Onobrychis viciifolia Scop. - Lupinella comune

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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    Oggi mi hanno regalato del miele che proviene da questa pianta ! Non la conoscevo, confesso !



    Onobrychis viciifolia Scop.
    Fl. Carniol., ed. 2 2:76 (1772)

    Onobrychis sativa Lam.

    Fabaceae


    Crocetta, Fieno santo, Lupinella, Lupinella comune, Cedrangola, Deutsch: Futter-Esparsette
    English: Saintfoin
    Español: Esparceto, Pipirigallo
    Français: Esparcette à feuilles de vesce

    Etimologia: Il nome del genere deriva dal gr. 'onos', asino, e da 'brychein', masticare, rodere; nome citato in Dioscoride oltre duemila anni fa e successivamente da Plinio; sembra indicare un tipo di foraggio gradito in particolare agli asini.
    L'epiteto specifico dal lat.'viciifoglius, -a, -um': allude alle foglie simili a quelle della veccia.

    Proprietà ed utilizzi:

    Pianta ampiamente coltivata come foraggera, non è raro vedere campi interi tinti di rosa, ma è sfuggita frequentemente alle coltivazioni per cui si ritrova anche allo stato spontaneo. Avendo un elevato valore alimentare, si è diffusa nella formazione di prati avvicendati di breve durata sia in pianura che in montagna.

    La Lupinella è bottinata dalle api sia per il nettare sia per il polline; è forse la leguminosa più ricercata dalle api per il nettare concentrato ( 42-55% di zuccheri ). Se ne ricava un miele di colore molto chiaro, quasi bianco, dal gusto delicato, spesso leggermente fruttato .

    Il miele di questa essenza, ha subito un calo di produzione costante negli ultimi decenni a causa del progressivo abbandono delle stalle e dello spopolamento delle montagne, dove la lupinella veniva coltivata quale foraggera.



    Curiosità: I greci ed anche i romani non conoscevano la Lupinella quale pianta da foraggio, Dioscoride evocava probabilmente un'altra specie di Onobrychis: Onobrychis caput-galli, spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo, ma non coltivata. La Onobrychis viciifolia è entrata nel novero delle piante agrarie, in tempi relativamente recenti: nel XV secolo diffondendosi nel sud della Francia, in Italia e nei paesi dell'Europa centrale, nel XVII secolo.
    È apprezzata dagli animali sia come fieno che verde, ha elevate qualità nutritive, vegeta in terreni difficili quali quelli calcarei, siccitosi, caldi e permeabili. Sopporta gli sbalzi termici, sicuramente più dell'erba medica, tollera la neve, resiste alla siccità meglio dei trifogli e del prato alterno, ma è sensibile agli eccessi di umidità nel suolo, anche temporanei. Lo sviluppo è lento: se seminata in primavera fornisce un taglio abbondante nel secondo anno di coltura; se seminata in autunno da un buon taglio nei 2 anni successivi.

    Fonte: www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=4657
     
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    Incredibile....non ne avevo mai sentito parlare e non conoscevo questo tipo di miele! Vorrei assaggiarlo anch'io...😋
     
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  3. Hope^
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    Neppure io... -_-
     
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    Ma che bella, non la conoscevo nemmeno io. Mi era sfuggito il 3D.hphzcdb6
     
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  5. lunacheride
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    Neanch'io lo conoscevo questo miele!
    E che fiori bellissimi!

    ^_^
     
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4 replies since 15/5/2014, 15:52   168 views
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