Nazismo Esoterico

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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    Non tutti conoscono questo aspetto del Nazismo, il suo collegamento con l'esoterismo ed occultismo usati per il potere più bieco.

    Edited by Nausicaa* - 20/1/2013, 12:30
     
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    La zona d'ombra: Crowley Blavatsky Agarthi 2

    Edited by Nausicaa* - 20/1/2013, 12:31
     
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    Questa cosa la sapevo!!!!Ma non ricordo dove l'ho letta...su Esonet mi pare!!!

    Eccolo..

    La svastika è un simbolo nato nell'antica India, a rappresentare il moto del sole nel centro cardiaco (amore e comprensione universali).
    I nazisti ripresero il simbolo rovesciandone la rotazione, e questo indica l'insensatezza di quel movimento politico criminale.

    È certo che non vi sia stato mai alcun contatto tra Massoneria e nazifascismo, i cui pensieri sono del tutto antitetici. C'è da dire, però, che il fascismo ed il nazismo attinsero a piene mani nel simbolismo esoterico e nel pensiero di grandi pensatori come Nietzsche, distorcendone i significati ad uso e consumo della loro propaganda. Per darsi una “cornice nobile”, insomma.

    La differenza tra il pensiero iniziatico e quello nazifascista è inequivocabile. Il primo mira a perfezionare l'uomo, l'altro esalta se stesso ed i propri sostenitori. Il pensiero iniziatico mira alla costruzione di una chorda fratres universale (una catena di cuori fraterni), l'altro usa la persuasione forzata per glorificare una fazione, fino a giustificare l'abbattimento di ogni diverso. Ma questo pensiero, in verità, non è una esclusiva del movimento nazifascista, ma nasce dal radicalismo dei credo religiosi.

    La Massoneria si è sempre dichiarata una “Palestra di Libertà”: del pensiero laico, democratico, tollerante e liberale. Ma la sua vera ricchezza sono gli antichi simboli che raccoglie in sé. Misticismo biblico, ermetismo, esoterismo, alchimia spirituale fanno parte del suo lessico. E sono questi gli elementi che hanno manipolato i promotori della super razza, come riporta l'opera d i Pierluigi Tombetti, di cui presentiamo la prefazione.



    I Grandi Misteri Del Nazismo

    La Lotta con l'Ombra

    di Pierluigi Tombetti - Sugarco edizioni



    Nota sull'Autore

    Pierluigi Tombetti, storico delle religioni, scrittore, saggista, ospite e consulente storico di varie trasmissioni televisive nazionali, collabora a riviste specializzate. Le sue indagini sono caratterizzate da un'attenzione scientifica a dettagli storici poco conosciuti, unita all'apertura mentale verso nuove possibilità e piani di ricerca. Si occupa da oltre dieci anni di nazionalsocialismo e di storia delle civiltà antiche.



    L'argomento: dalla magia delle Rune e dalla mitica Thule ai riti occulti SS, all'Olocausto

    misteri di un evento storico senza precedenti e dei suoi aspetti più nascosti in un'indagine accurata e documentatissima.

    Tutti i segreti più gelosamente custoditi del III Reich: dalla società esoterica da cui nacque il nazismo alla Lancia di Longino fino alla ricerca del Graal da parte delle SS, un appassionante viaggio ricco di particolari inediti e storicamente accertati che porta al nucleo del nazismo mai sondato finora con tale profondità e metodo scientifico.

    Le spedizioni SS alla ricerca dell'entrata al misterioso regno sotterraneo di Agarthi, le teorie della Terra Cava e quella dei Mondi di Ghiaccio, un itinerario di eccezionale interesse alla ricerca della soluzione del mistero più importante, la risposta finale alla domanda: “Perché l'Olocausto?” Un enigma che si svela solo nell'emozionante epilogo: l'esplorazione del misterioso castello di Wewelsburg e della sua cripta, il tempio occulto delle SS.

    Il libro spiega inoltre nei dettagli le attività scientifiche, i rituali e i misteri del castello sede del culto iniziatico delle SS.



    Introduzione

    di Giorgio Galli



    I grandi misteri del nazismo è un'opera che si basa su una sostanziosa documentazione e su una interpretazione molto coerente: il nazionalsocialismo non fu un movimento politico, ma il progetto di fondare una nuova religione. Le sue origini risalgono agli “insegnamenti gnostici e occulti delle antiche tradizioni dell'umanità”, come si sintetizza nei quadri sinottici alla conclusione del volume.

    L'Olocausto – il sacrificio di massa per la distruzione della religione rivale – può essere spiegato solo alla luce di questa interpretazione.

    Pierluigi Tombetti sottolinea l'assoluta originalità di questa interpretazione e la particolare lettura di un materiale documentario che culmina nella minuziosa analisi del significato del castello di Wewelsburg, il tempio principale della “nuova religione”, gestito da Himmler e dal vertice delle SS.

    L'Autore ha dato particolare sistematicità e arricchito di ulteriore e importante documentazione una interpretazione che era adombrata e presente nella ricca letteratura sul nazionalsocialismo, di cui è prova la stessa bibliografia che correda il volume. È in questo contesto che si apprezza un lavoro il cui sottotitolo – “ La Lotta con l'Ombra” – offre lo spunto all'Autore per riflessioni originali e apre il campo per ulteriori ricerche.

    Hitler stesso, nei colloqui con Hermann Rauschning, che tante polemiche hanno suscitato (si è osservato trattarsi di un insieme di citazioni non tutte dovute al Führer, ma la sostanza non cambia), afferma che coloro che ritengono il movimento nazionalsocialista solo un fenomeno politico non hanno capito nulla di che cosa sia in realtà il nazionalsocialismo (e questa espressione è certamente sua).

    Tuttavia, per un aspetto il nazismo si colloca in un contesto che è propriamente politico, nel senso che, nella società posteriore alla rivoluzione scientifica del XVII secolo, anche per fondare una nuova religione, è dalla politica che occorre prendere le mosse.

    Napoleone, che è stato un modello per i dittatori del XX secolo (Hitler, Mussolini, Stalin), all'atto di partire per la spedizione in Egitto, prendeva a sua volta per modello Alessandro, affermando che solo in Oriente un condottiero si sarebbe potuto presentare come figlio di Dio (quindi potenziale fondatore di una nuova religione), mentre in Occidente avrebbe suscitato solo ilarità.

    La rivoluzione scientifica, col suo processo di razionalizzazione, ha dunque reso difficile, in Occidente, proporre forme religiose che non abbiano una base razionale (la robespierriana Dea Ragione). Da qui l'origine nella sfera politica (di una politica a sua volta razionalizzata: il potere che si basa sul consenso espresso dai molti all'elite) di una fenomenologia che basa su una sorta di religione civile l'assetto psico-sociale dello Stato moderno, un fenomeno definito anche come “nazionalizzazione delle masse” da un filone di pensiero politico che ha in George Mosse uno dei maestri, che tra l'altro ha dato un grande contributo allo studio di quelle che, col titolo di una sua opera, definisce “le origini culturali del Terzo Reich” .

    Sotto questo aspetto – fondazione di una religione civile – il nazionalsocialismo presenta elementi comuni con un'altra esperienza analoga del XX secolo (il fascismo italiano), ma anche con una diametralmente opposta, come il comunismo sovietico, definito anche “socialismo reale” (anche se i marxisti rigorosi contestano che di socialismo e tanto meno di comunismo si sia trattato nell'esperienza dell'Urss).

    Per quanto riguarda il fascismo e il suo progetto di costruzione di una “religione civile”, che era stato anche l'obiettivo dell'elite risorgimentale e soprattutto di Giuseppe Mazzini, disponiamo di ricerche accurate e di un'ampia bibliografia, circa la quale uso qui, come testo di riferimento, l'eccellente “Il culto del Littorio” di Emilio Gentile (Edizioni Laterza).

    Il libro ha per sottotitolo “La sacralizzazione della politica nell'Italia fascista” e il titolo dell'introduzione è “Alla ricerca di una religione civile per la Terza Italia”. Da queste premesse e con un'accurata ricerca si giunge alla conclusione (dal titolo “Il fascismo e la sacralizzazione della politica”), che inizia così: “Il fascismo fu una nuova religione? Alla fine del nostro viaggio, la definizione potrà ancora apparire forse stravagante o assurda. Ma essa risulterà probabilmente più plausibile se collochiamo storicamente il fascismo nel più ampio fenomeno della sacralizzazione della politica nella società moderna. Neanche per questo aspetto infatti, il fascismo è stato un fenomeno estraneo o isolato dal mondo politico della modernità. Esso appartiene, invece, al rigoglioso e inquietante fenomeno moderno delle religioni laiche, che da oltre due secoli hanno popolato il mondo della politica” (p. 301).

    Poiché una delle componenti principali dell'analisi di Tombetti è il ruolo che ha avuto la personalità di Hitler nel processo di costruzione della religione nazionalsocialista, è utile prendere in considerazione un confronto che proprio Gentile propone:

    “Il culto della personalità si fonda sempre sul mito... Nel caso di altri capi carismatici, come Stalin e Hitler, mito e culto si sono sviluppati simultaneamente all'interno dei loro movimenti e in funzione di questi. Nel caso di Mussolini, invece, il mito non solo ha preceduto il culto, ma si è manifestato con diversi aspetti prima della nascita del fascismo e della sua ascesa al potere” (p. 264).

    Pur con questa peculiarità, “l'universo simbolico della religione fascista ruotava attorno al mito e al culto del duce, che furono certamente la manifestazione più spettacolare e popolare del culto del littorio. Ma questa centralità non deve essere tuttavia fraintesa, attribuendo al mito di Mussolini l'origine della religione fascista. Questa si era formata dall'esperienza collettiva di un movimento che si considerava investito di un proprio carisma missionario” (p. 263).

    Ho abbondato in citazioni con termini quali “religioni”, “sacralizzazione”, “mito”, “culto”, perché proprio alla “esperienza collettiva di un movimento che si considera investito di un proprio carisma missionario” Tombetti fa riferimento, quando documenta il lungo cammino che dai primordi della cultura occidentale porta alla teosofia e all'ariosofia. Sotto questo profilo, la costruzione di una nuova religione per le masse, le analogie tra fascismo e il nazionalsocialismo, possono apparire comprensibili (anche se il nazionalsocialismo ebbe l'aspetto esoterico del quale si dirà più avanti).

    Può sembrare, invece, più sorprendente (ma legato al tema delle “religioni laiche, che da oltre due secoli hanno popolato il mondo della politica”) ritrovare aspetti analoghi “costruzione di una nuova religione”) nel gruppo di intellettuali che, attorno a Lenin, organizzarono il partito bolscevico e promossero la rivoluzione russa. Per un inquadramento complessivo rimando al mio “ La Magia e il Potere - L'esoterismo nella politica occidentale” (Edizioni Lindau); e a “Cultura politica e cultura esoterica nella sinistra russa (1880-1917)” di Nicola Fumagalli (Società editrice Barbarossa). Da quest'ultimo testo traggo le seguenti citazioni (ivi le fonti):

    “Lunaciarsky, con Gorkij e Bogdanov, fu uno dei maggiori esponenti del gruppo denominato ‘i costruttori di Dio' (bogo-strueitelsvo). Le sue idee furono efficacemente riassunte nel racconto di Gorkij “La confessione”. In un passo significativo di questo racconto si legge: ‘Gli uomini si dividono in due gruppi: gli uni sono gli eterni costruttori di Dio e gli altri sono schiavi della loro brama di dominio sui primi e sul mondo intero. Essi hanno travisato l'anima di Cristo, hanno rinnegato i suoi comandamenti'“ (p. 263).

    Lunaciarsky riteneva che la religione fosse “l'insieme di quei sentimenti e di quelle idee che rendono l'uomo partecipe della vita dell'umanità e ne fanno un anello della catena tesa verso la vetta del superuomo, verso una esistenza magnifica e potente, verso un organismo perfetto in cui vita e ragione celebrano la loro vittoria”. Nell'opera “Religione e socialismo”, ripubblicata ancora nel 1925, Lunaciarsky tentava di “analizzare i rapporti tra religione e socialismo ma soprattutto di definire la posizione del socialismo rispetto agli altri sistemi religiosi...”. Per lui “il socialismo scientifico è la più religiosa di tutte le religioni” (pp. 264-265).

    I “costruttori di Dio” ebbero numerosi scontri con Lenin, ma Lunaciarsky fu comunque il suo primo commissario del popolo alla pubblica istruzione dopo la conquista del potere nel 1917. E il filosofo Aleksandr Bogdanov continuò a essere attivo nella Russia sovietica, fondò e diresse un istituto per la trasfusione del sangue sulla base di concezioni mistico-alchemiche e morì, per esperimenti in questo contesto, nel 1927. Per la sua riflessione filosofica può essere utilmente letto il volumetto: A.A. Bogdanov, “Quattro dialoghi su scienza e filosofia” (Ed. Odradrek, 2004, con scritti di Ernst von Glaserfeld, Massimo Stanzione, Silvano Tagliagambe).

    Sono stati, dunque, qui descritti gli aspetti per i quali il nazionalsocialismo può essere visto come una delle religioni politiche degli ultimi due secoli. Ma esso ha aspetti del tutto specifici, acutamente indagati come tali da Tombetti e che egli efficacemente riassume nel sottotitolo “ La Lotta con l'Ombra”. Egli non indulge a fantasiosi aspetti satanici della nuova religione: attribuisce grande importanza alla lancia di Longino e, pur criticandolo, non manca di utilizzare “ La Lancia del Destino”, di Trevor Ravenscroft; presenta Goebbels come cultore dell'astrologia (vi si avvicinò, per suggestione di Hitler, dopo le sue confidenze posteriori all'apprezzamento per il ministro della propaganda che aveva stroncato a Berlino l'operazione “Valchiria”, la congiura del 20 luglio 1944). Ma il libro ha il grande merito di stabilire un efficace collegamento tra l'“Ombra che è in ognuno di noi (il concetto di Jung, sul quale l'Autore si sofferma) e il carattere tragicamente negativo della ‘nuova religione' che ha condotto all'Olocausto”.

    Come è noto, lo stesso termine, preso letteralmente dalla sacralità antica (la vittima bruciata sull'altare), è stato messo in discussione, soprattutto da quando Finkelstein ha parlato di “industria dell'Olocausto”. Amo Mayer, nel miglior studio in materia, usa il termine “ebraicidio” (“Soluzione finale: Lo sterminio degli Ebrei nella storia europea”, Mondadori, p. 5 e segg.).

    Questa precisazione è importante perché la spiegazione sacrale dell'Olocausto è una delle chiavi dell'interpretazione di Tombetti. La si può condividere, nel quadro della “lotta con l'ombra”, con qualche puntualizzazione. Faccio riferimento, per questo preciso aspetto, a quanto ho scritto curando l'edizione italiana del “Mein Kampf”. All'inizio e alla fine vi sono due valutazioni all'apparenza contraddittorie.

    La prima: “Se oggi la perfezione corporea non fosse relegata in secondo piano... non accadrebbe che centinaia di migliaia di ragazze siano ingannate da ripugnanti bastardi ebrei dalle gambe storte”.

    La seconda: “L'ebreo non interromperà mai per spontanea rinuncia la sua marcia verso la dittatura mondiale. L'impotenza dei popoli, la morte per vecchiaia, dipendono dal fatto che il loro sangue non è più puro. Invece, la purezza del sangue conserva l'ebreo meglio di ogni altro popolo della terra. Quindi egli proseguirà il suo fatale cammino finché non si opponga a lui un'altra forza la quale, in una formidabile lotta, respinga a Lucifero colui che dà l'assalto al cielo” (p. 69).

    È qui evidentissimo il linguaggio religioso che convalida la tesi di Tombetti. Segue il mio commento. “Perché i ‘ripugnanti bastardi ebrei' diventano i conservatori della purezza del sangue, che li colloca in una posizione migliore di ‘ogni altro popolo della terra?'

    Una contraddizione? Un cambiamento di opinione? È negli ambienti dell'occultismo che matura una visione dell'ebreo capace di spiegare le due affermazioni, all'apparenza contraddittorie. Secondo questa visione, l'ebreo è al tempo stesso un ‘sotto-uomo', perché è un distruttore di civiltà, al contrario dell'ariano, che le costruisce; ma è al tempo stesso una specie di ‘super-uomo' malvagio, perché in possesso, a sua volta, di un sapere occulto (esemplificato nella Kabala).

    Grazie a questo potere l'ebreo è in grado di sedurre, nonostante il suo ‘ripugnante' aspetto fisico; e nello stesso tempo, grazie a tale potere, vuol conquistare il dominio del mondo pur non sapendo costruire civiltà, e quindi portando il mondo al massimo abominio... Il libro hitleriano si conclude dunque con il preannuncio di una drammatica lotta, qualcosa di molto simile all'ebraica Armageddon, del Bene (il nazionalsocialismo) contro il Male (il “Lucifero” ebreo). Nei tragici anni successivi, con l'epilogo di Auschwitz, proprio il nazismo verrà identificato con il ‘Male assoluto', secondo la definizione che tuttavia lo storico Ernst Nolte negherà, dando avvio alla filosofia revisionista” (p. 69).

    Questa interpretazione, la concorrenza tra religioni, sottolineata da Tombetti, comporta la distruzione fisica di tutti i seguaci della religione rivale più forte (perché dotata di potere occulti)? Neanche Mayer, nel fondamentale studio citato, ritiene che l'eliminazione fisica di tutti gli ebrei fosse nel proposito iniziale del nazionalsocialismo. Questi riprese anche il progetto di Lanz, che Tombetti ricorda, di un isolamento degli ebrei nel Madagascar. Lo sterminio si delinea nel momento in cui la sconfitta davanti a Mosca fa pensare a quella finale (la celebre conferenza di Wansee, prevista per il 7 dicembre 1941, rinviata a gennaio 1942 per l'attacco giapponese a Pearl Harbor e la dichiarazione di guerra agli Stati Uniti, proprio la premessa della sconfitta finale della Germania).

    Nel 1938-1939 vi fu, al vertice esoterico del nazionalsocialismo, un dibattito, esemplificato dalla pubblicazione de “Le scogliere di marmo”, il libro profezia di Ernst Jilnger, il Maestro come tale intoccabile anche dopo la partecipazione alla congiura del 20 luglio 1944. Il dibattito verteva sul rischio di una guerra che avrebbe compromesso le sorti del regime e il suo progetto “religioso”.

    Hitler volle attaccare la Polonia, sicuro che l'Inghilterra non sarebbe intervenuta.

    Vinse la “guerra lampo” nella primavera 1940, ma l'Inghilterra seppe resistere. La decisione fatale di attaccare l'Urss non fu “incomprensibile”, ma basata sulla convinzione che Hess avesse ottenuto qualche risultato nella sua missione in Inghilterra, che si sarebbe potuta neutralizzare se Hitler si fosse presentato come campione dell'Occidente, marciando all'Est. Ma l'Inghilterra continuò a combattere e a bombardare le città tedesche, l'Armata rossa era più forte di quanto Hitler pensasse; e la sconfitta davanti a Mosca, proprio mentre gli Stati Uniti entravano in guerra, trasformando il conflitto da europeo in mondiale, segnò le sorti della guerra già alla fine del 1941, anche se l'estate successiva l'Asse fu in grado di tentare un ultimo sforzo, che si infranse a El Alamein e a Stalingrado (fine ‘42).

    Rimando, per questa ricostruzione, alle molte edizioni del mio “Hitler e il nazismo magico”, che peraltro Tombetti cita. Sotto il profilo storico, non fu per un processo immediato che “una nazione di ottanta milioni di individui si sottomise volontariamente al suo messia” (p. 37). Ci vollero quelli che lo stesso nazionalsocialismo definisce “gli anni della lotta”, una dozzina; ci volle la crisi del 1929, prima della quale il partito aveva meno del tre per cento dei voti. E non ottenne la maggioranza assoluta neanche nel marzo 1933, dopo la conquista del potere e l'incendio del Reichstag.

    È vero, comunque, che la “Lotta con l'Ombra”, un progetto “religioso” che, come tale, era un disegno per “il mondo intero”, richiese un enorme sforzo, reso più difficile dal fatto di doversi “difendere da un nemico che non si conosce” (p. 16).

    La lotta fu vinta anche perché Hitler ebbe troppa fretta (la guerra). La storia delle religioni ci dice che a esse occorre tempo per affermarsi. Quella ebraica si trasformò da politeista in monoteista lungo i secoli. Quella cristiana lottò per tre secoli contro l'Impero romano. Il Führer ebbe forse piuttosto il modello dell'islamismo, una cavalcata guerriera che in pochi decenni giunse dalla Spagna all'India, una sorta di guerra-lampo dell'epoca.

    Hitler ritenne di poter rischiare una guerra dopo che vide la debolezza di Francia e Inghilterra a Monaco (settembre 1938). Si trovò ad avere sfidato “le maggiori potenze mondiali” (Tombetti) col solo sostegno del debole alleato italiano e del lontano Giappone. E, a questo punto, la sorte del grande progetto “religioso” era segnata, col suo consuntivo di stragi.

    Ma la “Lotta con l'Ombra”, se intesa, come giustamente propone Tombetti, sulla base di Jung, come una lotta all'interno della cultura dell'Occidente, può ripresentarsi anche se non nella forma, non più ripetibile, del nazionalsocialismo. E vi sono, ne “I grandi misteri del nazismo”, accenni che è importante riprendere. Tombetti vede nei primordi del nazionalsocialismo “idee vegetariane e salutiste che hanno molto in comune con il moderno movimento New Age” (p. 63); e segnala in quel pensiero l'idea di una retrodatazione della storia, di una protostoria sconosciuta e dimenticata “in ogni tedesco vi è il ricordo di Atlantide”, ironizzava Rauschning), per cui “fu probabilmente anche grazie alle ricerche di von Sebottendorff se nel futuro III Reich le Piramidi di Giza verranno considerate creazione del popolo ariano degli Atlantidi, molto più antiche del III millennio a.C.” (p. 87).

    Anche la retrodatazione della storia è una caratteristica della New Age e in generale delle culture alternative, per considerazioni sulle quali rimando a due mie recenti pubblicazioni, “Appunti sulla New Age” (Kaos edizioni, 2003) e “ La Magia e il Potere - L'esoterismo nella cultura politica occidentale” (Ed. Lindau, 2004).

    Credo, riprendendo il sottotitolo di Tombetti e l'impostazione junghiana, che “l'Ombra”, e soprattutto il suo aspetto che richiama una storia umana più antica di quella conosciuta (fonte degli archetipi), possa dare luogo a due letture contrapposte, una negativa e una positiva. La “Lotta”, l'opporsi, concerne la prima lettura, quella di cui il nazionalsocialismo è espressione: è il tentativo di fare appello a energie primordiali, col proposito, secondo l'analisi di Tombetti, della costruzione di una nuova religione, tragica al punto di portare a sacrifici di massa.

    La versione positiva dell'“Ombra” consiste nella sua accettazione come parte di noi, di un processo dialettico che ci accompagna nell'arricchimento della conoscenza, senza la presunzione, che si potrebbe definire faustiana, di avventurarsi in imprese quali la fondazione di nuove religioni, quando possiamo invece aspirare al propiziare nuove illuminazioni, attraverso la disponibilità culturale, psicologica e scientifica, ad aprirci a nuove interpretazioni di quel che sappiamo e del destino dell'umanità sul pianeta.

    Di questa disponibilità, di questa apertura mentale, è indizio promettente non escludere l'ipotesi di una nostra storia più antica e più problematica di quanto la storiografia accademica sia propensa ad ammettere. Essa confina sprezzantemente nella fantastoria, una lettura che è di culto per la New Age e che può essere esemplificata nei nomi di Graham Hanchock e di Robert Bauval. Tombetti ha dunque colto, nel suo libro, l'aspetto cruciale del nazionalsocialismo, che ci fa riflettere sulle prospettive attuali. Il nazionalsocialismo è irripetibile come fenomeno politico. Il suo tragico tentativo di fondare una nuova religione si collega a una storia dell'umanità nella quale le religioni hanno costituito un elemento fondamentale dei conflitti che le hanno insanguinate, costringendoci, di epoca in epoca, a una “Lotta con l'Ombra” nella sua valenza negativa, un oscuro minaccioso, che inghiotta la nostra sensibilità costruttiva.

    Questa “Ombra” maligna non è sepolta sotto le rovine della Berlino del 1945. Ma da là ci viene un messaggio: la nostra storia va riletta; e forse, davvero, retrodatata, per evitare che una possibile storia, disprezzata come fantastoria, ci riproponga le sue rivincite in altre varianti della drammatica vicenda che solo per una dozzina d'anni ha preso nome dal nazionalsocialismo, quale Tombetti rilegge in una modalità che traccia una linea dalla protostoria che giunge all'Olocausto, per quanto enfatizzato, come si è detto, possa essere questo termine, assunto quasi a simbolo del ventesimo secolo.

    “l grandi misteri del nazismo” è dunque un libro di valore, sia per la ricostruzione storica, sia per l'interpretazione suggestiva; e anche perché attira l'attenzione su alcuni problemi attuali della cultura occidentale.



    Prefazione

    di Pierluigi Tombetti



    Perché questo libro? La motivazione di fondo che mi ha portato a ricercare informazioni in tutta Europa e oltre per otto lunghi anni risiede in una semplice domanda che cominciò ad assillarmi durante i primi anni di università, quando venni a contatto con un reduce italiano internato ad Auschwitz, e con amici appassionati di storia; essi mi fecero chiaramente capire che ciò che era successo in Germania dopo la prima guerra mondiale non era stato un fenomeno storico usuale, paragonabile ad altri. Per loro si trattava solo di semplice curiosità storica. Per me si trattava di qualcosa di più.

    Una domanda era nata spontaneamente e continuava a martellarmi, rimaneva sopita per qualche mese e poi si ripresentava, costringendomi, nel corso degli anni, a orientare i miei studi alla risoluzione di un enigma a cui nessuno storico aveva ancora risposto in modo completamente soddisfacente, almeno per me.

    Si trattava di una domanda semplice e molto diretta, ma che celava una risposta di una complessità notevole che aveva più a che fare con la sfera psichica e religiosa che con quella storica: “Perché l'Olocausto”?

    In effetti, non erano sufficienti risposte che tiravano in ballo questioni economiche o sociali; Hitler non poteva aver deciso di distruggere completamente non solo gli ebrei ma milioni e milioni di persone considerate non ariane, solamente perché voleva le loro risorse e le loro terre. Da migliaia di anni i condottieri conquistano i popoli sottomettendoli ma nessuno di loro ha mai pianificato di eliminare completamente coloro che non appartenevano alla loro supposta razza. Sarebbe bastata una semplice conquista territoriale per arricchire la Germania oltre ogni misura.

    Addirittura, cancellare fisicamente milioni di persone sarebbe stato antieconomico: chi avrebbe potuto realizzare praticamente questo piano?

    La tecnologia superiore di cui i tedeschi a ragione si vantavano ebbe già difficoltà a trovare il modo per uccidere in maniera “pulita ed economica” sei milioni di ebrei, figuriamoci milioni e milioni di individui. Non sarebbe stato molto meglio schiavizzare i cosiddetti “Untermenschen” (sub-umani) costringendoli a lavorare per il Reich? In realtà esisteva un piano per rendere schiave temporaneamente alcune popolazioni, ma si trattava di minoranze. E si trattava di un tempo limitato, in attesa di una soluzione finale.

    Questo libro doveva essere scritto già da molto tempo; lo si doveva a tutti coloro che hanno sofferto terribilmente e sono morti per una causa che non conoscevano nei suoi segreti più importanti e nascosti e che doveva essere resa pubblica.

    Ho cercato di fare del mio meglio nel presentare le informazioni più accurate disponibili; dove si tratta di mie ipotesi (pochissime, esclusivamente relative all'ordinazione di Hitler come neotemplare nell'ONT di Lanz von Liebenfels, e ai rituali di meditazione runica nella cripta a Wewelsburg) avverto esplicitamente il lettore; dove si tratta di realtà ben documentabili, beh, è tutto il resto. Anche queste mie personali ipotesi, tuttavia, sono state sgrezzate in seguito a ulteriori elementi venuti alla luce nel corso del tempo e sono quindi da considerare molto probabili.

    Perché la Lotta con l'Ombra? Questo libro parla della Terra dell'Ombra, ovvero il sostrato psichico oscuro, la sede dei sentimenti più segreti e nascosti, che proprio per il fatto di essere tenuti segreti sono i più temibili. Ognuno di noi possiede questa zona d'ombra e in quanto essere umano ha il dovere di esplorarla per conoscere i suoi lati più oscuri e tenerli a freno, con lo scopo di divenire uomini e donne migliori. La Lotta con l'Ombra è l'eterna lotta interiore che ogni persona compie per dirigere nel modo migliore la sua vita, correggendo quelli che ritiene i lati peggiori di sé.

    Ma la Lotta con l'Ombra indica anche la battaglia contro un nemico oscuro che ha deciso, oltre cinquant'anni fa, di conquistare il mondo intero. Come ci si può difendere da un nemico se non lo si conosce? Il nazismo ha permesso, anzi facilitato, l'entrata di prepotenza dell'archetipo Wotan/Odino nella Terra dell'Ombra, e gli ha permesso di appropriarsi con la forza del suo territorio, fino a che ottanta milioni di tedeschi non furono completamente soggiogati. Non a Hitler, ma alla forza psichica archetipica che scaturiva da questa pulsione violenta e mistica allo stesso tempo, che è connaturata alla cultura del “Volk” tedesco.

    Nel corso dei capitoli vedremo come la grande scoperta di C.G. Jung sia stata proprio il riconoscimento di questa epidemia psichica, è cioè dell'avvento dell'archetipo che si impossessò prima degli incubi (e quindi delle visioni oniriche e inconsce) dei tedeschi e solo in seguito della loro mente razionale.

    Tratteremo anche del sottofondo sociale e psichico che preparò l'avvento al nazismo, dalla teosofia alle allucinate ideologie di Guido von List e Lanz von Liebenfels. Vedremo come il III Reich si sia appropriato di teorie antiscientifiche che sconfinavano nella fantascienza pur di realizzare il proprio scopo finale che risiede in una motivazione essenzialmente religiosa. Tutto il cammino che percorreremo porterà alla nostra destinazione ultima: il castello di Wewelsburg, dove tutto si risolverà in un epilogo di impressionante potenza psichica e di cui pochissimi hanno parlato.

    Vedremo dunque cosa si faceva a Wewelsburg, chi vi operava, perché furono pianificate qui le spedizioni SS in Tibet, Antartide e in Sud America alla ricerca del regno di Agarthi, dove già Madame Blavatsky aveva localizzato gli ultimi veri sopravvissuti della popolazione divina ariana nella loro capitale sotterranea, la mistica Shambhalla.

    Fu ancora a Wewelsburg che si organizzarono le ricerche del Graal da parte di Otto Rahn, e sarà sempre qui che si riuscirà a ottenere la completa unione mistica con il “Volk” ricercata invano per secoli dai discendenti dei germani di Arminius.

    Cercheremo di dare una spiegazione ai rituali di meditazione dei vertici SS, capiremo perché Himmler si ritirava in contemplazione a Wewelsburg e ai monoliti di Externsteine con i suoi dodici apostoli, esploreremo infine la Terra dell'Ombra del nazismo, un fenomeno storico che non ha uguali per violenza e potenza e verranno svelati poco a poco i suoi misteri secondo un discorso logico, coerente e basato su dati assolutamente reali.

    Sono convinto che quello che leggerete farà nascere sentimenti ed emozioni contrastanti, nel bene e nel male, come ne ha fatti nascere in me. Ma sappiate che è tutto vero. Basta recarsi a Wewelsburg per chiarirsi un poco le idee. Basta recarsi nei musei dei campi di sterminio in Germania e in Polonia per vedere che cosa è veramente successo e come la risposta alla domanda: “Perché l'Olocausto?”, debba essere cercata soprattutto nella Terra dell'Ombra. E non solo nelle consuete pieghe della storia dove solitamente si va a scavare.

    Il nazismo non è stato un evento come gli altri. Questo libro tenta di spiegare perché.

    Ho cercato di presentare i fatti nel modo che mi è sembrato più adatto; le prime tre parti del libro sono necessariamente più pesanti in quanto ricche di informazioni specialistiche, ma assolutamente necessarie per capire il tutto. A ogni modo ho limitato al minimo necessario note, postille e tediose spiegazioni accademiche preferendo un approccio più diretto. L'ultima parte, il risultato di estenuanti ricerche e viaggi alla ricerca della soluzione di un mistero, risulterà più piacevole da leggere, dato uno stile più scorrevole, e certamente più appassionante perché narra di una scoperta di eccezionale importanza.

    Spero che leggere questo libro sia per il lettore emozionante quanto lo è stato per me scriverlo.

    Per ogni imprecisione e omissione, sono infine da considerare l'unico responsabile.

    Lo postai anche su Zeta tempo fa..qui la fonte..

    www.esonet.it/News-file-article-sid-890.html
     
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    Secondo me, ultimamente si parla molto della questione esoterica del Nazismo, chiaramente i chiamiamoli "padri" di questa folle ideologia politica hanno tentato in tutti i modi di soppiantare le religioni, non solo l'Ebraismo, con una religione che affondava le origini nel mito germanico, i dei biondi ecc...in pratica era un'ideologia atea che vedeva il rappresentante della raza ariana, Hitler (tutto l'opposto dell'alto, biondo, atletico, gli occhi però li aveva blu e non neri, da testimonianze pare fossero così)) al centro del nuovo mondo/ ordine.

    Inoltre ricercando i miti della razza sperduta nel Tibet, hanno fatto di tutto per dare un tanto di basi alla teoria della superiorità nordica, infatti non dimentichiamo che i Rom, perseguitati, sono ariani per lo meno per quanto riguarda la lingua...

    Molte sette, fra cui un gruppo di razzisti che ho studiato ben da visino, hanno inventato riti, nomi magici, iniziazioni e cose del genere, riamangono però dei criminali, niente di più niente di meno, niente magia o stregoneria. Non vorrei che queste toerie tendessero a far diminuire le colpe, dandole al superuomo (Lucifero?) che perseguitava Hitler, pare.

    Nessun mago Eckard, Crowley, ecc.. i nazisti hanno saputo cogliere il momento storico giusto, perdita della prima guerra mondiale, un trattato di pace che ha leso l'amor patrio germanico, un sottostrato di antisemitismo cristiano nei confornti degli ebrei antico e ben radicato, disordini, inflazione...in pratica hanno detto al popolo quello che, in un momento di gravi disagi, voleva sentirsi dire: tu sei superiore, gli ebrei, gli altri hanno fatto una cospirazione, usano l'occultismo, la Kaballah, fanno riti magici contro di voi,ecc.....

    Eppoi non c'erano i media di oggi, la radio e qualche filmato al cinema, che chiaramente era un' ode al popolo tedesco e al suo capo "ariano"!

    Purtroppo alcuni sintomi li vedo anche oggi in Italia, speriamo bene!!

    Edited by mar-landy - 8/5/2011, 20:43
     
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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    Si, ma infatti nel filmato, che è un estratto di quello andato in onda sul Nazismo dice proprio quello che dici tu Mar. Lui prendeva droghe mentre faceva i comizi perché si trasformava completamente...probabilmente era anche in contatto con qualche entità malefica...la sua VIIIa casa parla chiaro a questo proposito....
     
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    Penso fosse solo un folle lucido dalla mente criminale! Le mie parole erano rivolte non tanto al filmato, che ovviamente non può che pensarla in questa maniera, ma per una questione di revisionismo che si sente in giro, in altri forum c'erano persone che, viste informazioni del genere, credevano che i neonazisti avessero addirittura poteri occulti e che Hitler fosse solo un tramite di Lucifero.


    Edited by mar-landy - 8/5/2011, 21:41
     
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    https://vascello-stelleperdute.forumfree.it/?t=52237475

    Qui il link ai vari simboli, tra cui la svastika.
     
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    http://www.historychannel.it/il-vangelo-di...zismo-e-vangelo

    Se non l'avete visto, avete la possibilità di vederlo su Sky è molto interessante, l'ho visto venerdì su History Channel e davvero non è da perdere con i riti pagani, le rune, i ciarlatani che dicevano di aver visto come vivevano gli "ariani", le menzogne, la ricerca del Graaal, il desiderio di soppiantere il Cristianesimo con questo nuovo culto pagano..e la fine dei "guerrieri" e dei, che poi tanto coraggiosi non erano, con...un suicidio.

    Buona visione, l'ho postato qui perchè non molti sanno di questo lato esoterico-pagano del nazismo.
     
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7 replies since 6/5/2011, 08:42   320 views
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