la riattivazione di un passato di mancanza, deprivazione e sofferenza.

    C.Mammoliti, I serial killer dell’anima, I manipolatori sono tra noi: come riconoscerli, come evitarli, come difenderci da loro, 2012, ed. Sonda; C.Mammoliti, Il manipolatore affettivo e le sue maschere: l’identikit dei dieci manipolatori relazionali più pericolosi e come neutralizzarli, 2014, ed. Sonda.
    P.P.Brunelli, Trauma da Narcisismo nelle relazioni di coppia: ipotesi per una nuova diagnosi. Il narcisismo patologico e la ferita narcisistica nel “vampirismo affettivo”, 2011, a cura di Albedo Ass.Cult.per l’immaginazione attiva; http://www.albedoimagination.com/2013/10/b...ersi-difendere/
    P.P. Brunelli, Trauma da Narcisismo nelle relazioni di coppia: ipotesi per una nuova diagnosi,cit., p.49).
     
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    Molto molto interessante. Dinamiche, purtroppo, per niente piacevoli e che conosco bene...
    Grazie per averlo condiviso, mi è stato molto utile.

    Edited by Euphème - 15/8/2018, 12:27
     
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    Molto attuale, purtroppo la vittima diventa quasi il carnefice, perché il manipolatore è molto bravo a rigirare gli eventi in modo da passare lui stesso per povera vittima indifesa, soprattutto agli occhi degli altri.
    Il risultato è che la vittima reale rimane sempre più sola e sempre più confusa...
     
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    Articolo estremamente interessante. Purtroppo negli ultimi anni sono stata vittima di questo tipo di situazioni, che mi hanno lasciato profonde ferite emotive dalle quali é molto difficile riprendermi. Un lavoro enorme su me stessa...
     
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    Purtroppo anche io e ancora ne pago le conseguenze anche se ho superato molte cose !

    Veramente interessante !
     
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    Interessante si.. Anch'io ne riporto tutt'oggi le ferite. Ho avuto una relazione con un narcisista patologico per ben 7 anni, 7 anni di torture psicologiche, bugie, tradimenti e manipolazioni varie. Ero piccola però e inconsapevole.. Ne sono uscita del tutto, e anzi è lui che tuttora soffre e si strugge per me, per non riuscire più a controllarmi. Anche il mio ultimo ex sospetto fosse narcisista, ancora peggiore del primo, perché mi ha fatto letteralmente perdere la testa e la ragione: la sua maschera era ancora più nascosta. Ma sono quasi sicura che appartenesse alla categoria di narcisismo Covert, ovvero quelli introversi, ancora più difficili da smascherare.
     
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    Il punto è capire perché si sceglie quel tipo di persona e perché si mette in atto il copione. Innamorarsi di un narcismo può avere a che fare con la mancanza di autostima?
     
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    Ottima domanda Lag! Ed é proprio difficile rompere il copione e superare se stessi
     
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  9. Sibilla
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    CITAZIONE (Lagertha• @ 2/1/2019, 14:43) 
    Il punto è capire perché si sceglie quel tipo di persona e perché si mette in atto il copione. Innamorarsi di un narcismo può avere a che fare con la mancanza di autostima?

    Potrebbe anche essere una questione karmica... E quindi con la tendenza karmica.. A mio parere.
     
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    Per chi crede nel karma consiglio questa discussione: https://vascello-stelleperdute.forumfree.it/?t=68679118
     
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  11. Sibilla
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    Grazie!! Estremamente interessante! Io sono completamente digiuna di astrologia.. Non avevo la minima idea che si potesse vedere tutto questo!! Fantastico!!
    Io credo profondamente nel karma e nel fatto che noi "scegliamo" i nostri genitori per un motivo karmico.
    Incontriamo vita dopo vita, nella nostra famiglia e non, persone a cui siamo fortemente legate spesso per risolvere questioni non risolte. Ci portiamo anche la tendenza karmica cioè la tendenza ad agire in un certo modo.
    Grazie del link alla discussione.
    Mi sta prendendo veramente voglia di imparare l'astrologia l!
     
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    Prego, grazie a te ! Si, secondo il Libro Tibetano dei Morti, scegliamo i nostri genitori e dove nascere prima di tornare proprio per questioni karmiche. Trovi delle discussioni a questo proposito.

    https://vascello-stelleperdute.forumfree.it/?t=71689647

    https://vascello-stelleperdute.forumfree.it/?t=46482211



    :)
     
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    Ciao! Bellissima questa discussione, credo che di manipolatori affettivi se ne parli sempre poco e sianun bene diffondere l'esistenza di questi "soggetti".

    Ho conosciuto Cinzia Mammoliti a una serata che aveva fissato nella mia città, tema che stavo approfondendo perché anche io vittima (un po' anomala, fortunatamente) di un manipatore per un anno e mezzo. Ero molto giovane, non mi ha lasciato segni particolari se non una gran rabbia che ci ha messo qualche anno a dissolversi.

    Come diceva Luna i Covert sono i peggiori: gli apparenti timidi e fragili in realtà diavoli, é davvero difficile accorgersi della loro vera natura. Il mio era un Overt: era aggressivo (non fisicamente) e permaloso. Era facile intuire quanto fosse dannoso, perlomeno.

    Su Facebook ci sono parecchi gruppi in cui si parla e ci si dà supporto in queste esperienze. Ne ho fatto parte per molti anni, poi ho deciso di cancellarmi perché leggere storie di persone incapaci per varie ragioni di sollevarsi mi faceva stare male. Inoltre molti utenti, probabilmente vittime della mia stessa rabbia di cui parlavo prima, creavano un'atmosfera molto pesante tiranneggiandone altri: mi fece venire in mente il celebre esperimento di sulla prigione di Stanford di Zimbardo, negli '70. A ogni modo, consiglio di cercare il "proprio" gruppo nel caso si voglia un ambiente protetto in cui parlare di questo argomento, il confronto é sempre il primo passo!
     
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    Purtroppo sembra che, non importa il ceto sociale, cultura ed evoluzione ma l’essere umano in situazioni di costrizione, di privazione regredisce ed è fermo al monolita di 2001 Odissea nello Spazio. Solo in pochi, solo quelli forti nello spirito non si fanno trascinare o piegare.

    Purtroppo sai che anche gli stupratori, e i pedofili hanno tutti subito violenza e sono stati abusati sfogano così la loro rabbia ed incapacità di superare i traumi infantili. È su altri deboli che si rifanno come in quel gruppo di cui facevi parte. Il gruppo è comunque sempre limitato, trovo, e rischia di diventare settario.
     
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    Parole sante 😂 ... Purtroppo!
     
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