L’ Islam di Maometto e il ruolo della donna nella civiltà islamica

di Fata Benedetta

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .

    Esploratore Universale Quantico
    ★☆★☆★☆★☆★☆★☆

    Group
    Pirati
    Posts
    42,752
    Attendibilità/Fiducia
    +24
    Location
    Avalon

    Status
    Offline
    PREMESSA

    La nuova cartografia planetaria mostra come il mondo musulmano occupi una serie di posizioni-chiave nei nuovi sistemi regionali in formazione: quelle dei luoghi di congiunzione delle diverse aree geopolitiche. Lo spazio islamico, strategicamente ridefinito dai soggetti politici che lo animano, si estende dalla sponda nordafricana del Mediterraneo al Sinkiang cinese passando attraverso il delicato scacchiere mediorientale e l’immenso heartland dell’Asia centrale post-sovietica. A questo maggiore peso geopolitico corrisponde però un altissimo livello di instabilità. Le società musulmane appaiono fragili, incerte, alla ricerca di un’identità che l’esperienza della modernità importata dall’Occidente e i movimenti nazionalisti e laicizzanti, travolti dai particolarismi e dalla corruzione, non hanno saputo costruire. Il radicalismo islamico, fenomeno tra i più complessi di questo fine secolo, sembra colmare quel bisogno di identità. Fondato su codici simbolici di origine religiosa che la secolarizzazione ha appannato ma non del tutto rimosso, l’islamismo è insieme un movimento politico sociale che ha dato forma al proprio agire politico sia sul terreno simbolico-religioso sia in quello economico-sociale. L’azione politica islamista reinventa, reinterpretandola, la tradizione religiosa attraverso l’uso di codici simbolici che producono “mobilitazione totale”. Nella concezione dell’ordine politico islamista infatti, almeno sino alla instaurazione della Città di Dio, è la categoria di twawra, (rivoluzione), più che quella di dawla, (Stato), ad essere centrale. Il radicalismo islamico si manifesta dunque come fattore destabilizzante, sia sul piano interno che in quello esterno, degli ordinamenti politici esistenti. È necessario premettere alcune considerazioni generali per cercare di capire perché è così difficile per noi assumere un atteggiamento non preconcetto nei confronti dell'Islam e dei musulmani. Il nostro inconscio collettivo è impregnato di luoghi comuni e pregiudizi, scaturiti da secoli di diffidenza tra musulmani e cristiani e consolidati da frequenti episodi conflitti. Troppo spesso, ci si dimentica che le matrici della civiltà islamica, simbolizzate dall'eredità della Grecia Classica e Ellenistica, sono le nostre stesse matrici. Inoltre, se è vero che la condizione femminile nell'Islam è negativa, in nome di una dichiarata superiorità maschile, quale religione postula il contrario almeno a livello teologico? è vero anche che non è possibile parlare di Islam come fenomeno statico. L'Islam ha più di quattordici secoli di storia, si è modificato nel tempo e si è diversamente manifestato nello spazio. Basti pensare che l'ecumene islamica abbraccia paesi che vanno dall'Europa Orientale all'Africa nera, dal Marocco alla Cina. L'analisi della posizione della donna nelle due civiltà non può partire da un confronto di situazioni disomogenee. In Occidente l'idea prevalente è che l'Islam umilia e annulla lo status della donna relegandola ad una posizione subalterna rispetto all'uomo. Il segno più evidente della sua sottomissione è l'hijab, il velo islamico. La donna musulmana è da sempre nell'immaginario collettivo la "velata", vittima di uno stereotipo che la vede schiava di un marito tiranno, rinchiusa tra le pareti domestiche senza voce. Tuttavia, per evitare stereotipi, la questione femminile va considerata sotto tutti gli aspetti. E’ evidente che sono diversi, nella realtà islamica, le realtà sociali, i livelli culturali, i processi di sviluppo. ‘Tradizionalista' o 'progressista’ urbana o rurale, la realtà varia secondo i paesi e le aree geografiche. Benché una soggiacente unità le accomuni, diversissimi sono tra di loro le società e i loro sistemi politici, A questa varietà di livelli, situazioni, tradizioni locali e radici culturali, si aggiunge oggi il conflitto che oppone un certo feudalesimo patriarcale, trincerato dietro un ostinato rifiuto delle mutazioni sociali e dello sviluppo dello stato di diritto democratico, alle forze che, invece, questo sviluppo auspicano e questo stato difendono. Nel mondo musulmano oggi le forze reazionarie e conservatrici, alleatesi con tutte le forme di controllo politico e con le interpretazioni religiose di tipo fondamentalista – spesso deliranti e lontane dal contenuto spirituale originale – si confrontano con violenza. Per tutti questo motivi è importante che proprio la scuola si faccia carico di far conoscere alle nuove generazioni, gli aspetti più significativi di questo movimento religioso da confrontare con i propri. In questo modo si favorisce una conoscenza reciproca nel rispetto della propria identità.

    Nascita e caratteristiche dell’Islam

    Islam dall'arabo abbandono (è inteso alla volontà di Dio): è il nome della religione fondata da Maometto. Egli Visse tra il 570 e il 632 d.C. a La Mecca e a Medina. I fedeli di questa religione sono i musulmani (dall'arabo muslim, credenti, il termine fu introdotto in Europa dai Bizantini nel Rinascimento). L'Islamismo trova il suo punto di partenza come il Giudaismo ed il Cristianesimo in un libro ispirato direttamente da Dio: Il Corano. Il simbolo dell'Islam è una professione di fede scritta in arabo, che significa praticamente non c'è alcun Dio al di fuori di Allah e Maometto è il suo profeta. Gli Arabi hanno imposto l'Islamismo ai popoli da loro conquistati, eccetto in Europa dove si scontrarono (in Italia, Spagna e Francia) con i Cristiani. Prima della nascita di Maometto e della sua attività profetica, in Arabia vi era un Pantheon di culti religiosi,di tipo polidemonistico (patrimonio delle antiche tribù arabe). Ovvero gli esseri adorati sono abitatori di alcuni luoghi come alberi, sorgenti o monti, ai quali viene conferito un carattere divino tipico delle tradizioni pagane. Oggetto di culto e di adorazione a La Mecca, era la pietra nera. In quell'epoca preislamica gli Arabi furono senza dubbio in contatto con religioni monoteiste quali l'ebraismo e il cristianesimo. A La Mecca vi erano delle comunità ebraiche particolarmente importanti e potenti e le idee monoteiste non erano sicuramente oscure ad una parte dell'élite della popolazione (particolarmente ai membri della famiglia di Maometto). Gli Arabi cristiani, si trovano nello Yemen, a Nejran (dove si sono insediati nel IV secolo) e alla frontiera persiana, ad Hira, sull'Eufrate; sono dei nestoriani; la tradizione musulmana riferisce che Maometto avrebbe conosciuto il cristianesimo alla fiera di Oqaz (vicino a La Mecca) ove avrebbe sentito un predicatore nestoriano. Questa tradizione contrasta il fatto che le concezioni di Maometto sul Giudizio Universale, il destino dell'anima, la vita futura e la resurrezione, così come le sue allusioni ai profeti (di cui i principali sono per lui: Adamo, Noè, Abramo e Gesù), a Maria, al Pentateuco non sembrano provenire dal nestorianesimo. Si è supposto che Maometto abbia potuto accogliere una tradizione giudeo-gnostica. Infine alcuni testi arabi e anche il Corano riferiscono di una tendenza monoteista esistente in alcuni personaggi che non erano né ebrei, né cristiani, né pagani, ma saggi che praticavano la pietà e che venivano chiamati Hanif. La tradizione Hanif si afferma in Arabia prima della predicazione di Maometto e assume dei caratteri che precorrono la stessa religione del Corano. Dal Corano e dalla Sunna si deduce l'insieme delle regole che ordinano la vita del credente: il Fiqh, che è un codice giuridico-teologico. Corano è la traduzione italiana dall'arabo Qur'an, il cui primo significato è messaggio trasmesso per mezzo della parola. Il Corano comprende 114 capitoli chiamati sure (arabo sura) di cui ciascuno porta un titolo e, in sottotitolo, il luogo della rivelazione. La sure sono divise in versetti redatti in prosa ritmata araba. In molti passi, il Corano, presenta analogie con le leggende ebraiche e cristiane, dovute probabilmente ad una assimilazione di carattere orale da parte di Maometto, in quanto egli non sapeva né leggere né scrivere.

    Alla morte di Maometto non ci si accontentò soltanto di trascrivere le rivelazioni che egli aveva ricevuto da Dio per mezzo dell'arcangelo Gabriele, si raccolsero anche i suoi discorsi (hadith), oltre a dei commentari su alcuni passaggi oscuri del Corano e a dei consigli relativi al culto o ad esempi di morale quotidiana. L'insieme degli hadith costituisce la Tradizione (al-Hadith); insieme ai modelli di azione e di comportamento del Profeta, essa costituisce la "Sunna", che è una regola d'azione a partire dal modello di vita del Profeta stesso. Siccome il Corano non stabilisce delle modalità di vita e di preghiera, non soddisfa le esigenze particolari di culto dei singoli uomini; non indica, dunque, i caratteri specifici della vita religiosa islamica. La Sunna soddisfa queste esigenze e completa la predicazione coranica, assumendosi il compito di articolare la vita religiosa, modellata a somiglianza di quella del Profeta.

    Elemento centrale dell'Islam è il carattere monoteistico della dottrina: l'affermazione di un unico Dio che domina il mondo e nello stesso tempo lo trascende. Allah, o più esattamente Al-llah colui che è degno di essere adorato è il Dio che si è rivelato agli uomini nelle "104 scritture sacre", di cui solo 4 sono rimaste: il Pentateuco degli Ebrei, i Salmi di Davide, il Vangelo di Gesù ed il Corano di Maometto. Il Corano è considerato la più completa e la più perfetta di tutte le Scritture.
    Il monoteismo musulmano è analogo a quello degli Ebrei: i profeti ispirati da Dio sono tutti uomini, compreso Gesù. Le credenze dei musulmani, riguardo al destino dell'anima, provengono da rielaborazioni popolari di alcuni passi del Corano. Il fedele regola la propria vita con alcune norme pratiche che rivelano la particolare dedizione alla religione del Corano. Queste prescrizioni pratiche, ancora oggi in vigore, sono particolarmente osservate dall'uomo di religione islamica, il quale celebra il suo sacrificio con gioia e ascetica disposizione.
    La preghiera è il primo dovere del musulmano, che deve pregare cinque volte al giorno: prima e dopo il sorgere del sole, a mezzogiorno, prima e dopo il tramonto del sole; la preghiera può essere rivolta a Dio in un luogo di prosternazione o in tutt'altro luogo. La preghiera musulmana è preceduta da un rito di abluzione.

    Il digiuno durante il mese di Ramadan.

    Il digiuno fu istituito da Maometto a Medina. É un digiuno parziale che impone a tutti i fedeli, fra l'aurora e il crepuscolo, l'astensione completa dal cibo, dalle bevande e dalle relazioni sessuali. Ne sono dispensati i vecchi e i bambini di meno di dieci anni, le donne incinte, le donne al momento delle loro mestruazioni, i malati. 70 giorni dopo ha luogo l'ultimo giorno dell'anno musulmano (il calendario è lunare).
    Il Pellegrinaggio a La Mecca deve essere compiuto da ogni musulmano almeno una volta nella vita. Durante il pellegrinaggio si celebrano feste imponenti, nelle quali vengono ripetuti dei tipici rituali quali il bacio della pietra nera.
    In questo periodo:
    - Tutti i musulmani sono circoncisi (non è una prescrizione coranica, ma un' usanza).
    - I divieti alimentari sono numerosi: le bevande alcoliche, la carne di maiale, la carne di animali morti naturalmente o uccisi contrariamente ai riti sono proibiti.
    La rappresentazione delle immagini umane è proibita; non è una proibizione coranica, ed è attualmente molto poco osservata.
    Un argomento così pregnante e anche così attuale come questo che intendo proporre ai ragazzi merita una prima fase di conoscenza, anche se elementare, degli elementi fondamentali che caratterizzano l’Islam. Mi sembra opportuno per procedere con ordine e sistematicità.

    Aspetti particolari dell’Islam

    La guerra santa ( jihad ) è sia una lotta interna che deve condurre il credente contro le proprie passioni e i suoi istinti pagani, che una lotta esterna, di carattere militare, contro i pagani, i politeisti e gli idolatri. Contrariamente a ciò che si crede in generale, è raccomandata la monogamia, e la poligamia è solo permessa. Per poligamia bisogna intendere sia la poligamia legale (un musulmano ha diritto, al massimo, a quattro spose), che la poligamia di fatto, che riguarda le concubine (il numero di concubine non è limitato). La vita del Profeta ci è nota soltanto grazie alla tradizione islamica, come la vita di Gesù tramite la religione cristiana; in altri termini, la leggenda dorata si fonde costantemente con i racconti storici ed è difficile intraprendere una sintesi oggettiva. L'anno di nascita di Maometto non è molto chiaro, e l'unica data sicuramente attendibile della sua cronologia è il 622 d.C., anno in cui emigrò nella città di Medina. Si sa comunque che iniziò la sua missione religiosa a quarant'anni e avendo predicato per dieci anni a La Mecca, sua città natale, si può supporre che la sua nascita sia avvenuta circa 50 anni prima dell'Egira, ovvero intorno al 570 d.C. Già nel primo periodo della sua vita, Maometto risente dell'influsso della religione araba ed ha costantemente di fronte a sé il grandioso scenario del pellegrinaggio a La Mecca, dove vede convenire arabi di ogni religione da ogni parte del paese. Nel 595 egli sposa Khadidya, una ricca vedova de La Mecca, maggiore di quindici anni, dalla quale ottiene l'appoggio morale di un forte spirito femminile. Da Khadidya egli ha 6 figli, dei quali sopravvive soltanto Fatima, la figlia prediletta del profeta. In questo periodo egli intraprende alcuni viaggi che gli permettono di conoscere gli aspetti dei culti religiosi giudaico e cristiano. Khadidya muore nel 619 e Maometto sposa Aicha, figlia del suo amico Abu-Bakr, di appena 9 anni; in seguito contrasse parecchie unioni, più per motivi politici che affettivi, ma Aicha resterà fino alla morte la sua sposa preferita. Non abbiamo alcun dato sui quindici anni che seguono il primo matrimonio di Maometto (595-610): certamente - pur dedicandosi al commercio - egli meditò sulle sue inquietudini religiose, maturando la crisi mistica che determinò poi la sua missione profetica. Dopo la morte di sua moglie avrebbe avuto luogo il Miraj, l'ascensione di Maometto: guidato da Gabriele egli sarebbe stato trasportato a Gerusalemme.
    I primi anni della predicazione del profeta sono caratterizzati da diffidenze e ostilità: schernito come visionario, impostore, indovino e poeta, è avversato soprattutto dal ceto dei commercianti, che temono per la loro supremazia economica.

    L'Egira

    La predicazione di Maometto, che annunciava il Giudizio universale, fu dunque accolta a La Mecca da canzonature e sollevò anche l'ostilità del partito conservatore. Maometto si rivolge allora agli abitanti della città di Yathrib che gli erano più favorevoli, ma la sua situazione continua ad essere difficile, tanto che i suoi pochi fedeli sono costretti a rifugiarsi presso il re cristiano di Abissinia. A La Mecca, il partito dei nemici di Maometto diventa sempre più potente e pericoloso, e questo lo obbliga a fuggire dalla sua città natale con i discepoli rimasti, il 24 settembre 622. Questa fuga è chiamata l'egira. Maometto giunse a Yathrib: in seguito la città cambiò nome e venne chiamata la città del Profeta in italiano Medina. Nel 639 il califfo Omar decise che l'anno dell'egira avrebbe segnato il punto di partenza del calendario musulmano. Giunto a Medina, Maometto non è più un predicatore isolato ma un vero capo religioso. Egli estende la sua influenza agli ebrei e ai pagani di Medina, ai quali impone, con una politica intellettuale, l'osservanza di alcune regole di vita musulmana. Nel primo anno di vita a Medina emana un editto per regolarizzare le norme di convivenza attraverso il superamento della tribù come elemento di base nella società, avviando così il primo passo essenziale verso la costituzione dello stato musulmano. Il secondo articolo di questo editto, infatti, affermava un concetto fondamentale dell'Islam: la sostituzione dell'unità tribalista con l'unità religiosa. Sempre a Medina, Maometto riforma la legislazione della città, costituisce la prima moschea e, nel 624, intraprende una campagna contro gli abitanti de La Mecca. A Badr (località a circa 105 km. da Medina) avviene il primo scontro di notevole entità. I musulmani, largamente in minoranza, riescono a sconfiggere gli avversari dopo una battaglia assai cruenta. La vittoria viene attribuita dai musulmani al favore divino e coloro che vi hanno preso parte sono dunque glorificati dai fedeli. Questo evento dà l'opportunità a Maometto di fissare le norme relative alla guerra santa, ufficializzando così l'obbligo morale per il popolo islamico di combattere, come nemici, gli infedeli. L'obiettivo di Maometto era, la conquista de La Mecca, già da lui dichiarata il centro dell'Islam. Nel 628 (6º anno dell'egira) egli stipula una tregua, nella quale si prevedono dieci anni di non belligeranza e la libertà di alleanza con qualunque popolo. Ottenuto il permesso di entrare a La Mecca, il profeta svolge nel 629 il cosiddetto pellegrinaggio minore con duemila musulmani, procacciandosi le prime simpatie nella città a lui precedentemente così ostile. Il momento di conquistare la città nemica è finalmente arrivato. Maometto, dopo aver rotto la tregua con un pretesto, nel mese di Ramadan dell'ottavo anno dell'Egira (gennaio 630), marcia contro la Mecca. A La Mecca conferma il suo spirito diplomatico, non si abbandona ad alcun saccheggio, strage, o vendetta; distrugge gli idoli pagani, ma mantiene il culto della pietra nera, consacrando così la città alla ormai dilagante religione islamica. Da abile politico quale è, Maometto non sopprime il pellegrinaggio pagano che si svolge a La Mecca, ove si adora, nel tempio della Kaaba, la pietra nera. Questo pellegrinaggio è un vero simbolo di unione, poiché tutte le tribù nomadi vi si ritrovavano. Egli lo conserva, ma gli dà un significato esclusivo. Nel 632, l'ultimo anno della sua vita, Maometto compie il trionfale pellegrinaggio a La Mecca, nella quale viene accolto da dominatore, ormai al culmine della sua carriera politica e religiosa. Questa data segna anche il primo pellegrinaggio esclusivamente musulmano. Maometto morì l'8 giugno 632, di una pleurite, a Medina. Venne seppellito sul posto ove si trovava il suo letto di morte.


    La condizione femminile nell’Islam

    Nel mondo islamico netta è la separazione totale, nessun contatto fisico tra i due sessi, né sul luogo di lavoro, né a scuola, né sui mezzi di trasporto. Le spiagge vengono vietate alle donne, così come gli alcoolici a tutti. L’ideale della musulmana nell’integralismo islamico è una donna che porta l’hidjab, meglio se anche i guanti e le calze magari il niquab (velo nero) che copre interamente il viso lasciando scoperti solo gli occhi), sul modello saudita, rifiuta la promiscuità, accetta che la sua funzione essenziale sia quella della procreazione e l’educazione dei figli, non pratica lo sport, rifiuta il lavoro salariato e alimenta il sogno di tornare alla tradizione, alle origini dell’Islam. Quello che sul piano personale rappresenta la ricerca della ‘purezza’, sul piano collettivo rappresenta l’instaurazione dell’ordine. Per contro, gli islamismi demonizzano la “donna Occidentale” considerata solo come oggetto sessuale, umiliata perché si concede ai desideri degli uomini, costretta a lavorare e quindi distolta dal suo ruolo essenziale, ma in qualche modo la giustificano anche in quanto vittima di un sistema che la sfrutta. Nessuna giustificazione invece per la donna algerina che vuole imitare l’Occidente, respingendo le tesi islamiste e rivendicando libertà di muoversi, di sposarsi di divorziare e si batte contro il codice della famiglia, l’unica legge algerina basata sulla sharia’ah, la legge coranica.
    Dall’applicazione della Sharia, la legge islamica in uso in paesi dell’Africa (compresi i dodici della Nigeria settentrionale) e del Medio Oriente, in forme disumane. Come è appunto il caso di Amina Lawal, una donna nigeriana di 30 anni, condannata alla lapidazione per adulterio. La sharia è in vigore dal 2000 in dodici Stati nigeriani (Sokoto, Jigawa, Niger, Yobe, Kaduna, Katsina, Borno, Bauchi, Kano, Kebbi e Gombe). Anche quello di Amina, è diventato un caso simbolico della condizione delle donne musulmane, della donne africane. Le donne sono le prime vittime dell’integralismo. Un processo che è andato sviluppandosi e acuendosi negli ultimi anni. Il primo atto di violenza inaudita si era avuto a Quargla, nel sud dell’Algeria ad oltre 800 chilometri dalla capitale, il 15 giugno del 1989, quando gli integralisti volevano pretendere dal sindaco l’allontanamento di una donna divorziata per “condotta immorale”. Di fronte al rifiuto del sindaco, avevano incendiato la casa della donna. Lei non era in casa, ma uno dei suoi figli, di appena tre anni, colto nel sonno rimaneva carbonizzato. Il fatto aveva suscitato grande scalpore, ma non sarebbe stato che il primo di una lunga serie. Nelle università erano state formate milizie islamiche che ‘vegliavano’ sulla moralità delle studentesse, alle quali era vietato circolare dopo le sei del pomeriggio. Altri ‘guardiani’, appostati ai portoni delle case, controllavano il rientro delle ragazze. Oltre alle giovani, prese particolarmente di mira anche le donne divorziate o vedove. Il venerdì si impediva loro di uscire di casa anche e soprattutto per andare al lavoro. Molte donne sono state costrette ad abbandonare il posto di lavoro.
    “Occorre separare le bambine dai ragazzi, destinare edifici diversi a ciascun sesso (alle ragazze veniva vietata la ginnastica), lasciare lavorare un uomo e una donna nello stesso ufficio è in piena contraddizione con la nostra morale” affermava, nella prima intervista pubblica concessa ad un quotidiano algerino, Horizon, l’imam Ali Belhadj, uno dei leader del Fronte islamico di salvezza, ora in carcere per scontare una condanna a dodici anni per ‘attentato alla sicurezza dello Stato’. “Il luogo naturale di espressione della donna –continuava Ali Belhadj – è il focolare”. Perché: “in una società islamica vera, la donna non è destinata al lavoro. La donna è produttrice di uomini, non produce beni materiali, ma quell’essere fondamentale che è musulmano”.

    Tratto dalla mia tesina di specializzazione all'insegnamento dal titolo "L’ Islam di Maometto e il ruolo della donna nella civiltà islamica".

    Risale al biennio 2004/2006 ma credo che il contenuto sia, al momento, ancora attuale.

    Edited by _FataBenedetta - 17/10/2010, 19:24
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

    Group
    Founder
    Posts
    35,905
    Attendibilità/Fiducia
    +10,802
    Location
    Dalla Nebulosa...

    Status
    Offline
    Ho conosciuto tante donne musulmane che sono laureate e che lavorano e ricoprono ruoli di prestigio in molti paesi, parlano diverse lingue ed hanno studiato nelle migliori università...
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .

    Esploratore Universale Quantico
    ★☆★☆★☆★☆★☆★☆

    Group
    Pirati
    Posts
    42,752
    Attendibilità/Fiducia
    +24
    Location
    Avalon

    Status
    Offline
    Si...ma in alcuni casi è il regime talebano che mortifica la donna o un marito padrone. Nella mia scuola ci sn alunne musulmane, vengono cn degli abiti stupendi e con il capo velato....ma cmq vengono e sn anche brave..:)
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

    Group
    Founder
    Posts
    35,905
    Attendibilità/Fiducia
    +10,802
    Location
    Dalla Nebulosa...

    Status
    Offline
    I talebani attualmente, per fortuna, non occupano alcun ruolo di potere...sono relegati al ruolo di terroristi dopo che Clinton fece attaccare l'Afghanistan, che è il paese dove i talebani sono presenti, e dove a quell'epoca avevano il potere...vi ricorderete forse il bombardamento delle statue buddhiste intarsiate nella pietra, uniche al mondo, che loro distrussero davanti al mondo impotente. Quella guerra fu fatta per debellare il regime talebano dove la condizione della donna è la peggiore in assoluto. Personalmente credo che i talebani non abbiano nulla a che fare con l'Islam.

    Edited by Nausicaa* - 17/10/2010, 20:36
     
    Top
    .
  5. leAlidelDestino
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ma nel paragrafo dove si parla della condizione della donna, si intende il ruolo nella cultura islamica o nel fondamentalismo?
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .

    Esploratore Universale Quantico
    ★☆★☆★☆★☆★☆★☆

    Group
    Pirati
    Posts
    42,752
    Attendibilità/Fiducia
    +24
    Location
    Avalon

    Status
    Offline
    Presi spunto da fatti di cronaca legati a situazioni particolari della vita e della condizione della donna nei paesi islamici. Poi avevo letto da poco "Bruciata viva"..

     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

    Group
    Founder
    Posts
    35,905
    Attendibilità/Fiducia
    +10,802
    Location
    Dalla Nebulosa...

    Status
    Offline
    Infatti bisogna fare un distinguo perché come scritto nell'altro thread sull'Islam la condizione della donna nei paesi musulmani varia anche da Paese a Paese a seconda delle leggi. Per l'appunto le donne che ho conosciuto io e con cui ho lavorato sono laureate anche in Ingegneria ad esempio, come l'ultima che ho conosciuto. Altre hanno ricoperto ruoli come quello di essere Ministro nel loro Paese ed altre ancora Capi di organizazzioni internazionali. Non portano veli ma anzi, mostrano il loro bellissimo volto e sono donne che hanno diversi incarichi internazionali...vengono da paesi musulmani.

    Bisogna dunque stare attenti a non fare di tutt'erba un fascio. In Arabia Saudita, ad esempio, alle donne è vietato portare la macchina, cosa che i militari americani hanno dovuto rispettare quando fecero la Ia guerra del Golfo.

     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .

    Esploratore Universale Quantico
    ★☆★☆★☆★☆★☆★☆

    Group
    Pirati
    Posts
    42,752
    Attendibilità/Fiducia
    +24
    Location
    Avalon

    Status
    Offline
    E' vero...non in tutte le zone la condizione della donna è la stessa...x fortuna non è riferito al generico ma al particolare caso di violenza, soprattutto tra le mura domestiche...
     
    Top
    .
7 replies since 17/10/2010, 13:21   1936 views
  Share  
.