La GEMATRIA

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    Gironzolando in net per i miei studi di lingua ebraica, mi sono imbattuta nella Gematria..ho cercato qualche informazione su di essa..Ho trovato un bellissimo articolo di Stello Calabresi e ho scelto tre articoli sulla gematria, i significati esoterici dei numeri...


    I MISTERI DELLA GEMATRIA
    (OVVERO: GIOCANDO CON LETTERE E NUMERI)

    di Stelio Calabresi
    per Edicolaweb

    ORIGINI E DEFINIZIONI
    Per quanto oggi possa sembrare irrazionale le origini dell'intera materia sono da ricercare nella Magia e, in particolare, nella convinzione - che gli ebrei ereditarono dagli egiziani - del potere che potesse derivare ad una persona dalla conoscenza del suo nome.
    Sintomatica è la risposta che Amun dà a chi gli chiede quale sia il suo nome: "Io sono chi sono" che, apparentemente è una non risposta.
    In effetti in quella asserzione, che Jahveh ripete a Mosè nell'episodio del roveto ardente, c'è il rifiuto di rivelare il proprio nome, in quanto ciò avrebbe consentito a Mosè (come all'interlocutore di Amun) di trovarsi pari a Jahveh.
    Gli ebrei furono ossessionati da questo mistero. Essi ritennero che, essendo la parola rivelata di Dio, essa ne contenesse, in qualche modo, la rivelazione del nome e si sforzarono di ricavarla.
    All'epoca della formazione del "Talmud" pensarono bene di utilizzare la caratteristica numerica insita nella scrittura ebraica e di ricavare dalla numerologia le regole indispensabili per ricavare il nome agognato (1).

    Credo che sia indispensabile definire i concetti ai quali sarà improntata la successiva esposizione.
    Tanto per cominciare si definisce "numerologia" lo studio delle possibili relazioni (mistiche o esoteriche) tra i numeri e le interrelazioni con oggetti fisici e con esseri viventi (2).
    La "gematria" o "ghematriah" è lo studio numerologico delle parole scritte in lingua ebraica ed è uno dei metodi di analisi utilizzati nella Qabbalah.
    La parola deriva dell'ebraico "gimatriya)" che a sua volta deriva dal greco "gewmetria" vale a dire "geometria" (3).
    Si deve premettere che la gematria propriamente caratterizza l'alfabeto ebraico che veniva utilizzato per rappresentare sia i suoni delle parole che un sistema di numerazione di tipo additivo (4).
    Nell'ambito della Gematria si distinguono due altre discipline:


    l'isopsefia;
    l'aritmomanzia.
    Sembra che la gematria sia stata introdotta attraverso lo studio numerologico della prole scritte in greco e basate sul sistema di numerazione greco (dove parimenti le lettere sono utilizzate come numeri (5).
    L'aritmomanzia è, sostanzialmente, analoga alla isopsefia solo che è l'analisi numerologica delle parole basata sull'alfabeto latino ed è uno sviluppo della prima. Si tratta di una vera e propria divinatoria esercitata attraverso l'interpretazione dei numeri (6).

    Note:
    1. Si arrivò a ricavare nomi di 75 lettere! (naturalmente senza tener conto dell'inserimento di vocali, della loro posizione e dell'altezza sonora della pronuncia).
    2. La numerologia e la divinazione numerologica erano pratiche popolari fra i primi matematici come Pitagora, ma non è più considerata parte della matematica. Questo sviluppo è storicamente simile a quello avuto dell'astronomia dall'astrologia o quello della chimica dall'alchimia.
    3. Con lo stesso nome è a volte indicato lo studio numerologico delle parole in lingua greca contenute nel Nuovo Testamento, anche se tale studio andrebbe definito più correttamente "isopsefia".
    4. Ne deriva che ad ogni parola ebraica può essere associato un numero, ottenuto sommando i valori numerici di ogni singola lettera (cosiddetta "riduzione teosofica").
    5. Inizialmente questo metodo sarebbe stato usato come tecnica di criptografia, soprattutto per nascondere nomi di persona. Quando divenne una disciplina della Qabbalah, la gematria fu applicata per decriptare presunti significati nascosti all'interno della Bibbia ebraica tramite il loro valore numerico.
    6. Deriva dalla composizione delle parole greche "arithmós" cioè "numero" e "mantéia" cioè "divinazione". Si tratta di una pratica numerologica che basa le sue predizioni partendo da un'associazione tra le lettere dell'alfabeto latino e alcuni numeri, in modo simile all'onomanzia (basata sull'alfabeto greco) e alla gematria (basata sull'alfabeto ebraico).


    Tratto da: www.edicolaweb.net

    L'ANAGRAMMA
    Nel paragrafo precedente ho avuto modo di accennare all'anagramma come metodica di trattamento preliminare del nome. Si tratta di una metodica che gli appassionati di enigmistica conoscono molto bene. La parola ci viene dal greco "ana", che significa "indietro" e "gràphein", che significa "scrivere": l'anagramma è il risultato di una permutazione delle lettere, così che si potranno comporne una o più parole di senso compiuto.
    Può accadere che il significato delle parole risultanti risulti affine al testo originario, o esserne completamente opposto. Si presta, pertanto, ad interessanti associazioni: di solito viene portato ad esempio l'anagramma di "attore" (che di per sé ci da = teatro), con quella di "bibliotecario" che ci da "beato coi libri".
    Si può facilmente osservare che, maggiore è il numero delle lettere a disposizione, maggiore è la probabilità che l'anagramma realizzi le associazioni di idee delle quali ho parlato.
    Se consideriamo l'effetto delle permutazioni possibili sotto un profilo matematico (prescindendo le considerazioni estetiche) l'incremento nei risultati ottenibili è dimostrabile col calcolo combinatorio e con l'analisi statistica.
    Questi tipi di calcoli ci permettono di dimostrare che incrementando il numero delle lettere componenti la frase di partenza (il loro numero si chiama "esposto") aumentano le frasi di senso compiuto ottenibili.

    Noi non conosciamo l'origine storica dell'anagramma, ma possiamo affermare che si tratta di pratica antica.
    Era certamente nota al popolo ebraico ed ai cabalisti, che amavano giocare con "i misteri e i segreti che sono intrecciati nei versi di lettere" (16).
    Ma gli anagrammi non erano ignoti ai Greci ed ai Romani, sebbene gli esempi noti in lingua latina siano quasi tutti imperfetti (17).
    Di fatto anagrammi ed altri giochi di parole - si pensi al cosiddetto "quadrato del SATOR" - erano collegati a pratiche magiche e religiose, quale l'oniromanzia (18).
    Sta di fatto che l'anagramma divenne popolare in Europa a partire dai secoli XVI e XVII (19).
    William Camden definisce l'"anagrammatismo". vale a dire l'anagramma. come "la dissoluzione di un nome scritto realmente nelle sue singole lettere, quali suoi elementi, e la ricomposizione di esso per mezzo di una permutazione artificiosa, senza aggiunta, sottrazione o cambio di alcuna lettera, in parole diverse che abbiano un senso compiuto applicabile alla persona citata". Egli conferma in tal modo l'attitudine dell'anagramma a scoprire caratteri personali celati nel nome, non importa se in funzione celebrativa o denigratoria.

    Col tempo, tuttavia l'anagramma modificò in parte le propria funzione divenendo uno pseudonimo talora a costo di forzature anche al solo scopo di eludere; oppure una censura ostile: vi ricorsero Galileo Galilei a proposito delle fasi di Venere, François-Marie Arouet che divenne Voltaire (20) e più recentemente Trilussa, che anagrammò così il proprio cognome Salustri).
    Fu però l'enigmistica che si rese conto della versatilità del gioco operando la distinzione tra anagrammi enigmistici propriamente detti (21) e anagrammi non enigmistici (22).
    La ludolinguistica dà un nome preciso a due casi particolari di anagramma:


    l'"aptagramma" è quello in cui gli elementi hanno affinità di significato, esempio: "Stefano protomartire" = "santo morto fra pietre";
    l'"antigramma" è quello in cui essi sono invece in contrasto; esempio, in inglese: "astronomers" = "no more stars".
    Ho già detto di scienze "terze" che si sono impadronite dell'anagramma; sarebbe troppo lungo spiegare come esse abbiano potuto invadere anche il campo dell'informatica (è il caso delle stringhe con ripetizione) cosa che ha rivoluzionato il concetto di anagramma!
    È chiaro che, su questa strada, rischio di uscire dal seminato.
    Mi fermo al calcolo combinatorio quanto alle metodiche di calcolo delle soluzioni di un anagramma a seconda esse possano essere senza ripetizioni o con ripetizioni.
    Nel primo caso, supponiamo di dover stabilire il numero delle permutazioni ottenibili con un nome di lunghezza "n".
    La risposta che cerchiamo è abbastanza semplice.
    Pensiamo ad una parola di 4 lettere tutte diverse come CANE.
    Secondo i principi del calcolo combinatorio sono possibili 24 permutazioni (vale a dire = a 4x3x2x1: ogni lettera si combina con tutte le altre indipendentemente dal significato).
    Se ne può ricavare la regola generale per la quale in una parola di "n" simboli, senza ripetizioni, il numero dei suoi anagrammi è:

    image


    dove "n!" indica un numero cosiddetto fattoriale (delle permutazioni).

    Naturalmente più complesso è il caso in cui nella parola da anagrammare siano contenute più lettere uguali.
    Si prenda, per esempio, la parola "KOALA" nella quale compaiono due A.
    Si tratterà, allora, di determinare il numero della permutazioni nelle quali tutti i simboli si ripetono prendendo in considerazione solo le permutazioni dove la A compare due volte (n! = 2); se la parola di partenza è AMACA con tre ripetizioni avremo n! = 6; se partiamo da BAOBAB (con tre doppie ripetizioni) avremo n! = 12 (pari al prodotto). Vale a dire il prodotto delle permutazioni possibili delle due A (2) e delle tre B (6).

    Generalizzando possiamo dire che i possibili anagrammi di una parola che contiene "n" simboli di cui uno si ripete s1 volte, un altro s2 volte, mentre un k-esimo si ripete sK volte sono date dalla formula:

    image





    Note:
    16. Si vedano i vari esempi di decriptazione riportata ne "Le Dimore filosofali" di Fulcanelli.
    17. Gli anagrammi sono detti imperfetti quando le parole risultanti si ottengono mediante l'aggiunta di una o più lettere.
    18. Ne parla ad esempio il greco Artemidoro nel II secolo dopo Cristo. Quest'ultimo, seppur screditandolo, fa riferimento all'indovino Aristandro di Telmesso, celebre per i vaticini che illuminarono il viaggio di Alessandro Magno alla conquista dell'Asia. Allo stesso periodo, risale anche la pratica per cui l'anagramma aveva fini di celebrazione e adulazione di un personaggio potente: lo usò in questo modo Licofrone di Calcide, poeta del III secolo a.C., noto appunto per gli anagrammi encomiastici rivolti a Tolomeo II Filadelfo.
    19. Si trovano anagrammisti alle corti di Carlo IX (Jean Dorat) e degli Stuart (Joshua Sylvester). Talora sono poeti; altre volte, come nel caso di Thomas Billon presso Luigi XIII, veri e propri anagrammisti "ufficiali".
    20. Ricavò il suo pseudonimo dal cognome (cambiando in "v", alla latina, la lettera "u") e dall'apposizione "le jeune" (= il giovane), sintetizzata in L. I. (abbreviando in "i" la lettera "j").
    21. Sono generalmente combinazioni alla base di un gioco in versi o di una crittografia; ma non è escluso dall'utilizzo nei rebus (come "anagramma" illustrato o come "anarebus") e perfino nelle parole crociate.
    22. Questi comprendono ogni altra forma; tuttavia nemmeno queste sono escluse, in linea di principio, dalla pratica enigmistica (anche se di pura composizione e non di soluzione; ad esempio: concorsi e gare anagrammatiche).




    APPENDICE 1 - IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEI NUMERI
    Dopo tanto discorrere di numeri, esoterismo e numerologia mi resta ancora da definire l'elenco dei numeri ai quali i numerologi fanno riferimento e quale sia il oro significato esoterico in geomanzia ed in onomanzia.
    Va da sé che non esistono prove matematiche o scientifiche atte a dimostrare la fondatezza delle "proprietà" simboliche dei numeri. Diciamo piuttosto che nei secoli si è formata una convinzione, una consuetudine a partire dal Rinascimento quando si cominciò a studiarli in dettaglio per la musica, la poesia e l'architettura. Fu, infatti allora, che ebbe luogo l'associazione analogica, dei significati agli specifici numeri. E questa associazione era molto più dettagliata di quella attuale tutto sommato sintetica.

    Uno
    Innanzi tutto viene in evidenza il fatto che il numero Uno, è primo numero universalmente usato per contare: ad esso i numerologi attribuiscono un grande potere perché, senza di esso, non esisterebbe sistema numerico.
    Al numero Uno si fa risalire l'origine di tutte le cose. Uno simboleggia la perfezione, l'assoluto e la divinità nelle religioni monoteiste. L'Uno è la sorgente di ciò che esiste, anche d tutto ciò che è diverso dall'Uno.
    Dall'Uno emanano le forme, le dimensioni, i colori, le direzioni, lo spazio, il tempo, e - in una parola - la Diversità.
    Come bene ha esemplificato Bertrand Russell, nell'Uno coesiste il Tutto inespresso e indifferenziato dal quale il tutto rimarrà ineluttabilmente distinto (Pitagora affermava che l'Uno genera Due).

    Due
    Due rappresenta, da un lato, associazioni ed interazioni con gli altri, ma anche polarità diverse e contrapposizione.
    Per questo, il Due implica che i risultati individuali non sono realistici, in quanto solo attraverso la cooperazione si può ottenere un risultato sinergico.
    Così la dualità è indispensabile per la perpetuazione delle specie viventi riproducibile in modo sessuato.
    Al tempo stesso la dualità si contrappone al perfetto e unificante numero Uno.
    Due infatti rappresenta le polarità distinte quali bene e male, bianco e nero, maschio e femmina, destra e sinistra: sicché un polo non abbia significato senza l'altro (35).
    Polarità può anche significare conflitto e discordia. Ne consegue che Due può avere una valenza positiva e negativa.
    In senso positivo Due ha valore femminile e corrisponde all'istinto di protezione.
    Se la valenza è negativa Due rappresenta l'avidità, l'aspetto frustrante della delusione e dell'insoddisfazione.

    Tre

    I contrasti aperti dalla polarità, sia positiva che negativa, sono risolti dal Tre, il risultato di una nuova integrazione e senso di interezza. Così il mondo visibile è a tre dimensioni come il mondo della soggettività: mente, corpo e spirito insieme costituiscono l'essere umano.
    Tre è la base dell'associazionismo, ma anche della fede e della conoscenza della completezza e della perfezione: i latini affermavano che "omne trinum est perfectum".
    Tre può essere visto come simbolo diabolico o innaturale (nessuna creatura al mondo cammina con tre gambe).
    In una parola Tre è il numero della magia.

    Quattro
    La simbologia del Quattro e la sua derivazione sono molto complesse.
    Tanto per cominciare è il primo dei numeri non primi ed è la più semplice figura solida (il tetraedro, che ha quattro facce).
    Pertanto Quattro è associato al mondo materiale: perché quattro sono gli elementi alchemici (fuoco, terra, aria ed acqua), quattro le direzioni dello spazio (punti cardinali), le stagioni dell'anno. Quattro sono gli evangelisti che ci raccontano la vita di Gesù (36).
    Nella religione ebraica il Quattro simboleggia il Tetragramma, le quattro lettere che compongono J-E-V-E, le quattro cose più sacre che nessuno deve pronunciare.
    Nella numerologia cinese (così come in altre religioni orientali) la parola "quattro" è espressa dall'omonimia con "morte" sicché Quattro è ritenuto un numero sfortunato al massimo.
    Ma in Occidente Quattro ha una valenza esclusivamente positiva e rappresenta l'essere pratico ma "fuori dal coro" quanto a modo di pensare.

    Cinque
    Al numero Cinque sono collegati, ovviamente, i cinque sensi ma anche la protezione ed il servizio per gli altri.
    In buona sostanza è un numero polivalente legato sia allo stato fisico dell'individuo che alla sua salute mentale connettendosi al pensiero ed alla capacità intellettuale.
    In via estensiva rappresenta anche l'apertura a nuove idee ed a nuove esperienze. Rappresenta, di conseguenza la ricerca della libertà e dell'avventura.

    Sei
    Il numero Sei si riferisce alla sensibilità, alla bellezza ed all'armonia. Il soggetto connesso al Sei ha carisma, è in grado di conversare con tutti, ha diplomazia e capacità di costruire relazioni bilaterali.
    Il Sei denota perfezionismo in quanto prodotto - ma anche la somma - dei primi tre numeri: 1+2+3 e 1x2x3.
    Nella sua valenza positiva si associa a piccole somme di denaro. Mentre, nella valenza negativa si connette alla gelosia, all'infedeltà, all'amarezza e alla vendetta (37).

    Sette
    È il numero della spiritualità e della illuminazione esoterica: Sette sono i veli che debbono essere scoperti, uno dopo l'altro, per arrivare all'arcano ultimo. Sette è il numero sacro per eccellenza: la settimana è di sette giorni; la Creazione ha avuto luogo in sette giorni; il sistema solare di Tolemaica memoria era fatto di sette pianeti; il corpo umano - per l'induismo - è fatto di sette plessi (Chakra); in qualche versione dell'Albero della vita è costituito da sephirot.
    In senso positivo nel numero Sette sono contenute le qualità della consapevolezza nel sogno, proprie della spiritualità e della sfera psichica.
    In senso negativo al Sette è associato dubbio, inganno e menzogna.

    Otto
    È considerato un numero di influenza karmica essendo collegato ai debiti contratti sia nella vita attuale che precedente. In sostanza Otto è un numero di "difficile" lettura.
    Sotto un profilo simbolico Otto rappresenta la ricerca di denaro, del successo materiale e la necessità di misurarsi con rischi estremi e capovolgimenti di vita.
    Di conseguenza coloro che ricadono sotto l'Otto dovranno condurre una vita onesta, in quanto ogni imprudenza potrà costare molto cara.

    Nove
    Gli antichi consideravano Nove un numero sacro e, coerentemente, non era associato a nessuna lettera. In una numerologia più recente è andato a rappresentare il cambiamento, l'invenzione e la crescita.
    Il Nove è il numero dell'umanità e, non a caso, occorrono nove mesi per la gestazione di un bambino (38).

    Dieci
    Con Dieci si ripresenta Uno di una "ottava" superiore (1+9).
    Inutile dire che Dieci è un numero dall'esotericità molto intensa.
    Dieci sono le lunazioni di una gravidanza, dieci sono le sephitot del cabalistico albero della vita, a base Dieci il sistema numerico più utilizzato al mondo, dieci le dita delle mani che usiamo normalmente per contare.
    Nell'aritmetica moderna Dieci è considerato un numero di completamento in quanto è solo negli ultimi secoli che è stato utilizzato come base del sistema numerico nonché dei sistema di misura andando a sostituire il Dodici.
    In quel momento vennero per così dire modificati gli schemi mentali di riferimento rendendoli più vicini ad approcci di natura esoterica (checché ne pensino i sostenitori del sistema duodecimale).

    Undici
    Undici è il numero Due di una "ottava" superiore (2+9) e, in quanto tale, è considerato un numero maestro.
    Rappresenta la via della consapevolezza e della conoscenza oltre la comprensione altrui.
    Per le connaturate vibrazioni psichiche che gli sono proprie; nell'Undici sono presenti sia proprietà maschili che femminili.
    Viene associato all'apertura mentale, all'intuizione ed all'idealismo ed in senso negativo al tradimento da parte di nemici segreti.

    Dodici
    Corrisponde ad un numero Tre di una "ottava" superiore (3+ 9) ed indica un grosso livello di comprensione e di saggezza.
    Il bagaglio della sua saggezza è dato essenzialmente da esperienza di vita, il che lo caratterizza per un senso di calma da far prevalere nelle situazioni più turbolente.
    Dodici è il numero delle tribù di Israele, degli apostoli, dei segni zodiacali e delle ore in cui è diviso un orologio.
    La sua presenza segna la fine della fanciullezza e l'ingresso nella vita adulta.
    Vari sistemi numerici e di misura antichi erano basati sul Dodici; ne sono esempio la dozzina, lo scellino (12 pence) il piede (12 pollici).

    Tredici
    Si tratta del numero Quattro in una "ottava" superiore (4+9) e corrisponde ad 1+12. In sostanza è l'antico numero della completezza.
    Tredici è associato alla fine di un ciclo: ci sono tredici mesi lunari in un anno; tredici sono i segni nell'astrologia celtica e di quella dei nativi americani.
    Il Tredici ci parla di nuovi inizi e significa anche che i vecchi sistemi devono terminare per favorire le trasformazioni richieste.
    Se consideriamo 13=12+1 ci troviamo di fronte il numero dell'iniziato.
    Una ottava musicale cromatica è costituita da 13 suoni differenti (con il primo e l'ultimo uguali ma di altezze diverse).
    Nella geometria sacra Tredici simboleggia l'eterna distruzione e creazione della vita.
    Tredici ha pure un significato astrologico: la somma dei primi 13 numeri è pari a 91 che è il numero di giorni di una stagione.

    Note:
    35. Si pensi alla bipolarità simboleggiata dal Tao "Yin-Yang".
    36. Più in specifico il Vangelo di San Matteo è associato alla terra (in quanto insiste sull'incarnazione del Cristo nella sua forma terrena), il Vangelo di San Marco è associato all'acqua (poiché enfatizza l'importanza del battesimo), il Vangelo di San Giovanni è associato al fuoco (in quanto è quello più "spirituale"), mentre il Vangelo di San Luca è associato all'aria (in quanto è il più "lungo").
    37. Non si dimentichi che nella numerologia cristiana il triplo 6 (il 666 dell'Apocalisse) è il simbolo di Satana.
    38. Come ho avuto modo di spiegare in "Il diavolo male assoluto", attraverso la riduzione teosofica a 9 viene ricondotto il famigerato 666 dell'Apocalisse e da ciò si ricava perché questo sia "numero d'uomo" come afferma S. Giovanni.


    tratto da edicolaweb net
     
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