Rasputin raccontato dal suo pronipote!!

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  1. Aliena
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    Buongiorno a tutti! Finalmente riesco ad aprire il topic tanto agoniato! Girovagando su internet ho scoperto questo sito, dove un ragazzo, incuriosito dal personaggio di Rasputin, ha intrapreso un viaggio in Russia e precisamente in Siberia, andando a cercare notizie di questo personaggio così controverso direttamente nel suo paese natio: Pokrovskoe.
    Ecco il racconto di questa esperienza e le testuali parole del giovane:

    Il 28 Settembre 2003 ho intrapreso un viaggio in Siberia per visitare il villaggio nativo di Rasputin. Ho avuto il piacere di incontrare a Pokrovskoe molte persone interessanti, tra queste, un uomo di nome Vladimir Ivanovich Plesovskiy che mi ha gentilmente ospitato nella sua casa, mi diede del cibo e mi regalò un libro sul segreto di Rasputin, una vera reliquia pubblicato nel 1924 a Leningrado, cioè 8 anni dopo la morte di Rasputin. Il libro si intitola “Il segreto di Rasputin”, scritto da H.H.Evreinov. Voglio elencarvi alcune rivelazioni interessanti di questo libro che inizia con queste parole: --“IL SANTO!”. È vero che Gregorij Efimovich Rasputin sia Santo? Questa domanda fu rivolta a Nicola II da suo figlio Aleksej prima che Rasputin fosse stato assassinato, nominandolo come “padre Grigorij”, “amico” o semplicemente “lui”. Quando Aleksej ha rivolto questa domanda a suo padre, vicino a loro, seduto a tavola c’era anche l’arciprete O.A. Vaciljev. Nicola II spesso si rivolgeva all’esimio Vaciljev e anche allora, lo pregò di rispondere alla domanda del piccolo principe. L’Arciprete Vaciljev pensò per un momento prima di rispondere e poi disse: La verità è dentro di noi. Se tu veramente credi che Rasputin sia un Santo, vuol dire che per te, è un Santo.

    - Nicola II rivolgendosi a uno dei suoi aiutanti disse una volta: Quando ho una preoccupazione, un dubbio o qualcosa di inquietante, mi basta parlare 5 minuti con Grigorij e subito mi sento sollevato e tranquillo. Lui ha sempre la parola giusta e mi dice sempre quello che vorrei sentire. Quell’uomo mi dà un senso di serenità.

    - Ma in realtà chi era quel contadino venuto da un misero villaggio del governatorato di Tabolsk in Siberia e che era diventato una delle persone più influenti nella corte dello zar. Nicola II vedeva in Grigorij Efimovich Rasputin un uomo di Dio, un Santo, un salvatore ai problemi della Russia, e non solo lui, anche molti politici, personalità del mondo religioso e del popolo aspettavano una specie di Messia che venisse a risolvere i problemi del paese.

    - Spesso la stampa dell’epoca metteva in ridicolo la figura dello zar e della zarina e non di rado si vedevano volantini che raffiguravano Rasputin manipolando i reali di Russia. Ma lo zar non ha mai dato importanza ai pettegolezzi della stampa locale, lui asseriva di conoscere bene Rasputin e sapeva che tutta la propaganda denigrante contro Rasputin, era frutto di invidia. I consiglieri più vicini allo zar spesso consigliavano di far allontanare Rasputin da Pietrogrado, facendolo ritornare per sempre nel suo villaggio in Siberia. Ma lo zar non avrebbe mai fatto una cosa del genere a colui che era considerato dalla famiglia Romanov, un uomo mandato da Dio.

    23 giorni prima dell’assassinio di Rasputin, lui scrisse la seguente lettera:

    “Scrivo e lascio davanti a me questa lettera a Pietrogrado. Sento che lascerò la vita terrena prima del primo di Gennaio. È mio desiderio far sapere al popolo russo, al padre, alla madre (Rasputin chiamava padre e madre lo zar e la zarina) ai figli, alla terra di Russia quanto sarà importante capire che se sarò assassinato da comuni assassini provenienti dal popolo, voi reali di Russia non avrete niente da temere, rimarrete nel vostro trono e governerete e altresì si dica per i vostri figli che regneranno per centinaia di anni in Russia. Ma, se sarò assassinato dai boiardi o persone della nobiltà, potrete star certi che essi saranno avvolti dal mio sangue e per venticinque anni essi non riusciranno a lavare il mio sangue dalle loro mani. Essi lasceranno la Russia, i fratelli si ammazzeranno e si odieranno fra di loro e per venticinquenni non ci saranno più nobili in Russia. Zar della terra Russa, se ascolterai il suono delle campane annunciando che Grigorij è stato assassinato, dovete sapere questo: Se sarà stato qualcuno dei vostri parenti che ha firmato la mia sentenza di morte, allora nessuno della vostra famiglia, figli e parenti resterà vivo per più di due anni dopo la mia morte. Essi saranno ammazzati dal popolo russo… Io sarò assassinato, non farò parte per molto dal mondo dei vivi. Pregate, pregate e siate forti e degni del vostro blasone”.

    Questa lettera fu indirizzata alla zarina Alexandra Feodorovna il 7 Dicembre 1916. Rasputin fu ammazzato da un nipote dello zar, principe Felix Jussupov nella notte tra il 16 e il 17 Dicembre 1916. 19 mesi dopo, il 16 Luglio 1918 la famiglia Romonov fu sterminata dai bolscevichi. [...]

    Ho incontrato un discendente di Rasputin a Pakrovskoe, questa è la sua casa.

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    Quel signore con la barba fotografato insieme a me, pronipote di Rasputin, stessi occhi, stessa barba, stessi capelli, stesso sguardo ipnotizzante di Rasputin…si chiama Viktor!

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    Ho fatto un lungo viaggio in Siberia, forse meglio dire, un lungo pellegrinaggio alla ricerca del villaggio natale di Gregorij Efimovich Rasputin, un uomo odiato e amato da tanta gente, considerato il demonio. A dire il vero, ho letto tanti libri su Rasputin scritti in italiano, russo e inglese ma io non ho mai creduto che fosse stato un malvaggio, anzi ho sempre visto Rasputin dal lato buono ed è proprio per questa ragione che ho voluto conoscere qualcosa di più di quanto si legge sui libri e ancora peggio di quanto si scrive sulle enciclopedie, che dovrebbero essere ambasciatrici di verità, mentre su Rasputin hanno scritto tante menzogne..... Sono arrivato nel villaggio Pakrovskoe, dopo aver fatto un lungo viaggio in treno che mi portò prima alla città di Perm, poi a Tjumen in Siberia Occidentale. Arrivando a Tjumen, capitale della oblast omonima, ho iniziato subito a chiedere ai taxisti dove si trovava il villaggio Pokrovskoe. Ho incontrato un taxista molto disponibile e dopo aver contrattato per 1.000 Rubli il percorso in macchina andata e ritorno, siamo partiti finalmente per Pakrovskoe. Il villaggio si trova a 87 Km. a nord di Tjumen sulla strada che porta a Tobolsk, una volta capitale del governatorato di Tabol dove tra l'altro fu portato lo zar Nicola II e la sua famiglia, già agli arresti dai bolscevichi. Entrando nel villaggio ho avuto subito la sensazione di incontrarmi in un luogo molto speciale, mi pareva che il mondo si fosse fermato a cento anni fa, le stesse case in legno, antiche e decadute, le stesse strade di terra battuta piena di buchi, lo stesso ufficio postale dell'epoca di Rasputin. Mi sembrava di sognare per quanto avevo il piacere di vedere, mi sembrava di vedere Rasputin ad ogni angolo di strada. Sono entrato nell'ufficio Postale dove ho subito scritto un paio di cartoline, mai arrivate a destinazione, come testimonianza della mia presenza in questo luogo sperduto della Siberia. L'impiegata postale quando ha saputo che ero italiano mi ha chiesto il perché della mia presenza a Pokrosvkoe. Io le ho risposto che è stata la mia ammirazione per Rasputin che mi aveva portato fin lì, essa mi ha subito detto che a Pokrosvkoe c'era un museo dedicato a Rasputin e gestito da uno storico che abitava a Tjumen, poi mi ha detto che proprio vicino abitava un lontano parente di Rasputin che gli assomigliava molto, il quale io le ho chiesto subito dove avrei potuto incontrare questo personaggio misterioso ai giorni d'oggi. Gentilmente l'impiegata della posta, una signora dai dati somatici tipicamente siberiani mi indicò la casa. Mi sono recato subito a bussare alla porta del lontano parente di Rasputin, ma la casa era vuota.

    Ho curiosato un pò dalla finestra se c'era qualcuno, ma dentro quella casa c'era solamente desolazione e miseria. Il tetto cadeva a pezzi, le finestre con i vetri rotti (mi domandavo come si poteva vivere in quelle condizione principalmente durante i rigidi inverni siberiani). Guardando dalla finestra ho visto il vuoto e la miseria che c'era dentro, pane secco un pò da per tutto, topi secchi appesi in cucina (forse la persona che abitava li mangiava anche i topi per sfamarsi). Mi aspettavo di trovare qualcuno ma purtroppo non c'era nessuno, ma non disperavo di cercare, sapevo che avrei trovato a Pokrovskoe quello che cercavo, avevo fiducia in me stesso, sentivo che era nell'aria la presenza di Rasputin. Mentre guardavo la casa da fuori, mi si è avvicinata una donna anziana, forse aveva 80 anni e mi chiese cosa stavo cercando. Io le rispose che cercavo la persona che abitava in quella casa, lei mi disse che proprio vicino abitava sua sorella e che la sorella avrebbe potuto aiutarmi. Poi mi si è avvicinato il figlio di questa signora, in auto, anche lui incuriosito mi chiedeva cosa mi ha portato a Pokrovskoe. Anche lui a cercato di darmi dei consigli per continuare le mie ricerche e lui stesso mi invitò a casa sua, nel caso avesse bisogno di soggiornare per la notte. Mi disse, vada a parlare con la sorella di Viktor, così si chiamava il lontano parente di Rasputin e poi se ha bisogno venga a trovarmi, indicandomi dove abitava. Ecco! Quello è stato il segnale che io, forse inconsapevolmente sapevo di trovare, quelle stesse persone mi hanno fatto passare dei momenti meravigliosi a Pokrovskoe, offrendomi la propria spontanea ospitalità, gentilezza e disponibilità. Lui stesso Vladimir, mi ha detto che il museo Rasputin era chiuso ma che avrebbe chiamato personalmente il gestore del museo che abitava a Tjumen, per aprirlo all'indomani apposta per me. Essendo circondato da tanta brava gente che mi cercava di aiutare in tutti i modi, ho detto al taxista che non sarei ritornato con lui a Tjumen. Sono andato a bussare alla porta della sorella di Viktor il lontano parente di Rasputin, anche lei mi ha ricevuto gentilmente e mi spiegò che suo fratello era al mercato a vendere patate. Insieme alla sorella e al taxista siamo andati alla ricerca di Viktor. Lo abbiamo incontrato sulla strada come un mendicante, il mercato non era altro che la strada rurale dove lui ogni giorno si piazza per vendere le sue patate nella speranza di guadagnare qualche rublo. Quando l'ho visto, mi sono avvicinato a lui e sembrava di aver d’avanti a me Gregorij Efimovich Rasputin. La stessa statura, la stessa barba, gli stessi capelli, lo stesso viso e gli stessi occhi azzurri penetranti di Rasputin. Potete immaginare la mia emozione, l'ho invitato immediatamente a venire con me. Le ho detto lasci le patate e andiamo a casa sua, dobbiamo parlare di tante cose, mi inviti a prendere il te a casa sua. Lui, vedendo il mio interesse ha accettato di venire con me, abbiamo ripreso il taxi, ci siamo fermati in un piccolo negozio rurale, le ho detto Viktor, compri quello che vuole, oggi sarà un giorno di festa per Lei e per me.

    Ha preso con modestia poche cose, lo stretto necessario di cui avevamo bisogno per passare un paio d'ore insieme, naturalmente non mancava la bottiglia di Vodka. Ma qui, ho capito quanto da sempre io sapevo sui russi, sono poveri ma orgogliosi di se stessi, non ha voluto esagerare negli acquisti, mi ha detto: non ho bisogno di altro. Siamo andati in casa della sorella che ci ha ospitato gentilmente. Ho mandato il taxi via, a quel punto ero sicuro che sarei rimasto a Pokrovskoe fino a domani. Viktor mi disse, aspetti che vado a vestirmi come si vestiva Rasputin. Dopo dieci minuti è entrato nel piccolo salotto, modesto e nudo della sorella. Abbiamo iniziato a parlare di Rasputin, lui sapeva tutto su Rasputin, tutto di quanto di buono si possa immaginare, mi ha raccontato tantissime cose, tante delle quali sapevo già ma ho avuto il piacere di aver la conferma dalla bocca di un suo presunto lontano parente. L'ho fotografato e filmato in tutti i modi. Viktor....... era vestito con la tipica casacca del contadino russo tanto amata da Rasputin, indossava stivali neri tale e quale Rasputin. Poi siamo seduti fuori nel piccolo cortile, ed ho iniziato ad intervistarlo. Abbiamo fatto una lunga conversazione su Rasputin, Viktor era un contadino colto, infatti mi ha detto che aveva fatto le scuole superiori, si sentiva perfettamente dal modo corretto come parlava. Era uno studioso di Rasputin per cui mi ha raccontato tanti fatti veri accaduti proprio a Pokrovskoe, per esempio mi raccontò di una donna che fu curata da Rasputin quando aveva appena 8 anni e soffriva di un male incurabile, la donna ha vissuto fino a 106 anni. Mi raccontò che Rasputin veniva spesso nel suo villaggio natale e portava doni e denaro ai poveri, se qualcuno le chiedeva 100 lui dava 200, aiutava sempre i bisognosi. Con i soldi che guadagnava a Pietrogrado fece costruire una chiesa a Pokrovskoe, distrutta durante l'epoca sovietica, in quello stesso luogo fu costruito un edificio dove ora esiste un club. Mi raccontò che Rasputin ha avuto nove fratelli di cui solo due sopravissuti. Lui e la sorella. Anche lui ha avuto molti figli, 5 per essere esatti ma anche lui perse due figli in tenera età. Due femmine ed un maschio sono sopravissuti a lungo, il suo figlio maschio Dimitrj è morto a Tabolsk nel 1933 di desinteria. Mi raccontò anche che Rasputin fu accoltellato da una giovane donna nel 1914. Era una ragazza malata di mente e soffriva di sifilide. Rasputin è stato ferito con due coltellate allo stomaco, fu immediatamente curato dai medici di Pokrovksoe nella sua abitazione e portato due giorni dopo in battello lungo il fiume Tura a Tjumen, dove è stato ricoverato per molto tempo. Fotografie della sua degenza si possono vedere nel museo Rasputin. Mi raccontò anche che lo zar e la sua famiglia, si sono fermati ben due volte a Pokrovksoe. Ironia del destino, lo zar è stato portato proprio a Tabolsk in esilio forzato. Nel suo viaggio verso Tabolsk lungo il fiume Tura lo zar chiese di fermarsi per visitare la casa natale di Rasputin insieme alla sua famiglia. La seconda volta che lo zar chiese di visitare la casa di Rasputin fu nel suo viaggio di ritorno, quando la scorta bolscevica lo portò a Ekaterimburg, dopo poco tempo fu assassinato. Anche durante il passaggio lungo la strada che porta a Tjumen, lo zar chiese che lo facessero fare una preghiera davanti alla casa di Rasputin. Sappiamo tutti quanto lo zar e la zarina amavano Rasputin, lo consideravano il loro ministro di Dio, ministro di fede, ministro confessore. Infatti lo zar diceva di aver tanti ministri, uno dei quali proprio Rasputin che lo considerava il suo ministro di fede. Rasputin chiamava lo zar padre, e la zarina madre perché li considerava il padre e la madre di tutti i russi. Mi raccontò anche che quando Rasputin è morto non ha lasciato soldi alla sua famiglia, perché in vita tutto quanto le davano lui regalava ai poveri e alla chiesa di Pokrovskoe. Lo zar diede una ingente somma di denaro alla moglie di Rasputin per poter continuare a mantenersi.

    Mi raccontò anche che Rasputin aveva smesso di bere per molti anni e che avrebbe ricominciato due anni prima della sua morte. Rasputin non ha mai voluto chiedere incarichi politici allo zar, perché era per loro un ministro di Dio. Fu ammazzato per invidia da un complotto formato dai nobile di corte, il principe Jussupov nipote dello Zar, il gran Duca Dimitrj ambedue omosessuali e amanti, dal politico Puriskievich e dal medico Lazawert. Invidia per quello che rappresentava e per la fiducia che la famiglia imperiale aveva in lui. Inoltre il Gran Duca voleva sposare una delle figlie dello zar Tatjana. Rasputin consigliò lo zar di impedire questo matrimonio che avrebbe avuto la stessa fine del matrimonio del principe Jussupov con la bella Irina. Un matrimonio poco consumato, perché il principe era omosessuale. Intrighi, invidia e complotti massonici furono la vera trappola che fecero ammazzare Rasputin. Non dimentichiamo, mi raccontava Viktor che proprio il principe Jussupov era un gran maestro della massoneria di Pietrogrado, varie volte curato da Rasputin per motivi psichici. Rasputin abitava in un appartamento situato nel centro storico di Pietrogrado nella via Goroxova 64. Uno degli assassini di Rasputin, il principe Jussupov era uno degli uomini più ricchi di tutta la Russia, morì a Parigi il 27 Settembre 1967, 51 anni dopo l'assassinio di Rasputin. Era riuscito a fuggire in Francia all'epoca della guerra civile ed è anche riuscito a fare una ulteriore fortuna scrivendo libri sui racconti della morte di Rasputin. Il Gran Duca è morto in Siberia dove era fuggito ed il politico Puriskievich anche lui è morto alcuni anni dopo per morte naturale. Persone di tutta la Russia venivano da Rasputin per avere una parola di conforto, un aiuto morale o finanziario. Con le sue preghiere è riuscito a guarire tanta gente, lui stesso diceva che il suo era un dono che veniva dalla gran fede nella Madonna di Kazan. Le sue energie le venivano date dalla gran fede nella Madonna, e quando riusciva a curare qualcuno lo faceva pregando, dopo immensi sforzi mentali, alla fine lui stesso era esausto ma soddisfatto di quanto faceva. Così fece con il figlio dello zar Aleksej, sofferente di emofilia, fu curato da Rasputin varie volte. La seconda volta che Rasputin curò il bambino, che non avrebbe avuto più di 15 anni di vita, lo fece trovandosi lontano da Pietrogrado. La zarina lo chiamò pregandolo di fare qualcosa per suo figlio e Rasputin le disse: non temere, tuo figlio non morirà e dopo alcune ore il bambino si è alzato dal letto di morte andando incontro alle braccia del padre. Tutti fatti che io sapevo già e che mi sono stati confermati da Viktor. Rasputin, cosi enigmatico e affascinanti sapeva appena leggere e scrivere ma era molto erudito per quanto riguarda la religione, sapeva più dei monaci stessi. Si dice che appartenesse ad una setta religiosa starec ma Rasputin lo ha sempre negato. I seguaci di questa setta andavano di villaggio in villaggio portando la parola di Dio. Rasputin fece dei lunghi pellegrinaggi in vari monasteri della Russia. Quando viveva ancora a Pokrovskoe andava spesso a piede al monastero di Obalak vicino a Tabolsk. Il villaggio Pokrovskoe si presenta ai giorni d'oggi com'era ai tempi dell'infanzia di Rasputin. Figlio di contadini, aiutava suo padre nei campi siberiani. Ho ripercorso le stesse strade di terra battuta, le stesse case in decadenza ma purtroppo la casa di Rasputin non esiste più. Anch'essa fu abbattuta dai sovietici per cancellare ogni traccia di quest'uomo. Qui fu costruita un'altra casa, anch'essa modesta e abbandonata. Davanti, si trova un edificio, antico ospedale di Pokrovskoe dove ora c'è il museo Rasputin. Il museo è custodito da Vladimir, storico e appassionato di Rasputin che per lunghi anni fece una raccolta meravigliosa, a testimonianza di quanto ha fatto quest'uomo per la povera gente. Ho visitato il museo, Vladimir è venuto apposta da Tjumen per aprire il museo per me, mi ha fatto vedere i certificati di nascita originali di Rasputin, alcune foto originali d'epoca, mobili e tante testimonianze della vita di Rasputin. Anche Vladimir confermò la mia teoria, ciò è che Rasputin non è mai stato un demonio, un malfattore, un perverso Don Giovanni, come viene ricordato oggi. È stata tutta una montatura politica, propaganda negativa. Addirittura mi raccontava Viktor che solo alcuni anni fa, nel paese poco si sapeva di Rasputin, a parte quello che si sentiva dai vecchi discendenti di quell'epoca. È stata cancellata una pagina di storia della Russia che per fortuna oggi giorno tutto viene chiarito, grazie a studiosi come Vladimir il direttore del museo. Non lontano dal museo c'è lo stesso ufficio postale dove Rasputin usava mandare i suoi telegrammi alla zarina. Non lontano dal luogo dove sorgeva la casa di Rasputin, c'è il piccolo lago vicino al fiume Tura, dove Rasputin ha perso suo fratello mentre stavano pescando nelle acque gelide del lago. La lastra si è spezzata e sono caduti tutte due in acqua. Rasputin aveva 8 anni, suo fratello ne aveva 6. Rasputin è riuscito a portare a riva il fratello ma ormai privo di vita. Rasputin forte com'era si è salvato dopo settimane di coma, tuttavia questo triste fatto ha lasciato dei segni in quel bambino di 8 anni, da quel momento Rasputin avrebbe ricevuto dei poteri sopranaturali che lo resero famoso e che lo portarono perfino alla corte dello zar.

    Osservando le fotografie esposte nel museo ho potuto guardare con attenzione in particolar modo la foto del corpo di Rasputin, quando è stato tolto dalle acque gelide del fiume Neva. Voglio raccontare quello che mi ha incuriosito guardando quella foto. Ho chiesto a Vladimir, perché il corpo gelido di Rasputin si presentava in quel modo, cioè con le mani alzate ed i pantaloni tirati giù. Incredibile ma vero, guardando la foto si può benissimo capire che Rasputin quando è stato buttato nel fiume non era morto del tutto, nonostante i vari colpi di pistola inflittoli in tutto il corpo, addirittura due colpi alla fronte, nonostante i calci sferratogli dagli assassini dopo che era inerte disteso a terra morto. Ma in verità, quest'uomo cosi forte nel fisico e nell'anima, non era morto del tutto. È stato legato mani e piedi, avvolto in un tappeto e buttato giù nel fiume. Ebbene, credete o non, la fotografia del corpo di Rasputin ci mostra che quest'uomo, sotto le acque gelide del fiume ha ancora cercato di liberarsi dalle corde che lo avvolgevano. Si nota infatti i pantaloni tirati giù, come se volesse liberarsi dalle corde che lo legavano ai piedi e ancora più sconcertante il fatto che il suo corpo gelido si presenta con le mani alzate e le ditta della mano destra unite, come di solito i credenti ortodossi si fanno il segno della croce. Questo vuol dire che Rasputin, fino all'ultimo secondo della sua vita si aggrappò alla gran fede nella sua Madonna di Kazan, e come atto di ultima speranza voleva farsi il segno della croce dando addio alla vita terrena. Si nota perfettamente la posizione delle ditta, l'intenzione dell'ultimo atto di salvezza. Povero uomo... Incredibile! Come una persona umana possa essere sopravissuta a tutto quel veleno inghiottito insieme al madera e ai pasticcini, a tutti quei colpi sparati dai suoi assassini, e poi mi vengono a dire che Rasputin era un demonio, se mai demonio erano coloro che lo hanno assassinato, lui in vita non ha mai ammazzato nessuno, se mai ha curato e aiutato la gente che da lui si recava per un atto di speranza. Continuando il mio racconto di quanto ho visto in quel museo a Pokrovskoe, è realmente incredibile che un essere umano possa essere sopravissuto al veleno ed ai colpi di pistola inflittoli in tutto il corpo, e voglio sottolineare i due colpi alla testa che avrebbero ammazzato un elefante. Lui, era vivo..... In fondo alle acque gelide del fiume Rasputin era ancora vivo, ha cercato di liberarsi dalle corde che lo legavano tirandosi giù i pantaloni, proprio vedendo arrivare la sue fine, ha cercato di fare il segno della croce con le ditta unita. Forse addirittura aveva perdonato anche i suoi assassini..... Comunque Rasputin, alcuni mesi prima della sua morte aveva predetto la sua fine non sapendo da che mani sarebbe stato assassinato, sappiamo che Rasputin aveva dei nemici sia negli ambiente aristocratici che politici e addirittura nel popolo, non dimentichiamo che già una volta una giovane contadina malata di mente e di sifilide lo aveva accoltellato per ammazzarlo. Per cui, Rasputin sapeva che prima o dopo lo avrebbero assassinato.

    Uomo tanto amato e tanto odiato da moltissime persone, le doti eccezionali di lungo veggente e pranoterapeuta ancora oggi rappresentano un mistero. Personalmente penso che Rasputin avesse dei poteri sopranaturali, ma soprattutto era un uomo forte ed intelligente, infinitamente superiore alla media. Aveva tanti difetti o pregi, a secondo di quanto lo si possa presentare. Le piaceva bere e fumare, anche se per vent’anni aveva smesso. Si dice che le piacevano le donne. A quale uomo normale non piacciono le donne? Poi, in realtà erano esse che lo cercavano per toccarlo, accarezzarlo affinché il potere di Rasputin si penetrasse in esse stesse. Rasputin amava i festini con gli zingari e i bagni russi, amava ascoltare le musiche e canzoni zingare, passava lunghe ore con loro. Quando era chiamato ad aiutare qualcuno, lui correva, ubriaco o non, sporco o pulito com'era....correva in aiuto di chi aveva bisogno. Per lunghi anni Rasputin smise di bere e di fumare come mi raccontarono Vladimir e Viktor, si dedicò semplicemente alla preghiera ed a aiutare chi ne aveva bisogno della sua parola di conforto. Davanti al suo appartamento in Via Goroxovo 64, lunghissimi code di persone arrivate da tutta la Russia aspettavano giornate intere per essere ricevuti da Rasputin, lui non ha mai mandato indietro nessuno. Prendeva soldi da chi ne aveva, chi non poteva pagare non prendeva niente oppure accettava pagamenti in natura, polli, conigli, pane ecc.. Intorno a sé aveva un entourage di persone che lo aiutavano a mantenere l'amministrazione della sua casa, è morto povero perché quello che aveva lo dava ai poveri. Aveva sempre una parola di conforto verso chi ne aveva bisogno. Questo è l'altro volto di Rasputin, a cui io ho sempre creduto e che mi è stato confermato dalle testimonianze di Vladimir il direttore del museo e da Viktor il lontano parente e sosia di Rasputin.

    16/17 Luglio 1916 fu assassinato all'età di 47 anni

    16/17 Dicembre 1918 a Ekaterimburgo nel palazzo Epatiev lo zar Nicola II e tutta la famiglia, la moglie Allexandra Feodorovna, l’erede al trono Aleksej, le figlie Olga, Tatjana, Marija e Anastasia furono assassinati dai bolscevichi. Il Palazzo Epatiev fu fatto saltare in aria nel 1977 durante il periodo sovietico per nascondere la vergogna di questo fatto al mondo e per non lasciare tracce di questo orrendo delitto. Al tempo era governatore di Ekaterimburg colui che sarebbe diventato più tardi il primo presidente della Russia dopo l'epoca sovietica Eltsin. Fu anche Eltsin che nel 2000, avendo cambiato atteggiamento politico, fece fare le ricerche per scoprire dove furono sotterrati i resti di Nicola II e tutta la sua famiglia. I resti furono trovati nei boschi in una zona periferica a 27 km. da Ekaterimburg in un posto chiamato GANINA JAMA. I resti furono portati a Mosca con grande cerimonia solenne come se tutta la Russia avesse chiesto perdono del malfatto e poi seppelliti a San Pietroburgo, tumulati nella Cattedrale della fortezza di San Pietro e Paolo, dove furono seppelliti tutti gli zar da Pietro il Grande in poi. Durante il mio pellegrinaggio per conoscere la verità sulla vita di Nicola II e Rasputin, ho visitato la grande cattedrale costruita sul luogo del delitto di Nicola II e tutta la famiglia, nello stesso punto dove sorgeva la casa Epatiev a Ekaterimburgo. Qui fu costruita una enorme cattedrale con la statua dello zar e la sua famiglia, in memoria dell'ultimo zar di Russia. La cattedrale si chiama LA CATTEDRALE DEL SANGUE VERSATO. Ho anche voluto visitare il luogo dove essi furono seppelliti a Ganina Jama, un folto bosco di abeti. Oggi qui sorge un grande complesso monasteriale, anch'esso costruito in memoria dello zar Nicola II. Il complesso è composto di 13 chiese e fu costruito in appena 2 anni, dal 2000 al 2002. La chiesa più importante è dedicata a Nicola II e fu costruita vicino alla fossa dove furono trovati i resti. Qui anche è stata eretta una croce ortodossa alta tre metri, dove i fedeli vengono a deporre fiori e pregare ogni giorno. Dentro la chiesa c'è una grande Icona, rappresentando lo zar e tutta la famiglia che furono Santificati dal patriarca della chiesa ortodossa. Entrando dentro la chiesa (al momento era chiusa per pulizie, ma mi hanno fatto entrare perché ho detto che venivo da lontano per visitare quel luogo) ho incontrato un monaco che pregava e che mi ha accompagnato dentro spiegandomi tutta la storia della sequenza iconografica che avevo davanti agli occhi. Ho notato tra l'altro una scatola argentata con una piccola croce e anello che appartenevano personalmente a Nicola II. Ho chiesto come mai quella croce prediletta di Nicola II si trovava lì, sapevo che i gioielli di tutta la famiglia, trovati nei corpi erano stati rubati dai bolscevichi. Lui mi ha detto che quello era stato donato al patriarca di Russia da una vecchietta, lontana parente di uno degli assassini. A proposito voglio rammentare che durante l'esecuzione di Nicola II e tutta la famiglia, il plotone che sparava all'impazzata si meravigliava che essi non morivano immediatamente. Fu scoperto che i proiettili non entravano nei corpi perché essi erano avvolti da sacche di gioielli che i reali cercavano di nascondere. Gli stessi soldati, hanno inflitto colpi di baionette a tutti i corpi per finirli di ammazzare. Lo zarievich, erede al trono, bambino emofiliaco, varie volte curato da Rusputin, è stato l'ultimo a morire e finito con colpi di pistola alla testa da Nikulin uno degli esecutori, che poi a sua volta è stato fatto assassinare da Lenin per non aver testimoni del fatto. Si dice che i corpi dello zarievich e di sua sorella Tatjana non furono mai stati ritrovati.

    Durante la mia visita a Ganina Jama quando mi sono fermato a parlare con quel monaco che pregava con un libro in mano, lui stesso mi ha spiegato un fatto interessante. Le ho chiesto dove furono trovati i resti dei reali di Russia, visto che fuori della chiesa c'erano varie buche dove si supponeva furono trovati i resti. Ebbene, con mia grande sorpresa ascoltavo quell'uomo che asseriva quanto fosse difficile stabilire realmente se e quando furono trovati i resti della famiglia reale. È stata una finzione per dare degna sepoltura allo zar Nicola II e tutta la sua famiglia, visto che quanto accaduto nella notte del 16/17 Luglio 1918 è stata una vergogna per la storia. Così si è voluto celebrare con cerimonia solenne i funerali dello zar. A detta della TV Russa, i resti sono stati fatti analizzare nei laboratori inglesi e dal DNA ha risultato che realmente fossero quelli dello zar e della sua famiglia. Al momento del orrendo sterminio della famiglia, i corpi trucidati di tutti, dopo essere stati spogli di tutti i diamanti e gioielli che avevano, i corpi furono bruciati con l'acido muriatico e benzina, quello che era rimasto è stato caricato su un camion e fatto spargere lungo la foresta di abeti del parco Ganina Jama. Dopo 90 anni dell'accaduto, penso ben poco sia rimasto.

    Con questa carrellata di informazioni e testimonianza personale di quanto ho potuto vedere nel mio viaggio in Siberia e Urali, voglio esprimere tutta la mia ammirazione e simpatia per Grigorij Efimovich Rasputin, lo zar Nicola II, suo figlio Aleksej, l’imperatrice Alexandra Feodorovna, le figlie Olga,Tatjana, Anastasia e Marija.

    Rasputin ebbe tre figli con la moglie Prascovje. Dimitrj nato nel 1895, Marija nel 1898 e Varja nata nel 1900. Dimitrj è morto in miseria a Tabolsk nel 1933, la prima figlia Marija è riuscita a emigrare all’estero durante la rivoluzione e non si hanno notizie sulla sorte di Varja.


    Fonte: www.russiainedita.com

    Ora, naturalmente quest'ammirazione è il punto di vista dell'autore della ricerca...anche io sono sempre stata affascinata da questo personaggio storico, ma con ciò nulla voglio togliere ai disastri e agli spargimenti di sangue cui ha contribuito la famiglia Romanov in Russia e al fatto che abbia costretto alla fame migliaia e migliaia di "sudditi".
    In ogni caso, avete notato quanto somiglia quell'uomo a Rasputin? Incredibile, vero? :blink:
     
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    Bell'articolo, aliena.

    Rasputin ha portato con sé nella tomba chi era veramente, intimamente. Un personaggio decisamente affascinante ma ambiguo, come spesso le persone affascinanti sono, che è riuscito ad arrivare molto in alto con conseguenti calunnie e invidie

    Probabilmente dei poteri li doveva avere, vista anche la lettera che ha scritto, ma c'è da chiedersi se li abbia sempre utilizzati nella maniera giusta...

    In un documentario o film, non ricordo esattamente, hanno messo proprio in evidenza quanto sia stato difficile assassinarlo da un punto di vista fisico e non solo logistico, era un omone che sembrava indistruttibile, come scritto nell'articolo, la ricostruzione fatta era parecchio sconvolgente.
     
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  3. Aliena
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    Sì, tra l'altro ho letto un articolo su un giornale (mi sembra History) che parlava proprio del modo in cui è stato assassinato, sul fatto che la balistica del proiettile non sembri coincidere con nessuna delle testimonianze riportate dai tre complottisti. Erano 4 pagine, spiegate accuratamente, in cui si partiva dall'analisi del foro procurato alla fronte di Rasputin dal proiettile della pistola, il quale proiettile non coincide con nessuno dei modelli di pistole usati dai tre russi che dicono di averlo ucciso. Inoltre non era nemmeno un modello "in voga" quegli anni in Russia, bensì un modello inglese e utilizzato e conosciuto esclusivamente nel mondo inglese. Quindi anche lì si pensa che ci sia la mano dei servizi segreti inglesi...infatti uno dei partecipanti al complotto, anche se è sempre riuscito a rimanere dietro le quinte, era proprio un inglese. Insomma, ci sono ancora parecchi punti oscuri in tutta la vicenda...
    Io ho guardato diversi siti, prima di trovare questo articolo e ti dirò che addirittura nemmeno la data di nascita di Rasputin coincide...in uno lo davano nato nel luglio 1865, in un altro l'8 gennaio 1869!!! Su wikipedia gli danno i natali il giorno 21 gennaio 1869...è davvero incredibile quanto una persona sola possa creare tutto questo alone di mistero attorno a sè!!
     
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    Se pensi a cosa fu capace, da solo, di fare Hitler ! E' solo colui che ha poi generato l'uccisione di 50 milioni di persone !
     
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    Anche nella ricostruzione fanno vedere un inglese presente nella casa dove è avvenuto l'omicidio!
     
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    Purtroppo in italiano c'è ben poco ! Tenete conto che il racconto lo fa il fondatore del CICAP che odia qualunque argomento che riguardi le facoltà paranormali.
     
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  7. Aliena
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    Uao Nau, grazie! Molto interessante! Sì in effetti il cicap oppone parecchia resistenza al mondo soprannaturale...
     
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6 replies since 7/8/2013, 13:39   776 views
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