La divinazione nel mondo etrusco: l'aruspicina

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  1. Sibilla
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    Carsissimi Vascellonauti!

    eccomi a condividere con voi una delle mie passioni: la divinazione nel mondo antico. Qui in particolare parlerò della divinazione nel mondo etrusco.

    divinare v. tr. [dal lat. divinare, der. di divinus nel senso di «ispirato dalla divinità, profetico» e come sost. «indovino, profeta»], letter. – Presagire il futuro, per ispirazione divina, per arte magica o per potenza d’intuizione (dizionario Treccani)

    E' evidente dalla definizione che la divinazione era vista come intuizione concessa dalla divinità. Presso gli Etruschi tale "disciplina" era molto importante e da essa derivano le tradizioni divinatorie romane: infatti i romani la chiamavano appunto "disciplina etrusca"

    Come è facile immaginare, dal momento che prima di prendere qualsiasi iniziativa privata (ma soprattutto pubblica), si interrogavano oracoli o si consultavano "indovini", questi ultimi avevano un potere enorme e di fatto governavano la città, dando opinione favorevole a guerra o pace, per esempio.

    Tra le pratiche etrusche un particolare rilievo avevano l'aruspicina e l'augurio.
    La prima consisteva nell'analisi delle viscere degli animali sacrificati, la seconda nell'osservazione del volo degli uccelli.

    L'aruspicina basava la sua idea su questo concetto: le interiora degli animali, in particolare il fegato potevano presentare delle particolarità, dei difetti, delle parti malate. Esse venivano ricollegate al templum celeste, allo spazio del cielo cioè o degli inferi.
    Se la parte "difettosa" si trovava nell'area di pertinenza di una certa divinità, allora quella divinità stava mandando un messaggio agli uomini.
    Per potere decifrare il messaggio però, gli uomini avevano bisogno di un "decifratore", come avveniva in passato per decifrare i codici criptati. Tali decodificatori erano dei modellini in bronzo come questo

    fegato-di-piacenza

    si tratta del cd. Fegato di Piacenza, un modellino bronzeo di un fegato ovino suddiviso in varie parti che serviva per decodificare il fegato di un animale sacrificato

    Il fegato bronzeo si presenta suddiviso in sedici regioni marginali (che rappresentano la ripartizione della volta celeste – il templum celeste – secondo il principio etrusco) e ventiquattro regioni interne. Ciascuna regione riporta inciso il nome di una divinità (quaranta iscrizioni totali).

    Nelle sedici regioni marginali sono incise i nomi delle seguenti divinità:

    Cautha (Sol Invictus); appare in 1 casella marginale.
    Cel; appare in 1 casella marginale.
    Cilens (Fortuna); appare in 1 casella marginale.
    Cvl (su); appare in 1 casella marginale, scritto cvl alp.
    Fuflus (Bacco); appare in 1 casella marginale.
    Letham; appare in 1 casella marginale.
    Lvsa; appare in 1 casella marginale.
    Mae (Maius); appare in 1 casella marginale, con Uni.
    Nethuns (Nettuno); appare in 2 caselle marginali.
    Selvans (Silvano); appare in 1 casella marginale.
    Tecum; appare in 1 casella marginale.
    Tin (Giove); appare in 3 caselle marginali.
    Thufltha; appare in 1 casella marginale con Tin.
    Tluscv; appare in 1 casella marginale.
    Uni (Giunone) appare in 1 casella marginale, con Mae.
    Vetis (Veiove); appare in 1 casella marginale.
    Nelle ventiquattro regioni interne, oltre alle divinità sopra citate, appaiono anche:

    Hercle (Eracle).
    Lar(an).
    Lasa.
    Maris (Marte).
    Metlvmth.
    Satres (Saturno).
    Tiv.
    Tul.
    Tvath.
    Usil.
    Velch(ans).

    L' aruspicina arrivò ben presto nel mondo romano che si serviva di aruspici etruschi. In tal senso amo rileggere sempre alcuni versi dall'Eneide di Virgilio; essi sono relativi alla passione amorosa di Didone (regina di Cartagine) per Enea.
    Essa cerca nell'aruspicina la risposta alla sua domanda: che futuro avrà il mio amore por Enea? Si tratta di una passione lecita o no?
    Infatti Didone, alla morte del marito Sicheo al quale era tanto legata, aveva giurato che mai e poi mai avrebbe avuto un altro uomo; aveva pertanto rifiutato numerosissimi pretendenti di altrettante case reali, creando una situazione politica pericolosa, soprattutto da quando aveva posato gli occhi e il cuore su Enea. Essa vuole a tutti costi avere la risposta che lei vuole sentirsi dire...(questo mi fa subito pensare a varie consultanti che chiedono una lettura di Tarocchi o di carte in generale, ma vogliono la risposta che desiderano con la conseguenza che chiedono continuamente di rifare la stesa e alla fine dicono che non sei brava,... :P )

    Riporto i meravigliosi versi

    His dictis impenso animum flammavit amore 4.54
    spemque dedit dubiae menti solvitque pudorem.
    principio delubra adeunt pacemque per aras
    exquirunt; mactant lectas de more bidentis
    legiferae Cereri Phoeboque patrique Lyaeo,
    Iunoni ante omnis, cui vincla iugalia curae.
    ipsa tenens dextra pateram pulcherrima Dido
    candentis vaccae media inter cornua fundit,
    aut ante ora deum pinguis spatiatur ad aras,
    instauratque diem donis, pecudumque reclusis
    pectoribus inhians spirantia consulit exta.
    heu, vatum ignarae mentes. quid vota furentem,
    quid delubra iuvant? est mollis flamma medullas
    interea et tacitum vivit sub pectore uulnus.
    (Verg, Aen, IV, vv. 54-67)


    Con tali parole infiammò l'animo di intenso amore
    e diede speranza al cuore dubbioso e dissolse il pudore.
    Prima visitano i templi ed implorano pace
    attorno agli altari; sacrificano pecore scelte di rito
    per Cerere legislatrice e per Febo e per il padre Lieo,
    per Giunone fra tutti, cui stanno a cuore i vincoli coniugali.
    Lei, la bellissima Didone, tenendola con la destra, versa
    la coppa tra le corna d'una candida vacca,
    o presso le statue degli dei si aggira tra carichi altari,
    ed inizia il giorno con doni, e nei petti squarciati
    degli animali, ansiosa consulta le viscere palpitanti.
    Ahi, mente ignara degli indovini! A che giovano i voti
    ad una folle, a che i templi?
    La fiamma divora le molli midolla
    intanto e tacita vive sotto il petto la ferita.

    In viola: lei consulta le viscere con ansia..magari gli indovini fossero ignari, nel senso che purtroppo vedevano responsi che alla regina non sarebbero piaciuti, cioè che lei sarebbe stata abbandonata da Enea e si sarebbe suicidata. Ad una folle non dà pace nulla, neppure fare una predizione.


    Note: per l'elenco delle divinità e l'immagine la fonte è Wikipidia sv. "fegato di Piacenza"
     
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  2. Neptune23
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    Post molto interessante. È incredibile constatare che la domiciliazione in astrologia derivi direttamente da quella suddivisione del cielo. Così come le signorie delle divinità etrusche su parti di cielo sono simili al governo dei settori astrologici che oggi studiamo. Per rimanere nell'attualità, nel recente film "il primo re" si vede la sacerdotessa che legge il fegato di un animale sacrificato.
     
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  3. Sibilla
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    Grazie del tuo contributo Nept!
    Non sono pratica di astrologia e non avevo collegato!
     
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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    il Primo Re (2019)

    La nascita di Roma 💛❤️
     
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  5. Sibilla
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    Lag!!
    Scusami!
    Ho visto solo ora!!!
    Non mi era arrivata la notifica!
    Grazie!!
     
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4 replies since 30/3/2019, 17:23   488 views
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