SAN NICOLA

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  1. mar-landy
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    Visto che oggi è San Nicola e dove mi trovo in questo momento è giornata di doni per i bambini, e visto che anche Babbo Natale, Santa Klaus, sta per arrivare per il 24/25 è giusto sapere qualcosa su questo santo. A Mira in Turchia c'è un posto tutto dedicato a Papa Noel e anche una bella chiesa.


    SAN NICOLA

    da Wikipedia

    San Nicola di Bari, noto anche come san Nicola di Myra, san Nicola Magno e san Niccolò o san Nicolò (Patara di Licia, 270 circa – Myra, 6 dicembre 343), fu vescovo di Myra in Licia (oggi Demre, nella parte anatolica della Turchia), è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane.

    È famoso anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine al mito di Santa Claus (o Klaus), conosciuto in Italia come Babbo Natale


    image

    Affresco medievale raffigurante san Nicola dalla Chiesa Chiesa di Bojana, presso Sofia (Bulgaria).San Nicola nacque probabilmente a Pàtara di Licia, tra il 260 ed il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti. Cresciuto in un ambiente di fede cristiana, perse prematuramente i genitori a causa della peste. Divenne così erede di un ricco patrimonio che impiegò per aiutare i bisognosi. Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato nella casa dell'uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio.

    Un'altra leggenda non fa riferimento alle figlie del ricco decaduto, ma narra che Nicola, già vescovo resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo episodio san Nicola è venerato come protettore dei bambini.

    In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante le persecuzioni anti-cristiane emanate da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l'attività apostolica. Non è certo se sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325, durante il quale avrebbe condannato duramente l'eresia dell'arianesimo, difendendo la fede cattolica, ma la leggenda ci tramanda che in un momento d'impeto prese a schiaffi Ario. Gli scritti di sant'Andrea di Creta e di san Giovanni Damasceno ci confermano la sua fede ben radicata nei principi dell'ortodossia cattolica.

    Nicola si occupò anche del bene dei suoi concittadini di Myra: ottenne dei rifornimenti durante una grave carestia e ottenne la riduzione delle imposte dall'Imperatore.

    Nicola calmò una furiosa tempesta, scongiurò una carestia, liberò tre ufficiali ingiustamente condannati a morte dall'imperatore Costantino.

    Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell'anno 343, forse nel monastero di Sion. Come si tramanda da secoli è descritto compiere miracoli in vita e in morte; tale tradizione si consolidò ulteriormente nel tempo, anche per il gran numero di eventi prodigiosi a lui imputati e che si diffusero ampiamente in Oriente, a Roma e nell'Italia meridionale. Le sue spoglie furono conservate con grande devozione di popolo, nella cattedrale di Myra fino al 1087. Grande è la venerazione a lui tributata dai cristiani ortodossi.

    La traslazione delle spoglie a Bari

    La Basilica di San Nicola a Bari.
    La cripta di San Nicola di Bari.
    La chiesa di San Nicolò del Lido durante lo Sposalizio del Mare in una tela settecentesca di Francesco Guardi.Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari (al tempo dominio bizantino) e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l'Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimoldo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì delle spoglie di Nicola che giunsero a Bari il 9 maggio 1087.

    Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono[1]. Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell'abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. L'abate promosse tuttavia l'edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da Papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta. Da allora san Nicola divenne patrono di Bari e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 8 maggio (giorno dell'arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città. Il santo era anche presente, fino al XIX secolo, sullo stemma della città tramite un cimiero.

    La traslazione veneziana
    I Veneziani non si rassegnarono all'incursione dei baresi e nel 1099-1100, durante la prima crociata, approdarono a Myra [2], dove fu loro indicato il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano trafugato le ossa. Qualcuno rammentò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti, non sull'altare maggiore, ma in un ambiente secondario. Fu in tale ambiente che i veneziani rinvennero una gran quantità di frammenti ossei che i baresi non avevano potuto prelevare. Questi vennero traslati nell'abbazia di San Nicolò del Lido.[3] San Nicolò venne quindi proclamato protettore della flotta della Serenissima e la chiesa divenne un importante luogo di culto. San Nicolò era infatti il protettore dei marinai, non a caso la Chiesa era collocata sul Porto del Lido, dove finiva la laguna e cominciava il mare aperto. A San Nicolò del Lido terminava l'annuale rito dello sposalizio del Mare.

    Altre reliquie sono conservate a Soriano nel Cimino (VT)[senza fonte].

    Iconografia
    Il suo emblema è il bastone pastorale (simbolo del vescovato) e tre sacchetti di monete (o anche tre palle d'oro) queste in relazione alla leggenda della dote concessa alle tre fanciulle. Tradizionalmente viene quindi rappresentato vestito da vescovo con mitra e pastorale. L'attuale rappresentazione in abito rosso bordato di bianco origina dal poema "A Visit from St. Nicholas" del 1821 di Clement C. Moore, che lo descrisse come un signore allegro e paffutello, contribuendo alla diffusione della figura mitica, folkloristica, di Babbo Natale.

    Nella Chiesa ortodossa russa san Nicola è spesso la terza icona insieme a Cristo e a Maria col bambino nell'iconostasi delle chiese.

    Culto e tradizione

    Statua di san Nicola fatta col cioccolato.
    La statua di San Nicola presente a Bari, esposta durante il giorno della festa del santo patrono in Piazza FerrareseSan Nicola è uno dei santi più popolari del Cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati.

    Il culto si diffuse dapprima in Asia Minore (nel VI secolo ben 25 chiese a Costantinopoli erano a lui dedicate), con pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell’abitato di Myra. Numerosi scritti in greco ed in latino ne fecero progressivamente diffondere la venerazione verso il mondo bizantino-slavo e in Occidente, a partire da Roma e dal Meridione d'Italia, allora soggetto a Bisanzio. Secondo la tradizione, Nicola aiutò tre ragazze che non potevano sposarsi per mancanza di dote, gettando sacchetti di denaro dalla finestra nella loro stanza, per tre notti. Per questo è venerato dalle ragazze e dalle donne nubili. Viene festeggiato il 6 dicembre.

    Il santo oggi è patrono di marinai, pescatori, farmacisti, profumieri, bottai, bambini, ragazze da marito, scolari, avvocati nonché delle vittime di errori giudiziari. È patrono inoltre dei mercanti e commercianti e per questo la sua effigie figura nello stemma della Camera di Commercio di Bari.

    Nella provincia di Trieste, nella parte nord-orientale della provincia di Udine, in provincia di Belluno, nella parte nord-orientale del Trentino (il Primiero e la Val di Fiemme) e in tutto l'Alto Adige è una festa molto radicata nella tradizione, come in tutte le terre dell' ex Impero Austrungarico, i bambini scrivono una letterina a san Nicolò (o san Niklaus) che lasciano sul tavolo della cucina e la mattina dopo trovano la tavola con mandarini, biscotti, cioccolato, mandorlato e doni; però per i bambini bricconcelli si mette anche un pezzettino di carbone, che adesso è fatto di zucchero. In questa occasione a Trieste si canta la canzoncina:

    « San Nicolò de Bari
    xè la festa dei scolari
    se i scolari no fa festa
    ghe taieremo la testa. »


    A Bari il culto è molto sentito, e il 7 maggio si festeggia il santo con una prolungata festa che ripercorre l'evento della traslazione delle sue ossa nella città, trascinando una caravella sul lungomare.

    A Molfetta e Terlizzi (Bari) c'è una tradizione che ricorre ogni anno il 6 dicembre: si dice che durante la notte, san Nicola porti doni e dolciumi a tutti i bambini, che quindi ricevono il tutto la mattina del 6 dicembre. Nella stessa data viene festeggiato a Salemi (Trapani). A Ganzirri [4], frazione di (Messina) il santo viene festeggiato la seconda domenica d'agosto. La festa è caratterizzata da una spettacolare processione notturna di barche.

    A Lungro (CS) e in tutta l'Eparchia di Lungro, di rito bizantino, San Nicola di Myra è venerato come patrono; nel comune sede dell'Eparchia c'è una tradizione molto radicata per la quale nei tre giorni precedenti la festività, 3, 4 e 5 dicembre, la popolazione realizza dei falò nei vari rioni (gjitonie) del paese, cantando attorno al fuoco in onore del Santo e in previsione del Natale. La vigilia della festa, il 5 dicembre, durante una celebrazione religiosa molto partecipata alla presenza del Vescovo, vengono distribuiti alla popolazione panini benedetti, mentre il 6 dicembre, giorno della festa, dopo la liturgia pontificale della mattina, nel pomeriggio la statua del Santo viene portata in processione lungo le vie del paese.

    A Sant'Egidio del Monte Albino (Sa),viene proclamato patrono il 16 luglio 1702 (insieme a Santa Maria Maddalena e a Sant'Egidio Abate). La Festa Civile si tiene la seconda domenica di Luglio insieme a Maria Santissima delle Grazie. La Festa Religiosa invece cade il 6 dicembre.

    A Gesualdo (Av), dove si venera parte delle reliquie, la Festa patronale di san Nicola viene celebrata il 6 dicembre con la Messa solenne e le invocazioni al Santo.

    A Lattarico (CS) la festa di san Nicola viene celebrata il 6 dicembre con la processione per le vie del paese.

    A Castello di Cisterna (NA) la festa di San Nicola viene celebrata il 6 dicembre con la processione per le vie del paese.

    A Cerzeto (CS) la festa patronale di San Nicola viene celebrata il 9 maggio (ricorrenza della Traslazione) con processione per le vie del paese e durante le celebrazioni liturgiche viene distribuito il "pane di San Nicola".

    A Lettomanoppello si festeggia San Nicola di Bari la prima domenica di ottobre con solenni celebrazioni eucaristiche e con la tradizionale processione, con la venerata statua del santo, partendo e rientrando nella Chiesa Madre Arcipretale dedicata a San Nicola a ricordo del miracolo attribuitogli quando salvò il paese dalle incursioni saracene facendo apparire all'esercito invasore un manipolo di vecchi, che avevano posto la statua del santo sul sagrato della chiesa implorando la sua protezione, come un numeroso e potente esercito.

    A Villa d'Aiano (Bo) si festeggia San Nicola di Bari, meglio conosciuto come San Nicolo', il 6 dicembre. Il Santo è co-Patrono del villaggio assieme a Santa Maria Assunta. Il culto di San Nicolo', in questa parte dell'Appennino bolognese, si perde nel tempo ed è necessario risalire sino al Medioevo.

    A Cansano (AQ) si festeggia San Nicola due volte l'anno, il 26 giugno e il 6 dicembre, e per l'occasione si distribuisce gratuitamente ai fedeli accorsi in chiesa per onorare il Santo il cosiddetto "pane di San Nicola".

    Il culto di san Nicola fu portato a New York dai coloni olandesi (è infatti il protettore della città di Amsterdam), sotto il nome di 'Sinterklaas'.

    Dal XVII secolo san Nicola viene considerato benefattore dei bambini: da allora esiste in molti paesi europei l'uso di mettere la sera del 5 dicembre gli stivali fuori dalla porta di casa in modo che il santo possa riempirli di noci, mandarini e biscotti. Questa tradizione è sentita anche in Italia a Belluno, nella provincia di Trieste, in tutta l'Alto Adige, Monfalcone( ex provincia di Trieste ), Bari e Gualdo Tadino.

    In alcuni paesi dell'Europa orientale, la tradizione vuole che porti una verga ai bambini non meritevoli, con cui i genitori possono poi punirli.

    Edited by mar-landy - 6/12/2010, 20:54
     
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