Nawruz

21 marzo

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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    Nawruz

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    Festa internazionale
    Data 21 marzo

    Celebrata in Iran, Azerbaijan, Afghanistan, Tajikistan, Kurdistan, Albania, Turchia, Uzbekistan, Kazakhistan, Kyrgyzstan, Turkmenistan e presso le comunità iraniche e turche in tutto il mondo

    Chiamata anche Norouz, Norooz, Nawruz, Newroz, Nauruz, Nawroz, Noruz, Novruz, Nauroz, Navroz, Naw-Rúz, Nevruz, Наврӯз, Navruz, Navrez or Nowrouz
    Il Nawrūz (persiano نوروز ), ma anche - a causa della diversità di pronuncia fra le varie lingue e i vari dialetti - Norouz o, nelle fonti arabe, Nayruz, è una ricorrenza tradizionale che celebra il nuovo anno e che è festeggiata in Iran, Kurdistan, Azerbaijan, Afghanistan, Albania, Georgia, in vari paesi dell' Asia centrale come il Turkmenistan, il Tajikistan, l'Uzbekistan, il Kyrgyzstan e il Kazakhstan, e presso le comunità iraniane in Iraq, Pakistan, Turchia, ed in molti altri paesi. Ricorre il 21 marzo, sebbene in alcune località lo si festeggi il 20 o il 22, venendo di fatto a coincidere con l'equinozio di primavera.

    Nato in ambito persiano pre-islamico, e inizialmente festa sacra zoroastriana, il Nawrūz viene celebrato da molti sufi e dai Baha'i. Nei paesi iranici che computano il tempo in base a un calendario luni-solare (detto Hijrī-Shamsī, cioè "egira solare") esso viene considerata una festa ( ʿĪd ) popolare (ma non religiosa), simile al capodanno dei paesi occidentali. Oltre a rappresentare la data di inizio del calendario legale iraniano e baha'i, il Nawrūz viene anche festeggiato ovviamente come data di inizio della primavera.

    Etimologia

    Il termine Nawrūz deriva dall'unione di due parole antico-persiane: nava (nuovo) e rəzaŋh (giorno), e significa perciò "nuovo giorno". Anche nel moderno persiano ha mantenuto lo stesso significato, in quanto no vuol dire "nuovo" e rouz giorno [1].

    Il termine veniva utilizzato già all'epoca dell'impero partico e sasanide, stando a fonti che risalgono al II secolo dopo Cristo, ma la festa veniva già celebrata durante il periodo degli Achemenidi (VII-IV secolo a.C.), ed era il giorno in cui i popoli delle nazioni sottomesse portavano doni all'Imperatore.

    Storia e tradizione

    IMG
    Un bassorilievo dell'antica Persepoli, rappresentante uno dei simboli zoroastriani dell'equinozio: un leone che attacca un toro.


    Stando alla tradizione mitologica iraniana, il Nawrūz viene fatto risalire addirittura a circa 15.000 anni fa, all'epoca del leggendario re persiano Yima. Questi, figura mitica dello zoroastrismo, viene solitamente indicato dalla tradizione come l'ideatore della festività, allora una celebrazione dell'arrivo della primavera[3].

    In seguito Zoroastro, profeta dell'omonima religione, riorganizzò la festività in onore di Ahura Mazda, divinità principale del pantheon iraniano pre-islamico.[4]

    Recenti ricerche[5] attestano come, 12 secoli più tardi, nel 487 a.C., l'imperatore persiano Dario fece celebrare, con grandi preparativi, il Nawrūz nel suo palazzo reale a Persepoli; in quell'anno, infatti, il sole cadde esattamente al centro dell'osservatorio astronomico costruito nel palazzo; questo evento eccezionale, previsto dagli astronomi persiani, venne visto come un segno di buon auspicio per il regno.

    Successivamente, il Nawrūz divenne festa nazionale dell'impero persiano sotto la dinastia dei Parti (248 a.C.-224 d.C.); le più ampie documentazioni dei festeggiamenti del Nawrūz in tempi antichi provengono però dall'epoca di Ardashir I, capostipite della dinastia dei Sasanidi (224-651). Durante questa dinastia, infatti, il Nawrūz divenne la festività più importante dell'anno e, in quest'epoca, vennero introdotte tradizioni quali l'udienza pubblica del sovrano, l'amnistia ai prigionieri e lo scambio di doni.

    Il Nawrūz fu una delle poche festività dell'antica Persia a sopravvivere all'avvento dell'Islam nel 650; i primi musulmani incorporano infatti la festività insieme alle feste solenni del loro calendario, anche se eliminandone

    Il Nawrūz nelle diverse culture

    Il Nawrūz è stato celebrato per oltre 3000 anni ed è stato assimilato da tutti i popoli e le culture un tempo facenti parte dell'impero persiano. Attualmente, il Nawrūz viene festeggiato in molti paesi del Vicino Oriente, dell'Asia centrale, in Turchia, in Albania e in alcune repubbliche ex-sovietiche quali Tajikistan, Uzbekistan, Azerbaijan, Turkmenistan, Kazakhstan, e Kyrgyzstan. È un'importante festa del popolo curdo, presso cui viene considerata un importante momento di unità nazionale, ed è considerata festa religiosa per la fede baha'i. Presso ogni cultura, ad ogni modo, si sono ovviamente sviluppate alcune peculiari varianti della stessa festività, così il suo stesso nome ha subito modifiche a seconda dei dialetti e delle lingue locali. Alcuni nomi con cui è conosciuto il Nawrūz sono: Newroz (specialmente presso i Curdi), Nowruz, Nauruz, Nauryz, Noe-Rooz, Nawroz, Norooz, Noruz, Novruz, Noh Ruz, Nauroz, Nav-roze, Navroz, Naw Rúz (presso i Baha'i), Nevruz, Sultan Nevruz (specialmente in Albania), Наврӯз, Navruz (specialmente in Turchia), o Nowrouz.

    Il Nawrūz in Iran

    L'Iran (antica Persia) è il paese dove il Nawrūz è nato e dove la tradizione è probabilmente più sentita. Il periodo di preparazione alla festa inizia già nel mese di Esfand, l'ultimo dell'anno nel calendario persiano nonché mese finale dell'inverno. I festeggiamenti prevedono varie tradizioni e rituali; di questi i più importanti sono: l'Khane Tekani (pulizia della casa), il Chaharshanbe Suri (la festa del fuoco) e soprattutto la preparazione dell'Haft Sîn,.

    Khane Tekani

    Il Khane Tekani è il rito tradizionale che apre i festeggiamenti del Nawrūz, e consiste nella completa pulizia e messa a nuovo della propria casa. Costituisce probabilmente un riferimento al rinnovamento della natura che avviene in primavera: la tradizione comprende anche l'acquisto di vestiti nuovi e la decorazione delle case con fiori, in particolare il giacinto ed il tulipano. Il Khane Tekani inizia usualmente 12 giorni prima del Nawrūz, durante i quali ogni famiglia si dedica alla pulizia della casa e alla visita a parenti ed amici. In particolare queste visite reciproche ai famigliari ed agli amici stretti sono una componente fondamentale del Nawrūz iraniano, e raggiungono l'apice nel giorno della festività vera e propria, in cui le persone si riuniscono intorno ad una tavola imbandita, apparecchiata con il pranzo tradizionale, l'Haft Sîn, consumano insieme il pasto e si scambiano doni.

    Chahârshanbe Sûrî

    Lo Chahârshanbe Sûrî è un rito che si celebra l'ultimo mercoledì dell'anno: la festa del fuoco. Costituisce una rappresentazione allegorica della luce (il fuoco) che sconfigge le tenebre, una tradizione che richiama il dualismo manicheo dello Zoroastrismo, e si ricollega perciò alle antiche origine della festa stessa. Durante la notte del Chahârshanbe Sûrî è tradizione uscire nelle strade ed appiccare piccoli e grandi falò, sui quali i giovani uomini saltano cantando i versi tradizionali Zardî-ye man az to, sorkhî-ye to az man, letteralmente "il mio colore giallo a te, il tuo colore rosso a me", che simbolicamente significa "la mia debolezza (giallo) a te, la tua forza (rosso) a me". Esistono molte altre tradizioni collegate al Chahârshanbe Sûrî; una di esse vuole che in questa notte gli spiriti dei morti possano tornare a far visita ai loro discendenti vivi, altre tradizioni prevedono la rottura di alcune anfore di terracotta, in un auspicio di buona fortuna (Kûzeh Shekastân), ed il Gereh-goshâ'î: l'atto di fare un nodo ad un angolo di un fazzoletto e successivamente chiedere a qualcuno di scioglierlo, altro atto simbolico beneaugurante.

    Haft Sîn

    L'Haft Sîn (هفت سین, "Sette 'S'") è il pasto tradizionale del Nawrūz, e la sua consumazione ne costituisce l'evento cardine. Oltre alle portate vere e proprie, l'Haft Sîn è costituito anche dal particolare modo di disporre ed imbandire la tavola, che viene adornata nel modo più ordinato e compositivamente bello possibile, con fiori ed oggetti simbolici. Il pasto vero e proprio è comunque costituito da sette portate, ognuna delle quale con un nome che inizia con la lettera 'S' -Sîn (س) nell'alfabeto persiano. Tali portate sono:

    sabzeh - chicchi di lenticchie, orzo o frumento, a simboleggiare la rinascita
    samanu - una sorta di zuppa di cereali, a simboleggiare l abbondanza
    senjed - frutti secchi di oleastro, a simboleggiare l'amore.
    sîr - aglio, a simboleggiare la salute
    sîb - mele, a simboleggiare la bellezza
    somaq - bacche di Sumac, a simboleggiare l'alba
    serkeh - aceto, a simboleggiare la pazienza e la saggezza.
     
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