Dag Hammarskjold

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  1. leAlidelDestino
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    Dag Hammarskjold

    Dag Hammarskjold, il testimone della stirpe di S.
    Agostino.

    Di Jonas Jonson


    Come giovane studente universitario ero uno degli assistenti nella cattedrale di Uppsala al funerale di Dag Hammarskjold. Erano presenti tutte le autorità del mondo. Un grande lamento e un profondo senso di perdita irreparabile colmava decine di migliaia di persone riunite insieme dentro e fuori la chiesa. Era morto un servitore dell’ umanità . Molti di noi presenti, venuti per l’occasione hanno sentito la chiamata a continuare il suo lavoro coraggioso per la giustizia e la pace. Ma non abbiamo compreso appieno che un santo testimone della fede in Cristo era stato sepolto. Fu solo dopo la sua morte che la sua dedizione per la fede venne ampiamente conosciuta.

    Dag Hammarskjold morì in un disastro aereo in Zambia il 17 settembre 1961. Conun background da economista svedese, cittadino modello e ministro del governo,venne eletto segretario generale delle nazioni unite nel 1953. La sua guida creativa, l’integrità personale, e la sua esperienza diplomatica portarono a questa funzione una nuova autorità . Portò innumerevoli e duraturi contributi alla pace nel modo e al rafforzamento delle Nazioni Unite. Nel 1954 si recò a Beijing e negoziò per il rilascio dei piloti americani catturati durante la guerra di Corea. Nel drammatico 1956 con l’invasione sovietica dell’Ungheria e la crisi di Suez creò la prima forza armata di peace keeping delle Nazioni Unite, da allora il più efficace strumento di controllo delle situazioni di conflitto. Durante la crisi del Congo del 1960, quando la provincia del Katanga si dichiarò indipendente, Hammarskjold lavorò con impegno per trovare soluzioni, ma si scontrò con l’Unione Sovietica che chiese le sue dimissioni. Sostenuto da piccole nazioni, specialmente quelle del Sud del mondo, poté rimanere al suo posto. Durante una missione in Congo nel 1961 il suo aereo ebbe un incidente, probabilmente fu abbattuto.

    Dopo la sua morte nel suo appartamento a New York, fu rinvenuto una specie di diario con una lettera ad un amico a cui chiedeva di farlo pubblicare. Nell’introduzione di questo libro intitolato Markings , Hammarskjold descrive questo diario come “una sorta di libro bianco che narra i miei negoziati con me stesso e con Dio.” L’espressione “libro bianco” e “negoziati” derivano da discorsi di diplomazia. La vita di Hammarskjold era piena di affari politici della più grande importanza, e questo suo background fa del suo diario un libro unico fra le confessioni della storia cristiana. In alcune considerazioni ricorda al lettore la grande biografia spirituale della prima epoca cristiana, Le confessioni di Sant’ Agostino. Sant’ Agostino ha pronunciato il suo sì a Dio qui a Milano al tempo di Ambrogio, quando la chiesa era ancora attrattiva, giovane e vibrante. Dag Hammarskjold si confessò in una Svezia secolare e quasi post-cristiana. Tutti e due gli scritti autobiografici ebbero come riferimento la fede delle madri; entrambe gli autori combatterono contro un intelletto resistente; entrambe cambiarono il mondo. Hammarskjold fu uno scrittore, un poeta, un traduttore, un conoscitore dell’arte e della letteratura. Fu uno dei diciotto membri della accademia svedese, conosciuta come quella che conferisce annualmente il Premio Nobel.

    Markings non racconta di questioni politiche. Concerne interamente la vita spirituale dell’autore. Egli confessa la sua fede in Dio, e spiega il significato di questa fede e la natura delle sue domande sulla sua vita d’azione. Il libro ha una carattere aforistico con brevi annotazioni, spesso scritte nella solitudine in tarda serata. Copre un periodo di due decadi, ma contiene una ampia consistenza e coerenza di pensieri, Dag Hammarskjold cita molte volte la Bibbia, specialmente i salmi, ma anche i mistici del tardo medioevo come Meister Eckhart e San Giovanni della Croce. L’unico libro che portò con se nel suo ultimo viaggio fu L’imitazione di Cristo di Thomas a Kempis.

    Il famoso studente francese del Nuovo testamento, moralista, musicista e missionario Albert Schweitzer ha fortemente influenzato il suo pensiero e la sua vita.

    Quando fu trovato e pubblicato Markings fece grande scalpore. Poche persone conoscevano la spiritualità di Hammarskjold e ancora meno persone conoscevano la sua dedizione personale a Dio. Anche se aveva proposto in pubblico le sue riflessioni sulla sua fede cristiana, la sua vita intima di preghiera e di contemplazione era sconosciuta al pubblico. Egli potrebbe essere descritto come un cristiano mistico che porta un’ insolita responsabilità come attore pubblico sul palcoscenico del mondo. Alcuni lettori , con una piccola comprensione della tradizione cristiana del modello dell’imitazione di cristo, trovarono le sue citazioni ricorrenti sul sacrificio e sulla sua vocazione di seguire Cristo nella vita e nella morte, semplicemente esagerate. Nel libro il sacrificio è una parola fondamentale, più importante negli anni successivi. Dopo Whitsunday nel 1961, riflettendo sulla sua vita scrisse,:” Io non so Chi -o che cosa -mi ha posto la questione, no so quando mi fu posta. Non ricordo nemmeno di avere risposto. Ma ad un certo punto ho detto Sì a qualcuno – o a qualcosa- e da quell’ istante ero certo che l’esistenza si riempiva di significato e che finalmente la mia vita nella rinuncia di me stesso aveva una meta.” Dal giorno in cui disse il suo sì a Dio, egli interpretò la sua vita in termini di rinuncia personale e sacrificio per il bene degli altri.

    Egli nacque in una ben nota e nobile famigli svedese. Suo padre fu primo ministro prima di diventare il governatore di Uppsala. Dag Hammarskjold visse nel castello del governatore guardando dall’alto la città e l’università. Aveva strette relazioni familiari con il l’arcivescovo Nathan Soderblom, il teologo svedese più creativo e leader della chiesa del secolo e uno dei fondatori del movimento ecumenico moderno. Hammarskjold fu cresciuto nella fede luterana della chiesa nazionale di Svezia, ma fece poco riferimento a questa. Aveva un profondo senso del dovere e una enorme capacità di lavorare. Aveva un carattere timido e introverso, ma coltivava la vita sociale privata inclusi amici stretti e note personalità del mondo dell’arte, letteratura e musica. Non si sposò e non frequentò la chiesa. L’isolamento era il suo insopportabile compagno, la solitudine il suo rifugio.

    Markings fu tradotto in molte lingue ed ebbe una vasta circolazione. Oggi dovrebbe essere considerato come una delle testimonianze cristiane più significative del ventesimo secolo. Una nuova traduzione italiana, Tracce di cammino, fu pubblicata dalla comunità di Bose nel 1992. Il libro, illuminando le radici spirituali, lotta e forza del più grande uomo di stato, fu messo da parte da tanti negli anni attivisti e rivoluzionari che seguirono la sua morte, ma ora è il suo momento e Hammarskjold viene letto dalle nuove generazioni in tutto il mondo. Fu Karl Rahner a dire che se ci fosse un cristiano in futuro, sarà un mistico. In questo senso Dag Hammarskjold fu un cristiano del nostro tempo e del futuro. Siccome non è chiara la causa del suo incidente aereo, e la sua vita cristiana non fu conosciuta al pubblico, potrebbe anche non essere definito come martire in senso tradizionale. Ma non può esserci un minimo dubbio che Dag Hammarskjold debba essere considerato come il testimone più significativo della fede del nostro tempo. Nella cappella dei martiri nella mia cattedrale a Strangnas, egli è ricordato assieme ai testimoni e le vittime del ventesimo secolo.

    Fu durante l’anno in cui fu eletto Segretario generale che il suo sì a Dio apparve nel diario. Fino a quel momento egli visse in meditazione intellettuale e in preghiera sulla sua propria vocazione in relazione alla vita sacrificale di Gesù. Hammarskjold non può facilmente essere posto in nessun rigido sistema teologico. La sua fede fu relazionale piuttosto che dogmatica, contemplativa piuttosto che sacramentale, una questione di unione a Dio nell’anima piuttosto che il credo nella comunità cristiana riunita. E’ la fede di un uomo che resta libero perché ha riposto sé stesso nelle mani di Dio, libero da se stesso, libero dalle proprie preoccupazioni, dalla paura e un uomo libero vis-a-vis (faccia a faccia).

    Egli prega di essere una persona con il suo incarico, interamente nel dovere del momento. Egli è il singolo prima di Dio e degli uomini, incaricato della più grande possibile responsabilità, un ricercatore dell’integrità di se stesso e una forte unione con Dio.

    Egli è colui che pregò così:

    Donami un cuore puro- perché io possa vederTi

    Un cuore umile- perché possa sentirTi

    Un cuore d’amore- perché possa servirTi

    Un cuore di fede perché possa essere saldo in Te
    .

    Il suo impegno al servizio dell’umanità fu così grande che egli stesso parlò di questo come un destino e una vocazione che richiede un completo abbandono al volere di Dio. Descrisse la debole organizzazione delle Nazioni Unite come il “sogno dell’umanità” e fu pronto a servirlo a qualsiasi costo personale per il bene del futuro del mondo. Subordinando la sua vita a questo compito, poté realizzare il significato della sua vita. Grato della responsabilità che gli veniva affidata, scrisse:
    “Gratitudine e prontezza. Tu hai tutto per niente. Non esitare, quando ti si
    chiede, di dare tutto ciò che hai, che in realtà non è nulla per tutti.” Pregò ”
    di amare la vita e gli uomini come Dio li ama” e di “vivere con l’umiltà di
    colui che ha sofferto tutte le possibilità di tradimento”
    .

    Molto presto nella sua vita chiese “qualcosa per cui vivere e abbastanza grande per cui morire”. In Markings, i suoi pensieri spesso si soffermano sulla morte e sulla necessità di essere preparati alla morte. Poco prima che lui morisse, aveva scritto: “alla domanda se ho il coraggio / di andare verso la fine/ Io rispondo Sì senza/ pensarci due volte”. Egli espresse la sua fermezza in queste parole. ” Per colui che ha fede l’ultimo miracolo sarà più grande del primo”.“.

    La vita , la fede e la dedizione di Dag Hammarskjold sono un’ispirazione e una sfida. Il suo impegno per il bene dell’umanità, la sua partecipazione in così tanti aspetti della cultura creativa, la sua esperienza religiosa e culturale, la sua integrità in relazione al potere politico ed economico, e la sua profonda esperienza ed interpretazione della vita in Dio, fa di lui un umile seguace di Cristo. Profondamente radicato nella fede, nella famiglia e nella nazione, fu capace di vivere completamente in modo aperto ed internazionale. Chiunque cerchi di vivere la propria vita nella fede senza escludere gli altri, troverà un maestro e un compagno in Dag Hammarskjold . All’assemblea generale del Concilio Mondiale delle Chiese a Evanston nel 1954, Hammarskjold fu l’oratore principe.

    Il suo messaggio è un messaggio per tutti noi: ” La croce nonostante sia l’unico fatto su cui le chiese basano le loro speranze, non dovrebbe tenere separate le fedi cristiane una dalle altre ma dovrebbe invece essere l’elemento nelle loro vite che le rende capaci di allungare le mani ai popoli di altri. Credo nel sentimento di una fratellanza universale”. La sua vita ha dimostrato che è possibile essere così informati e plasmati dalla fede che la gente semplicemente nel tuo esempio di vita riconosce lo sguardo della volontà e dell’amore di Dio
    per l’umanità.

    www.testimonideltempo.it

    Edited by Nausicaa* - 15/8/2010, 21:11
     
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    NOn lo conoscevo!!
     
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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    Neanche io lo conoscevo.

    Devo dire che è incredibile che sia diventato Segretario Generale dell'ONU. Questo dà un significato enorme a tutta la sua esistenza sulla Terra.
     
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2 replies since 13/8/2010, 09:35   195 views
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