SAN NICOLA

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    Visto che oggi è San Nicola e dove mi trovo in questo momento è giornata di doni per i bambini, e visto che anche Babbo Natale, Santa Klaus, sta per arrivare per il 24/25 è giusto sapere qualcosa su questo santo. A Mira in Turchia c'è un posto tutto dedicato a Papa Noel e anche una bella chiesa.


    SAN NICOLA

    da Wikipedia

    San Nicola di Bari, noto anche come san Nicola di Myra, san Nicola Magno e san Niccolò o san Nicolò (Patara di Licia, 270 circa – Myra, 6 dicembre 343), fu vescovo di Myra in Licia (oggi Demre, nella parte anatolica della Turchia), è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane.

    È famoso anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine al mito di Santa Claus (o Klaus), conosciuto in Italia come Babbo Natale


    image

    Affresco medievale raffigurante san Nicola dalla Chiesa Chiesa di Bojana, presso Sofia (Bulgaria).San Nicola nacque probabilmente a Pàtara di Licia, tra il 260 ed il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti. Cresciuto in un ambiente di fede cristiana, perse prematuramente i genitori a causa della peste. Divenne così erede di un ricco patrimonio che impiegò per aiutare i bisognosi. Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato nella casa dell'uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio.

    Un'altra leggenda non fa riferimento alle figlie del ricco decaduto, ma narra che Nicola, già vescovo resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo episodio san Nicola è venerato come protettore dei bambini.

    In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante le persecuzioni anti-cristiane emanate da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l'attività apostolica. Non è certo se sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325, durante il quale avrebbe condannato duramente l'eresia dell'arianesimo, difendendo la fede cattolica, ma la leggenda ci tramanda che in un momento d'impeto prese a schiaffi Ario. Gli scritti di sant'Andrea di Creta e di san Giovanni Damasceno ci confermano la sua fede ben radicata nei principi dell'ortodossia cattolica.

    Nicola si occupò anche del bene dei suoi concittadini di Myra: ottenne dei rifornimenti durante una grave carestia e ottenne la riduzione delle imposte dall'Imperatore.

    Nicola calmò una furiosa tempesta, scongiurò una carestia, liberò tre ufficiali ingiustamente condannati a morte dall'imperatore Costantino.

    Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell'anno 343, forse nel monastero di Sion. Come si tramanda da secoli è descritto compiere miracoli in vita e in morte; tale tradizione si consolidò ulteriormente nel tempo, anche per il gran numero di eventi prodigiosi a lui imputati e che si diffusero ampiamente in Oriente, a Roma e nell'Italia meridionale. Le sue spoglie furono conservate con grande devozione di popolo, nella cattedrale di Myra fino al 1087. Grande è la venerazione a lui tributata dai cristiani ortodossi.

    La traslazione delle spoglie a Bari

    La Basilica di San Nicola a Bari.
    La cripta di San Nicola di Bari.
    La chiesa di San Nicolò del Lido durante lo Sposalizio del Mare in una tela settecentesca di Francesco Guardi.Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari (al tempo dominio bizantino) e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l'Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimoldo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì delle spoglie di Nicola che giunsero a Bari il 9 maggio 1087.

    Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono[1]. Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell'abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. L'abate promosse tuttavia l'edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da Papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta. Da allora san Nicola divenne patrono di Bari e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 8 maggio (giorno dell'arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città. Il santo era anche presente, fino al XIX secolo, sullo stemma della città tramite un cimiero.

    La traslazione veneziana
    I Veneziani non si rassegnarono all'incursione dei baresi e nel 1099-1100, durante la prima crociata, approdarono a Myra [2], dove fu loro indicato il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano trafugato le ossa. Qualcuno rammentò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti, non sull'altare maggiore, ma in un ambiente secondario. Fu in tale ambiente che i veneziani rinvennero una gran quantità di frammenti ossei che i baresi non avevano potuto prelevare. Questi vennero traslati nell'abbazia di San Nicolò del Lido.[3] San Nicolò venne quindi proclamato protettore della flotta della Serenissima e la chiesa divenne un importante luogo di culto. San Nicolò era infatti il protettore dei marinai, non a caso la Chiesa era collocata sul Porto del Lido, dove finiva la laguna e cominciava il mare aperto. A San Nicolò del Lido terminava l'annuale rito dello sposalizio del Mare.

    Altre reliquie sono conservate a Soriano nel Cimino (VT)[senza fonte].

    Iconografia
    Il suo emblema è il bastone pastorale (simbolo del vescovato) e tre sacchetti di monete (o anche tre palle d'oro) queste in relazione alla leggenda della dote concessa alle tre fanciulle. Tradizionalmente viene quindi rappresentato vestito da vescovo con mitra e pastorale. L'attuale rappresentazione in abito rosso bordato di bianco origina dal poema "A Visit from St. Nicholas" del 1821 di Clement C. Moore, che lo descrisse come un signore allegro e paffutello, contribuendo alla diffusione della figura mitica, folkloristica, di Babbo Natale.

    Nella Chiesa ortodossa russa san Nicola è spesso la terza icona insieme a Cristo e a Maria col bambino nell'iconostasi delle chiese.

    Culto e tradizione

    Statua di san Nicola fatta col cioccolato.
    La statua di San Nicola presente a Bari, esposta durante il giorno della festa del santo patrono in Piazza FerrareseSan Nicola è uno dei santi più popolari del Cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati.

    Il culto si diffuse dapprima in Asia Minore (nel VI secolo ben 25 chiese a Costantinopoli erano a lui dedicate), con pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell’abitato di Myra. Numerosi scritti in greco ed in latino ne fecero progressivamente diffondere la venerazione verso il mondo bizantino-slavo e in Occidente, a partire da Roma e dal Meridione d'Italia, allora soggetto a Bisanzio. Secondo la tradizione, Nicola aiutò tre ragazze che non potevano sposarsi per mancanza di dote, gettando sacchetti di denaro dalla finestra nella loro stanza, per tre notti. Per questo è venerato dalle ragazze e dalle donne nubili. Viene festeggiato il 6 dicembre.

    Il santo oggi è patrono di marinai, pescatori, farmacisti, profumieri, bottai, bambini, ragazze da marito, scolari, avvocati nonché delle vittime di errori giudiziari. È patrono inoltre dei mercanti e commercianti e per questo la sua effigie figura nello stemma della Camera di Commercio di Bari.

    Nella provincia di Trieste, nella parte nord-orientale della provincia di Udine, in provincia di Belluno, nella parte nord-orientale del Trentino (il Primiero e la Val di Fiemme) e in tutto l'Alto Adige è una festa molto radicata nella tradizione, come in tutte le terre dell' ex Impero Austrungarico, i bambini scrivono una letterina a san Nicolò (o san Niklaus) che lasciano sul tavolo della cucina e la mattina dopo trovano la tavola con mandarini, biscotti, cioccolato, mandorlato e doni; però per i bambini bricconcelli si mette anche un pezzettino di carbone, che adesso è fatto di zucchero. In questa occasione a Trieste si canta la canzoncina:

    « San Nicolò de Bari
    xè la festa dei scolari
    se i scolari no fa festa
    ghe taieremo la testa. »


    A Bari il culto è molto sentito, e il 7 maggio si festeggia il santo con una prolungata festa che ripercorre l'evento della traslazione delle sue ossa nella città, trascinando una caravella sul lungomare.

    A Molfetta e Terlizzi (Bari) c'è una tradizione che ricorre ogni anno il 6 dicembre: si dice che durante la notte, san Nicola porti doni e dolciumi a tutti i bambini, che quindi ricevono il tutto la mattina del 6 dicembre. Nella stessa data viene festeggiato a Salemi (Trapani). A Ganzirri [4], frazione di (Messina) il santo viene festeggiato la seconda domenica d'agosto. La festa è caratterizzata da una spettacolare processione notturna di barche.

    A Lungro (CS) e in tutta l'Eparchia di Lungro, di rito bizantino, San Nicola di Myra è venerato come patrono; nel comune sede dell'Eparchia c'è una tradizione molto radicata per la quale nei tre giorni precedenti la festività, 3, 4 e 5 dicembre, la popolazione realizza dei falò nei vari rioni (gjitonie) del paese, cantando attorno al fuoco in onore del Santo e in previsione del Natale. La vigilia della festa, il 5 dicembre, durante una celebrazione religiosa molto partecipata alla presenza del Vescovo, vengono distribuiti alla popolazione panini benedetti, mentre il 6 dicembre, giorno della festa, dopo la liturgia pontificale della mattina, nel pomeriggio la statua del Santo viene portata in processione lungo le vie del paese.

    A Sant'Egidio del Monte Albino (Sa),viene proclamato patrono il 16 luglio 1702 (insieme a Santa Maria Maddalena e a Sant'Egidio Abate). La Festa Civile si tiene la seconda domenica di Luglio insieme a Maria Santissima delle Grazie. La Festa Religiosa invece cade il 6 dicembre.

    A Gesualdo (Av), dove si venera parte delle reliquie, la Festa patronale di san Nicola viene celebrata il 6 dicembre con la Messa solenne e le invocazioni al Santo.

    A Lattarico (CS) la festa di san Nicola viene celebrata il 6 dicembre con la processione per le vie del paese.

    A Castello di Cisterna (NA) la festa di San Nicola viene celebrata il 6 dicembre con la processione per le vie del paese.

    A Cerzeto (CS) la festa patronale di San Nicola viene celebrata il 9 maggio (ricorrenza della Traslazione) con processione per le vie del paese e durante le celebrazioni liturgiche viene distribuito il "pane di San Nicola".

    A Lettomanoppello si festeggia San Nicola di Bari la prima domenica di ottobre con solenni celebrazioni eucaristiche e con la tradizionale processione, con la venerata statua del santo, partendo e rientrando nella Chiesa Madre Arcipretale dedicata a San Nicola a ricordo del miracolo attribuitogli quando salvò il paese dalle incursioni saracene facendo apparire all'esercito invasore un manipolo di vecchi, che avevano posto la statua del santo sul sagrato della chiesa implorando la sua protezione, come un numeroso e potente esercito.

    A Villa d'Aiano (Bo) si festeggia San Nicola di Bari, meglio conosciuto come San Nicolo', il 6 dicembre. Il Santo è co-Patrono del villaggio assieme a Santa Maria Assunta. Il culto di San Nicolo', in questa parte dell'Appennino bolognese, si perde nel tempo ed è necessario risalire sino al Medioevo.

    A Cansano (AQ) si festeggia San Nicola due volte l'anno, il 26 giugno e il 6 dicembre, e per l'occasione si distribuisce gratuitamente ai fedeli accorsi in chiesa per onorare il Santo il cosiddetto "pane di San Nicola".

    Il culto di san Nicola fu portato a New York dai coloni olandesi (è infatti il protettore della città di Amsterdam), sotto il nome di 'Sinterklaas'.

    Dal XVII secolo san Nicola viene considerato benefattore dei bambini: da allora esiste in molti paesi europei l'uso di mettere la sera del 5 dicembre gli stivali fuori dalla porta di casa in modo che il santo possa riempirli di noci, mandarini e biscotti. Questa tradizione è sentita anche in Italia a Belluno, nella provincia di Trieste, in tutta l'Alto Adige, Monfalcone( ex provincia di Trieste ), Bari e Gualdo Tadino.

    In alcuni paesi dell'Europa orientale, la tradizione vuole che porti una verga ai bambini non meritevoli, con cui i genitori possono poi punirli.

    Edited by mar-landy - 6/12/2010, 20:54
     
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  2. NeoNata
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    Si, Mar, anche in Romania il Babbo Nicola (Mos Nicolae) porta dei regali ogni anno ai bambini ed anche agli adulti. Lui non porta dei regali costosi, piutosto dei dolci ed oggetti utili e, quasi tutti tra i regalli ricevono una verga, bella infatti, cioe` decorata, considerandosi da noi un bel scherzo. Stasera, se mi permettera la connessione, provero' farvi vedere una verga di questo tipo. Quella ricevuta di me dal Babbo. Penso che merita condividerla con voi... Hi, hi, hi! :wub:
     
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    Sarebbe interessantissimo, grazie Nata!
    Penso che sia il giorno dei regali del cuore, senza regali costosissimi. Io conoscevo questo santo solo come Babbo Natale che da noi in Liguria, anche a me da piccola, portava i regali il 24 di notte.
    Ricevevo dolci o carbone dolce (perchè non ero stata troppo buona) per la Befana, il 6 gennaio, che però da noi a quei tempi era poco popolare ma i regalini erano in pratica come quelli di San Nicola del 6 dicembre, semplici!
     
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  4. NeoNata
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    Infatti essere buono 100% e` difficile anche per gli adulti, per i bambini ovviamente che diventa impossibile.
    Riguardo alla verga, si dice che all'inizio si trattava di una verga di melo e che il bambino che riceveva la verga, la metteva in acqua, tenendola al caldo ed alla luce e, se fioriva per il Natale, significava che era stato perdonato. A me fa tenerezza questa spiegazione, cioe` il bambino si sviluppava cosi il senso della responsabilita`, prendendosi cura di una verga che poteva diventare qualcosa di bello. OK! Ora vi faccio vedere la verga ricevuta dal Babbo :



    Ed ora guardate in che meraviglia di decorazione per le Feste si puo trasformare una umile verga ed altri elementi naturali :

     
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    Grazie di averla postata Nata, le cose semplici sono sempre le più belle!!
     
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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    Bello Nata!!
     
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  7. NeoNata
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    Ecco un nuovo motivo di gioia per me... Infatti, non sono riuscita resistere alla tentazione di comprar questa decorazione per le Feste. Si tratta di un 'sopporto' di candele, con 4 candele piccole.
     
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    Bello, ma poi accendi le candele? Può essere pericoloso, immagino!!
     
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  9. NeoNata
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    Eh, io spero non rappresentar nessun perricolo... Si mette dritta sulla tavola la decorazione ed i posti dove si mettono le candelle sono fatti dal metallo... Tuttavia meglio far prima una prova in cucina, per non rischiar accendermi tutta la famiglia di Natale. :lol:
     
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    San Nicola, altrimenti noto come "Babbo Natale", è una figura dall'importante valenza simbolica. In questo articolo, Peter Roche de Coppens ci insegna a decifrare il messaggio insito nella figura dell'uomo vestito di rosso e con la barba bianca, più famoso del mondo...!


    Bari è conosciuta attraverso il mondo, soprattutto per la sua famosa basilica di San Nicola forse più noto sotto il nome di “Babbo Natale”. Nella basilica troviamo una statua del Santo avvolto in vesti contenenti molto oro e con il “pastorale” tenuto nella mano destra, terminante in alto con una specie di “spirale”. In questo saggio vi propongo di riflettere e meditare un po’ sulla figura di San Nicola, sul suo simbolismo in particolare e su quello generale. Che cosa rappresenta veramente San Nicola, perché è diventato così famoso nel mondo, per tanti secoli e non soltanto nella religione cristiana; e come mai fu adottato, come logo o “archetipo” dalla compagnia Coca Cola nel 1946 assicurando così, almeno in parte e per il potere evocatorio della sua immagine, il grande successo di questa compagnia? Forse, ancora più importante, che cosa rappresenta per la città di Bari e per ognuno voi, il suo simbolismo e quali le implicazioni psicospirituali ed esistenziali? Che contributi può offrire, espresso con un linguaggio moderno e “scientifico”, e così arricchire la nostra vita?

    Con l’inverno, ogni anno, arriva anche Natale con tutti i suoi misteri e il suo simbolismo multidimensionale e profondo. In questa stagione, vorrei dunque parlarvi un po’ del simbolismo, i misteri e i tesori di questa grande festa cristiana, iniziando proprio da San Nicola, figura mitica molto ben conosciuta, ma generalmente poco capita.

    Per comprenderla ed interpretarla in modo semplice e pratico, è essenziale conoscere il linguaggio simbolico e analogico così come la grande analogia del microcosmo e macrocosmo. Questo, in quanto San Nicola stesso, “Babbo Natale”, è un grande simbolo, archetipo o “mandala”, con un significato preciso e varie implicazioni ed applicazioni specifiche.

    Per incominciare, notiamo che in ogni lingua esistono tre sublingue distinte e specifiche: il linguaggio di tutti i giorni che adopera parole come “unità” di base per comunicare idee e sentimenti; il linguaggio della scienza che adopera concetti per trasmettere solo idee e, quando è più rigoroso, solo un’idea con un punto di riferimento empirico. Infine abbiamo il linguaggio della religione e della spiritualità, che adopera simboli, immagini e archetipi, per comunicare pensieri emozioni ed intuizioni in particolare.

    Le parole e i concetti sono termini statici, descrittivi ed analitici, paragonabili a una fotografia che rappresenta un oggetto o concezione ben definiti. I simboli, immagini ed archetipi, invece, sono termini dinamici con molteplici implicazioni ed applicazioni ed essi costituiscono una funzione del livello di coscienza e di essere della persona che li adopera, e che possono essere paragonati a un film. In termini pratici e concreti questo significa che ogni simbolo deve essere “elaborato” e interpretato dalla persona che lo adopera, personalizzandolo e operazionalizzandolo per poi incarnarlo! Immagini e simboli sono dunque come una “miniera” che va esplorata e scavata in tale modo da poter unire ed integrare le loro due polarità, quella universale e generica, con quella personale e specifica della persona che li adopera in quel momento particolare della sua vita e al suo livello di coscienza e di essere.

    Quindi, mentre le parole del linguaggio di tutti giorni hanno uno o alcuni significati relativamente ben definiti e precisi, i concetti della scienza hanno un solo significato specifico e preciso con un punto di riferimento empirico; ma i simboli, le immagini e gli archetipi del linguaggio della religione e della spiritualità ne hanno tanti! Come tali, non possono essere trasmessi o “insegnati” ad altre persone e richiedono sempre un lavoro personale che una volta veniva chiamato la lectio divina.

    Per quanto riguarda la grande analogia del microcosmo e macrocosmo, qui l’insight, o l’intuizione e realizzazione fondamentale, è molto semplice: tutto ciò che esiste nel mondo e nella storia, cioè all’esterno dell’uomo, esiste pure all’interno del suo essere e della sua coscienza. L’essere umano è quindi un vero ologramma del Tutto, una replica e sintesi di tutto ciò che esiste, e il punto d’incontro di tutte le dimensioni e aspetti della realtà. Per di più, questo significa che “solo il simile può conoscere il simile” come afferma un vecchio assioma ermetico; in altre parole, se una persona desidera vedere, interagire e fare scambi con qualche cosa che esiste nel mondo, deve prima attivare il suo aspetto corrispondente nel suo essere e nella sua coscienza. In questo senso, siccome la realtà è una trinità che include un aspetto fisico, psichico e spirituale, così anche l’uomo è un essere spirituale, psichico e fisico.

    Il bastone del vescovo, il “pastorale”, è una bellissima immagine, simbolo e archetipo, di quello che io chiamo “l’asse verticale della coscienza”, cioè la dimensione “verticale” o qualititiva della coscienza umana. Questo “asse verticale” costituisce l’intuizione, la “pietra angolare” del mio pensiero e della mia opera, che aiuta a comprendere in modo razionale e coerente tutte le differenze, i paradossi e le contraddizioni che costellano l’esperienza umana. In particolare, è fondamentale per capire la natura, la dinamica e le manifestazioni dei simboli e archetipi i quali, essendo una funzione del nostro livello di coscienza e di essere, si trasformano e veicolano differenti implicazioni e applicazioni quando cambiamo il nostro livello di coscienza e di essere. Ci dice anche che “in alto” (ai livelli di coscienza superiori) tutto diventa semplice, chiaro e interconnesso, mentre “in basso” (ai livelli di coscienza inferiori) tutto diventa complicato, confuso e disconnesso!

    Forse è per questo che il grande saggio e fondatore della psicosintesi, Roberto Assagioli, amava ripetere: “In basso non ci sono più soluzioni, mentre in alto non esistono problemi” e quindi l’unica via di uscita per i nostri problemi e sfide attuali, si trova nell’espansione ed elevazione del nostro livello di coscienza. Un altro simbolo, immagine e archetipo, molto simile a quello del “pastorale”, è il famoso caduceo, simbolo della medicina” il quale ha vari significati., implicazioni ed applicazioni, a vari livelli di coscienza e di essere. Uno in particolare è quello di rappresentare le tre grandi tappe nell’evoluzione della medicina: prima tappa, quella fisica o biochimica, seconda, quella psichica o psicosociale e terza, quella spirituale dove incomincia la linea causale per la maggioranza delle nostre patologie e malattie. Ma torniamo al simbolismo di “Babbo Natale”...

    Circa un secolo fa, una bambina americana, Virginia, scrisse una lettera all’editore di Time Magazine, dicendo: “Mia madre afferma che Babbo Natale esiste, mio fratello invece ne nega l’esistenza, mentre mio padre dice che se lei pubblica qualche cosa su questo argomento, una risposta circa il suo esistere o no, allora questa sarà la verità! Babbo Natale esiste veramente?”. L’editore le rispose: “Cara Virginia, Babbo Natale è sempre esistito ed esisterà sempre”, ma non le spiegò chi fosse veramente questo mitico personaggio. Ed è proprio quello che vorrei fare ora con voi in chiave simbolica e spirituale.

    Babbo Natale o San Nicola è, innanzitutto, un archetipo, un “simbolo” che rappresenta tutti quanti noi, cioè l’essere umano realizzato, quindi non quello che siamo oggi, ma quello che potremmo diventare un giorno. Sono questi il suo “segreto” e fascino, e la ragione per la quale troviamo questo simbolo non solo in tanti paesi e culture, ma anche in tante religioni. Nel Giudaismo mistico, Babbo Natale non è altro che “l’Anziano dei Giorni” della Cabala, l’immagine di Keter, del centro psicospirituale della testa. Nelle religioni teutoniche e nordiche era Wotan, ecc.

    Ora, vi suggerisco un esercizio di visualizzazione e meditazione per aiutarvi a capire meglio e a vivere nella vostra interiorità, la maggior parte dei significati simbolici di questa grande e “magica” figura.

    Cercate un posto comfortevole, seduti o sdraiati, fate uno sforzo d’introversione, ritirando la vostra attenzione ed energie dal mondo fisico esteriore per rifocalizzarle sul mondo psichico interiore. Respirate ritmicamente e poi evocate e visualizzate la classica figura di Babbo Natale o di San Nicola. Qui, davanti a voi, sta un uomo vecchio, con i capelli e la barba bianchi, con i guanti bianchi e con un mantello rosso. Questo personaggio ha pure una slitta trainata da renne o cavalli alati (quindi che volano), e porta regali ai bambini del mondo. Guardando questo “mandala” o simbolo “composito”, ora ne isoliamo le diverse componenti… Ecco cosa troviamo:

    - Un uomo anziano che rappresenta una “vecchia anima”, ossia una persona evoluta con tanta esperienza della vita terrena.
    - I capelli e la barba bianca rappresentano la saggezza.
    - I guanti bianchi rappresentano la purezza.
    - Il mantello rosso è il simbolo della manifestazione dello spirito nella materia.
    - Le renne o i cavalli alati sono il simbolo del potere di bilocazione, dei “viaggi fuori dal corpo” o dell’”esteriorizzazione del corpo astrale”.
    - Il fatto che porti regali ai bambini ha un duplice significato. Quando una persona passa dal “regno o dominio della personalità” a quello dell’anima, oppure dalla sua “natura inferiore” a quella “superiore”, allora prova molto più gioia nel donare, nel fare regali, che non nel ricevere cose. Il secondo significato è ancora più semplice, quando se ne possiede la chiave interpretativa. Le “anime evolute”, i Saggi e Santi, percepiscono e definiscono gli esseri umani (al nostro livello di coscienza e di essere collettivo) come dei “bambini che combinano tanti guai e che non sanno quello che fanno”. Questo permette loro di accettare tante cose che, altrimenti, sarebbero inaccettabili o imperdonabili (la cattiveria, la violenza, le menzogne e ipocrisie, ecc.) e quindi di evitare molti conflitti, frustrazioni e depressioni se, non addirittura, l’odio verso gli esseri umani!

    In conclusione, Babbo Natale non è altro che il simbolo o l’immagine dell’essere realizzato, di quello che tutti noi saremo un giorno. Evocare e meditare su questa immagine ci aiuta ad accelerare la nostra evoluzione e a realizzare ciò che essa rappresenta. In particolare, San Nicola rappresenta la persona che noi diventeremo quando arriveremo al 5° livello di coscienza, quello “dell’adulto”, così come a un livello superiore (per maggiori, più precisi e tecnici dettagli sullevoluzione della coscienza umana e i suoi vari livelli, vedere il mio libro The Great Theory of Human and Spiritual Evolution, Xlibris, 2009). In sostanza questa visualizzazione e meditazione ci danno uno “scorcio” e un “assaggio” di quello che saremo quando arriveremo alla nostra maturità e a un livello di coscienza superiore.

    In particolare, questo potrà donare significato e speranza alla nostra mente, motivazione e gioia al nostro cuore, e vita e vitalità alla nostra volontà. In questo modo, ci aiuterà a capire, realizzare e vivere quelli che sono i grandi obiettivi della medicina integrativa dell’avvenire la quale riconoscerà e integrerà la dimensione spirituale, cioè la pace e la serenità, l’accettazione ed il perdono, il poter apprezzare e ringraziare per tutto quello che viviamo, sia a livello positivo che negativo. Quindi poter vivere senza paura e angoscia, senza colpevolezza e violenza, ed essere capaci di uscire fuori dalla gabbia del nostro ego e dunque poter dire e vivere l’antico proverbio romano “Nihil humanum alienum a me puto”. Questo significa poter dire un grande “Sì” alla vita, aprendosi a tutto ciò che essa e il nostro destino possono riservarci.

    A livello della salute e del benessere, questo è veramente essenziale, in quanto la scienza di punta e le ultime scoperte della psicoimmunologia hanno dimostrato che tutto ciò che noi viviamo nel nostro corpo, a livello biochimico, può solo essere un “effetto”, sintomo e sindrome… ma non le cause che invece si situano ad un livello superiore e non fisico. Non solo, il nostro Creatore ci ha anche dotati di meccanismi di autoriparazione che lavorano ventiquattr’ore su ventiquattro, per riarmonizzarci e guarirci da tutte le patologie. Questo è quello che la medicina integrativa chiama “l’asse PNEI” cioè la connessione fra la nostra psiche, il nostro sistema nervoso, endocrinologico ed immunitario. Sono proprio questi sistemi che possono mantenerci in vita e guarirci da tutte le malattie conosciute e sconosciute... a condizione di avere il cibo giusto, l’energia e l’informazione necessaria e che ciò faccia parte del nostro destino.

    In altre parole, la vera “panacea” o medicina universale, non è altro che lo stato di coscienza della persona dove lei può sentirsi in pace e rimanere serena, succeda quello che succeda nel mondo… dove può accettare e perdonare tutto ciò che le può capitare e tutte le sue debolezze così come i torti che gli altri possono averle fatto… e dove può apprezzare e ringraziare il cielo per tutto ciò che vive e che può capitarle. Qui la linea causale è molto chiara, anche se rimane sempre una funzione del livello di coscienza e di essere della persona: la dimensione spirituale agisce su quella mentale ed emotiva le quali, a loro volta, agiscono sulla vitalità e sull’informazione di cui dispone la persona per guidare e strutturare il suo corpo fisico.

    Ricapitolando e in conclusione, possiamo dire che l’imperativo essenziale dell’essere umano è quello di crescere, evolvere, attualizzare il suo enorme potenziale e tutte le sue facoltà, per così arrivare al grande traguardo che, per il cristianesimo cattolico e orientale, è la theosis. Fondamentale per la sua crescita ed evoluzione è l’espansione e l’elevazione della sua coscienza. A questo livello, una buona conoscenza del linguaggio simbolico e analogico unita alla grande analogia microcosmo-macrocosmo e a un lavoro personale, si mostrano essere delle condizioni sine qua non. Qui il simbolo, l’immagine e l’archetipo di San Nicola o Babbo Natale, ci può essere di grande aiuto con i suoi vari simboli specifici i quali ci aiutano a rispondere alle grandi sfide della nostra epoca così come a risolvere i suoi maggiori problemi.

    A livello schematico e sistematico possiamo dunque dire:

    - L’uomo non è solo o abbandonato in un mondo oscuro, complesso e doloroso; una grande Forza e Intelligenza, che lo hanno creato, lo sostengono e lo aiutano nella sua lunga evoluzione e divenire, in tale modo che nulla accade a caso o va mai perso. Il mondo umano e spirituale è retto da Leggi altrettanto precise e inviolabili di quelle della fisica, astronomia, chimica o biologia (per più dettagli vedi l’opera di Pietro Ubaldi, e in particolare i suoi libri Il Sistema e La Legge di Dio). L’uomo quindi ha già tutta la conoscenza e gli strumenti necessari per realizzare se stesso... ma ancora a livello superconscio e non conscio.

    - Esistono esseri umani più evoluti di noi e che hanno realizzato livelli di coscienza e di essere superiori, per guidarci e aiutarci nella nostra lunga evoluzione e divenire. San Nicola, che sia esistito come personaggio storico o che esista solo come simbolo ed archetipo, non è importante di per sé; invece lo è riuscire a decodificare, comprendere ed utilizzare ciò che il suo simbolo e archetipo ci trasmettono.

    - Anche noi arriveremo un giorno alla nostra età adulta (per me tecnicamente il 5° livello di coscienza, dove la grazia divina completa lo sforzo umano) dove la Luce scende per ispirare e vivificare la mente portandoci così alla vera Vita promessa da Gesù (e da tuti i Santi e Saggi autentici)… dove possiamo ottenere e vivere la vera conoscenza, il vero amore e la vera volonta’… dove possiamo quindi arrivare alla salute globale, alla pace profonda, alla giustizia autentica e alla piena gioia e beatitudine.

    - Per arrivare a questo è necessario conseguire la vera conoscenza di sé, la padronanza delle nostre energie e facoltà, e l’integrazione del nostro essere intorno all’io umano che poi si unisce al Sé spirituale.

    - Per la nostra salute e benessere globale, è necessario poter risolvere “l’enigma della Sfinge” cioè poter rispondere al problema della nostra identità (chi sono io veramente?), delle nostre origini (da dove vengo?), del nostro destino (dove vado?) e del nostro dovere in questo mondo (perché siamo nati in questo mondo e cosa vale la pena fare?); è anche necessario potere arrivare alla pace, alla serenità, all’accettazione, al perdono e a poter apprezzare e ringraziare il cielo per le opportunità che ci sono offerte in questo mondo.

    - Per risolvere la grande crisi globale della nostra epoca, che io chiamo la “crisi dell’adolescenza” con il suo “esame di maturità”, che si profila davanti a noi, è essenziale cambiare i nostri valori, priorità e stili di vita che non sono sostenibili. In particolare, è fondamentale poter passare dalla ricchezza materiale e secondaria (i beni materiali e i soldi) a quella primaria, umana e spirituale. Essa non è altro che la conoscenza, l’amore e la volontà, i nostri attributi ontologici che condividiamo con il nostro Creatore, ma ovviamente su una scala molto ridotta. La nostra vera ricchezza interiore e spirituale è la nostra intelligenza, la nostra capacità di capire o l’informazione… è la nostra capacità di amare, di sentire e di apprezzare ciò che desideriamo, facciamo e viviamo… è la nostra capacità di esprimerci e di creare. In nuce questo significa scambiare il lingotto d’oro (archetipo della ricchezza materiale) per la luce spirituale (i biofotoni che emaniamo da tutte le nostre cellule e organi tramite i nostri centri psicospirituali) la quale allora riempie e colora la nostra aura. Qui scopriamo il significato più profondo del colore oro usato dall’arte sacra per circondare le figure di Santi e Saggi di tutte le varie tradizioni; in particolare lo vediamo tutto intorno alla statua di San Nicola e nelle sue rappresentazioni nella basilica di Bari.

    - Per poter capire e realizzare tutto ciò una cosa è veramente essenziale: crescere, trasformare ed elevare il nostro livello di coscienza e di essere, per arrivare al 5° livello dove incomincia la vera Vita con le sue caratteristiche distintive... che abbiamo sempre cercato, coscientemente o incoscientemente, e che tutte le religioni e persino la scienza hanno promesso... ma non ancora realizzato! Forse è per questo che Gesù ripeteva “Cercate prima il Regno dei Cieli (la coscienza spirituale) e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date (la vera conoscenza, amore e volontà, la salute globale, la pace autentica, la vera giustizia e la beatitudine)”. E’ probabile che sia arrivato il momento (cioè il nostro livello di evoluzione e di coscienza) dove possiamo finalmente capire e realizzare queste cose meravigliose.

    Quindi partendo da un simbolo, immagine e archetipo, noto in tutto il mondo e proveniente da varie tradizioni, quello di San Nicola o “Babbo Natale”, che ha reso famosa la città di Bari con la sua cattedrale e basilica, siamo approdati a un’arte di vivere; abbiamo scoperto alcune chiavi essenziali del linguaggio simbolico e analogico con l’analogia fondamentale del microcosmo-macrocosmo, per capire meglio chi siamo e quello che siamo venuti a fare in questo mondo. In particolare, per avere qualche “chiave di lettura” della religione la quale nel XXI secolo deve riunirsi e integrarsi con la scienza, diventata la via regia della conoscenza valida. Fin quando l’essere umano si trovava e funzionava solo a livello della sua personalità (tecnicamente dal 1° al 4° livello di coscienza e di essere), religione e scienza non potevano essere se non opposte l’una all’altra e farsi la guerra. Ma una volta arrivati a livello dell’anima (tecnicamente dal 5° al 7° livello), queste due grandi forze essenziali, che hanno sempre guidato e forgiato l’essere umano ed il suo destino, dovranno necessariamente riconciliarsi e completarsi, ognuna offrendo il meglio di quanto ha da dare a livello specifico!

    Tutto questo per dire che vale veramente la pena visualizzare, riflettere e meditare sulla figura di San Nicola; recarsi alla cattedrale e alla basilica per fare un viaggio all’interno della nostra psiche... la quale è in esse rappresentata come in qualsiasi altra chiesa, tempio o moschea, costruiti con la geometria sacra e con una conoscenza del linguaggio simbolico e analogico. Queste sacre costruzioni, più che luoghi di culto o di turismo, sono strumenti per trasformare ed elevare il nostro livello di coscienza e far scendere la Luce.

    Vi abbiamo offerto alcune chiavi di lettura spirituali così come un modello per elaborare, decodificare e integrare il simbolismo universale della religione e della spiritualità autentica, affinché possiate integrarli con il vostro personale e unico contributo e così poterlo vivere e incarnare. Questo lavoro potete farlo solo voi, ognuno di voi, e potete anche impiegare questo approccio, con i suoi strumenti di lavoro per decodificare ed incarnare altri aspetti, immagini e archetipi della religione, rendendola veramente universale, conscia, viva, ispirata e ispirante… e non più tribale, inconscia, meccanica e inefficace a livello empirico.

    Un altro esempio, pratico e concreto, potrebbe essere quello dei Re Magi e dei loro regali che troviamo nella storia e nel Presepio. Visti sotto questa prospettiva e con queste “chiavi di lettura”, i tre Re Magi rappresentano nel microcosmo, cioè nel vostro essere e nella vostra coscienza, le tre vie regie che portano la persona a ricongiungersi coscientemente con la Realtà Ultima che noi chiamiamo Dio: la via gnostica o della conoscenza, la via mistica o dell’amore, e la via eroica o del potere e della volontà. Qui, i tre regali: l’oro, l’incenso e la mirra rappresentano rispettivamente la conoscenza umana, l’amore umano e la volontà umana. Questi possono essere vivificati e trasfigurati dalla Luce (la Grazia) in conoscenza divina, amore divino e volontà divina, riconnettendo e armonizzando così l’essere umano con la grande Catena dell’Essere e con la Fonte inesauribile di Vita, Amore e Saggezza che è il Sé spirituale, il Signore o la nostra scintilla divina. La tradizione spirituale contiene grandi misteri e ancora più grandi tesori, ma sta a voi scoprirli e di manifestarli, cosa che farete quando arriverete al 5° livello di coscienza e di essere... simboleggiante la vera e piena età adulta!

    http://www.nonsoloanima.tv/index.php?contr...article_id=1377
     
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    Tiriamo su questo post visto che oggi è San Nicola e che in certe zone dell'Italia porta regali o dolcetti. Ho visto che sta uscendo il film Krampus, horror-commedia che riprende una delle antiche tradizioni di San Nikolaus, i Krampus sono gli accompagnatori del Santo, dei diavoletti!! gif
     
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10 replies since 6/12/2010, 20:14   602 views
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