Malachia

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    MALACHIA E L'ULTIMO PAPA
    di Ugo Cortesi
    per Edicolaweb


    I 500 anni che vanno dal 1.100 al 1.600 sono stati i più proficui per i cosiddetti "autori profeti", sebbene pure negli anni precedenti ce ne siano stati alcuni, anche importanti.

    Personalmente sono interessato a tutti gli autori di profezie in genere, ma in particolare a quelli che hanno avuto a che fare con il Templarismo ed il Neotemplarismo.

    Quando si parla di "profezie" si pensa subito a Nostradamus. Ritengo Nostradamus il più importante per quanto attiene la completezza o meglio la sfera episodica delle sue centurie.

    Non da meno è da considerare Malachia, Primate d’Irlanda del XII secolo che riformò la chiesa del suo Paese introducendo la liturgia della chiesa romana.

    Malachia scrisse il "De summis pontificibus" che tratta, in 112 motti, le caratteristiche dei papi da Celestino II (1143) fino all’ultimo papa che sarà, secondo lui, Pietro II che salirà al trono di Pietro I nell’anno 2026. Ma questo sarà anche l’ultimo papa.

    Molti ritengono l’opera di Malachia apocrifa, scritta nella metà del 1500 da autore ignoto, attribuita a Malachia e pubblicata per la prima volta dal benedettino Arnold Wion nel 1595.

    Per questa distanza temporale di circa 400 anni, durante i quali nulla si sapeva di detta opera, molti ricercatori ritengono appunto che sia apocrifa. Non voglio creare polemiche con gli studiosi, ma in certi punti dell’opera ci sono passi scritti con parole o motti templari che fanno pensare all’originalità dell’opera od almeno che, chi l’ha scritta, anche in tempi successivi, fosse un neotemplare. Dal momento del "si dice" e che è stata attribuita a Malachia, riteniamola come possibile farina del suo sacco.

    LA VITA

    Malachia, il cui vero nome era Mael Maedos O’Morgair d‘Armagh nato appunto ad Armagh nell’anno 1094, fu ordinato nel 1119, nello stesso periodo in cui Bernardo di Chiaravalle ed Ugo de Payns costituivano l’Ordine dei Cavalieri Templari. Fu nominato abate a Bangor nel 1123 e successivamente arcivescovo di Condor nel 1125 ed infine vescovo di Armagh e Primate d’Irlanda nel 1132.

    Nel 1138 rinunciò all'arcivescovado e ritornò alla vita monastica. Fu santificato nel 1190 da Papa Clemente III.

    Con San Bernardo si recò più volte a Roma al cospetto dei diversi pontefici succedutisi durante la sua vita curiale e con i quali intratteneva rapporti cordiali, si dice, legati alle sue conoscenze ed influenze nel mondo templare francese. Si stava recando a Roma, passando per Chiaravalle, quando s'ammalò. I monaci di San Bernardo cercarono di alleviarne la condizione, curandolo nel migliore dei modi, ma Malachia scuotendo la testa, come in segno di ringraziamento, diceva loro "È inutile, obbedisco alle vostre premure per carità". Morì a Chiaravalle il 2 novembre 1148.

    Importante è comprendere il perché prese il nome di "Malachia" e questo ci può forse fare capire pure se l’opera, a lui attribuita, sia vera o falsa.

    Il primo Malachia di cui si abbia conoscenza, lo troviamo nell'Antico Testamento. A lui si attribuisce il "libro di Malachia", opera profetica che gli Ebrei indicano come "Sigillo dei profeti". Il profeta biblico Malachia visse durante la dominazione persiana del territorio mesopotamico-babilonese (circa 540 a.C.). Il libro tratta problemi etici e morali della comunità ebraica, dopo la prigionia babilonese. In esso si condannano i matrimoni misti e si esalta il momento escatologico della venuta del messaggero di Dio che premierà i buoni e punirà i cattivi. Questi punti sono ripetuti circa trecento anni dopo dalla comunità essenanazorea, cui faceva parte Gesù, ripresi ancora dopo altri 1200 anni, come riferimento religioso, dai Poveri Cavalieri di Cristo o meglio dai Templari.

    Forse il nostro Malachia, primate d’Irlanda, voleva "imitare" il primo Malachia biblico e forse, ripeto il forse, ha voluto pure lui scrivere un libro di profezie come fece il suo omonimo 1700 anni prima.

    LE PROFEZIE


    Come già indicato, molti asseriscono che l’opera "De summis pontificibus" sia uno dei tanti falsi composti tra il Cinquecento e il Seicento, ai tempi di Paracelso e di Nostradamus, quando profezie, rivelazioni, divinazioni e magie erano di moda.

    Malachia profetizza sui papi, da Celestino II alla fine del papato della chiesa di Roma, indicato nel motto 112, appunto relativo all’ultimo papa.
    L’avvenimento dovrebbe realizzarsi nel 2026, quindi fra pochi anni. Prima di procedere all’esame di alcuni "motti" voglio sottolineare che una profezia Templare tramandatasi nei secoli e legata a quanto l’Abate Sauniére scoprì durante gli scavi di ristrutturazione della chiesa di Rennes le Chateau, indica che: "...il primo papa franco del terzo millennio, svelerà il segreto e con lui finirà il potere della chiesa." In questo caso i tempi previsti da Malachia e dai Templari potrebbero coincidere. Se i Templari fecero detta previsione sulla base delle profezie di Malachia, vorrebbe dire che l’opera "De summis pontificibus" non sarebbe un apocrifo della metà del ‘500, ma un originale del XII secolo.

    Chissà se mai qualcuno riuscirà a scoprirlo!

    Venendo ora al contenuto delle "profezie" esaminerei i motti riferiti ai papi che vanno dall’Unità d’Italia fino ai nostri giorni e cioè dal motto 101.

    101 - Pio IX (1846-1878) motto: "Crux de cruce", a significare, la tribolazione della Chiesa durante l'unificazione dello Stato Italiano.

    102 - Leone XIII (1878-1903) motto: "Lumen coeli", si riferisce allo stemma di questo papa che conteneva una scintillante cometa.

    103 - Pio X (1903-1914) motto: "Ignis ardens", significa, il cuore carico di santa fede di questo papa.

    104 - Benedetto XV (1914-1922) motto: "Religio depopulata", a significare i milioni di cattolici morti durante il primo conflitto mondiale.

    105 - Pio XI (1922-1939) motto: "Fides intrepida", la lotta della fede contro i regimi totalitari.

    106 - Pio XII (1939-1958) motto: "Pastor Angelicus", fu da molti definito il papa Pastore dal portamento angelico.

    107 - Giovanni XXIII (1958-1963) motto: "Pastor et Nauta", fu patriarca di Venezia e viaggiò molto.

    108 - Paolo VI (1963-1978) motto: "Flos florum", nel suo stemma c'erano tre fiori.

    109 - Giovanni Paolo I (1978) motto: "De medietate lunae", a significare il suo brevissimo pontificato che durò poco più di un mese lunare.

    110 - Giovanni Paolo II (1978-2005) motto: "De labore solis", è il riferito all'instancabile attività svolta e che per primo e solo lavorò per la caduta del muro di Berlino.

    111 - Benedetto XVI (2005-vivente) motto "Gloria Olivae", in riferimento, forse, ad un periodo di pace universale, che dovrebbe durare fino ai primi anni '20 del terzo millennio.

    112 - Dopo il papa previsto nel motto 111 ci sarebbe una grave catastrofe (anno 2026) durante il regno dell'ultimo papa, identificato con una vera e propria profezia: "In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus qui pascet oves in multis tribulationis, quibus transactis septicolis diruentur et Judex tremendus judicabat populum suum.Amen". (Durante la persecuzione estrema della Santa Romana Chiesa, siederà - sul trono - Pietro il Romano, che pascerà il suo gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli verrà distrutta ed il tremendo giudice giudicherà il suo popolo).

    Questo ultimo Papa dovrebbe chiamarsi Pietro II. Come si dice: "chi vivrà vedrà". In ogni caso il mio parere è che la Chiesa quale casa dei cristiani e dei credenti non tracollerà almeno per un altro millennio, forse crollerà la cosiddetta sacralità romana del Vaticano, che praticamente nasce con papa Alessandro I (105-115) quando non più il popolo di Cristo era chiamato a designare il loro "Maestro", ma ad esso si sostituiva la nomenklatura del potere con gli errori politici, morali e religiosi che ne sono seguiti, finanche ai giorni nostri.

    Solo una revisione dei molti dogmi che nei secoli si sono dimostrati non verità incontrastabili, ma forzature create a beneficio di chi, anche con poca dignità ha sfruttato il nome di Gesù, al solo fine di poter influire e profittare della credulità popolare, potrà salvare il salvabile.
    Serve, in pratica, un recupero di credibilità.

    È difficile cercare la verità, ma l’attenersi ai fatti ed ai documenti, che negli ultimi secoli sono stati rinvenuti, sarebbe non solo un segno di umiltà, ma anche una prova di giustizia nei confronti almeno di Jesuha ben Joseph, Maestro di Giustizia dei Nazirei, che certamente non la pensava come hanno pensato, e quindi agito, la stragrande maggioranza dei papi indicati da Malachia e loro predecessori. Ma questo è un altro argomento.

    Tratto da: www.edicolaweb.net/arti121a.htm

    Edited by Nausicaa* - 20/5/2010, 22:01
     
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    In effetti anche per Malachia così come per Nostradamus i motti possono avere diverse interpretazioni.
     
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  3. Mark Astromante
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    Le profezie di San Malachia : terribili e precise sugli ultimi tempi


    Maggio 14, 2009

    E’ da un po di decenni che il nome di questo monaco cistercense irlandese circola insistentemente, ma negli ultimi anni la sua fama si è diffusa ovunque anche perchè quelle che vanno sotto il nome di “profezie sui Pontefici” ( o profezie di San Malachia) sono state messe in realazione con la profezia Maya del 21 dicembre 2012.
    Per la verità il testo di San Malachia , iniziato a circolare verso il 1595 riguarderebbe solo il destino della Chiesa Cattolica e dei successori di Pietro, ma dal momento che in qualche modo il “destino” della Chiesa cristiano-cattolica è considerato “inseparabile” dal destino umano, queste profezie hanno assunto un significato speciale.
    La prima cosa che potrebbe insospettire gli scettici è la consistente differenza di anni (circa 500) tra la pubblicazione delle Profezie e la morte dello stesso San Malachia.

    monacomalachia



    Secondo alcuni sarebbe un “apocrifo” secondo altri sarebbe realmente stato scritto da S.Malachia nel 1139 ma stampato poi soltanto più tardi.
    Ma veniamo al contenuto che più ci interessa.
    Le Profezie di San Malachia contengono ben 111 iscrizioni latine che descrivono quelli che in realtà sarebbero stati i rispettivi 111 motti e stemmi dei successivi 111 Papi della Chiesa Cattolica.
    Ora se è vero che essendo stato pubblicato solo nel 1595 i Papi descritti fino a quell’anno nelle profezie potrebbero essere “postumi”, è però anche vero che con un impressionante precisione descrive quelli successivi fino ai giorni nostri.
    E nei giorni nostri viene allocato l’ultimo Papa, quello a cui seguirà la Parusia , ossia il ritorno di Cristo sulla terra.
    All’elezione al soglio Pontificio di BenedettoXVI qualcuno ha tirato un sospiro di sollievo perchè, secondo una prima superficiale analisi, questo Papa non avrebbe nulla di quello descritto da San Malachia (che sembrerebbe far intendere si trattase di un Papa nero) e nulla di quanto ipotizzò Nostradamus.
    Ma seguite il nostro percorso e vi dimostreremo come invece ancora una volta la Profezia di San Malachia si è avverata e con BenedettoXVI saremmo arrivati al 111° Papa, ossia …all’ultimo.
    Abbiamo detto che ogni Papa è descritto in perfetta successione da un motto latino che talvolta, per non dire quasi sempre, descrive anche lo stemma o il suo motto.
    Evitiamo di descrivere la lunga serie intermedia di Papi e dedichiamoci solo agli ultimi.
    Partiamo dal 107° Papa che San Malachia descrive come “Pastor et Nauta” che corrisponde a Giovanni XXIII : in effetti quel “nauta” è stato messo in relazione con il fatto che Giovanni XXIII traghettò la Chiesa Cattolica nei tempi moderni con il Concilio Vaticano II.
    Ma ricordiamo anche che GiovanniXXIII era il Patricarca di Venezia che è stata una repubblica marinara e quindi spiegherebbe il “nauta”:
    Il 108° Papa corrisponde a Paolo VI descritto da San Malachia come “Flos Florum” ossia il fiore dei fiori, il Giglio. Nello stemma scelto da Paolo VI vi sono raffigurati 3 gigli.
    Sconvolgente appare la profezia sul 110° Papa : Papa GiovanniPaolo I, Papa Luciani.
    San Malachia descrive il 109° Papa come “De medietate lunae” ossia di una lunazione, della durata di una lunazione.
    Papa Giovanni Paolo I …durò esattamente 33 giorni ossia quanto una lunazione!
    Ancora straordinaria appare la profezia sull’ 110° Papa definito da “De labore solis” : dal levante del Sole. Il sole sorge ad est e Giovanni Paolo II era di un paese dell’est (Polonia).
    E siamo arrivati all’ultimo Papa descritto , il 111° che San Malachia descrive come “De gloria olivae”.
    Una primissima interpretazione aveva convinto quasi tutti che la profezia fosse errata.
    Difatti “De gloria olivae” , di colore olivastro, sembrava far pensare a un Papa di colore (il Papa nero, l’ultimo Papa) e il tedesco Benedetto XVI era la prova che le Profezie, una volta tanto , erano state smentite.
    Ma , e qui è sconvolgente, ci sono due dettagli che mettono in relazione il motto di San Malachia con Bendetto XVI : basta guardare lo stemma scelto dallo stesso Papa.
    Nel cantone in alto a sinistra troneggia la testa di un Re (con tanto di corona) nero e con collana rossa. Inoltre “De gloria olivae”, la gloria dell’ulivo avrebbe una relazione diretta con il nome che il Papa si è imposto. San Bendetto fu il fondatore dell’ordine benedettino che usualmente vengono chiamati “monaci olivetani”.
    Quindi secondo le profezie di San Malachia Benedetto XVI sarebbe il 111° ed ultimo Papa prima dell’inizio della grande tribolazione della Chiesa e quindi dell’avvento dei nuovi tempi.
    Alcuni studiosi, pur ammettendo l’esattezza davvero incredibile delle profezie del monaco irlandese, tuttavia propendono che è vero che successivamente si descrive un periodo di tribolazione per la Chiesa e l’umanità, ma è anche vero che potrebbe essere solo l’ultimo Pontefice che Malachia sarebbe stato in grado di profetizzare, che non implica che dopo non ce ne siano altri.
    Secondo altri dopo Benedetto XVI siederà sulla cattedra che fu di S.Pietro un Papa che si chiamerà Pietro e che sarà romano,e che guiderà la Chiesa attraverso una fase difficilissima, al termine del quale la città dei sette colli sarà distrutta e sarà ristabilita la vera fede.
    E questo coinciderebbe con una delle profezie di Nostradamus che per il 2012 prevede un evento che metterà d’accordo tutti gli uomini e assicurerà 400 anni di pace sulla terra.
    Se a questo aggiungiamo la profezia Maya che parla di una nuova era che inzierebbe il 21 dicembre 2012 possiamo ben considerare che troppe cose coincidono.
    Non sarà la fine del mondo, ma sicuramente assisteremo ad eventi che cambieranno in qualche modo la vita sul nostro pianeta.
    E come dice qualcuno, visto che manca poco, non ci resta che attendere.


    Fonte/Sito Informazione: - http://predire.vos.it/2009/05/14/le-profez...i-ultimi-tempi/
     
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  4. Ulisside
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    Molto interessante...e il papa "lunare" è veramente impressionante!
    Stiamo vivendo tempi importantissimi...
     
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  5. Mark Astromante
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    Certo che, sia Malachia che Nostradamus, ne sapevano una più del Diavolo!!
    Se la giocano ancora dopo tanti secoli dalla loro scomparsa... è incredibile.
     
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4 replies since 20/5/2010, 19:24   282 views
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