La leggenda della “Llorona”

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    La leggenda legata a questo personaggio accomuna Messico e Sud America. Innumerevoli sono le versioni e le ambientazioni che danno vita a questa figura incredibilmente affascinante.
    La più diffusa ci porta indietro nel tempo, in particolare nel 1500. Siamo all’epoca dell’impero azteco, nella piccola città di Coatzacoalcos. Qui, presso una nobile famiglia, nacque una bambina di nome Malinche. Durante la conquista spagnola la ragazza, giovanissima e non ancora adolescente , venduta come schiava, venne in possesso del famoso conquistador Cortés, il quale se ne servì come interprete, vista la conoscenza da parte di lei della lingua castigliana. Egli la ribattezzo con il nome di Marina e la porto con sé nell’incontro con l’imperatore Moctezuma, nel tentativo di trattare al fine di una alleanza. Nel frattempo tuttavia, Malinche aveva assunto un ruolo ben diverso nella vita del conquistador, divenendone moglie e dandogli due figli.
    Le cose però stavano volgendo al peggio: i regnanti di Spagna volevano richiamare in patria Cortés, temendo un possibile tradimento e per questo motivo inviarono una bellissima donna in Messico per convincerlo a tornare. Il piano riuscì alla perfezione ed egli decise di portare con sé in Spagna i propri figli, abbandonando Marina al suo destino. Troppo tardi Malinche si rese conto del suo ruolo nell’ambito del piano del conquistador, che contribuì allo sterminio del suo popolo e all’imposizione del cattolicesimo. In preda alla disperazione pregò i suoi antichi dei e una delle divinità le apparve in sogno, avvisandola che se avesse lasciato partire i suoi figli con il padre uno dei due sarebbe ritornato in Messico portando con sé solo dolore e sterminio. Così la notte prima della partenza la donna scappò con i sui bambini; i soldati spagnoli la cercarono dappertutto ma quando la trovarono sulla riva di un fiume era già tardi. Ella aveva pugnalato al cuore i figli, gettando i loro corpi nell’acqua. Malinche venne arrestata e morì nel 1530.
    Si racconta che, dopo la sua morte, le sue grida e il suo pianto disperato vennero uditi a lungo nei pressi di quel fiume presso l’odierna Città del Messico, e che si possano ascoltare ancora oggi.
    Divenne nota con il nome di Llorona, donna che piange appunto; la sua storia è giunta fino a noi.
    Ma quella di Malinche non è l’unica leggenda e non è l’unica figura che viene associata alla Llorona.
    In alcuni paesi del Sud America si parla di una donna che, mentre era intenta a lavare i panni, perse il figlio sulle rive del fiume trascinato via dalla corrente e che, da quel giorno ella vaghi piangendo e urlando disperata in cerca del bambino.
    Un’ulteriore versione racconta di un’indigena messicana innamorata di un nobile hidalgo spagnolo. Ebbero tre figli pur non sposandosi mai; egli non formalizzò l’unione ma spesso si recava a farle visita. Tuttavia i genitori lo richiamarono in Spagna, poiché avevano trovato per il figlio una moglie del suo rango sociale. Quando l’uomo tornò a salutare per l’ultima volta la donna lei reagì malissimo, impazzì per il dolore e finì per prendere i figli, ucciderli e gettarli nel fiume. Dopo essersi resa conto del gesto che aveva compiuto, morì per la sofferenza. Da quel momento tutte le notti si aggirò per le strade urlando e piangendo per la perdita dei figli.
    Queste leggende divennero famosissime in tutto il Messico e Sud America, diventando il simbolo di un dolore atavico, della fine di un popolo e della perdita delle proprie radici, nell’impossibilità di dimenticare questi tragici avvenimenti.
    La Llorona è diventata un simbolo di messicanità, di identità nazionale.
    Fonte: alasparavolar.wordpress.com
     
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