Come sognano i bambini

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    I sogni dei bambini




    I sogni possono essere un valido aiuto nel comprendere il mondo dei bambini. La sfera emozionale infantile è infatti ricca di sfumature e può essere soggetta – così come negli adulti – a squilibri e disagi.
    I sogni dei bambini non sono sterili fantasie, ma al contrario hanno il pregio di non essere “contaminati” dai meccanismi di difesa degli adulti e, non avendo freni inibitori, i piccoli sono desiderosi di parlare delle loro esperienze oniriche. Il problema principale è la comunicazione: i bambini infatti possono non conoscere le parole esatte per descrivere i propri sogni o perché non comprendono immagini astratte e non sanno come riprodurle. Se poi aggiungiamo il fatto che, di norma, gli adulti sono troppo presi dalla propria vita frenetica per ascoltare i propri figli/nipoti, ecco che il mondo onirico infantile è spesso relegato in un angolo, senza che gli sia concessa la giusta importanza.

    Per interpretare i sogni dei bambini occorre comprenderne innanzitutto il contesto: quali sono i sentimenti del bambino? Quale è stata la sua reazione?
    Associata all'immagine del sogno, avremo quindi la nostra risposta.
    Esempio: Un bambino sogna che un lupo entra nella sua camera. Questa è un'immagine generalmente spaventosa, una paura che il piccolo prova e che ha rappresentato attraverso l'antagonista per eccellenza delle fiabe.
    Tuttavia, se il sogno è permeato da un'atmosfera avventurosa e il bambino non ha paura, ma si sente coraggioso come un cacciatore, probabilmente il sogno ha manifestato una sua recente vittoria: il piccolo ha superato una sua paura o un ostacolo “minaccioso” e ora ha il coraggio e l'audacia di superarlo di nuovo.
    Un altro importante riferimento per l'interpretazione onirica è l'età del bambino e la situazione personale dello stesso. Chiediamoci: come vive il rapporto con familiari, coetanei, insegnanti ecc?

    Un incubo o un sogno può presentarsi anche tramite immagini veloci, rappresentazioni ingarbugliate o semplici emozioni, soprattutto se il bambino ha provato una forte emozione durante il sogno oppure è ancora piccolo. In questo caso occorre avere pazienza e ricordare che più si stimola il bambino a ricordare e parlare dei propri sogni, più diventerà facile per lui raccontarli. Ascoltarlo mentre fa colazione, senza interromperlo o commentare, è un utile gioco.
    Un'altra buona abitudine è predisporre i “sogni d'oro” ovvero inserire nella routine dei piccoli rituali che aiutano il bambino a vivere meglio l'addormentamento e a non farlo sentire solo in caso di incubi: ninnananne, visualizzare insieme cose piacevoli (colori, animali, luoghi...), inventare “antidoti magici” contro i brutti sogni, sono tutti validi aiuti.
    In caso di un incubo ricorrente, capire il sogno permette di agire sia sul piano onirico che su quello reale. Un incubo ricorrente è spesso un blocco che il soggetto non riesce a superare. Capire qual è questo blocco fa sì che si possa aiutare il piccolo ad affrontarlo nella realtà e, allo stesso tempo, si può trasformare tutto in un gioco. Individuare il personaggio “cattivo” che incute timore e disegnarlo aiuta a ridimensionare la paura, bruciare il foglio o disegnare poi delle fiamme aiuta ad “esorcizzare” l'incubo e a far sentire meno solo il bambino: in questo modo sa infatti che di avere dei validi aiutanti che non solo lo ascoltano, ma hanno le “armi” per cacciare via i brutti sogni.

    Un ricordo, un'azione, un sentimento o un problema sono tutti elementi da cui possono originarsi i sogni. A volte i bambini intrecciano la realtà con la fantasia, mescolando ciò che la fantasia suggerisce a ciò che hanno davvero sognato, ma questo non va a discapito di chi ascolta.
    Con un po' di sensibilità occorre:
    - individuare i dettagli che spiccano sul racconto
    - verificare quali dati sono riconducibili al quotidiano
    - verificare se il bambino è presente nel sogno, se ha un ruolo da protagonista o da spettatore
    - comprendere i sentimenti che animano il sogno
    - chiedere al bambino cosa pensa del proprio sogno

    Seppur i sogni infantili sono più semplici, un minimo di lavoro onirico è presente:
    - L'elemento comune: i pensieri che hanno dato origine al sogno possono creare una quantità infinita di sogni diversi, eppure, accostandoli possiamo notare che l'elemento base sarà per lo più lo stesso.
    - La drammatizzazione: questo fenomeno trasforma i pensieri in situazioni, distorcendo la realtà.
    Esempio: “Ero in cucina, era buio, la mamma mi diceva che era ora di dormire, ma io avevo molta fame e ho detto più volte che volevo mangiare. Indispettita mi sono messa a mangiare i miei giocattoli”. In questo caso il pensiero della fame si è manifestato tramite una situazione in cui gli attori, la mamma e la bambina, hanno interpretato dei ruoli. L'assurdo della distorsione è la parte in cui, esasperata, la piccola mangia i suoi giochi.
    - Lo spostamento onirico: detto anche trasmutazione dei valori psichici è tipico dei sogni apparentemente incomprensibili. In sostanza si condensano le sensazioni e si spostano i pensieri su altri elementi che appaiono quindi nel contenuto manifesto.
    Esempio: X conosce l'inglese e ha una paura tremenda dei topi. Sogna di essere davanti al computer in preda al panico. X ha condensato la sua paura in una parola “mouse” che in inglese significa topo, trasferendo il terrore ad un altro oggetto (il computer) invece che all'elemento reale (il topo).

    Riassunti tratti da: I sogni dei bambini (A. Musso, O. Gadoni)
     
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