La Monaca di Dresda

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  1. iceland
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    "Ci sarà un tempo in cui voleranno i pensieri e gli uomini parleranno senza aprire bocca,parleranno nel silenzio dei loro pesieri..."

    Già...è la nostra epoca...ho avuto un brivido quando ho sentito queste parole.
     
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  2. Aliena
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    Caspita che roba...quando ha parlato dei serpenti sono rimasta di sasso...io circa un mese fà ho sognato che vedevo la Terra dall'Universo ed essa era prigioniera di un serpente, un unico serpente, che le stava avviluppato intorno. E quando "sono andata a vedere" cosa accadeva sulla Terra, ho visto che non c'erano più gli uomini di prima, essa era quasi completamente deserta e ne erano rimasti forse un migliaio. C'era fuoco, tanto fuoco perchè il migliaio di persone rimaste si faceva la guerra, chi ancora aveva armi sparava, gli altri lottavano a mani nude, non sapevo per cosa lottassero, penso più per fame, perchè ormai quegli uomini non avevano più niente addosso, vestiti a brandelli, ma le case e i palazzi e le città erano state rase al suolo. Credo lottassero per istinto di sopravvivenza. E poi mi sono svegliata. Ma non ne ho mai chiesto un'interpretazione perchè ero abbastanza sicura di cosa significasse.
    Questo, dopo il sogno dei fiori, è stato il secondo sogno più importante, più forte tra quelli che ho sognato, più forte anche di quello della ricerca della Verità.
    Evidentemente non sono l'unica ad aver visto "il serpente", ciò mi rincuora :)
     
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  3. iceland
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    Il serpente è da sempre un simbolo molte potente...

    L’UROBORO : IL SERPENTE CHE SI MORDE LA CODA

    E' il simbolo per eccellenza della filosofia ermetica, l’emblema della natura ciclica delle cose.

    Il cerchio dell’eterno ritorno vive nell’uroboro, in esso ci sono contemporaneamente l’inizio e la fine, l’alfa e l’omega, l’Uno e il Tutto, come affermavano i saggi di Alessandria seguaci di Ermete Trismegisto: “En to Pan”.

    Il principio alchemico della fine seguita inevitabilmente dall’inizio, la morte come premessa della rinascita, il ciclo delle acque che evaporano e si condensano incessantemente si esprimono con l’immagine simbolica del serpente che divora se stesso inghiottendo la propria coda.

    L’uroboro è simbolo anche dello stesso scorrere ciclico del tempo, e dell’eterno presente, della consequenzialità delle stagioni e delle ere, dei cicli vitali. Il serpente è uno degli animali più emblematici della morte e della rinascita: il suo ritorno primaverile dopo il lungo letargo in cui era scomparso negli anfratti sotterranei, il suo mutar pelle per crescere, il suo veleno che può uccidere e guarire, la sua stessa forma fallica che richiama il principio della vita e la stessa Dea Madre, Signora degli animali, sono tutti simboli della Vita e della sua eterna presenza sul pianeta.

    Una Vita che si rinnova e si adatta, che scorre con i tempi, che tutto permea, che, anche quando sembra soccombere, muta e rinasce.

    L’uroboro è anche il simbolo delle due nature dell’uomo e della vita, delle cose e del mondo: quel dualismo che spesso si esprime con la dialettica, che talvolta si mostra come conflitto, che è strumento principe dell’attrazione e della riproduzione.

    La fusione alchemica e mistica che anche gli Gnostici elessero a unione divina del principio maschile con quello femminile è ben più della semplice metafora della coincidenza degli opposti; è il misterioso Rebis degli alchimisti, l’androgino che anche l’antica iconografia indiana raffigura come essere divino, è lo stesso Tao che gli orientali immaginano come armonica commistione di polarità opposte.

    Tutto ciò che si genera nel mondo trova origine e fine nelle cose del mondo: tutto si trasforma, niente si crea e niente si distrugge, come ebbe ad affermare un altro illustre padre della chimica moderna: Lavoisier.

    E non si pensi all’alchimia sempre e soltanto come un’antenata della moderna chimica, magari meno nobile o più ammantata di mistero, giacché la prima non si occupa della Materia, ma piuttosto di ciò che va oltre, che Tutto spiega e comprende.


    Ecco che l’Uroboro, ancora in età moderna, può prendere vita nei sogni e nelle visioni, esserci guida nelle scelte, essere strumento psichico di comunicazione sottile.

    Come altri archetipi eterni, simboli di ciò che siamo, delle nostre origini, dei nostri destini, delle nostre divinità interiori, non invecchiano né passano di moda. Al più possono passare inosservati, per la colpevole disattenzione delle distratte ed immemori menti umane, perse nel vorticoso mondo delle effimere immagini che si reputano stoltamente reali.


    Se l’uroboro si presenta a noi, prestiamogli attenzione. Non importa la modalità che usa per farlo: che ci appaia in sogno o che attiri la nostra attenzione anche con un’immagine, o un pensiero, o un semplice articolo come questo. Non è mai un caso.

    È un segnale per la nostra coscienza; può indicarci la via migliore per raggiungere i nostri obiettivi, quali che siano.


    Ogni essere umano ha sogni e bisogni diversi e personali, e sempre possiede gli strumenti per realizzare tutto, purché sappia interpretare i segnali che immancabilmente troverà sulla sua strada. Quando tali desideri saranno soddisfatti, allora gli stessi simboli parleranno ad altri livelli e si rivolgeranno direttamente alla coscienza individuale, ed un prossimo salto evolutivo umano sarà finalmente possibile.
     
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2 replies since 31/5/2013, 16:17   47 views
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