Mercurio e il tema del Doppio

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    Mercurio e il Doppio*


    di Hero of Arcana



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    Prenderò spunto da un passo di Plauto, commediografo latino, per parlare di un aspetto un po' inquietante del pianeta Mercurio (siamo anche vicini ad Halloween!), che è quello del doppio.
    La commedia è l'Amphitruo, che in italiano suona "Anfitrione", rappresentata la prima volta verosimilmente nel 206 a.C. La storia è abbastanza famosa, perché è il mito della nascita di Ercole, che Plauto per certi versi un po' rimaneggia per suscitare il riso nei suoi spettatori.

    Per chi non la conoscesse, ecco un riassunto tratto da: http://cinetramando.blogspot.it/2012/04/an...to-trama-e.html.
    "Anfitrione era un mitico eroe greco, marito della bellissima Alcmena. Il mito vuole che durante l'assenza di Anfitrione, impegnato nella vittoriosa guerra contro i Teleboi, Giove si sia innamorato di Alcmena, ed abbia assunto le sembianze di Anfitrione per poterne ottenere i favori. Per non correre rischi, Giove si fa anche aiutare da Mercurio, il quale assume a sua volta le fattezze di Sosia, servo di Anfitrione. Senonché, sul più bello, Anfitrione ritorna e manda avanti Sosia per annunciare ad Alcmena il proprio imminente arrivo. E 'a questo punto ne capitano di tutti i colori, perché sulla scena ci sono due Anfitrioni e due Sosia, con in mezzo la povera Alcmena, che non ci si raccapezza proprio. Dapprima Mercurio (il finto Sosia) scaccia Sosia (quello vero) a suon di botte, per impedirgli di disturbare gli amori tra Alcmena e Giove; poi, partito il falso Anfitrione (cioè Giove), arriva quello vero, il quale si stupisce moltissimo nel sentirsi dire dalla moglie che non era proprio il caso di fare tante cerimonie di addio per tornare poi subito indietro. Com'è naturale, Anfitrione (quello vero) comincia a sospettare della sincerità della moglie; e la commedia va avanti tra un equivoco e l'altro finché Alcmena non partorisce due gemelli, uno dei quali è nientemeno che Eracle (ossia, Ercole), che dà subito una dimostrazione della sua straordinaria forza. Alla fine Giove si mostra ad Anfitrione, e gli rivela l'inganno, dicendogli però che non deve adirarsi, ma anzi deve sentirsi onorato che il padre degli dei si sia degnato di entrare nella sua casa. Così Anfitrione si riconcilia con Alcmena, e i due si tengono l'altro gemello (quello nato dai loro legittimi amori coniugali), mentre Eracle si avvia verso le sue mirabolanti avventure".

    La parte su cui è interessante fare un ragionamento è quella in cui Mercurio e Sosia si incontrano - ecco spiegato, tra l'altro, il perché si dice sosia. Dialogo comico, ma anche molto drammatico, per certi versi. Ho sottolineato i punti che servono anche a una riflessione astrologica.

    Plauto, Amph. 423-454

    SO. Ha vinto con le prove: devo cercarmi un altro nome. Non so
    da dove questi abbia visto tutto questo. Ora io lo frego per bene,
    infatti ciò che io ho fatto da solo – e non c’era presente nessun
    altro, nella tenda – proprio questo oggi non potrà mai dirlo. Se tu
    sei Sosia, quando le legioni combattevano con più accanimento,
    che cosa hai fatto nella tenda? Mi do per vinto, se lo dirai. ME.
    C’era un orcio di vino: da lì ne ho riempito una bottiglia. SO. È
    sulla strada giusta. ME. Quella bottiglia, io, l’ho bevuta fino in
    fondo di vino puro, come era nato da sua madre. SO. È successo
    così, che io lì mi sono bevuto fino in fondo una bottiglia di vino
    puro. È un miracolo, a meno che non fosse nascosto dentro lì, in
    quella bottiglia. ME. E allora? Ti ho convinto con le prove, che tu
    non sei Sosia? SO. Tu dici che io non lo sono? ME. E perché non
    dovrei negarlo, dal momento che lo sono io? SO. Su Giove giuro
    che lo sono io, e che non dico il falso. ME. Ma io giuro su
    Mercurio
    , che Giove non ti crede, infatti so che crede di più a me
    senza giuramento, che a te, che giuri. SO. Chi sono io, almeno, se
    non sono Sosia. Te lo chiedo. ME. Qauando io non volessi più
    esser Sosia, tu sarai pure Sosia; ora, dal momento che lo sono io,
    le prenderai, se non te ne vai via di qui, sconosciuto.
    SO. Certo,
    per Polluce, quando lo guardo e riconosco il mio aspetto, come
    sono io (spesso mi sono guardato allo speccio), è molto simile a
    me, allo stesso modo ha il cappello e il vestito: è tanto simile a
    me, quanto lo sono io; gamba, piede, statura, capelli, occhi, naso
    o labbra, guance, mento, barba, collo: tutto. Che bisogno c’è di
    altre parole? Se ha la schiena piena di cicatrici, non c’è alcuna
    cosa simile che somigli più di questa. Ma quando penso, certo
    sono lo stesso che sono sempre stato. Conosco il padrone,
    conosco casa nostra, certo ho testa e sensi sani. Non do retta a
    quello che dice: busserò alla porta. ME. Dove te ne vai? SO. A
    casa. ME. Se ora tu salissi sulla quadriga di Giove e fuggissi di
    qui, anche così a stento potresti sfuggire una disgrazia. SO. Non
    mi è concesso di riferire alla mia padrona ciò che il mio padrone
    mi ha ordinato? ME. Alla tua padrona, se vuoi riferirle qualcosa:
    non ti lascerò avvicinare a questa nostra. Infatti se mi facessi
    arrabbiare, oggi porteresti via di qua un lombifragio SO. Me ne
    vado, piuttosto. Dei immortali, invoco il vostro aiuto, dove mi
    sono perduto? Dove mi sono trasformato? Dove ho perduto il
    mio aspetto?
    O mi sono lasciato laggiù, se per caso mi sono
    dimenticato? Infatti costui possiede tutta la mia immagine, che
    prima era mio. A me vivo accade ciò che nessuno mi farà mai da
    morto.
    Andrò al porto e dirò al mio padrone queste cose, come
    sono andate: a meno che anche lui non mi riconosca più. Che
    Giove lassù faccia questo, che io, calvo, a testa rasata, oggi
    prenda il pileo.



    Mercurio si prende gioco di Sosia, gli strappa l'identità e la fa sua fino a quando avrà voglia. Giura addirittura su se stesso ("Ma io giuro su Mercurio..."). Insomma, Mercurio, un po' fanciullescamente, si appropria dell'effigie e delle esperienze di Sosia, e sappiamo che, come ogni bambino, il dio non possiede le categorie di bene e di male e in questo senso è anche pericolosamente vicino a Dioniso, divinità greca dell'ebbrezza e dell'annebbiamento dei confini.
    Mercurio, in astrologia tradizionale, è un pianeta molto mobile che assume per molti versi connotati tipicamente plutonici. Non è orientale né occidentale in senso stretto, ma lo diventa a seconda della carta che si esamina; non è maschile né femminile, ma lo diventa a seconda dei pianeti a cui è congiunto o alla sua posizione rispetto al Sole. Come il metallo, è liquido, fluido, privo di etica. Può essere benigno o maligno e quando è maligno riesce a nientificare il nostro bagaglio di esperienze, gettandoci in balia del caos: "Ma allora io chi sono?". Ovviamente va contestualizzato nel tema che si ha di fronte, perché influenze negative di tipo nettuniano o plutonico possono essere (e sono, spesso e volentieri) afflizioni molto più gravi in questo senso.
    C'è da ridere e piangere allo stesso tempo. La scena mi ricorda molto la battuta di una commedia di Eduardo de Filippo: "Ma se lei è me, io chi sono?", "Ah, non lo so: si informi!", con tutto il dramma che uno scambio del genere può comportare per la psiche.
    Sosia si trova di fronte al baratro. Ad un certo punto pensa di essere morto. Ubi perii?, "Dov'è che sono schiattato?". E possiamo, naturalmente, capire il suo sgomento: Mercurio sa tutto di lui, conosce nel profondo ogni singolo dettaglio, è una specie di specchio fisico ed emotivo di Sosia.
    Ma c'è un dettaglio molto rilevante da osservare. Sosia verso la fine dello scambio di battute afferma: " Infatti costui possiede tutta la mia immagine, che prima era mio. A me vivo accade ciò che nessuno mi farà mai da morto". Il termine che usa Plauto è imago, imaginis che in latino non è solo l'effigie, ma anche la maschera funebre. Per questo Sosia parla di un privilegio che lui avrà solo da morto: i funerali dei nobili romani consistevano in una processione in cui il defunto era accompagnato al rogo da persone che indossavano le maschere funebri dei suoi antenati. Eppure Sosia non è nobile: c'è sempre qualcosa che non torna. Mercurio ha completamente cancellato ogni sua sicurezza.

    Secondo la tradizione, Mercurio governa due segni doppi, per l'appunto, i Gemelli e la Vergine, ma questo pianeta ha sicuramente un significato anche mortifero, in termini di dissoluzione psichica. Lisa Morpurgo pone la sua esaltazione in Scorpione; Mercurio può, infatti, scendere tra i morti e tornare. E', si dice, "psicopompo", dal greco psiché + pèmpo, "anima + condurre", chi conduce le anime all'Ade e torna in superficie. Il che è logico e ha molto senso.
    Dobbiamo capire però le radici profonde di questa associazione di morte e rigenerazione psichica.
    Il tema del doppio conosce, soprattutto in Germania, una grande popolarità nella figura del Doppelgänger, il "doppio viandante", un altro noi che è meglio non incontrare. Tantissime leggende associano infatti l'incontro con il nostro sosia come presagio di sciagure. Esiste un sito per trovare, nel mondo, gente che ci assomiglia al punto da sembrare un nostro gemello, ma ovviamente per scaramanzia non vi lascerò il link! :D
    L'idea di fondo, ancestrale è inconscia, è che se ci sono due noi, uno deve soccombere. E probabilmente è per questo che "immagine" e "maschera funebre" in latino si esprimono con lo stesso termine: tra l'altro, in greco, "imago" trova il suo corrispettivo in εἴδωλον, "èidolon", che è l'immagine ma anche lo spettro.
    La psicologia dice che possono esserci più personalità in ciascuno di noi, ma alla fine è una quella che in un qualche modo predomina.
    Lacan giustifica ciò attraverso la "fase dello Specchio". In termini molto semplici, c'è una fase dello sviluppo della psiche in cui noi ci rispecchiamo nell'Altro e traiamo da ciascun individuo diverso da noi qualcosa con cui strutturarci. Da x prendo un aspetto, da y un altro, da z un altro ancora... finché il nostro primo, acerbo, "Io", non diventa una specie di cipolla a più strati. Cosa succede però quando incontriamo uno esattamente uguale a noi? Questo processo non si può più attivare e si crea un cortocircuito. Ecco che il Doppelgänger ci minaccia di morte dalle fondamenta, ecco che incontriamo Mercurio, e Edgar Allan Poe ne dà un esempio magistrale nel racconto William Wilson.

    Mercurio, insomma, non è un pianeta "innocuo", essendo connesso anche alle trasformazioni profonde della psiche - intesa primariamente come ciò che "percepiamo con i sensi": la fase dello Specchio infatti si sviluppa soprattutto all'inizio della vita; Sosia fa prima di tutto un'ispezione "sensoriale" di chi ha di fronte.
    Ci dà però anche la possibilità di fare pulizia interiore, di "scioglierci" nelle nostre rigidità emozionali e di percepire più attentamente il mondo intorno a noi. Insomma, una "morte e resurrezione" che ci può permettere di rinascere a nuova vita in modo più consapevole.

    Buon Mercurio in Scorpione a tutti :lol:

    ___________
    * Riportare la fonte se citato: proprietà intellettuale di Hero of Arcana.

    Edited by Hero of Arcana - 28/10/2017, 12:26
     
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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    Bravo! Bellissimo articolo!

    Uno, nessuno, centomila! ❤️
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    Wow mi stavo perdendo questa chicca...me la devo leggere con calma😍
     
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  4. Terra-aria
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    "casualmente" nel vascello m'imbatto sempre nei simboli che non faccio altro che incontrare da tutta una vita! (Anche il concetto stesso di simbolo..) per caso mi leggete nel pensiero??? E mi trovo costretta ad utilizzare tutti questi simboli, ad associarli e ad utilizzare le vostre associazioni per riuscire sostenere il confronto con lo "specchio".. per la "mia trasformazione".
    Non avevo mai associato in questo modo Mercurio alla trasformazione psichica.. E il contatto Mercurio-uno, nessuno, centomila (Nausicaa :wub: ) mi ha invogliato a rileggerlo per la "centomillesima" volta!! Tanto è sempre diverso...
    Bellissimo articolo!!!
     
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    Terra-Aria,

    Io penso Pirandello sia stato ed è il più grande scrittore Italiano di tutti i tempi! I suoi libri sono immortali, i suoi significati ed il coraggio che ha dimostrato nell' affrontare dei temi assolutamente tabù per la società di allora.
     
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    Hero, io oltre allo scorpionico Mercurio plutonico, ci vedo molto del Mercurio gemellare nell'episodio dell'Amphitruo, e faccio riferimento alla morpurghiana esaltazione di Plutone in Gemelli, segno mobile a differenza dello Scorpione, qui diventa estroso e burlone, disonesto quanto basta e senza alcun rispetto per le convenzioni...e spesso i Gemelli soffrono di forti crisi d'identità... che ne pensi?!


    P.s.
    In realtà, mi sono imbrogliata un po', quello che intendevo dire, è che i Gemelli contengono già in sè quella plutonicità che nel Mercurio in Scorpione sì esprime in modo più contorto e tormentato...

    Edited by virginella - 30/10/2017, 11:31
     
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  7. Terra-aria
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    Riflettevo sul passaggio in cui si parla di mercurio che, come il metallo, è fluido, malleabile e dunque privo di etica. Poco prima però l'articolo dice: "Mercurio come ogni bambino non possiede le categorie di bene e male".
    Lui è un fanciullo!!! La sua forma non è ancora definita, sarà l'esperienza a farlo.. semmai sono le esperienze ad essere buone o cattive. È mutevole, prende diverse forme perché deve formarsi, sperimentare (per permetterci di formarci sperimentando).
    Lui prende l'orientamento e la connotazione in base a ciò che tocca nella carta, diciamo che può diventare molte cose, tante da dissolvere la vera identità... Ma come si scrive più avanti: c'è sempre qualcosa che non torna...
    Dunque uno spiraglio! (?) Forse per insinuarci il dubbio? Per consentirci sempre di cambiare (evolvere) e diventare ciò che realmente siamo? A qualunque età?

    Nausicaa ha scritto "uno nessuno e centomila" e mi viene da pensare:
    A molti sarà capitato, ad un certo punto, di chiedersi: "ma questo sono io? Questa è la mia vita?" Perché ci si accorge di non essere quello che si è stati fino ad allora.
    Oppure (meno drasticamente e più fortunatamente) di iniziare presto a costruirsi una personalità e una vita coerente con l'immagine interiore e non chiedersi mai niente...
    Insomma che sia vera o finta l'identità va "costruita"... E Mercurio ci consente di farlo, attraverso tutte le esperienze possibili... A volte anche scendendo negli inferi se questo fosse necessario... Ecco perché, forse, a lui è concesso di tornare... Di scegliere..

    Scusate... Mi è partito Mercurio!!! :wub:

    Nausicaa: Non so spiegarti cosa "provo" (Ahahah) per Pirandello.. È stata la mia illuminazione...
     
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    CITAZIONE (virginella @ 30/10/2017, 09:04) 
    Hero, io oltre allo scorpionico Mercurio plutonico, ci vedo molto del Mercurio gemellare nell'episodio dell'Amphitruo, e faccio riferimento alla morpurghiana esaltazione di Plutone in Gemelli, segno mobile a differenza dello Scorpione, qui diventa estroso e burlone, disonesto quanto basta e senza alcun rispetto per le convenzioni...e spesso i Gemelli soffrono di forti crisi d'identità... che ne pensi?!


    P.s.
    In realtà, mi sono imbrogliata un po', quello che intendevo dire, è che i Gemelli contengono già in sè quella plutonicità che nel Mercurio in Scorpione sì esprime in modo più contorto e tormentato...

    Penso che è vero e che sicuramente è molto saggio accostare i Gemelli all'episodio. In effetti è un segno molto appropriato in generale per come viene affrontato il tema del doppio nella latinità, mentre lo Scorpione è molto più adatto alla visione anglo-tedesca dello stesso tema: Dottor Jekyll e Mr Hyde... :ph34r:

    CITAZIONE
    Lui è un fanciullo!!! La sua forma non è ancora definita, sarà l'esperienza a farlo.. semmai sono le esperienze ad essere buone o cattive. È mutevole, prende diverse forme perché deve formarsi, sperimentare (per permetterci di formarci sperimentando).

    Certo Terra-aria ^_^ Infatti il "non possedere le categorie di bene e di male" non è una connotazione negativa, è il semplice fatto che proprio perché Mercurio è un bambino non ha ancora gli strumenti per valutare le esperienze che fa in base ad un'etica pre-determinata. E' spontaneo, amorale. :)

    CITAZIONE
    Dunque uno spiraglio! (?) Forse per insinuarci il dubbio? Per consentirci sempre di cambiare (evolvere) e diventare ciò che realmente siamo? A qualunque età?

    Io dico proprio di sì! ^_^
     
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