vampiri

un pò di storia

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    Visto l'imperversare di serial e film sui vampiri, mi sembra giusto vedere da dove originano queste leggendarie figure.

    tratto da : misteri dal mondo forum attivo.com


    Vampiri: le loro origini attraverso la storia.



    Sentiamo spesso parlare di queste figure misteriose. Molto spesso associamo la parola vampiro alla figura del conte Dracula come ce lo ha presentato anni fa lo scrittore Bram Stoker. E da quel momento in poi siamo soliti pensare a lui, senza considerare però che la storia del vampiro ha radici che affondano nei meandri perduti del tempo.

    Per capire davvero chi sono, o meglio cosa sono i vampiri dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di molti e molti anni, dobbiamo tornare al tempo delle prime grandi civiltà, e solo allora potremo viaggiare nel tempo sino ad arrivare ai giorni nostri. Solo alla fine di questo lungo ed appassionante viaggio capiremo chi è in realtà il vampiro, e come mai è oggi una figura così affascinante, e perché è diventata la figura più commercializzata e che più volte è comparsa sui nostri teleschermi in moltissime versioni e in con tanti volti diversi. Certo non possiamo fare paragoni tra il classico interpretato da Bela Lugosi e l’odierno vampiro che è molto più raffinato nei tratti del volto, e molto più aristocratico, capace di mescolarsi alle persone e scegliere con cura la propria vittima, affascinandola con il suo sguardo magnetico.

    Ma prima di parlare di tutto questo iniziamo il nostro viaggio nel tempo.

    Iniziamo con il dire che il termine vampiro è stato coniato di recente, esso è molto diffuso nel bacino dell’europa occidentale ed è di origine slava. E’ un termine composto da una radice “pi” che sta ad indicare stregone ed al verbo “wempti” che significa bere. Da qui ne discende il termine completo di stregone che beve ovvero un maestro del male che beve sangue se così vogliamo intenderlo.

    Cenni Storici


    La prima testimonianza scritta che fa riferimento ad un vampiro è possibile trovarla ancora oggi al British Museum. Su di una tavoletta babilonese vi sono incise delle formule magiche allo scopo di proteggersi dai vampiri. Ma possiamo anche spostarci nella regione in cui si insediarono i Sumeri e trovare un'altra forma di vampiro, ben diversa da quella alla quale siamo abituati a pensare. I sumeri credevano in un demone di nome Lilith, raffigurata spesso sotto forma di una bella fanciulla che si nutriva esclusivamente di sangue e del seme degli uomini. Questa figura fu poi trasformata dagli Ebrei nella prima moglie di Adamo, raffigurandola come un essere perfido, e che darà vita poi ad una altra figura vampiresca della Lamia presente nella tradizione greco-romana.

    Esistono poi tantissime altre forme di vampiro disseminate nel tempo e tra le civiltà, vale quindi la pena ricordare il vrykolakas dei greci e gli upir della Russia, i polong della Malesia. Mentre in Dalmazia ed in Albania troviamo la figura locale del Vukodlak. In Indonesia invece c’è la figura del Langsuir, un demone che prenderebbe vita da donne morte durante il parto e che ritornino a camminare tra i vivi per succhiare il sangue dei bambini appena nati.

    Se ci spostiamo in Africa, possiamo però imbatterci nella tribù degli Ashanti, i quali conservano la figura del vampiro all’interno del proprio patrimonio folkloristico.

    Anche sulle montagne dell’Atlante possiamo trovare un'altra figura di vampiro, ovvero la donna vampiro che succhia sangue dalle dita.
    All’interno del continente nero, possiamo imbatterci in forme diverse di vampirismo, ognuno dei quali è identificato con un nome specifico.

    L’Asasabonsam, è un demone che, appollaiato sulla cime degli alberi, attira le proprie vittime e le dilania con le dita dei piedi.
    L’Obayifo, è invece il più pericoloso tra essi, in quanto dopo aver assunto forma umana, succhia il sangue dei bambini, e poi percorre in lungo ed in largo grandi distanze distruggendo i raccolti.

    Il Loango, è il nome con il quale si identifica lo spirito irrequieto di uno stregone defunto, che lasciata la sua tomba, si avventura alla ricerca di vittime del cui sangue si nutre, senza fare alcuna differenza tra esseri umani o animali.

    Per difendersi da questi vampiri, i metodi utilizzati differiscono poco da quelli ormai molto noti e tramandateci dalla tradizione del vampiro della transilvania: il corpo del vampiro deve essere bruciato in una notte senza luna o inchiodato saldamente al suolo. E’ essenziale che il vampiro venga ridotto in cenere, in quanto potrebbe rinascere da un suo qualsiasi frammento.

    Spostandoci nel continente del nord america, si nota che la figura del vampiro è molto diffusa tra i pellerossa. Nella loro cultura, il vampiro con cui abbiamo a che fare anziché nutrirsi di sangue, prefrisce la materia celebrale, aspirandola per mezzo del suo lungo naso, introdotta nell’orecchio della vittima. Nell’america del sud invece esiste una leggenda, ritrovata poi anche nella Grecia antica, secondo la quale sarebbe possibile tramutarsi in un vampiro semplicemente ingerendo della carne di pecora sbranata da un lupo. Diviene facile notare la connessione tra la figura del vampiro e quella del lupo mannaro in questo caso.

    Spostandoci in Cile, possiamo avere a che fare con il chon chon, mentre spostandoci molto indietro nel tempo sino al tempo degli Aztechi troviamo il ciupipiltin, una figura pericolosissima che prenderebbe vita, come visto in precedenza nel caso dell’Indonesia, da donne morte durante il parto.
    Sempre nel folklore cileno incontriamo un altro tipo di vampiro, rappresentato da una “Bella donna” vestita di nero che impugnando una sciarpa rossa in una mano, e nell’altra un coltello, cerca le sue vittime, piantando nel loro cuore il coltello stesso, per poi bere il loro sangue. In altre regioni, affianco a questa figura troviamo quella non più umana ma animale di un serpente alato denominato Pihuncen capace di succhiare il sangue a distanza.

    Lasciando il nuovo mondo, ritorniamo nel vecchio, e più precisamente nel mondo arabo, dove la figura del vampiro esiste. Egli è una figura che infesta i cimiteri e le strade deserte, assaltando i viandanti solitari e nutrendosi al solito del loro sangue.

    Nell’antica Assiria, archeologi ed assiriologi hanno trovato numerose rappresentazioni grafiche di un vampiro copulante con una donna dal capo mozzo. Questo vampiro prende il nome di Ekimmu.

    Gli Assiri erano soliti credere, come del resto gran parte delle civiltà del mondo hanno fatto in seguito, che per divenire Ekimmu era sufficiente che il corpo di un defunto non fosse seppellito secondo i dettami religiosi. Le anime di questi defunti sarebbero allora condannate a girovagare per la terra dei vivi seminando morte. La stessa sorte toccherebbe a coloro che in giovane età spirano o che muoiono di morte violenta.
    Spostiamoci ora in Cina, terra di vampiri molto interessanti. Tra i tanti annoveriamo il Ch’ing Shin, un demone che si insedia nel corpo senza vita ed impedendone la decomposizione, inducendolo a cibarsi di carne umana (potremmo dire una sorta di zombie).

    Ma anche nella penisola italica, nell’antichità non mancavano i vampiri, difatti presso gli etruschi si ricordano i Lemures, anime dei corpi capaci di tornare in vita, ed anche l’antica Roma non fa eccezione. Difatti i romani avevano un corpo di sacerdoti esperti e di chiaroveggenti addetti a combattere le Lamiae.

    In ultimo vi cito un altro caso interessante di vampiro che è possibile trovare nel folklore della Malesia, il suo nome è Bajang. E’ un demone di sesso femminile, in grado di assumere le sembianze di un gatto, e di aggirarsi tra le case in piena notte miagolando. La Bajang è in grado di sedurre chi l’abbia catturata, dando poi vita ad esseri che somigliano molto ad elfi. Dopo questa breve rassegna di vampiri sparsi in tutto il mondo sin dalle antiche civiltà, è facile rendersi conto come essi abbiano popolato i sogni delle persone, e le leggende che sono nate per poi giungere sino a noi. Potrei dilungarmi molto descrivendone molte altre, ma come il lettore avrà ben capito essi sono accomunati da un unico comune denominatore, prendere la vita dei vivi.

    Per definizione classica, potremmo però identificare il vampiro in maniera più semplice, ovvero come una creatura, perché di questo si tratta, che possa tornare in vita dopo la morte per nutrirsi della linfa vitale degli uomini vivi e così molto spesso, per impedire loro di tornare, in alcune necropoli venivano messi degli enormi massi sul corpo del presunto vampiro per impedirgli di lasciare la propria tomba.


    Perché la figura del vampiro nasce?



    Dietro l’immagine del vampiro vi sono però numerose spiegazioni razionali (prescindendo al momento le numerose evidenze storiche che vi sono a supporto della loro ipotetica reale esistenza).

    In molte tradizioni il vampiro è un figlio illegittimo o ancora bambini nati già con i denti, o assassini, ladri, o donne morte durante il parto. Se facciamo mente locale alla cosi detta caccia alle streghe, possiamo ben dire che era vampiro colui o colei che violava i principali “tabù” della religione locale. Difatti il selvaggio, di una primitiva tribù, oggi come ieri, crede in una religione che non impone solo dei precetti positivi, ma anche quelli negativi, ovvero tutto ciò che non deve essere fatto, e che ha preso con il tempo il nome di Tabù. E’ abbastanza lampante proprio l’analogia con le cosi dette streghe a lungo perseguitate dalla chiesa, in un periodo in cui l’ignoranza era molto diffusa.

    Violando uno di questi adempimenti, il credente entra in una vorticosa spirale di causa-effetto che finisce per diventare, per lui, dannosa se no addirittura mortale. J. Frazer nel suo libro, “il ramo d’oro” cita ad esempio una serie infinita di tabù. Tra le tribù africane, ad esempio, si crede che se durante la caccia, una moglie sia stata infedele con suo marito, egli sarà morso da un serpente e morirà, dando così vita alla teoria del “non morto”, ovvero l’uomo che torna dall’oltretomba per vendicare il tabù violato.

    Ma la figura del vampiro, che affonda le sue radici proprio alla nascita della religione, e quindi alla distinzione di bene dal male, ha a che fare con la paura dei morti, comune a tutte le culture, ed in particolare si ha paura di quei morti che hanno ancora qualcosa da regolare se così vogliamo dire nel mondo dei vivi. Ecco perché essi ritornano alla morte di una donna durante il parto, o quando un bambino in fasce muore e tutti gli esempi finora citati.

    Nasce a questo punto in ogni tribù, in ogni cultura la necessità di dare l’estremo saluto al defunto per far si che egli possa finalmente lasciare il mondo dei vivi, per il mondo dei morti per non ritornare, nasce la necessità del rito funebre.

    Non era insolito nel passato attribuire l’intervento del maligno in caso di epidemia, o di morte per una malattia sconosciuta.

    E’ risaputo che l’epidemia contagia chi è vicino al malato, e quindi in un periodo in cui la vita di famiglia era di tipo patriarcale, i primi ad ammalarsi erano proprio i parenti, e da qui l’idea secondo la quale il vampiro attacca per primo proprio i parenti più stretti. Da queste paure, è subentrata l’usanza della cremazione per le culture orientali, o l’usanza dei nativi americani di far spolpare i resti del cadavere dagli animali.

    Quindi se capitava di avere a che fare con un defunto in “odore di vampirismo” si applicavano tutti i metodi conosciuti ed in voga affinché non potesse ritornare.

    Tutte queste usanze, rituali o modi di pensare possono sembrare al lettore moderno lontani retaggi culturali di popoli ignoranti e molto distanti da noi. Ma non possiamo nascondere che anche qui in Italia si sono ritrovati resti di un defunto in “odore di vampirismo” secondo la sua gente.
    A Trani in Puglia in provincia di Bari, sono state scoperte le tombe di “vampiri”.

    Infatti in uno scavo condotto a Trani, in particolare in località “Capo Colonna” sono emersi due sepolcri databili al IX- VIII sec A.C. con dei particolari che hanno lasciato sconcertati i ricercatori. Nella prima sepoltura era deposto un individuo in posizione inginocchiata schiacciato da un lastrone posto alle sue spalle, mentre nella seconda tomba, molto più grande, sono stati ritrovati i resti di tre defunti anch’essi con un masso. L’area era sicuramente un luogo di culto, e questo sarebbe testimoniato dal monastero di Capo Colonna ancora visitabile. Già nel passato erano stati scoperti reperti di epoca micenea e tardo-ellenica, reperti che però stranamente non sono mai stati resi noti né pubblici. L’ultimo scavo però ha portato alla luce una struttura le cui pareti esterne, costituite da grandi lastroni, avevano la particolarità di essere infisse nel terreno. Tra i diversi reperti trovati è stato segnalato su di un frammento uno strano disegno di un “animale” bipede con una notevole cresta e una coda di rettile. Ma le particolarità, già non poco rilevanti, non si esauriscono qui, infatti è stata anche ritrovata una fossa circolare di cui si ignora la funzione all’interno della quale sono state infisse delle pareti verticali. Per quanto riguarda le due tombe, poi , la più piccola è posizionata fuori dal recinto dell’edificio, mentre la seconda è all’interno dello stesso e entrambe non hanno alcun corredo funerario. Doveva sicuramente trattarsi di personaggi stranissimi e che non dovevano in alcun modo ritornare tra i vivi. Questo sono le prime strutture di questo genere ritrovate in Italia, ma non nel resto del mondo. (Notizia ritrovabile su Gazzetta del Mezzogiorno 3 Marzo 2002).


    Il vampiro è esistito oppure no?


    Come mai oggi alcuni asseriscono che il vampiro esiste o almeno sia esistito realmente? E chi può dire che non sia solo frutto di quelle paure innate nell’uomo di cui abbiamo parlato poco fa? Nel passato credere all’esistenza di esseri incredibili come streghe e vampiri era la cosa più normale nel mondo. Però l’antropologia (scienza che studia l’uomo e la sua cultura) ci dice che molte leggende sono nate attorno a fatti realmente avvenuti. Quando un fatto strano accade, l’uomo sente il bisogno di spiegarlo in qualche modo. E nel passato quando la moltitudine di persone versava in condizioni di analfabetismo ed ignoranza diffusa, venivano fuori le teorie più strane. Solo oggi ci sembra logico ed ovvio che l’interpretazione debba essere scientifica e razionale, anche se addentrandoci in questo campo dovremmo ben distinguere, il razionale e lo scientifico da insabbiamento di ciò che non si vuole far conoscere alla popolazione mondiale e quello che noi possiamo conoscere riconoscendo i nostri limiti attuali.

    Consideriamo ora due episodi famosi avvenuti tra il finire del 1600 e l’inizio del 1700: l’epidemia di vampirismo nei Balcani nel vecchio mondo, e la caccia alle streghe di Salem nella nuova Inghilterra.

    Nel settecento, età della ragione come si suole definirla, nei Balcani i casi di epidemie vampiriche non furono poche. Questi fatti furono riportati dai giornali e suscitarono come era logico clamore e preoccupazione in Europa. Si formarono due grandi schieramenti: da un alto chi credeva ciecamente nella loro esistenza, e dall’altra un esiguo numeri di uomini composto da filosofi illuministi per esempio che liquidarono la faccenda come frutto della superstizione. Alcune recenti analisi storico scientifiche hanno gettato però nuova luce su quello che potrebbe essere in realtà accaduto in quel tempo. Secondo la tradizione, il vampiro a tutti noto in Occidente è una persona che apparentemente morta ritorna in vita durante la notte e vaga alla ricerca delle sue vittime per poterne succhiare il sangue dopo averle morse con i suoi denti aguzzi. In seguito al morso le vittime divengono vampiri a loro volta generando appunta una generazione di vampiri che si moltiplica a dismisura ogni notte.

    Di giorno mentre riposa, il corpo del vampiro è intatto, e se scoperto può essere distrutto impedendo che egli possa continuare a ritornare nel mondo dei vivi. Insieme alla sua morte a seconda delle leggende è possibile che i vampiri da lui generati muoiano.

    Il neurologo spagnolo Juan Gòmez-Alonso prendendo spunto da queste leggende e dal folklore che avvolge la culture dei paesi dell’est, ha analizzato il fenomeno alla luce delle moderne conoscenze mediche. Il risultato dell’indagine ha evidenziato notevoli somiglianze tra i casi di rabbia e quelli di presunto vampirismo. Difatti proprio nel periodo in cui nei Balcani venivano dichiarati casi di epidemie di vampirismo, emergevano anche casi di rabbia in cani, lupi ed altri animali selvatici. Una serie di errori di valutazione nel riconoscere i sintomi della rabbia, insieme ad associazioni completamente sbagliate, avrebbero portato gli abitanti dei villaggi balcanici a credere di essere vittime di vampiri. Ma cosa portò al fraintendimento che avrebbe impedito di riconoscere la malattia? Nell’inverno tra il 1731 e il 1732 nel villaggio di Medveja, vicino a Belgrado, un soldato morì dopo essere tornato dalla Grecia ed aver dichiarato di essere stato morso da un vampiro mentre era in quel paese. Poco dopo molti abitanti del posto, dichiararono di averlo visto girare di notte e si lamentarono di strane debolezze. Venne quindi a quel punto riesumato i corpo del soldato, sul quale furono ritrovati i “segni del vampirismo” sotto forma di sangue alla bocca. Come rimedio gli fu conficcato un paletto nel cuore. Sembrava che tutto fosse finito lì ma alcuni anni dopo fu segnalata nello stesso villaggio un epidemia di vampirismo. Furono allora riesumati numerosi corpi, e su 14 di questi si ritrovarono gli inconfondibili segni del vampiro. Si ricorse alla cremazione dei corpi.

    L’errore fondamentale è stato quello di non riconoscere che i corpi potevano trovarsi in quelle condizioni per cause naturali, e da qui l’identificazione di quei corpi con i presunti vampiri. Si potrebbe a questo punto pensare che i vampiri non esistono e che si sia assistito ad un fenomeno di isteria di massa, il che storicamente e clinicamente sarebbe già provato in altre circostanze, ma è possibile che ci sia sempre trovati di fronte a casi di isteria di massa? Possibile che in ogni caso di presunto vampiro si sia sbagliata la “diagnosi”. Purtroppo sono documenti e fatti del passato le cui tracce sono giunte a noi in forma molto debole, e se a questo aggiungiamo la nostra arroganza di poter spiegare tutto con il lume della ragione non riconoscendo i nostri limiti potremmo molto spesso cadere in errore.

    Poco dopo lo svolgersi degli eventi appena raccontati, l’abate francese Augustin Calmet, in un suo trattato dove esaminava il caso ebbe cura di distinguere due figure di vampiro: “il vampiro giacente” e il “vampiro vagante”. Il primo sarebbe la creatura che resta nella propria tomba, mentre il secondo è quello che vaga in cerca delle sue vittime.

    C’è da chiedersi però come mai i corpi riesumati si presentavano nella loro forma vivente? Ovvero come mai quei corpi sembravano apparentemente vivi?

    Oggi la medicina ci ha dimostrato che la conservazione dei corpi potrebbe avvenire semplicemente a causa della bassa temperatura, oppure attraverso un processo detto di “saponificazione” che può avvenire nei luoghi umidi. In questo caso i tessuti sottocutanei si trasformano in una sostanza molto simile alla cera che permette la conservazione dei corpi per molto tempo. Le ragioni per cui, invece, molti corpi furono trovati pieni di liquido e con schiuma e sangue intorno alla bocca diventano molto più comprensibili se tralasciamo per un attimo la teoria del vampiro e prendiamo in considerazione il decorso della rabbia.

    La rabbia come oggi ben sappiamo è una malattia di origine virale trasmessa dagli animali, e che nell’uomo in otto casi su dieci, evolve in encefalite che colpisce il sistema limbico. Questa è la zona più primitiva dell’uomo e che gioca un ruolo fondamentale nel controllo delle sue emozioni e nel suo comportamento.

    Oggi la forma di rabbia detta furiosa, prima molto diffusa, e quasi completamente scomparsa grazie alle vaccinazioni, e perché l’aggressività con la quale si presenta è direttamente proporzionale al livello culturale del malato.

    Poniamoci ora per un attimo nelle condizioni in cui vivevano i contadini del settecento dei paesi Balcanici. Erano zone completamente povere, analfabete, e quindi con un grado culturale molto basso, il che potrebbe aver accentuato l’evidenziarsi della malattia. Secondo Gòmez-Alonso, considerate le suddette condizioni, potrebbe anche essere accaduto che il contagio avvenisse da uomo ad uomo, cosa che ormai è inosservabile nella nostra epoca. Ma come si manifesta questa malattia? Che sintomi ha?

    Dopo un incubazione che può andare dalle due settimane ai due mesi, i sintomi con i quali si presenta sono rappresentati da segni di inquietudine, tendenza a vagare in stato confusionale, terrore, insonnia e spasmi. In ultima fase subentra poi la paralisi che porta al coma ed infine alla morte per soffocamento.

    Questa condizione finale porterebbe alla presenza di liquidi all’interno del corpo dei presunti vampiri.

    E’ stato infatti osservato che nei casi di morte per shock, collasso, asfissia, il sangue tende a conservarsi nei cadaveri più a lungo. Sarebbero a detta di alcuni esperti, queste le circostanze che hanno portato ad identificare in tali cadaveri dei presunti vampiri. Inoltre si ricorda che la moltitudine di vampiri che popolano le leggende sono generalmente maschi, e la rabbia colpisce sette volte più l’uomo che la donna.
    Inoltre contrazioni facciali, l’avversione per la luce e gli specchi ed una sessualità iperattiva nei malati di rabbia, fanno coincidere le credenze popolari sui vampiri con i casi clinici di rabbia. Le leggende intorno ai vampiri circa le loro possibili trasformazioni da pseudo esseri umani in lupi, pipistrelli o altri animali, sarebbero invece da ricondurre al fatto che la rabbia è una malattia “zoonosi isosintomatica” ovvero presenta le stesse caratteristiche negli uomini ed in certi animali.

    Durante il 1700, quando la discussione sul vampirismo era molto accesa, come abbiamo detto si formarono due schieramenti, uno credente nella reale esistenza dei vampiri, altri contrari e che liquidavano la faccenda come frutto della superstizione. Il filosofo francese Jean-Jacques Rousseau dichiarava: “Se c’è al mondo una storia ben documentata è quella dei vampiri. Non manca niente: testimonianze orali, testimonianze di persone degne di fede, di chirurghi, preti e magistrati. Dopo tutto, chi vorrebbe credere nei vampiri?” Alla luce delle ultime ipotesi non furono più credibili nemmeno coloro che avevano in primo tempo liquidato la faccenda con tanta superficialità.

    Tutti gli episodi che si svolsero in quei tempi, le discussioni, le testimonianze, e le prove, dovrebbero a questo farci camminare con più cautela in questo strano mondo che è quello dei vampiri, prima di far coincidere il vampirismo con un semplice caso di rabbia. Le analogie ci sono, ma non è detto che tutti i casi siano riconducibili ad essa. Non dimentichiamo che i dato che gli antropologi hanno raccolto sul vampirismo variano in base al tempo e alla collocazione geografica. In molte leggende dell’est europeo, ad esempio, il vampiro contagia o fa morire le sue vittime senza dover ricorrere al morso fatale, ma semplicemente con il contatto o con lo sguardo. Quello che sembra certo è che nel 1770, in corrispondenza dei sintomi della rabbia che si accaniva su quella regione, le popolazioni dei Balcani incorporano i sintomi della rabbia con il più antico folklore che circondava le leggende sui vampiri. Non si dimentichi però che ancora oggi in quelle regioni, al momento della sepoltura ci sono rituali ben precisi seguiti da famiglie con radici affondate in quelle terre, in quanto la credenza nel vampiro non è mai scomparsa del tutto, nonostante oggi si possa affermare di vivere in un epoca di completa lucidità razionale.

    Nel 1692, qualche anno prima che l’Europa fosse attraversata dalla bufera del vampirismo, nella cittadina di Salem, in una regione del Nord America, da poco colonizzata dai padri pellegrini, un gruppo di bambine iniziarono a comportarsi in modo assai strano. Piangevano, ed accusavano disturbi, ed infine camminavano a quattro zampe. Una di esse affermò di essere stata minacciata da una strega. Tra esse c’era anche Betty Parris, figlia del pastore protestante. Tutte le bambine furono interrogate, ed esse accusarono di stregoneria una schiava delle Barbados che le aveva intrattenute con giochetti magici, oltre ad una megera disprezzata da tutti e a una prostituta. Con questo episodio prese il via una serie di arresti ed un vortice di processi, impiccagioni e roghi che toccò il culmine quando si raggiunsero i 200 arresti. Fu allora che il governatore del Massachusetts proclamò un amnistia generale, in quanto erano ora in pericolo i vertici della colonia stessa.

    Generalmente questo episodio è passato alla storia come scena di follia collettiva che portò alla “caccia alle streghe”. La comunità puritana che si era insediata in quelle terre, viveva una vita rigida, dove le emozioni, ed i piaceri del corpo erano repressi, ma gli studiosi hanno fatto notare come la tesi secondo la quale siamo di fronte ad un episodio di isteria collettiva non basta a spiegare lo svolgersi dei fatti. Anche se le sollecitazioni psicologiche possono creare ansia ed eccitazione, non arrivano a produrre un’ epidemia di disturbi nervosi che possono portare fino alla morte.
    La caccia alle streghe di Salem durò in tutto dieci mesi. L’analisi delle condizioni ambientali portò a dare ragione a chi credeva ad una intossicazione da ergot. L’ergotismo ha come effetti principali, perdita delle unghie, delle dita e degli arti che sono di tipo cancrenoso. Oppure può presentarsi con effetti di tipo convulsivo, con disfunzioni nervose e stati confusionali, visioni, ed allucinazioni, tremori , spasimi, e febbre intermittenti. Nel 40% dei casi il risultato finale era la morte.

    Si noti anche come il culmine delle accuse si raggiunse quando l’intera popolazione consumò le provviste del cereale contaminato nei magazzini. Anche i dati climatici, raccolti grazie alle dimensioni degli anelli degli alberi, sembrano indicare che quel periodo fosse molto favorevole alla crescita di quel particolare fungo. Da ultimo, dobbiamo ricordare che, l’aumento della popolazione di Salem in quel periodo avrebbe portato ad uno sfruttamento agricolo delle zone paludose bonificate, un tipo di terreno adatto alla coltivazione della segale ma anche fortemente a rischio di infezione da parte dell’ergot. I disturbi del sistema nervoso hanno sempre turbato ogni tipo di società.

    Questa è ovviamente una delle possibili spiegazioni. Purtroppo come detto in precedenza date le labili tracce giunte fino a noi dei casi di epidemia di vampirismo poco possiamo accertare di cosa accadde realmente, e possiamo solo ipotizzare che alla luce di quello che sappiamo in tutti i casi ci sia stato un fraintendimento nell’analisi delle salme, e delle condizioni.

    Uno dei casi invece più fortemente discussi è quello accaduto nel 1732 in quanto documentato in maniera ufficiale da persone che hanno giurato ciò che hanno scritto. Nel 1728 a seguito della pace di Passarowitz, una parte della Serbia e della Valacchia passò all’Austria, la quale si trovò a dover fronteggiare dei casi alquanto singolari. I fatti raccontati furono questi: persone decedute che, nella tomba seguitavano a vivere, e in circostanze speciali vi uscivano per andare a suggere il sangue di persone viventi per poter sopravvivere nella loro pseudo vita. Il governo austriaco, in seguito ai rapporti riguardanti questi strani casi, decise di nominare una commissione di giudici, ufficiali, scienziati, medici con l’incarico di indagare su questi casi.

    Uno dei rapporti è datato al 1732, nel villaggio di Meduegya apparvero, non per la prima volta, dei vampiri e così l’Alto comando inviò due ufficiali di nome Buttner e Von Lindenfel accompagnati da un chirurgo, il dottor Fleckingen, e due assistenti. Dagli abitanti vennero a sapere che cinque anni prima il servo confinario ungherese Arnold Pole, era già stato tormentato da un vampiro a Gossaowa, ed era morto rompendosi l’osso del collo. Nel giro di 20-30 giorni dal suo decesso, quattro persone che avevano testimoniato contro di lui morirono. Accadde così che dopo 10 giorni dagli infausti eventi lo disseppellirono. Quello che trovarono fu, un cadavere ancora fresco ed incorrotto con sangue fresco agli occhi e scorrente dal naso alla bocca, tanto da rendere sanguinolenti tutti i panni da cui era circondato, e con unghie e pelle rinnovate. Per ucciderlo definitivamente, come era consuetudine, lo colpirono con una freccia al cuore facendogli emettere un lamento ben percepibile mentre un fiotto di sangue usciva dal suo corpo. In seguito tutte le sue vittime furono bruciate al fine di evitare che anch’esse ritornassero al mondo dei vivi sotto forma di vampiri.
    Un testimone oculare (che non viene citato nel rapporto) raccontò che quella sera cui si andò a disseppellire Pole, lo si trovò come un vivente, con gli occhi aperti a metà, vivi, e con il cuore ancora pulsante. Il corpo non presentava mobilità o pieghevolezza, risultava completamente incorrotto.
    Oggi sappiamo, rileggendo questo rapporto, che ogni stranezza rilevata potrebbe essere spiegata dal punto di vista medico senza alcun problema,come ad esempio la mancata mobilità degli arti, che è associata al subentro del rigor mortis, o il presunto rinnovo delle unghie le quali sembrano più lunghe in seguito al ritiro della pelle intorno a quella zona, Ogni stranezza oggi trova spiegazione, eppure c’è ancora da chiedersi se è così o se è tutto frutto della nostra volontà di trovare una spiegazione razionale che ci permetta di dormire sogni tranquilli. E’ mai possibile che tutti i casi di vampirismo siano stati fraintesi? Questa domanda continua a ronzarmi nella testa, ciò vorrebbe significare che abbiamo da sempre assistito a fenomeni di isteria di massa, follia collettiva, fraintendimenti medici, ignoranza diffusa anche laddove c’erano esperti della medicina.
    Ma la storia non ha poi smesso da quel periodo in poi di fornirci altri vampiri, o presunti tali che hanno infestato le strade di tutto il mondo. Qui di seguito un elenco dei casi accertati di vampirismo e ritenuti comunque fasulli o vittime di strane forme di disturbo nervoso da molti esperti:


    1337 Villaggio di Blow (Boemia)

    1345 Villaggio di Lewin (Boemia)

    1560 Gilles Grangier (vampiro francese)

    1600 Clara Geisslerin (vampira tedesca)

    1672 Vampirismo a Salem (Massachusetts)

    1701 Vampirismo a Micene

    1720 Villaggio di Haidam (Kaidam Boemia)

    1725 Kislova (Slovacchia)

    1725 Huebner (vampiro ungherese)

    1730 Processi ed inchieste in Boemia

    1732 Villaggio di Meduegna

    1738 Villaggio di Kisilony (Ungheria)

    1800 Vampirismo in Prussia

    1824 Antoine Leger ( vampiro francese)

    1849 Caso del sergente Bertrand (Francia)

    1870 Biechow (Polonia)

    1872 Vincenzo Verzeni (vampiro italiano)

    1874 William Rose (vampiro statunitense)

    1875 Chicago

    1890 La Chantelouve (vampira francese)

    1891 Walsingham (USA)

    1892 Exter (USA)

    1896 Vampiri nella nuova Inghilterra

    1901 Victor Ardisson (vampiro francese)

    1920 Vampiri in Romania

    1925 Fritz Hartmann (vampiro tedesco)

    1926 Eleonora Zugun ( vampira inglese)

    1931 Peter Kurten (vampiro tedesco)

    1933 vampira portoghese in Francia

    1949 John George Haigh (vampiro inglese)

    1969 Okara (Pakistan)

    1970 Extremadura (Spagna)

    1970 cimitero di Highgate (Londra)

    1972 Kuno Hoffmann (vampiro tedesco)

    1973 Demetrio Myciura (vampiro inglese)

    1974 vampiri in Romania

    1975 Tracy Hobson (vampiro inglese)

    1975 vampiri in Indonesia

    1978 vampiri di Highgate

    1979 Richard Case (vampiro statunitense)

    1980 James Riva (USA)

    1982 Jerry More ( vampiro statunitense)

    1983 Renato Antonio Cirillo (vampiro italiano)


    Come difendersi dai vampiri?


    Le leggende ci hanno tramandato i sistemi più disparati per difenderci ed eliminare in maniera definitiva i vampiri. Non mancano all’interno di questa pratiche però, in special modo nei paesi europei, simboli religiosi cristiani, il che sta ad indicare come la chiesa non se ne sia stata in disparte di fronte a questo fenomeno.

    Se si vuole distruggere un vampiro è necessario porre fine alla pseudo vita del suo corpo non morto. Per fare ciò è necessario trovare il corpo del vampiro, di giorno preferibilmente, e piantargli un paletto di legno, meglio di frassino secondo la tradizione, nel cuore. L’operazione deve essere completata con la recisione del capo che deve essere sotterrato o bruciato lontano dal corpo, per impedire ai suoi poteri rigenerativi di riportare in “vita” il vampiro rendendo vano il lavoro fatto. Compiuta questa operazione il vampiro cessa di esistere, ed il suo corpo giace immobile o si polverizza a seconda delle leggende.

    Vi sono comunque altri metodi efficaci per tenere lontano un vampiro dalla potenziale vittima. Il metodo più conosciuto è l’utilizzo della croce simbolo della religiosità, che ha effetto se si ha fede nell’oggetto. E’ ovviamente questo metodo uno degli influssi della chiesa sul mito del vampiro dovuto al suo vagare anche nella cultura occidentale, fortemente influenzata in quel periodo dall’alone della cristianità. Sotto questo segno molti si sono posti per difendersi da influssi malefici, ed ancora oggi lo facciamo ponendolo affisso su di una parete di una stanza affinché tenga lontano il male. Un altro metodo per tenere lontani i vampiri, sono l’utilizzo di una corona di aglio, o rami di rosa canina che hanno effetto repellente nei suoi confronti. In altre parti del mondo, a seconda della culture in cui il vampiro vive, si utilizzano in sostituzione di questi due oggetti dei ramoscelli di corbezzolo o di sorbo selvatico. In altri ancora è possibile trovare dei piselli e del ferro. Non mancano poi leggende assurde, ad esempio in una si racconta di gettare sassi vicino al vampiro il quale non potrà muoversi prima di aver contato tutti i sassolini, oppure di gettare su di esso una corda con moltissimi nodi. Solo allo scioglimento di tutti i nodi il vampiro avrà la possibilità di muoversi. A tal proposito ricordiamo un'altra leggenda secondo la quale il vampiro può viaggiare oltre la sua terra natia solo se porta con sé della terra prelevata dal suo luogo natale, e che prima del tramonto non gli è possibile superare corsi d’acqua.

    Resta comunque unica la certezza che per abbattere un vampiro e rendere il trapasso ed il riposo eterno alla sua anima, l’arma più efficace sia quella di utilizzare il paletto per terminare la sua pseudo-vita.

    Giungendo al termine di questa prima parte di un argomento quanto mai vasto e ricco di particolari come è quello del vampirismo, c’è solo da chiedersi se i vampiri siano esistiti realmente, e se così fosse perché mai sono spariti? Come mai oggi non ne sentiamo più parlare?
    Possono dunque essere una strana variante dei normali esseri umani? Ad oggi molti sono propensi a credere che i presunti vampiri possano essere vittima di porfiria, oppure di anemia e di tante altre malattie che ben spiegano ogni sintomo, ma può un uomo essere colpito contemporaneamente da tutte le malattie che spiegano i sintomi? Quante probabilità ci sono? E se essi sono ancora tra noi, può essere che siano diventati così furbi da nascondersi ai nostri occhi avendo riconosciuto la nostra totale incapacità di capirli?

    tratto da: misteridalmondo forumattivo.com

    Edited by Nausicaa* - 12/11/2010, 18:12
     
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    Molto interessante Mar!
     
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  3. Salome_06
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    Interessantissimo e molto esauriente!! Grazie! :wub:
     
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  4. Sibilla
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    Interessantissimo post su uno dei miei argomenti preferiti!
    Aggiungo una cosa: uno dei motivi per cui durante le epidemie (quando si aprivano le tombe per mettere altri cadaveri) si penso' ai vampiri erano i denti sporgenti.
    In realtà non vi era alcuna anomalia: i tessuti post mortem cominciano a ritirarsi e così le gengive che lasciavano in mostra i denti.
    Oltre quello che è stato già detto... Aggiungo che l'idea del vampiro che bene sangue era dovuto a dei resti che uscivano dalla bocca del cadavere. Un rivolo scuro.. Che però non era sangue, ma si trattava degli umori della decomposizione che sono marroni scuro.

    Grazie del post!!
     
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3 replies since 12/11/2010, 14:32   369 views
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