OniroTarologia

Settembre 2017

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    OniroTarologia


    a cura di: Hermete74



    L’OniroTarologia è una pratica volta a supportare l’interpretazione dei sogni attingendo al materiale simbolico e archetipico fornito dai Tarocchi, in particolare dagli “Arcani Maggiori”.
    In pratica si cerca di associare al sogno le immagini presenti nei Tarocchi, cercando collegamenti simbolici in grado di evocare la situazione onirica.
    Senza entrare troppo nel merito della tecnica, vorrei in questo articolo dare un esempio pratico, attingendo a due sogni personali.

    I Sogno
    “Devo fare un lungo viaggio in bicicletta, ma mi accorgo che la mia bicicletta è incastrata in un cespuglio pieno di rovi.
    Provo ad estrarla lentamente e alcune spine penetrano nelle gomme, fortunatamente però le gomme restano integre.”


    II Sogno
    “Mi ritrovo a casa e noto una ragnatela gigantesca sul soffitto.
    Di secondo in secondo la ragnatela continua ad ingrandirsi, io cerco il ragno che la produce, ma non riesco a trovarlo.”
    Il materiale onirico è composto in questo caso da due sogni differenziati ma fatti nel corso della stessa notte.

    È un esempio interessante di “consequenzialità onirica”: quando l’ultimo sogno o frammento ripresenta e rafforza l’immagine “clou” del sogno precedente, contribuendo a spiegarne o amplificarne il senso.
    Per questo motivo è fondamentale ricordare non solo i contenuti dei sogni o frammenti ma anche la loro sequenza temporale.

    Alla base della tecnica onirotarologica vi è la scomposizione del sogno in singoli blocchi caratterizzati da una azione o situazione onirica ben delimitata.
    A ciascun blocco proviamo ad associare un Tarocco, il più possibile attinente all’idea simbolica sottostante alla situazione e cercando di catturare l’emozione o la sensazione prevalente espressa nel sogno.

    “Devo fare un lungo viaggio in bicicletta…”
    Quel “devo” presuppone un dovere, un’attività imposta (un viaggio per lavoro?). Da notare anche il mezzo da utilizzare (una bicicletta), a rafforzare il senso di fatica connessa al dovere.
    Per questi motivi scegliamo La Giustizia. Notiamo che il tema della bicicletta potrebbe essere resa anche dalla Ruota della Fortuna, tuttavia con la Giustizia intendo sottolineare la sensazione primaria connessa al
    dovere, all’obbligo del viaggio. È sempre il sognatore a decidere quale Arcano meglio si associ all’azione sognata.

    “…ma mi accorgo che la mia bicicletta è incastrata in un cespuglio pieno di rovi. Provo ad estrarla lentamente e alcune spine penetrano nelle gomme, fortunatamente però le gomme restano integre.”
    Non troviamo riferimenti “distruttivi” che minacciano la nostra integrità fisica o in grado di compromettere la stabilità materiale (le gomme restano integre).
    Scorgiamo piuttosto un impedimento, qualcosa che ci trattiene e rallenta momentaneamente il nostro viaggio.
    Proiettiamo sulla bici il nostro senso di essere trattenuti, avvinghiati. Scegliamo l’Appeso.
    Come i “lacci” dell’appeso, i rovi non ci danneggiano, piuttosto ci tengono costretti. Da notare anche il riferimento nell’immagine dell’Appeso agli alberi e ai rami tagliati, che richiamano visivamente i cespugli e i rovi del sogno.
    Accostando le due immagini (Giustizia, Appeso) emerge un particolare significativo: la spada appuntita della Giustizia richiama gli elementi pungenti delle spine. Sembra di vedere l’Appeso continuamente pungolato dalla spada della Giustizia, da ciò che viene percepito come un fastidioso dovere, un obbligo.

    Nella sua interezza questo primo sogno sembra evidenziare uno stato di pigrizia e di insoddisfazione connessa al lavoro, le “remore” personali che ci rendono tutto più faticoso.
    La riflessione personale, stimolata dalle immagini dei Tarocchi, è che in me esiste una componente inconscia che assume le vesti della “Giustizia”: un eccessivo criticismo verso me stesso, la paura di subire critiche “pungenti” a causa dei miei errori, il che mi porta spesso alla passività dell’Appeso.

    Passiamo al secondo sogno per verificare eventuali nessi e consequenzialità con il primo.
    “Mi ritrovo a casa e noto una ragnatela gigantesca sul soffitto. Di secondo in secondo la ragnatela continua ad ingrandirsi…”
    Non ci sembra di scorgere nuovamente l’immagine dell’Appeso? Ragnatele, segni tangibili della trascuratezza e dell’inerzia, che idealmente ci tengono avvinghiati nella staticità.
    Questa “consequenzialità onirica” amplifica l’immagine della bicicletta incastrata tra i rovi, ma la riconduce a noi stessi! Sappiamo infatti che la
    casa è spesso la rappresentazione onirica della nostra Persona.
    Non a caso il sogno si conclude con…
    “…cerco il ragno che la produce ma non riesco a trovarlo.”
    Per forza: il ragno siamo noi! Siamo noi, con la nostra passività, a produrre le stesse ragnatele che ci intrappolano!
    Il secondo sogno, in sintesi, espande l’idea di inerzia e di staticità comunicata nel primo sogno e la riporta ad una dimensione più ampia di condotta di vita, un atteggiamento che travalica il mero mondo del lavoro.
     
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