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.Articolo tratto da http://www.generazionebio.com/notizie/7790...no-guarire.html Perchè alcune persone non vogliono guarire?
E’ un dato di fatto: ci sono moltissime persone che scelgono di non guarire. Se pensiamo che tutti vogliano stare bene, siamo in errore. Per alcuni individui la guarigione è qualcosa di poco attraente.
Guarire significa rinunciare a vivere nel passato, smettere di essere una vittima, non avere paura del cambiamento. Vuol dire distogliere energia e pensieri dal passato per rigenerare quella forza vitale di cui le cellule e gli organi hanno bisogno per ritornare a funzionare in modo equilibrato.
La guarigione richiede di vivere nel presente, andare a recuperare i traumi e le ferite del passato per sbloccare l’energia che vi è rimasta intrappolata. Se questa non viene sciolta, si continua a nutrire e a mantenere vivo il passato, oltre che l’amarezza di quanto accaduto.
Rifiutarsi di perdonare un evento o una persona del passato produce delle forti perdite di energia nel corpo. Il perdono guarisce queste dispersioni. Bisogna però sapere che il perdono nulla ha a che fare con il non incolpare gli altri per dei danni subiti. Ha più a che fare con un senso di liberazione dalla percezione di essere delle vittime.
Quando impariamo a vedere un atto doloroso come una parte del processo della vita, come un messaggio o una sfida, piuttosto che come un tradimento personale, l’energia vitale ricomincia a fluire nei circuiti energetici del corpo fisico.
Spesso le persone non vogliono guarire perchè inconsapevolmente non vogliono liberarsi dall’illusione di essere delle vittime. Di frequente, alcune persone si accorgono che mantenere vive le loro ferite e i loro dolori permette loro di ottenere il sostegno altrui. Le ferite diventano allora un mezzo per manipolare o controllare gli altri.
In generale, voler guarire implica il coraggio di cambiare stile di vita, ambiente, a volte anche relazioni.
Il cambiamento può essere spaventoso.
Allora si resta chiusi in un circolo vizioso di attesa, affermando di non sapere cosa fare. Ma raramente questo è vero. Anche quando aspettiamo sappiamo perfettamente cosa dobbiamo fare, ma siamo terrorizzati all’idea di passare all’azione.
Il cambiamento può far paura perché porta all’ignoto; l’attesa, al contrario, dà un senso di sicurezza. La verità è che l’unico modo per acquisire la vera percezione della sicurezza (in se stessi) comporta l’ingresso dentro un vortice di cambiamenti che, una volta attuati, ci fanno di nuovo sentire vivi.
La guarigione, insomma, richiede un’azione.
Alimentazione corretta, attività fisica, eventualmente degli integratori naturali di qualità: tutto questo genera dei cambiamenti sani nel fisico e quindi guarigione. Anche ad un livello più profondo.
Lasciare andare il passato, abbandonare lavori debilitanti o relazioni non appropriate: sono tutte azioni che contribuiscono al sostegno dell’energia del corpo e della mente. L’una sostiene l’altro e viceversa, perché corpo e mente sono indissolubilmente legati.
Se non ci dedichiamo alla nostra guarigione in questi termini finché siamo in tempo, porteremo queste ferite fino alla tomba, e sperimenteremo il processo di morte come un atto estremo di guarigione e di scioglimento dei traumi, delle ferite e di tutto ciò che abbiamo lasciato in sospeso.
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È importantissimo tutto questo. Non bisogna chiudersi nel proprio piccolo mondo, occorre aprirsi agli altri, uscire, cercare l'incontro col prossimo, col vicino di casa, col negoziante, col nostro altro più prossimo. A volte anche una sana chiacchierata ci può far vedere tutto in un'ottica diversa... . -
Donna di Coppe+1 .
User deleted
Bello quest’articolo e vero!
Mi fa bene leggerlo...delle volte capita anche che razionalmente vuoi guarire, ma c’è una parte nascosta di te che non lo vuole. Quest’articolo ne spiega bene i motivi.
Mi ci è voluta la visita con la naturopata con tanto di discussione e dimostrazione ‘scientifica’ per capirlo e per capire la necessità di convincere quella parte nascosta.
Grazie, quest’articolo arriva al momento giusto! 🌞. -
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Di nulla Donna, sono contenta possa essere uno spunto di aiuto 
@Virgi
Sono perfettamente d'accordo con te. Il confronto con l'altro è proprio la base necessaria per arrivare ad una comprensione diversa delle cose.. -
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Grazie Violet per quest'articolo, in questa fase della mia vita mi ci ritrovo in tutto quello che è scritto ma è veramente difficile metterlo in pratica ma bisogna provarci,partendo dal stare bene fisicamente cosa che negli ultimi anni non ho fatto.
Grazie ancora è stato illuminante 😊. -
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Bellissimo e VERO ! . -
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Verissimo se non si affrontano le paure e i traumi del passato non si chiude il ciclo e non si riesce ad andare oltre e vivere bene il presente x un futuro più sereno
X guarire sì bisogna prima di tutto occuparsi del proprio corpo amarlo e soprattutto amarsi e capire che tu sei importante e devi nutrirti in modo sano x il tuo corpo e nutrire la mente con quello che ti piace fare le tue passioni le cose che ti emozionano a me x esempio la musica emoziona un ballo mi emoziona i miei hobby mi emozionano solo così sono riuscita a superare i miei complessi concentrandomi su quello che emozionava e mi faceva sentire viva con il mio cuore 💓 e le mie emozioni
Grazie mille x aver scritto questo post ho capito molto del mio cammino non facile da affrontare ma non impossibile x fortuna ho sempre intorno a me poche ma ottime amiche tra cui lagertha 💙
X chiare la propria vita ci vuole coraggio e tanto. -
+1 .CITAZIONE. ho sempre intorno a me poche ma ottime amiche tra cui lagertha 💙
Ma grazie cara 💜. -
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Grazie per il bellissimo articolo!
È vero, perdonare non significa non riconoscere i danni subiti ma uscire dal ruolo di vittima, tanto comodo per un verso ma distruttivo dall'altro.
Dostruttivo perché significa portare addosso un fardello enorme e avere qualcosa dentro che corrode come un cancro, non solo l'anima ma anche il fisico, perché alla fine ci si ammala.
Ho visto tante persone letteralmente distutte dalla rabbia, dall'odio verso i genitori da tutta una vita, anche dopo la loro morte. Distrutte da quel sentimento di ingiustizia subìto che gli impediva di andare avanti, di vivere. Non è facile ma bisogna comprendere, forse non solo con la mente ma anche con la "pancia" che chi ci ha fatto un danno è perché a sua volta lo ha subito da qualcuno che ha subito altri danni da qualcun altro...fino a risalire in cima all'albero genealogico o all'infinito. Non si tratta di giustificare ma di comprendere che chi ci ha fatto del male consapevolmente o no, ha semplicemente fatto quello che le sue risorse in quel momento gli hanno permesso di fare.
Bisogna spezzare questa catena di sofferenze.
Sta qui la chiave secondo me per lasciare andare e voltare pagina.
Il ruolo di vittima sarà anche comodo ma uscirne è una rinascita e perdonare è un gesto d'amore soprattutto verso se stessi..
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