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Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)
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http://www.repubblica.it/scienze/2016/01/2...?ref=HRESS-21#1
I Babilonesi erano in grado di calcolare la posizione di Giove nel cielo, il pianeta che accostavano al loro dio principale, utilizzando un sistema complesso di calcolo che utilizza figure trapezoidali. E lo facevano con un anticipo di 1.400 anni rispetto alle capacità di calcolo che sarebbero venute successivamente in Europa. La scoperta si deve a Mathieu Ossendrijver, professore di Storia della Scienza Antica alla Università Humboldt di Berlino e si è guadagnata la copertina dell'ultimo numero di Science. Ossendrijver è arrivato a questa conclusione interpretando quattro tavolette di argilla, databili tra il 350 e il 50 a.C., conservate a Londra al British Museum. La posizione del pianeta gigante è stata calcolata in due intervalli di tempo: 60 e 120 giorni dopo dalla sua comparsa sull'orizzonte. Finora si pensava che i Babilonesi calcolassero il movimento di Sole, Luna e pianeti solo con l'aritmetica. Ma le tavolette, osserva Ossendrijver, dimostrano invece che "i Babilonesi utilizzavano la geometria in senso astratto per definire il tempo e la velocità, a differenza degli antichi Greci che usavano le figure geometriche per descrivere la posizione nello spazio fisico". Le tavolette, prosegue, "riscrivono i libri di storia dell'astronomia e rivelano che gli studiosi europei del '400 di Oxford e Parigi sono stati preceduti dai Babilonesi nell'uso della geometria per calcolare la posizione dei pianeti". Gli storici della scienza Alexander Jones, dell'università di New York, e John Steele, della Brown University, rilevano nello stesso numero di Science che la scoperta "testimonia quanto fossero brillanti gli studiosi della Mesopotamia" ed è "un contributo estremamente importante per la storia della scienza".
a cura di Mattero Marini
29 gennaio 2016
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