Sciiti e Sunniti

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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    SCIITI E SUNNITI: DIFFERENZE



    Lo scopo di quest’articolo è di permettere una più ampia conoscenza delle culture che sempe di più avvolgono e si integrano nel nostro paaese.

    L’Islam la fa da padrone in questo senso.

    Stiamo parlando di un mondo che è sempre più presente e che può essere una possibilità di confronto, arrichimento e crescita.

    Ognuno di noi è dotato di predi e difetti ed ogni cultura ha lati buoni e meno buoni.

    Solo conoscendoci di più potremo realizzare l’evoluzione della cultura globale.

    In particolare speso sentiamo termini di cui non conosciamo l’esatto significato.

    Uno di questi è il termine Sciiti.

    Naturalmente deriva dall’arabo Shia ovvero partito.

    Sono i musulmani scismatici, e sono anche detti i Partigiani della famiglia del quarto califfo ‘Alīī ibn Tặlib, cugino e genero del profeta Maometto, e dei suoi discendenti (Alidi).

    Sciismo è dunque anzitutto “il partito degli Alidi”. Per loro è fondamentale la devozione politica che ha dato luogo a un vero e proprio legittimismo alide.

    Bisogna tenere conto degli elementi del diritto pubblico musulmano ortodosso o sunnita per compredenre a pieno:
    il principio fondamentale di carattere religioso, secondo cui la persona di Maometto “suggello dei Profeti”, esaurisce ogni funzione di intermedietarietà fra Dio e l’uomo, per cui l’Islam, dopo Maometto, può avere capi (Imam) solamente politici; il principio fondamentale politico-sociale, secondo cui la succesione di Maometto, meramente politica, non deve a rigore avvenire per trasmissione ereditaria e dinastica.

    Gli Sciiti negano l’uno e l’altro, in sede filosofica e teorica, ammettono la continuazione di quella intermedietarietà che è negata dai Sanniti; con la caratteristica ulteriore di un’esaltazione dell’intermediario, successore di Maometto, talora più, talora meno pronunciata, spesso sproporzionata alla funzione di successore, sia pure religioso,del Profeta.

    Lo Sciismo, in senso tecnico, fa del concetto di imam materia di elaborazione teologica. Grosso modo, si può dire che per tutti gli Sciiti l’imam, capo della comunità, successore di Maometto, è intermediario fra Dio e la comunità stessa; l’imam è illuminato da Dio, imam legittimo è colui che si dimostra tale attraverso le sue azioni politiche e militari; l’imam è ispirato da Dio, interpreta in maniera autentica la sua volontà espressa nel Corano, non fallisce, non pecca; l’imam è vera e propria manifestazione di virtù divine, o di Dio stesso.

    A questo potremmo aggiungere che così come i preti cristiani non sono infallibili anche gli imam lo sono altrettanto.

    Ogni tanto ci si dimentica che ognuno di noi è vincolato alla sua dimensione umana, con pregi e difetti e con peccati e virtù.

    Non esiste nessun uomo che ne è esente, compresi gli imam.

    Differenze tra Sciiti e Sunniti

    I Sunniti sono i seguaci della corrente di maggioranza dell’Islam.

    Il nome deriva da sunnah che significa “tradizione” e sunniti sono pertanto i musulmani che si riconoscono nella tradizione.

    In realtà, da questo punto di vista, sarebbero sunniti anche gli sciiti che, come tutti i musulmani, fanno riferimento, oltre che al Corano, anche alle parole, alla vita e agli atti (hadit) di Maometto testimoniati appunto dalla tradizione.

    Ma la differenza fondamentale fra la componente maggioritaria e quella minoritaria della comunità islamica riguarda la presenza e il ruolo della gerarchia religiosa. L’Islam infatti non è mai stato strutturato come la chiesa cristiana, con patriarchi o papi, ed i sunniti riconoscono come autorità religiosa la comunità dei fedeli, come una forma di autodeterminazione ma nel rispetto dell’affermazione di Maometto: “La comunità dei credenti non si accorderà mai su un errore”.

    Gli sciiti o shia rappresentano la minoranza, staccatasi dal gruppo più consistente dei sunniti dopo la morte di Maometto.

    Fu la ricerca di un suo successore a provocare tale scissione.

    Gli Sciiti sottolineano il ruolo particolare di Alì come nuovo leader dopo Maometto, lui che di Maometto era cugino e genero in quanto sposò la figlia Fatima, unica sopravvissuta del profeta.

    Questo stretto rapporto di parentela fu motivo di legittima successione per gli sciiti, e di scissione rispetto al resto della comunità isalmica. Lo stesso nome, sciiti, deriva da Shiat Alì, cioè la fazione di Alì.

    Il fondamento canonico della loro fede è costituito da alcune parole di Maometto, riguardanti Alì, dal significato alquanto oscuro e riportate dal Corano.

    Mentre Alì x i sunniti è l’ultimo dei ” quattro califfi aventi diritto”, per gli sciiti i primi tre califfi sono soltanto degli usurpatori.

    Questi fanno proseguire la serie dei loro iman con i diretti consanguinei di Alì e Fatima, che storicamente rimasero esclusi dal potere politico.
    La fede nell’iman assunse molto presto una componente sacra e fu associata alla fede nell’”atteso”(mahdi;al-Mahdi, letteralmente ” il legittimo inviato”) alla fine dei tempi.

    Nacque così una fede nel redentore che era ed è accompagnata da utopie sociopolitiche.

    Perciò la storia della shia è stata sempre caratterizzata da inquietudine religiosa e politica, ma anche da sincera aspirazione alla salvazione, e ha assunto , in parte, tratti socio- rivoluzionari.

    Sotto molti aspetti, soprattutto quello dei doveri pratici dei fedeli, lo sciitismo non si differenzia radicalmente dall’islam ufficiale però con la concreta speranza in un regno della giustizia e dell’uguaglianza terrena sotto l’iman che ritorna, la shia è diventata nel corso della storia il bacino di raccolta ininterrotta delle persone socialmente insoddisfatte e dei rivoluzionari.

    Con la sua cosmologia e con l’assorbimento di correnti spirituali assai diverse, essa ha esercitato sempre un grande potere d’attrazione sugli intellettuali islamici.
    In alcuni punti, per esempio il messianismo, attesa della salvezza, infallibilità degli iman, la shia si trova concettualmente vicina al cristianesimo e anche all’ebraismo.
    Per quanto riguarda le differenze teologiche si può dire che anche se per lo sciitismo valgono le “5 colonne dell’islam”, esso è contraddistinto da una serie di modifiche e particolarità.

    Ad esempio, gli sciiti aggiungono alla generale professione di fede(shahada) la postilla :” e Alì è amico di Dio”; all’elemosina legale (zaqat) affiancano un altro tributo, già citato nel Corano, il”quinto”, e oltre ai pellegrinaggi alla Mecca( hagg) risultano meritevoli quelli che si effettuano ai sepolcri degli iman, ma a parte ogni divergenza di usanze religiose e comunitarie, e oltre le teorie dello iman mahdi, la divergenza di fondo tra sunniti e sciiti sta nella determinazione della Sunna, e cioè qual è l’autorità che ha il poter di dirimere le controversie e di fissare in ultima istanza la credenza o la pratica religiosa a cui bisogna aderire.

    I sunniti rispondono che è il consenso universale, ma gli sciiti obiettano che tale consenso universale della comunità musulmana non può costituire l’ultima autorità, poichè è precisamente tale consenso che bisogna ottenere, e d’altra parte non vi è nell’islam un concilio o istituzione qualsiasi che possa stabilire, provocare o constatare tale consenso universale.
    Tale base profonda della divergenza tra Sunna e Shiia può spiegare sia le violente lotte tra le due tendenze lungo tutta la storia islamica, sia le tensioni attuali e gli atteggiamenti di tipo politico nelle diverse componenti dell’islam moderno.

    La Shiia ha prodotto tre forme principali di essa: la Shiia moderata, media, e estrema (quluww, eccesso) diffuse indifferentemente nel mondo islamico, per cui i conflitti originari si ripetono sugli schemi ideologici del passato, ma con un contenzioso politico che muta a seconda dei tempi e delle situazioni politiche generali o interne.

     
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