Comparazioni fra Astri e Divinità

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  1. ~ ariel
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    Studiando astrologia la mia attenzione è stata subito catturata dalla comparazione (da cui il titolo del topic) fra le figure mitiche e i segni/astri loro dedicati. La prima domanda che mi sono posta è stata infatti "perchè mai un pianeta come Plutone con determinate caratteristiche energetiche è stato associato al Plutone mitico?" e soprattutto "come mai le associazioni corrispondono?"
    La risposta più ovvia forse potrebbe essere che gli uomini "riconoscendo" determinate caratteristiche a determinati pianeti hanno associato nome e astro o al contrario che proprio dalla considerazione dei transiti planetari, siano nate le raffigurazioni degli dei.
    Però si apre un spaccato piuttosto interessante, perchè se diamo per comprovato che ad ogni astro corrisponde una determinata azione energetica e che questa azione ha di conseguenza le sue ripercussioni sulla Terra e sulla vita umana, allora potremmo affermare con una certa sicurezza che non sono i pianeti ad avere i nomi degli dei, ma che i pianeti stessi sono gli dei, proprio in virtù del fatto che nelle religioni antiche, molto più vicine all'animismo delle moderne religio monoteistiche, traevano le loro divinità dalla natura stessa o meglio dall'energia che sottintendeva quel determinato aspetto.
    Esempio concreto: Venere/Afrodite è banalmente conosciuta come la dea dell'Amore. In realtà Afrodite (nome del quale l'etimologia è incerta ma che richiama nella sua radice forse indoeuropea il nome di un'altra dea nordica con simili qualità: Freya) è l'energia sessuale in atto. La sua vicinanza con Marte/Ares è ovvia perchè Ares non è il dio della Guerra ma è il Furor (furore) ovvero quel sentimento impossibile da controllare che porta ad azioni cruente, brutali, caotiche sia contro se stessi che gli altri.
    E gli antichi sapevano bene quanto il sesso e il furore fossero due politiche facilmente combinabili.

    Con questo tipo di ragionamento ho allora cercato di accostarmi alla visione che l'astrologia ha di queste divinità e l'analisi è piuttosto interessante, a mio avviso perchè forse può svelare qualità che l'astrologia a volte non comprende per via del fatto che si associa molto spesso all'aspetto latino o quattrocentesco degli dei del mondo antico.

    Iniziamo citando le corrispondenze fra pianeti, luminari e divinità, includendo anche la Terra.

    Pianeti
    Mercurio> Hermes
    Marte> Ares
    Venere> Afrodite
    Terra>Rea/Ghea
    Giove>Zeus
    Saturno>Cronos/Saturno
    Urano> Uranos
    Nettuno> Poseidone
    Plutone>Ades

    Luminari
    Sole> Helios/Apollo
    Luna> Artemide (Artemide è un nome riassuntivo perchè le qualità lunari sono riscontrabili in più dee e comprende anche la triade Demetra-Kore/Persefone-Ecate)

    Asteroidi/Planetoidi
    Abbiamo poi:
    Chirone: Chirone
    Lilith: Lilith

    (se avrete in mente altro aggiungeremo man mano)

    *Mercurio
    Mercurio è una divinità difficile da collocare nel panorama greco, perchè il suo ruolo non è spesso ben definito e del resto per noi moderni, spesso si scontra con le qualità alchemiche che lo vedono protagonista (ad esempio nella Primavera di Botticelli) nella ricerca della pietra filosofale o dell'oro alchemico appunto.
    La verità è che Hermes è semplicemente una scintilla.
    La qualità intrinseca di questo dio è la famosa "lampadina" che si accende quando nasce un idea risolutiva.
    Infatti nel mondo greco era il protettore dei ladri e dei viaggiatori, ovvero di coloro che per vivere dovevano necessariamente aguzzare l'ingegno ed è anche per questo che molto spesso lo si accosta al fuoco (ovvero
    alla scintilla che nasce quando si fanno cozzare fra loro le pietre focaie) e quindi al sole Apollo.
    Tanto è vero che nella statuaria spesso Hermes è ritratto minuscolo nelle mani del dio del sole.
    Nelle rune egli è accostato a Thurisaz, conosciuta anche come la spina o "martello di Thor".
    Alle spalle c'è un'idea molto antica e forse dimenticata che ha a che fare con il cielo ancora una volta: i fulmini.
    Come sappiamo il fulmine e la quercia sono prerogative del volere divino e di Zeus. Hermes è il messaggero, ovvero lo scoppio, il fulmine che si vede accendersi nel cielo. Cioè se Zeus è il pensiero ordinante, il giovane dio è l'energia che diventa azione concreta e quindi decisionale.
    Il martello di Thor nel mito norreno si connette al potere di scegliere e quindi di decidere, era uso presso le tribù nordiche e come attesta Omero presso gli stessi Achei (pre-micenei e quindi antenati dei greci stessi) durante le riunioni del Clan chi parlava prendeva in mano l'ascia o lo scettro e quindi aveva qualità e possibilità di esprimere il proprio parere.
    Non per nulla Hermes è il messaggero, colui che connette il mondo visibile a quello invisibile e viceversa.
    Hermes è di conseguenza e per analogia il mago (hermete trimegisto ad esempio), il creatore, il divinatore.
    Tutte qualità che hanno a che fare più che con l'intelligenza (che però è prerogativa del dio) con la facoltà di trasformare per mezzo della volontà il pensiero in azione.
    Sempre nel campo runico infatti, si potrebbe connettere il dio anche alla runa Anzus che è conosciuta con il titolo di "Vox Dei".
    Nell'astrologia molto spesso si associa il dio all'intelligenza e infatti domina un segno come quello dei Gemelli.
    E' un aspetto un pò superficiale perchè è solo la punta dell'iceberg. E forse non è un caso se Mercurio è il pianeta più vicino al Sole.
    Il mito racconta di come il piccolo dio uscito fuori dalla sua caverna rubò le sacre vacche (giorni-calendario) del fratello Apollo che colpito alla fin fine dalla genialità del piccolo se ne innamorò. Inoltre la lira cara a Febo è un invenzione per così dire di Hermes stesso.
    Il sole scandisce il calendario e quindi il tempo. Hermes ha la capacità di rubare i giorni. La cosa è abbastanza interessante se si considera il mito da un punto di vista squisitamente esoterico, perchè il piccolo Hermes simboleggia la possibilità stessa di infrangere il limite ultimo dell'uomo: la caducità.
    Chi ottiene Hermes ottiene l'immortalità. E non è forse il fine ultimo dell'alchimia?
    A questo punto ci si dovrebbe domandare ma che cos'è l'immortalità se il destino dell'uomo è quello di morire.
    La risposta è complessa perchè arriva dal cuore dell'alchimia stessa ma sicuramente non stiamo parlando della vita eterna terrena con cui oggi noi mal interpretiamo questa antica rivelazione.
    Mercurio è sempre giovane, indossa calzari alati e ha la possibilità di muoversi in Terra come un essere umano. E' appunto la scintilla.
    In questa visione, in un TN che ruolo potrebbe allora avere il giovane Mercurio?
    Ad esempio un aspetto come la congiunzione con Plutone (ricordiamo che spesso Hermes si ritrova a discendere nell'Ade per ordine di Zeus) che cosa potrebbe rivelare in una determinata casa?

    Edited by Stryx - 7/7/2015, 11:13
     
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  2. ~ ariel
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    *Marte
    Ares come già detto è il furor, ovvero quel quid che ti porta ad uscire fuori dagli schemi (diverso però dall'uscir fuori di Dioniso, attenzione) poichè il dio incarna la violenza estrema, l'ira, la forza della distruzione tipicamente umana (non è un caso se i due pianeti più vicini alla Terra sono Marte e Venere) e quindi spesso accostato al principio maschile.
    Il problema sostanziale è che il Furor di Ares non è creativo (come il principio maschile appunto) ma distruttivo ed ecco perchè il più delle volte è associato alla Guerra o alla lotta.
    Il termine "marziale" la dice lunga ma questo è un'associazione di stampo più latino che greco, perchè i romani volendo dare un capostipite divino che riassumesse la loro idea culturale di popolo hanno scelto Ares e ReaSilva (il furor e la Terra) discendente di Enea che darà alla luce Romolo e Remo.
    In Grecia Ares è un dio un pò problematico (ricordiamo che la dea della guerra è Athena anche se qui ci sarebbe da aprire un capitoletto a parte perchè la figura di questa dea è chiaramente importata dal panorama nordico) e temuto perchè con il suo intervento l'uomo diventa violento, brutale, irascibile e indomabile.
    Sembrano ritornare le antiche leggende dei Berseker nordici.
    E' ciò che spinge alla lotta, all'opposizione, al battersi ma nel mondo greco, dove l'eroe è "kalos kai agatos" (bello e buono, infatti Omero nell'Iliade condanna la menin -ira- di Achille in un certo senso) e quindi ha sale in zucca per così dire, il dio trova un posto un pò spinoso.
    Dice il proverbio i Di Venere e di Marte ne ci si sposa ne si parte.
    E' quasi entusiasmante come la sapienza antica si sia tramandata nel folklore popolare, poichè Marte e Venere sono gli eccessi, il di più, l'estremismo radicale che non è certamente ne sano ne ottimale per un rapporto con se stessi e gli altri.
    Infatti è difficile (come alcuni fanno) associare la Runa Tyr a Marte, nonostante il glifo dal sapore fallico e prettamente mascolino.
    C'è da chiedersi a questo punto, astrologicamente parlando, come si intende davvero il maschile nel TN e che tipo di uomo l'astrologia ha in mente.
    La prima associazione che mi viene in mente è quella del vulcano.
    Il magma si sposta sotto la crosta terrestre fino ad eruttare. E' una forma di eiaculazione in un certo senso e abbiamo l'accostamento fuoco/sperma e emblema di marte è il fuoco nella sua qualità meno sterminatrice (ci sarebbe a questo punto un parallelo con Apollo Febo) ma il magma non crea, bensi uccide.
    Ecco quindi l'accostamento che mi richiama ad uno dei segni che Marte domina: l'ariete.
    L'inizio, e la nascita implicano una distruzione che darà vita ad una nuova situazione.
    Quando lo sperma esce dal sesso maschile penetra in quello femminile spinto dalla vitalità dell'esplosione stessa (e non è un caso che l'idea di virilità sia poi connessa alla potenza sessuale e riproduttiva del maschio) e crea distruggendo la situazione iniziale.
    Forse è questo l'anello di congiunzione fra il dio e la vita.
    E' un'altra forma di scintilla, un altra forma di fuoco, molto diversa da quella mercuriale che è una sorta di fuoco azzurro. Quello di Marte ha lo stesso colore del sangue che è a sua volta sinonimo di vita e morte.
    E' un anello di congiunzione e in questo modo posiamo allora si associarlo alla runa Tyr che è una freccia che punta in alto, proprio come un vulcano o un uomo che si erige in tutta la sua potenza e virilità.
    In un tema Natale queste implicazioni come potrebbero essere associate?
     
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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    CITAZIONE (~ ariel @ 15/10/2011, 09:33) 
    Mercurio è sempre giovane, indossa calzari alati e ha la possibilità di muoversi in Terra come un essere umano. E' appunto la scintilla.
    In questa visione, in un TN che ruolo potrebbe allora avere il giovane Mercurio?
    Ad esempio un aspetto come la congiunzione con Plutone (ricordiamo che spesso Hermes si ritrova a discendere nell'Ade per ordine di Zeus) che cosa potrebbe rivelare in una determinata casa?

    Mercurio è l'intelligenza e la capacità che ha la mente di assorbire le informazioni che le arrivano e di rielaborarle...se ben posizionato nel tema e ben aspettato può indicare una capacità innata nel soggetto in capacità intellettuali superiori alla media (ad esempio una congiunzione Mercurio-Urano). Associato a Plutone può indicare la capacità di esplorare la mente umana nei suoi meandri più profondi decodificandola. La congiunzione Plutone-Mercurio on un Plutone in 3a casa , infatti è spesso presente nei temi natali degli psicanalisti. Una mente profonda dunque...può anche indicare doti medianiche. Ovviamente se ben aspettato.

    Se mal aspettato può indicare ambiguità, stoltezza e l'essere dei manipolatori con la mente altrui oltre che alla brama di potere.

    Edited by Nausicaa* - 15/10/2011, 11:09
     
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  4. ~ ariel
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    Però vedi per esempio (è chiaro comunque che stiamo speculando ) se io associo al pianeta mercurio l'originario significato di "scintilla" creatrice, e in un TN associo questa idea a Plutone che è di per se "il ricco" e nello stesso momento "l'invisibile" (quindi il Nulla), in un aspetto in cui i due pianeti sono congiunti, potrei ad esempio azzardare l'ipotesi che il soggetto ha in se il "talento" di "creare dal nulla", cioè di vedere anche ciò che non c'è e da li riuscire a trarre qualcosa di concreto.
    Un pò come nel mito di Orfeo che scende nell'Al di là per recuperare la sua sposa Euridice.
    Cioè l'intento di questa discussione è di guardare i pianeti come se guardassimo gli dei stessi, e quindi arricchirli anche dei loro lati più nascosti.
    Un pò come se volessimo trovare quel pizzico di dio nel nativo, inteso come energia manifesta o nascosta.
     
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    Il fatto è che in astrologia Plutone non è associato all'energia creativa quanto a quella distruttiva per poi però rinascere dalla ceneri...quindi non so se il concetto calza...non è sbagliato quanto affermi...perché comunque un aspetto di Plutone è anche quello di essere capace di rinascere dal nulla...è un'energia potente...
     
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  6. Al Rami
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    CITAZIONE (~ ariel @ 15/10/2011, 12:33) 
    Però vedi per esempio (è chiaro comunque che stiamo speculando ) se io associo al pianeta mercurio l'originario significato di "scintilla" creatrice, e in un TN associo questa idea a Plutone che è di per se "il ricco" e nello stesso momento "l'invisibile" (quindi il Nulla), in un aspetto in cui i due pianeti sono congiunti, potrei ad esempio azzardare l'ipotesi che il soggetto ha in se il "talento" di "creare dal nulla", cioè di vedere anche ciò che non c'è e da li riuscire a trarre qualcosa di concreto.
    Un pò come nel mito di Orfeo che scende nell'Al di là per recuperare la sua sposa Euridice.
    Cioè l'intento di questa discussione è di guardare i pianeti come se guardassimo gli dei stessi, e quindi arricchirli anche dei loro lati più nascosti.
    Un pò come se volessimo trovare quel pizzico di dio nel nativo, inteso come energia manifesta o nascosta.

    Il tuo procedere è all'inverso. Infatti parti da considerazioni di tipo analogico e ti aspetti di trovare delle corrispondenze sulla base di queste. Ma dal punto di vista logico la cosa è fallace. Le considerazioni di tipo analogico vengono utilizzate anche nella scienza; ma bisogna saperle considerare con criterio: è necessario infatti prendere i punti non comuni alle cose legate analogicamente. La questione non è di facile spiegazione e bisognerebbe masticare un po' di logica.
    Analogia: "consiste nella rappresentazione di un'idea o emozione attraverso parole con significati diversi collegate tra loro da un concetto astratto".

    Il concetto astratto è dunque una rappresentazione della realtà, non la realtà stessa. Siccome le rappresentazioni sono infinite, l'analogia è solo una POSSIBILE CHIAVE DI LETTURA TRA ALTRE POSSIBILI.
    Dunque il collegamento analogico va fatto a posteriori e non a priori.

    Un abbraccio.

     
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  7. ~ ariel
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    Il ragionamento di tipo logico può essere utilissimo quando ci si vuole approcciare al fenomeno e non al noumeno (per dirla alla Kant!).
    Soprattutto se intendi descrivere o indagare un certo evento con persone che come te condividono un certo polo culturale o etnico (perchè la "logica" varia da popolazione a popolazione). Ma quando hai a che fare con il Mito o il Sogno questo tipo di approccio può essere utile fino ad un certo punto, perchè la mente umana procede non per logica razionale (che appunto è limitata alla situazione culturale ed esterna dell'individuo) ma per analogie.
    Ciò significa che se desidero prendere in considerazione un Mito X ho bisogno di conoscere la variegata simbologia che sta dietro a quel tipo di racconto facendo bene attenzione a distinguere fra associazioni tipiche di quella data cultura, di quella data etnia, di quel determinato periodo storico, dell'uomo molto più in generale e compararle fra loro. Non esiste il prima e il dopo o causa ed effetto perchè esattamente come nel sogno ho bisogno di capire quale ragionamento sta alla base di quella specifica immagine. Infatti in psicanalisi molto spesso quando si vuole investigare circa un trauma, un ricordo o anche un sogno si lavora per associazioni.

    Detto questo, se l'astrologia preleva nomi e considerazioni dal mondo Mitologico è chiaro che il contatto fra i due cambi di indagine deve comunque essere stretto.
    Ciò non significa che la logica perde di importanza in campo astrologico, anzi, dato che comunque occorre una certa analisi dei dati, e relativa comparazione è indispensabile, però quando in gioco entra anche l'analisi mitologica bisogna aprire gli orizzonti e imparare a fare anche ragionamenti inversi.
    Questo discorso è puramente speculativo come già scritto.
    Non è ciò applicabile all'analisi ad esempio di un Tema Natale perchè perderebbe di rigore in un certo qual modo, ma se nomini i Pianeti Marte e Plutone per far dei nomi, se tu conoscessi nel dettaglio il mitologema che sta dietro a quelle determinate divinità, che comunque hanno originato il bagaglio di idee che sta dietro al percorso astrologico, forse potresti imparare a guardare le persone e i loro TN in modo diverso.
    Il Mito paradossalmente è identico per tutti ed ha solo una chiave di lettura ma tanti modi di esser raccontato in realtà, ecco perchè è possibile fare questo tipo di ragionamento sia a priori che posteriori.
    Ovviamente questo è il mio pensiero e la mia personalissima opinione, ci mancherebbe.


     
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  8. Al Rami
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    CITAZIONE (~ ariel @ 16/10/2011, 10:05) 
    Il ragionamento di tipo logico può essere utilissimo quando ci si vuole approcciare al fenomeno e non al noumeno (per dirla alla Kant!).
    Soprattutto se intendi descrivere o indagare un certo evento con persone che come te condividono un certo polo culturale o etnico (perchè la "logica" varia da popolazione a popolazione). Ma quando hai a che fare con il Mito o il Sogno questo tipo di approccio può essere utile fino ad un certo punto, perchè la mente umana procede non per logica razionale (che appunto è limitata alla situazione culturale ed esterna dell'individuo) ma per analogie.
    Ciò significa che se desidero prendere in considerazione un Mito X ho bisogno di conoscere la variegata simbologia che sta dietro a quel tipo di racconto facendo bene attenzione a distinguere fra associazioni tipiche di quella data cultura, di quella data etnia, di quel determinato periodo storico, dell'uomo molto più in generale e compararle fra loro. Non esiste il prima e il dopo o causa ed effetto perchè esattamente come nel sogno ho bisogno di capire quale ragionamento sta alla base di quella specifica immagine. Infatti in psicanalisi molto spesso quando si vuole investigare circa un trauma, un ricordo o anche un sogno si lavora per associazioni.

    Detto questo, se l'astrologia preleva nomi e considerazioni dal mondo Mitologico è chiaro che il contatto fra i due cambi di indagine deve comunque essere stretto.
    Ciò non significa che la logica perde di importanza in campo astrologico, anzi, dato che comunque occorre una certa analisi dei dati, e relativa comparazione è indispensabile, però quando in gioco entra anche l'analisi mitologica bisogna aprire gli orizzonti e imparare a fare anche ragionamenti inversi.
    Questo discorso è puramente speculativo come già scritto.
    Non è ciò applicabile all'analisi ad esempio di un Tema Natale perchè perderebbe di rigore in un certo qual modo, ma se nomini i Pianeti Marte e Plutone per far dei nomi, se tu conoscessi nel dettaglio il mitologema che sta dietro a quelle determinate divinità, che comunque hanno originato il bagaglio di idee che sta dietro al percorso astrologico, forse potresti imparare a guardare le persone e i loro TN in modo diverso.
    Il Mito paradossalmente è identico per tutti ed ha solo una chiave di lettura ma tanti modi di esser raccontato in realtà, ecco perchè è possibile fare questo tipo di ragionamento sia a priori che posteriori.
    Ovviamente questo è il mio pensiero e la mia personalissima opinione, ci mancherebbe.

    Cercherò di spiegarti la questione in modo sintetico.
    Le analogie sia a priori che a posteriori permettono PROBABILI correlazioni perchè sono soggettive.
    Io vedo in un fatto per esempio, un legame analogico diverso da quello che vedi tu. Ciò dipende dalle proprie capacità di saper collegare le cose. Dunque conoscere le simbologie archetipiche non implica conoscere necessariamente la giusta correlazione analogica. Questo perchè a monte vi è un'associazione tra mito e pianeta, basata ancora una volta su di analogie. Dunque ci troviamo in un circolo vizioso.
    Vorrei ora, con prova della logica offerta dalle tavole di verità, chiarire in quali termini considerare le analogie.

    consideriamo la funzione proposizionale:
    Io sono un guerriero, ho Marte in ariete. Sono un guerriero perchè Marte è in analogia con la guerra. Dunque "se io sono un guerriero allora Marte è in analogia con la guerra"

    riassumiamo il tutto con delle variabili metateoriche: A e B.

    A corrisponde con (Io sono un guerriero)
    B corrisponde con (Marte è in analogia con la guerra)

    (A) (B) (A allora B)
    V V V
    V F F
    F V V
    F F V


    Con V indichiamo il caso in cui la proposizione fosse vera, e con F nel caso in cui fosse falsa. E sotto "A allora B" indichiamo il valore di verità di tutta la funzione proposizionale. Questa tavola dimostra che il valore di verità della conclusione non necessariamente dipende dal valore di verità delle premesse. Dunque le premesse riguardano un fatto; mentre la conclusione riguarda un'analogia. Siccome l'analogia è fallace per antonomasia, allora noi abbiamo UNA CONCLUSIONE PROBABILE INDIPENDENTE DAL VALORE DI VERITA' DI UN FATTO!!!!!

    Le cose cambierebbero se il valore di verità della proposizione ANTECEDENTE (A) fosse legata al CONSEGUENTE (B) attraverso il connettivo logico "se e solo se"

    Ciò implicherebbe invertendo le due proposizioni, che non potremmo più applicare la regola del MODUS PONENS (se A allora B. A quindi B) e il valore della tavola di verità sarebbe diverso:

    (A) (B) (A se e solo se B)
    V V V
    V F F
    F V F
    F F V

    il connettivo logico BICONDIZIONALE "se e solo se" dunque implica necessariamente che dalle premesse si tragga la conclusione e viceversa. La pratica dell'analogia non permette deduzioni ma solo induzioni (e per questo fornisce probabilità di certezza); dunque ad essa non può essere applicato il bicondizionale. Infatti abbiamo visto da questa tavola di verità che la conclusione è strettamente correlata alle premesse e viceversa, le premesse sono strettamente correlate alla conclusione. Siccome le premesse contengono un certo grado di probabilità di verità e di falsità, naturalmente forniscono un certo grado di probabilità di verità e di falsità alla conclusione (e viceversa)

    Ora viene il bello. :woot:

    Se alla funzione proposizionale non posso applicare il bicondizionale, ma solo il condizionale, e se il valore di verità di questa funzione non dipende necessariamente dal valore di verità delle premesse, allora non ci rimane altro da fare che invertire A e B con B e A
    Mi spiego:
    B: "se Marte è in analogia con la guerra"
    A: "allora io sono un guerriero"

    Se le premesse sono un'analogia, il valore di verità della conclusione non è intaccato, appunto per la regola che il valore di verità di una funzione proposizionale è indipendente dal valore di verità delle premesse.
    Quindi, anche se l'analogia fosse falsa, la conclusione è vera, ma con la consapevolezza che L'ANALOGIA NON E' SUFFICIENTE E NEMMENO NECESSARIA PER TRARRE LE CONCLUSIONI.

    In sostanza: che Marte sia in analogia con la guerra non è condizione sufficiente e nemmeno necessaria per concludere che io sia un guerriero. Però è probabile.

    Il grado di probabilità è come una puntata ai cavalli. Ci possiamo prendere o no e ciò dipende dal numero di cose che noi sappiamo sulle premesse. Se le premesse sono un analogia, allora noi abbiamo quasi un'infinità di possibilità e non possiamo stabilire con certezza a priori se una o più di esse sono strettamente correlate con la conclusione.

    Per questo bisogna procedere all'inverso, come ho scritto nel post precedente: Solo dopo l'osservazione empirica possiamo cercare di attribuire a un fatto un eventuale legame analogico tra il fatto stesso e i pianeti.
     
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  9. ~ ariel
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    Ancora una volta tu applichi all'analogia un discorso logico. Cioè il tuo modo di operare è a metà fra analogia e logica perchè tendi di dare un riscontro logico anche al pensiero di tipo analogico. Infatti hai incatenato un dialogo di tipo conseguenziale e quindi razione, quasi un sillogismo sbagliato perchè puramente deduttivo.
    E l'analogia non funziona in questo modo perchè quando si studia Mitologia bisogna tener presente come spiegato prima che la mente ragiona per analogie (vedi la psicologia analogica).
    Ciò significa che se tu pensi ad un concetto e fai determinate associazioni, tramite esse io posso risalire a quel concetto che tu hai formulato.
    In realtà le simbologie non sono così diverse perchè il nostro mondo è continuamente diviso fra particolare e universale ed è proprio sfruttando questa rete di significati che si può agire e interpretare sia tramite il mito che di conseguenza l'astrologia.

    Io sono un guerriero, ho Marte in ariete. Sono un guerriero perchè Marte è in analogia con la guerra. Dunque "se io sono un guerriero allora Marte è in analogia con la guerra"
    Questa è puro sillogismo, non è un discorso analogico perchè esso per antonomasia si sottrae a questo tipo di razionalità.
    L'analogia si basa su libere associazioni che non implicano un risultato finale come in un operazione matematica ma una rete di idee e concetti che se studiati e analizzati possono portare ad un tipo di ragionamento.

    Cioè l'associazione Marte/guerra può portare a comprendere che l'individuo con cui sto parlando ha una certa predisposizione o alla guerra oppure conosce poco la mitologia, perchè se io dico "Marte" e lui dice "guerra" significa che ha in mente come prima cosa la guerra, il combattimento, l'opposizione oppure come prima dicevo che conosce poco il mito per cui è abituato a considerare Marte dio della guerra o appunto Venere dea dell'amore o Bacco dio del vino ecc ecc.
    Per questa motivazione occorrono altre associazioni, proprio per investigare le situazioni.
    L'osservazione empirica come il ragionamento logico possono essere quindi un valido approccio ma non l'unico, perchè se si parte dal presupposto che tutti gli esseri umani abbiano una base comune di idee e concetti derivanti dalle esperienze comuni come bere e mangiare, nascere e morire, coprirsi e riprodursi, significa che abbiamo un insieme di associazioni simboliche su cui possiamo lavorare per andare oltre l'empirico e a approdare all'inconscio: ovvero quel lato mistico quasi e divino, in ombra che forse un pianeta nel TN può dare circa la persona.

    Cioè il tuo ragionamento è applicabile ad un'intelligenza artificiale non umana perchè per quanto essa proceda per schemi precisi, ha sempre la facoltà di cambiare strada.
    Infatti il ragionamento di stampo aristotelico cade proprio per queste motivazioni.
     
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  10. Al Rami
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    ti rispondo dopo pranzo. :)
     
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  11. ~ ariel
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    Scusami se interrompo la discussione che per me è particolarmente affascinante ma siamo OT dato il tema di base, per cui avevo pensato insieme a Nausicaa di aprire un nuovo topic in sezione e collegato a questo in cui poter continuare la discussione circa le differenze fra logica e analogie.

    Ecco il link.
     
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  12. Francesca3
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    grazie Ariel per aver scritto questo post :D
    forse ho capito cosa intendi dire.. usare un approccio evocativo che faccia "rivivere" gli archetipi .. in modo da comprendere meglio energie e qualità già insite in noi?
     
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    La mitologia greca mi appassiona da sempre e anche io mi sono più volte divertita a cercare corrispondenze tra le divinità e i pianeti, gli asteroidi o persino i segni zodiacali.
    Nelle mie riflessioni ricordo di aver rintracciato in Artemide non tanto l'archetipo lunare (anche se ho letto l'articolo a lei dedicato e le analogie proposte sono tutte molto valide e calzanti) ma il segno del Sagittario. La dea amava infatti la natura, gli spazi aperti e vagare per le foreste di tutto ol mondo, era indipendente e libera da ogni vincolo e a suo modo un'anima innocente e fiduciosa.

    Demetra, dea delle messi, nel mio immaginario rappresentava la Vergine, che all'arrivo dell'autunno, puntualmente, triste per la dipartita della figlia Persefone nel regno degli inferi, condanna la terra a sei mesi di sterilità, fino all'arrivo della primavera.

    È chiaro che queste mie associazioni sono un po' semplicistiche e campate in aria, tuttavia volevo chiedere a voi, secondo il vostro parere, a quale pianeta, segno o asteroide si potrebbe associare la dea Atena-Minerva. Era una stratega della guerra, e infatti con il suo aiuto i popoli in lotta spesso riuscivano a sconfiggere quelli avversari, protetti invece da Marte. Era saggia e razionale, protettrice delle arti e dei mestieri, e nobile di animo.
    Grazie a chi vorrà rispondere! 😊

     
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    tuttavia volevo chiedere a voi, secondo il vostro parere, a quale pianeta, segno o asteroide si potrebbe associare la dea Atena-Minerva. Era una stratega della guerra, e infatti con il suo aiuto i popoli in lotta spesso riuscivano a sconfiggere quelli avversari, protetti invece da Marte. Era saggia e razionale, protettrice delle arti e dei mestieri, e nobile di animo.

    Navigando in rete alla ricerca di risposte alla mia domanda, mi sono imbattuta in questo articolo che vorrei condividere con voi.

    www.eridanoschool.it/articoli/artic...hool.asp?Id=182

    Dunque per riassumere, astrologicamente Atena è rappresentata in un tema natale dagli aspetti Luna-Saturno, Luna in Capricorno o comunque in decima casa.
    Non mi spiego il fatto di non averci pensato prima, se non per la ragione che credevo di trovare un simbolo "intero" , fosse esso pianeta o asteroide, e non un aspetto tra due pianeti. Eppure era logico! ☺

    L'altra cosa particolare è che io ho sempre ammirato tantissimo l'archetipo femminile che Atena rappresenta, al punto da ritenere la dea più intrigante (aiuto, qui sconfino nel blasfemo!😂) di qualsiasi modella, attrice, cantante proposta ecc.. anche in gioventù.

    Ora, spinta dalla curiosità sono andata a guardare se per caso fossero presenti aspetti Luna-Saturno nei temi natali di persone che mi sono veramente, ma veramente, piaciute, e che comunque non sono tante. Premesso che queste persone differiscono tantissimo le une dalle altre per aspetto, per età, per ceto sociale e anche per segno zodiacale, ho riscontrato che però tutte presentano un aspetto dissonante Luna-Saturno!
    Dalla congiunzione, al quadrato, al Quinconce, e persino un'opposizione in mutua ricezione, sia per segni che per case cosignificanti!

    Insomma, archetipi della Dea Atena, donne pratiche e organizzate, capaci e sempre lucide, che il cuore lo fate parlare poco e solo in privato... io vi adoro!!! 😍
     
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    Quindi, Saturna, ti piacciono le persone o non so se ti riferisci a sole donne, che hanno problemi con il proprio femminile.
     
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18 replies since 15/10/2011, 08:33   716 views
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