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La favola della Cura
La Cura, attraversando un fiume, scorse del fango cretoso: pensierosa ne raccolse un po’ e cominciò a dargli forma. Mentre era intenta a stabilire che cosa avesse fatto, intervenne Giove.
La Cura lo pregò di infondere spirito a ciò che essa aveva fatto. Giove acconsentì volentieri, ma quando la Cura pretese di imporre il proprio nome a ciò che aveva fatto, Giove glielo impedì e volle che fosse imposto il proprio.
Mentre Giove e la Cura disputavano sul nome, intervenne anche la Terra, reclamando che a ciò che era stato fatto fosse imposto il proprio nome, perché aveva dato ad esso una parte del proprio corpo.
I disputanti elessero Saturno a giudice, il quale comunicò ai contendenti la seguente giusta decisione: “Tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; tu, Terra, che hai dato il corpo, al momento della morte riceverai il corpo. Ma poiché fu la Cura che per prima diede forma a questo essere, fin che esso viva lo possieda la Cura. Per quanto concerne la controversia sul nome, si chiami homo poiché è fatto di humus”.
Scritta da Gaio Giulio Igino, scrittore del I secolo d.C., ritroviamo la favola della cura anche con M. Heidegger in "Essere e Tempo".
Ma cosa cerca di dirci questa favola? In parte, che l'uomo e la cura sono due entità inscindibili: se smettiamo di aver cura smettiamo di essere umani, perché prendersi cura dell'altro fa parte dell'essere umano stesso. Ma questa storia ci dice di più: non dobbiamo solo prenderci cura, ma siamo noi stessi la cura! La cura si esprime nell'esserci, nel presente qui ed ora, ma anche nella progettazione intesa come un preoccuparsi dell'altro e di sé, tenere nella mente, esserci appunto.
Per approfondire questo tema potrebbe essere interessante il libro Filosofia della cura di L. Mortari.. -
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Bellissima favola!
Grazie 🙏🏼. -
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Stavo facendo un corso di formazione e quando l'ho letta ho pensato "questa va diretta sul Vascello" ahah! . -
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Molto bella, grazie.😊 . -
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Grazie Night, che bella!! Me la conservo💚 .