La Cometa di Betlemme

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    Secondo alcuni la cometa di Betlemme, che indicò il cammino ai Re Magi per raggiungere il giaciglio dove nacque Gesù, era in realtà la triplice congiunzione Giove - Saturno avvenuta nel 7 a.C. nella costellazione del segno dei Pesci.

    Questo retrodaterebbe la nascita di Gesù di 7 anni, invece che partire dall'anno 0. Quindi noi ora saremmo nell'anno 2017.

    Se invece si trattasse della Cometa di Halley, questa era visibile nel 12 a.C. e quindi saremmo ora nell'anno 2022.

    Ecco un articolo interessante! Sono sempre stata affascinata da questo argomento e cioè di quale fosse l'anno e la data di nascita di Gesú!

    Nausicaa


    Tratto da Wikipedia

    La stella di Betlemme è quel fenomeno astronomico che, secondo il racconto del Vangelo secondo Matteo (2,1-12.16), guidò i Re Magi a fare visita a Gesù appena nato.

    La dicitura comunemente più diffusa per indicare la stella di Betlemme è il contraddittorio stella cometa, che accorpa due corpi celesti completamente dissimili tra loro: la stella è di grandi dimensioni, si trova a enormi distanze dal sistema solare e nel firmamento appare fissa e puntuale; la cometa è di piccole dimensioni, si trova all'interno del sistema solare e nel firmamento appare mobile e con una forma e dimensione non puntuale.

    La storicità del racconto è discussa. Storici non-cristiani e alcuni biblisti cristiani lo vedono come un dettaglio di un racconto midrashico di carattere haggadico. Altri biblisti cristiani ne ammettono la veridicità storica. L'ipotesi "realista" odierna più comune identifica la stella con una triplice congiunzione di Giove e Saturno verificatasi nel 7 a.C nella costellazione dei Pesci.

    Testo del Vangelo

    Ecco il testo di Matteo, in cui si riportano anche alcuni termini del testo originale greco:

    « Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella (tòn astéra en têi anatolêi) e siamo venuti per adorarlo".

    All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.

    Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele".

    Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".

    Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella (o astér), che avevano visto nel suo sorgere (en têi anatolêi), li precedeva (proêghen autoús), finché (eôs) giunse e si fermò sopra (estáthe epáno) il luogo dove si trovava il bambino.

    Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

    Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

    (...). Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. » (Matteo 2,1-12.16)

    Come si può constatare, il racconto biblico non corrisponde esattamente alla comune tradizione popolare cristiana e contiene, invece, utili dettagli che occorre sottolineare:

    Il testo non specifica quanto tempo dopo la nascita di Gesù fossero arrivati a Betlemme i Magi, né che Gesù e i suoi si trovassero ancora nel ricovero di fortuna (la "stalla") dove aveva avuto luogo il parto. Dal vangelo di Luca sappiamo che Giuseppe, Maria e Gesù rimasero a Betlemme almeno 40 giorni, cioè sino alla Presentazione al Tempio. La visita dei Magi e l'immediatamente successiva fuga in Egitto dovrebbero aver avuto luogo dopo questo evento, in contrasto con la tradizione liturgica, che lascia solo dodici giorni fra Natale ed Epifania;

    Non si dice né che i Magi fossero re, né quale fosse il loro numero e il loro nome (si veda la voce Re Magi per l'origine di queste notizie);

    Il termine "magi" indica l'appartenenza a una casta sacerdotale di astrologi zoroastriani, il cui centro più importante era Babilonia. Le parole en têi anatolêi (= "al suo sorgere") possono anche essere tradotte "in Oriente", rafforzando l'indicazione della provenienza dei Magi (a oriente di Gerusalemme c'era Babilonia e più in là la Persia);

    Alternativamente la traduzione di en têi anatolêi come "in oriente" potrebbe indicare che la stella splendeva a est. Dato che più tardi, a Gerusalemme, la stella risulta splendere a sud, questa traduzione favorirebbe l'interpretazione della stella come una cometa;

    Matteo, però, usa il termine "astér", più adatto per una stella che per una cometa;

    Il testo non dice affatto che i Magi siano arrivati a Gerusalemme seguendo la stella, ma soltanto che la vista della stella li indusse a cercare notizie alla corte di Erode sulla nascita di un re dei Giudei;

    Solo grazie ai Magi Erode fu informato della nascita di Gesù. Ciò potrebbe indicare che l'interpretazione dello (o degli) eventuali eventi astrologici non era ovvia per gli astrologi ellenistici, mentre era più chiara per quelli caldei.

    I Magi "provarono una grandissima gioia" perché la posizione della stella corrispondeva proprio alla direzione di Betlemme, non perché fosse ricomparsa dopo un temporaneo occultamento. Il testo non afferma, ma non esclude, che la stella sia rimasta ininterrottamente visibile per tutto il viaggio (come necessario se fosse stata una cometa o una nova);

    La stella splendeva a sud di Gerusalemme (questa, infatti, è la direzione di Betlemme);

    Non si afferma neppure che la stella si sia fermata sopra la capanna (come nei presepi), ma solo che si trovava sopra la località di Betlemme;
    L'indicazione che la stella stava sopra il luogo dove si trovava Gesù può avere molti significati. In testi coevi l'indicazione estáthe epáno è utilizzata per comete la cui coda è diretta verso l'alto[3]. Secondo Tipler (si veda nel seguito) potrebbe indicare che quando i Magi giunsero a Betlemme la stella aveva raggiunto lo zenit e perciò non forniva più un'indicazione di direzione. Secondo Mario Codebò, infine, il testo greco è ambiguo e potrebbe essere tradotto in modo completamente diverso da quello solito (inaugurato nella traduzione latina di San Gerolamo). Ad esempio il vangelo di Matteo potrebbe semplicemente dire che l'aurora sorse proprio quando i Magi arrivarono a Betlemme (la stella, quindi, non si fermò ma scomparve per la troppa luce);

    L'uccisione di tutti i bambini di età inferiore ai due anni indica che l'evento o la sequenza di eventi significativi era iniziata ben due anni prima.

    Significato simbolico

    La presenza di una stella alla nascita di Gesù è un simbolo messianico. Il riferimento biblico è la profezia di Balaam su una stella, che sarebbe spuntata da Giacobbe Nm 24,17. Benché la stella sia stata spesso identificata col re Davide, già prima della nascita di Cristo alcuni ebrei l'avevano identificata col Messia[5]. Nel secondo secolo Origene ed Ireneo di Lione richiamarono questa profezia proprio in relazione alla Stella di Betlemme[6]. L'identificazione messianica è ancora più chiara nella versione dei LXX (quella normalmente utilizzata dagli evangelisti), in cui lo "scettro", che sorge in Israele, è tradotto in greco con "uomo".

    In accordo con la profezia di Balaam, il tema della "luce" compare in molte altre profezie tradizionalmente applicate al Messia, fra cui quella a cui questo passo è maggiormente collegata Is 60,1-6

    Il carattere "nazionalistico" della profezia di Baalam potrebbe essere il motivo per cui la stella non compare nel vangelo di Luca, diretto ai "gentili" e agli ebrei ellenizzati.

    Interpretazione midrashica

    Alcuni biblisti moderni seguono tuttora le tesi di Giovanni Crisostomo sopra delineate, integrandole con il metodo storico-critico di lettura dei testi biblici: la stella di Betlemme, quindi, potrebbe essere una invenzione narrativa appartenente al genere letterario ebraico del midrash[8]. Il narratore avrebbe semplicemente voluto affermare in modo indiretto che Gesù era il Messia annunciato dall'Antico Testamento e avrebbe utilizzato a questo scopo gli stessi elementi simbolici usati dai profeti, senza probabilmente avere né la consapevolezza, né l'intenzione di introdurre elementi soprannaturali, che secoli dopo (ma non ai suoi tempi, come discusso sopra) molti lettori avrebbero considerato inverosimili.

    Tentativi di identificazione astronomica

    Il cielo di Gerusalemme il 12 novembre del 7 a.C.Gli indizi astronomici utilizzati per spiegare la narrazione del vangelo di Matteo sono di due tipi: eventi astronomici eccezionali di grande effetto visibile come il passaggio di una cometa o il formarsi di una supernova oppure congiunzioni planetarie di speciale significato astrologico.

    Queste ultime spiegherebbero meglio come i Magi hanno potuto capire di doversi recare proprio a Gerusalemme, dato che l'orientamento di ogni stella o evento astronomico rispetto ai punti cardinali cambia continuamente per effetto della rotazione terrestre; solo la stella polare resta fissa. Un evento astronomico naturale, quindi, non potrebbe indicare la direzione da Babilonia a Gerusalemme e infatti solo per il brevissimo tratto fra Gerusalemme e Betlemme (8 km) Matteo dice che la stella "precedeva" i Magi, indicando che essa si trovava in direzione sud nell'ora di approssimata durata dell'ultimo tratto di viaggio.

    I due tipi di evento potrebbero anche essere combinati fra loro, assegnando a una congiunzione planetaria il ruolo "informativo" e a una supernova o a una cometa il ruolo "direzionale". Questa ipotesi fu proposta per la prima volta da Keplero[9] e successivamente adottata da diversi autori, anche recenti.

    Dato che la morte di Erode è datata perlopiù al 4 a.C., la maggior parte degli studiosi ha esaminato il periodo 8-4 a.C.; alcuni lavori, però, hanno trovato interessanti eventi astronomici anche nel successivo periodo 3-1 a. C., il biennio immediatamente precedente la data tradizionale di nascita di Gesù

    Eventi astronomici spettacolari

    L'ipotesi di un evento eccezionale è in accordo con la descrizione fornita dal Protovangelo di Giacomo, uno scritto apocrifo del secondo secolo, secondo cui la Stella era:“tanto brillante da far scomparire le altre stelle”. La fonte, tuttavia, non è sufficientemente attendibile da considerare vincolante questo dettaglio[9]. Un evento eccezionale, inoltre, sarebbe stato notato da tutti ed Erode non avrebbe avuto bisogno di chiedere ai Magi la data precisa di inizio dell'evento. L'evento eccezionale, se davvero ebbe luogo, deve essere stato preceduto da altri eventi astronomici, il cui significato era comprensibile solo da astrologi

    Una cometa

    L'ipotesi che la stella di Betlemme fosse una cometa, o qualcosa di simile, risale a Origene, che non si basa su tradizioni precedenti, ma suppone che si sia trattato di una nuova "stella", cioè di un evento eccezionale, probabilmente allo scopo di non deviare dal rifiuto della pratica astrologica, consueto fra i cristiani. Origene cita il perduto trattato "Sulle comete", scritto dal precettore di Nerone, Cheremone, secondo il quale era prassi accettata che l'apparizione di comete o nuovi astri segnalasse la nascita di importanti personaggi ed era quindi plausibile che i Magi si fossero messi in viaggio al suo apparire.

    È stato proposto che la Stella fosse la cometa di Halley, che fu visibile nel 12 a.C., ma questa data non è compatibile con l'opinione corrente della maggior parte degli storici, che datano la nascita di Gesù tra il 7 e il 4 a.C.. Non si conosce il passaggio di altre comete nel periodo d'interesse, eccetto forse un evento del 5 a.C., descritto dagli astronomi cinesi come una cometa, ma oggi spesso reinterpretato come una supernova. L'identificazione della Stella con questa cometa è sostenuta, ad esempio, da Colin Humphreys, che la utilizza per datare la nascita di Cristo attorno alla Pasqua del 5 a.C.

    Come detto sopra, l'identificazione della "stella" con una cometa diventò opinione comune solo nel XV secolo, un secolo dopo l'opera di Giotto.

    Una Nova

    Alcuni studi, invece, hanno trovato traccia di esplosione di supernove:

    Nel 1977 un gruppo di ricercatori inglesi (Clark, Parkinson and Stephenson) hanno rilevato che gli annali astronomici cinesi registrano nel marzo del 5 a.C. l'apparizione di un oggetto brillante, probabilmente una nova, che rimase visibile per circa 70 giorni tra le costellazioni dell'Aquila e del Capricorno. Si tratta quasi certamente di un oggetto rilevato anche dagli astronomi coreani, anche se le loro registrazioni contengono imprecisioni, dovute verosimilmente ad errori di trascrizione. Se i Magi si misero in viaggio dalla Mesopotamia al suo apparire, poterono raggiungere la Giudea in aprile/maggio: in quel periodo, all'alba era visibile da Gerusalemme in direzione sud, cioè verso Betlemme, in perfetta corrispondenza con il racconto evangelico.

    Una recente ipotesi suggerisce che la stella di Betlemme fosse una supernova o una ipernova, le cui tracce sono state scoperte nei pressi della galassia di Andromeda. La datazione di questo evento non è attualmente possibile, ma potrebbe diventarlo col progresso della tecnologia. Frank Tipler, però, osserva che una supernova in Andromeda spiegherebbe in modo letterale un aspetto misterioso del vangelo di Matteo: il fermarsi della stella proprio sopra Betlemme.

    Il "fermarsi" indicherebbe il raggiungimento dello zenit, istante in cui la stella cessa di fornire una indicazione direzionale.

    Congiunzioni planetarie

    Molti studiosi hanno suggerito che la stella di Betlemme non fosse una stella o una cometa, ma il pianeta Giove in congiunzione con altri pianeti meno luminosi. Keplero (De anno natali Christi, 1614) per primo segnalò che nel 7 a.C. vi fu una tripla congiunzione di Giove con Saturno nella costellazione dei Pesci. Il fenomeno aveva attirato l'attenzione anche degli astronomi caldei, che lo avevano previsto sin dall'anno precedente. La tavoletta con la previsione del fenomeno, datata 8 a. C., è stata trovata in ben quattro copie in siti diversi (fatto molto raro); ciò segnala l'interesse degli astrologi antichi per il fenomeno.

    I due pianeti entrarono nella costellazione dei Pesci in corrispondenza all'equinozio di primavera, visibili a oriente subito dopo il tramonto, e vi rimasero per circa un anno, avvicinandosi tra loro per ben tre volte. Prima di uscirne furono raggiunti anche da Marte. Perciò nel febbraio del 6 a.C. vi furono simultaneamente le congiunzioni di Giove con la Luna e di Marte con Saturno, entrambe nella costellazione dei Pesci. Poco dopo Giove entrò nella costellazione dell'Ariete, dove secondo l'astronomo Michael Molnar ebbe due congiunzioni con la luna, così prossime da essere occultato (evento calcolabile con i computer odierni, ma non prevedibile nell'antichità). Secondo Molnar furono particolarmente significativi l'occultamento del 17 Aprile e la stazionarietà di Giove il 19 dicembre del 6 a.C..

    Negli anni 7-6 a.C. vi fu quindi una sequenza di eventi astrali durata circa diciotto mesi e variamente interpretata dagli studiosi utilizzando testi astrologici ebraici, ellenistici e babilonesi. La sequenza era centrata sul pianeta Giove, il più luminoso dopo Venere e quello che nella mitologia antica era il Dio creatore degli uomini (Marduk per i Babilonesi, Zeus per i Greci).

    Altre sette congiunzioni molto significative dal punto di vista astrologico ebbero luogo negli anni 3-2 a.C (cioè nei due anni antecedenti la data di nascita di Gesù secondo la tradizione cristiana). Tre di esse implicarono Giove e la stella Regolo della costellazione del Leone, anch'essa un simbolo regale. Altre, verificatesi sempre nei pressi di Regolo implicarono Venere e altri pianeti, fra cui Marte e Mercurio.

    Gli eventi astrali del 7-6 a.C. sono quelli ritenuti più interessanti dalla maggioranza degli studiosi.

    La tripla congiunzione Giove-Saturno del 7 a.C.

    Ogni 19 anni e 314 giorni Giove e Saturno si allineano con il Sole. L'allineamento con la terra ha lo stesso periodo medio, ma si verifica in modo più irregolare (anticipando o posticipando di qualche mese) a causa del moto della terra sulla sua orbita. Normalmente queste congiunzioni sono brevissime e sono visibili per poche ore all'alba o al tramonto o addirittura sono completamente invisibili, perché la terra è in opposizione.

    Quando però anche la terra è esattamente allineata con i due pianeti nel giorno in cui essi sono allineati col sole, la congiunzione è preceduta e seguita esattamente a distanza di cento giorni da altre due congiunzioni con allineamento geocentrico, ma non eliocentrico. Se, invece, nel giorno dell'allineamento eliocentrico dei due pianeti, la terra non è perfettamente allineata anch'essa, ma si trova in un settore angolare di più o meno 30° si verificano comunque congiunzioni multiple ma non più equidistanziate, e al limite la congiunzione centrale viene a coincidere con una di quelle estreme per cui la congiunzione tripla si riduce ad una doppia. Le congiunzioni multiple sono un effetto dovuto alla maggior velocità angolare della terra, che determina un moto retrogrado apparente di Giove e Saturno fra la prima e l'ultima congiunzione.

    Le congiunzioni multiple si verificano in media ogni 120 anni, mentre quelle in cui la terra è anch'essa molto prossima all'allineamento eliocentrico, si verificano in media ogni 500 anni. La frequenza si riduce ulteriormente se si richiedono condizioni aggiuntive, come il verificarsi entro una specifica casa dello Zodiaco.

    Secondo Keplero le tre congiunzioni del 7 a.C. avrebbero avuto luogo il 29 maggio, il 29 settembre e il 5 dicembre, ma i calcoli di altri autori spostano leggermente queste date. La congiunzione quasi-eliocentrica del 29 settembre si verificò nei pressi della luna piena e poco dopo l'equinozio d'autunno.

    Come mai una di queste congiunzioni planetarie potrebbe aver spinto i Magi a recarsi alla corte di Erode? Occorre evidentemente che l'evento fosse considerato eccezionale e che avesse un particolare significato astrologico. Vediamo, ad esempio, come queste condizioni si realizzarono per la tripla congiunzione di Giove e Saturno del 7 a.C.

    Già nell'VIII secolo d.C. l'astrologo persiano Masha'allah ibn Athari, utilizzando dati e teorie di origine iranica e babilonese, sostenne che ogni importante cambiamento religioso o politico, fra cui le nascite di Cristo e di Maometto, era collegato alla congiunzione fra Giove e Saturno. Un'interpretazione più dettagliata, basata su notizie fornite da Isaac Abrabanel, uno scrittore medievale ebreo, è pubblicata da Rosenberg. Il pianeta Saturno sarebbe il Padre divino, Giove il figlio e la costellazione dei Pesci sarebbe collegata con il popolo di Israele. Anche secondo l'assiriologo Simo Parpola l'evento del 7 a. C. sarebbe risultato di grande importanza per gli astrologhi caldei e avrebbe annunciato "la fine del vecchio ordine del mondo e la nascita di un nuovo re mandato da Dio". Infine Ettore Bianchi, Mario Codebò e Giuseppe Veneziano hanno sottolineato che proprio all'epoca della nascita di Cristo vi fu il trapasso dall'Era dell'Ariete all'Era dei Pesci, per cui durante gli equinozi il sole sarebbe entrato nelle costellazioni dei Pesci e della Vergine e sarebbe dovuta ritornare l'Età dell'oro. Qualunque evento astrale nella costellazione dei Pesci avrebbe avuto una risonanza fortissima fra gli astrologi di qualsiasi cultura, come testimonia anche l'ecloga IV di Virgilio, in cui si canta l'avvento dei Saturnia Regna. Secondo l'astrologia iranica e indiana l'età dell'oro torna ogni dodicimila anni.

    Alcuni esempi illustrativi

    I dati astronomici sopra illustrati sono numerosi e le incertezze sulla datazione della nascita di Gesù così ampie, che non c'è difficoltà a trovare molteplici possibilità d'accordo. Le possibilità sono accresciute anche dalla molteplicità degli eventi biblici: il primo segnale astrologico potrebbe corrispondere non alla nascita, ma al concepimento di Gesù o addirittura a quello dell'annuncio a San Zaccaria, che diede l'avvio alla sequenza di eventi. La significatività di ogni coincidenza è quindi limitata.

    A titolo illustrativo, riassumiamo alcune possibilità:

    David Hughes e più recentemente Simo Parpola collocano tutti gli eventi nell'autunno del 7 a.C.; la nascita di Gesù sarebbe avvenuta in corrispondenza alla congiunzione equinoziale (6 ottobre), mentre l'arrivo dei Magi sarebbe da collocarsi in corrispondenza all'ultima congiunzione nei primi giorni di dicembre. Il pregio di questa proposta è che essi avrebbero osservato a Gerusalemme proprio un nuovo verificarsi dell'evento che avevano osservato in patria in accordo con Mt 2,10. Dato che la prima congiunzione si era verificata solo sei mesi prima, resta incerto il motivo per cui Erode avrebbe fatto uccidere tutti i bambini di Betlemme con meno di due anni;

    Michael Molnar enfatizza solo gli eventi del 6 a.C. e il ruolo di Giove, collocando la visita dei Magi nel dicembre di quell'anno;

    Per diversi autori, fra cui più recentemente Colin Humphreys, gli eventi del 7 e del 6 a.C. avrebbero avuto solo un ruolo di "allerta astrologica", mentre la nascita di Cristo avrebbe avuto luogo solo in coincidenza con (o poco dopo) la cometa/supernova del marzo 5 a.C. Dato che la "cometa" fu osservata dagli astronomi cinesi per 70 giorni, i Magi ebbero tutto il tempo per osservare la sua prima comparsa, decidere di mettersi in viaggio ed arrivare a Gerusalemme entro i due mesi successivi. Questa soluzione spiega il comportamento di Erode, al prezzo di introdurre due eventi, mentre il vangelo parlerebbe solo del secondo.
    Proviamo, infine, a collocare la Natività il 25 dicembre del 6 a. C., una data il cui anno raccoglie grande consenso fra gli storici e il cui giorno accontenta anche i credenti tradizionalisti. Alcuni dei dati astronomici sopra discussi si collocano nella narrazione biblica come segue:

    Settembre-Ottobre 7 a.C.: Annuncio dell'angelo a San Zaccaria e concepimento del Battista; avvio della catena di eventi che conduce alla nascita di Gesù (circa 180 giorni prima del concepimento di Gesù secondo Luca);

    congiunzione di Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci (la congiunzione astrologicamente più importante perché anche il sole era allineato con la terra e i pianeti, pur trovandosi nella costellazione della Vergine).

    Marzo-Aprile del 6 a.C.: Annunciazione a Maria e concepimento di Gesù (circa 266 prima del Natale);

    Nel febbraio Marte raggiunge Giove e Saturno nella Costellazione dei Pesci, congiunzioni di Marte con Saturno e di Giove con la Luna e successivo occultamento di Giove da parte della Luna nella costellazione dell'Ariete (17 Aprile).

    2 febbraio del 5 a.C.: Presentazione di Gesù al Tempio, durante la quale Simeone il Giusto pronuncia il Nunc dimittis (40 dopo Natale per obbedire la legge mosaica), seguita in data imprecisata dalla visita dei Magi;

    L'esplosione di una supernova (o la comparsa di una cometa) in marzo annuncia ai Magi la realizzazione della profezia significata dalla misteriosa triplice congiunzione di due anni prima, spingendoli a partire per Gerusalemme; la profezia di Michea e la luce della stella li guidano a Betlemme. Erode uccide tutti i nati dall'avvio della triplice congiunzione (maggio 7 a.C.).

    Edited by Lagertha• - 21/12/2020, 09:56
     
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    Articolo più che afffascinante!! Tutte le teorie, astronomiche e astrologiche, potrebbero essere quelle giuste, visto che la reale data di nascita di Cristo non è ancora oggi chiara e non il 25 dicembre.

    Da sempre l'uomo ha dato importanza a quello che accadeva in cielo, per cui degli studiosi avranno sicuramente seguito e saranno stati in grado di definire un determinato evento o luogo in base agli aspetti dei pianeti o a strani avvenimenti astronomici.

    Esistono poi altre teorie, più all'avanguardia e molto opinabili, che in quella stella vedono la luce di qualche oggetto non identificato...,,

     
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  3. leAlidelDestino
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    Certo come teorie sembrano abbastanza veritiere!! Sicuramente i Magi sapevano cosa stavano seguendo..e quale sarebbe stato il momento di mettersi in viaggio!
    Mi scuso dell'ignoranza, ma non so come mai per la tradizione si sia scelto il 25 dicembre come nascita di Gesù :unsure:

    Le teorie di cui parli Mar sono quelle di un possibile ufo se non sbaglio.... :shifty:
     
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    Qui c'e' un articolo sulla data del 25 dicembre

    Tommaso Federici
    25 DICEMBRE E’ DATA STORICA
    tratto da 30 Giorni, anno XVIII, novembre 2000, p. 63-68.


    Non fu una scelta arbitraria per soppiantare antiche feste pagane. Recenti scoperte avvalorano l’attendibilità storica della data del Natale. Quando la Chiesa celebra la nascita di Gesù nella terza decade di dicembre, attinge all'ininterrotta memoria delle prime comunità cristiane riguardo ai fatti evangelici e ai luoghi in cui accaddero. Tommaso Federici, professore emerito di teologia biblica, fa il punto su indizi e recenti scoperte che confermano la storicità della data del Natale

    Un preambolo

    In genere si assumeva e si assume senza discutere la notizia già antica secondo cui la celebrazione del Natale del Signore nella prima metà del secolo IV fu introdotta dalla Chiesa di Roma per motivi ideologici. Infatti sarebbe stata posta al 25 dicembre per contrastare una pericolosa festa pagana, il Natale Solis invicti (fosse Mitra, come è probabile, o fosse una titolatura di un imperatore romano). Tale festa era stata fissata al solstizio invernale (21-22 dicembre), quando il sole riprendeva il suo corso trionfale verso il suo sempre maggiore risplendere. Quindi in ambito cristiano, risalendo di 9 mesi, si era posta al 25 marzo la celebrazione dell'annuncio dell'Angelo a Maria Vergine di Nazareth, e la sua Immacolata Concezione del Figlio e Salvatore. In conseguenza, sei mesi prima della nascita del Signore si era posta anche la memoria della nascita del suo precursore e profeta e battezzatore Giovanni.

    D'altra parte, l'Occidente cristiano non celebrava l'annuncio della nascita di Giovanni al padre, il sacerdote Zaccaria. Che invece, e da lunghissima data, è commemorato nell'Oriente siro alla prima domenica del "Tempo dell'Annuncio (Sûbarâ)", che comprende in altre cinque domeniche l'annunciazione a Maria Vergine, la visitazione, la nascita del Battista, l'annuncio a Giuseppe, la genealogia del Signore secondo Matteo.

    L'Oriente bizantino, e sempre da data immemoriale, celebra invece al 23 settembre anche l'annuncio a Zaccaria.

    Si hanno in successione quattro date evangeliche che inseguendosi si intersecano, ossia I) l'annuncio a Zaccaria e II) sei mesi dopo l'annunciazione a Maria, III) rispettivamente nove e tre mesi dopo le prime due date, la nascita del Battista, e IV) rispettivamente sei mesi dopo quest'ultima data, e naturalmente nove mesi dopo l'annunciazione, la Nascita del Signore e Salvatore.

    Il referente per così dire "liturgico" di tutto questo sarebbe quindi il Natale del Signore, al 25 dicembre, sulla cui base, si assume, furono disposte le feste dell'annunciazione nove mesi prima, e della nascita del Battista sei mesi prima. Gli storici e i liturgisti su questo svolgono diverse ipotesi più o meno accolte. Il problema è che già nei secoli II-IV erano state avanzate diverse datazioni, che tenevano conto di computi astronomici, o di idee teologiche.

    Una data "storica" esterna, ossia che non fosse biblica, patristica e liturgica, e che portasse una conferma agli studiosi, non era ancora conosciuta.

    Un riferimento: l'annuncio a Zaccaria

    Luca ha una certa sua cura di situare la storia. Così ad esempio cita "l'editto di Cesare Augusto" per il lungo censimento di Quirino (circa il 7-6 a. C.), durante il quale avvenne la nascita del Signore (Lc 2, 1-2). Inoltre rimanda all'anno quindicesimo di Tiberio Cesare (circa il 27-28 d. C.), quando Giovanni il Battista cominciò la sua predicazione preparatoria del Signore (Lc 3, 1). E annota: "E lo stesso Gesù era cominciante [il suo ministero dopo il Battesimo, Lc 3, 21-22] quasi di anni 30" (Lc 3, 23), di fatto avendo circa 33 o 34 anni.

    Secondo la sua suggestiva narrazione evangelica, lo stesso Angelo del Signore, Gabriele, sei mesi prima dell'annunciazione a Maria (Lc 1, 26-38), alla conclusione della solenne celebrazione sacrificale quotidiana aveva annunciato nel santuario all'anziano sacerdote Zaccaria che la sua sposa, sterile e anziana, Elisabetta, avrebbe concepito un figlio, destinato a preparare un popolo a Colui che doveva venire (Lc 1, 5-25). Luca si preoccupa di situare questo fatto con una precisione che rimanda a un dato conosciuto da tutti. Così narra che Zaccaria apparteneva alla "classe [sacerdotale, ephêmería] di Abia" (Lc 1, 5), e mentre gli appare Gabriele "esercitava sacerdotalmente nel turno [táxis] del suo ordine [ephêmería]" (Lc 1, 8).

    Così rimanda a un fatto generale senza difficoltà, e a uno specifico e puntuale, che presenta un problema. Il primo fatto, noto a tutti, era che nel santuario di Gerusalemme, secondo la narrazione del cronista, David stesso aveva disposto che i "figli di Aronne" fossero distinti in 24 táxeis, ebraico sebaot, i "turni" perenni (1 Cr 24, 1-7.19). Tali "classi", avvicendandosi in ordine immutabile, dovevano prestare servizio liturgico per una settimana, "da sabato a sabato", due volte l'anno. L'elenco delle classi sacerdotali fino alla distruzione del tempio (anno 70 d. C.) secondo il testo dei Settanta era stabilito per sorteggio, così: I) Iarib, II) Ideia, III) Charim, IV) Seorim, V) Mechia, VI) Miamin, VII) Kos, VIII) Abia, IX) Giosuè, X) Senechia, XI) Eliasib, XII) Iakim, XIII) Occhoffa, XIV) Isbaal, XV) Belga, XVI) Emmer, XVII) Chezir, XVIII) Afessi, XIX) Fetaia, XX) Ezekil, XXI) Iachin, XXII) Gamoul, XXIII) Dalaia, XXIV) Maasai (l'elenco, in 1 Cr 24, 7-18).

    Il secondo fatto è che Zaccaria quindi apparteneva al "turno di Abia", l'VIII. Il problema che pone questo è che Luca scrive quando il tempio è ancora in attività, e quindi tutti potevano conoscere le sue funzioni, e non annota "quando" stava in esercizio il "turno di Abia". Inoltre, non dice in quale dei due avvicendamenti annuali Zaccaria ricevette l'annuncio dell'Angelo nel santuario. E sembra che lungo i secoli nessuno abbia avuto cura di riportare la memoria, o di fare qualche ricerca. La stessa Comunità madre, la Chiesa di Gerusalemme, giudeo-cristiana di lingua aramaica, che tradizionalmente (almeno per due secoli) era guidata dai parenti di sangue di Gesù, Giacomo e i suoi successori, non sembra che si curasse di questo particolare, che per i contemporanei andava da sé.

    Il "turno di Abia" con data certa

    Nel 1953 la grande specialista francese Annie Jaubert, nell'articolo «Le calendrier des Jubilées et de la secte de Qumran. Ses origines bibliques», in «Vetus Testamentum», Suppl. 3 (1953) pp. 250-264, aveva studiato il calendario del Libro dei Giubilei, un apocrifo ebraico assai importante, che risaliva alla fine del sec. II a.C. Ora numerosi frammenti di testo di tale calendario, ritrovati nelle grotte di Qumran, dimostravano non solo che esso era stato fatto proprio dagli Esseni che lì vivevano (circa sec. II a. C.-sec. I d. C.), ma che esso era ancora in uso. Detto calendario è solare, e non dà nomi ai mesi, ma li chiamava con il numero di successione. La studiosa aveva pubblicato poi su questo diversi altri articoli importanti; vedi anche la sua voce "Calendario di Qumran", in "Enciclopedia della Bibbia" 2 (1969) pp. 35- 38. E in una celebre monografia, "La date de la Cène, Calendrier biblique et liturgie chrétienne", Études Bibliques, Paris 1957, aveva anche ricostruito la successione degli eventi della settimana santa, individuando in modo convincente (salvo dissensi di qualcuno) al martedì, e non al giovedì, la data della cena del Signore.

    Da parte sua, anche lo specialista Shemarjahu Talmon, dell'Università Ebraica di Gerusalemme, aveva lavorato sui documenti di Qumran e sul calendario dei Giubilei, ed era riuscito a precisare lo svolgersi settimanale dell'ordine dei 24 turni sacerdotali nel tempio, allora ancora in funzione. I suoi risultati erano consegnati nell'articolo "The Calendar Reckoning of the Sect from the Judean Desert. Aspects of the Dead Sea Scrolls", in "Scripta Hierosolymitana", vol. IV, Jerusalem 1958, pp. 162-199; si tratta di uno studio accurato e importante, ma, si deve dire, passato pressoché inosservato dal grande circuito, ma non ad Annie Jaubert. Ora, la lista che il professor Talmon ricostruisce indica che il "turno di Abia (Ab-Jah)", prescritto per due volte l'anno, ricorreva così: I) la prima volta, dall'8 al 14 del terzo mese del calendario, e II) la seconda volta dal 24 al 30 dell'ottavo mese del calendario. Ora, secondo il calendario solare (non lunare, come è l'attuale calendario ebraico), questa seconda volta corrisponde circa all'ultima decade di settembre.

    Come annota anche Antonio Ammassari, "Alle origini del calendario natalizio", in "Euntes Docete" 45 (1992) pp. 11-16, Luca, con l'indicazione sul "turno di Abia", risale a una preziosa tradizione giudeo-cristiana gerosolimitana, che da narratore accurato di storia (Lc 1, 1-4) ha rintracciato, e offre la possibilità di ricostruire alcune date storiche.

    Così il rito bizantino al 23 settembre fa memoria dell'annuncio a Zaccaria, e conserva una data storica certa, e pressoché precisa (forse con un decalco di uno o due giorni).

    Date storiche del Nuovo Testamento

    La principale datazione storica sulla vita del Signore verte sull'evento principale: la sua resurrezione nel resoconto unanime dei quattro Evangeli (e del resto della Tradizione apostolica del Nuovo Testamento, vedi 1Cor 15, 3-7) avvenne all'alba della domenica 9 aprile dell'anno 30 d.C., data astronomica certa, e quindi quella della sua morte avvenne circa alle 15 pomeridiane del venerdì 7 aprile del medesimo anno 30.

    Secondo i dati ricavati dall'indagine recente come sopra accennata, viene un intreccio impressionante di altre date storiche.

    Il ciclo di Giovanni il Battista ha la data storica accertata (circa) del 24 settembre del nostro calendario gregoriano dell'anno 7-6 a. C. per l'annuncio divino concesso a suo padre Zaccaria. Nel computo attuale, sarebbe nell'autunno dell'1 a. C., ma si sa che dal VI secolo vi fu un errore di circa sei o cinque anni sulla data reale dell'anno della nascita del Signore.

    La nascita di Giovanni il Battista nove mesi dopo (Lc 1, 57-66), (circa) il 24 giugno, è una data storica.

    Ma allora, nel ciclo di Cristo Signore, che Luca pone in forma di un dittico speculare con quello del Battista, l'annunciazione a Maria Vergine di Nazareth "nel mese sesto" dopo la concezione di Elisabetta (Lc 1, 28) risulta come un'altra data storica.

    E in conseguenza, e finalmente, è una data storica la nascita del Signore al 25 dicembre, ossia 15 mesi dopo l'annuncio a Zaccaria, nove mesi dopo l'annunciazione alla Madre sempre vergine, sei mesi dopo la nascita di Giovanni il Battista.

    La santa circoncisione otto giorni dopo la nascita, secondo la legge di Mosè (Lev 12, 1-3), è una data storica.

    E così, quaranta giorni dopo la nascita, il 2 febbraio, la "presentazione" del Signore al tempio sempre secondo la legge di Mosè (Lev 12, 4-8), che segna l'hypapantê, l'Incontro con il suo popolo, è una data storica.

    "Problemi liturgici"

    La data del Natale ha intorno un nugolo di problemi. Anzitutto viene il fatto che in alcune Chiese si cumulò e talvolta si confuse il 25 dicembre con il 6 gennaio, giorno che cumulava la memoria degli eventi che contornavano la nascita del Salvatore.

    Poi, soprattutto, la non chiara distinzione tra memoria di un fatto, che può durare generazioni, la devozione intorno a questo fatto, che si può esprimere con un culto non liturgico, e l'istituzione di una festa "liturgica" con data propria e con una vera e propria ufficiatura, che comprende la liturgia delle ore sante e quella dei divini misteri.

    Qui va tenuto conto, come invece in genere si trascura, dell'incredibile memoria delle comunità cristiane quanto a eventi evangelici, e ai luoghi che videro il loro verificarsi.

    L'Annunciazione, ad esempio, era entrata nella formulazione di alcuni "Simboli battesimali" più antichi già nel secolo II. Essa nella medesima epoca fu rappresentata nell'arte cristiana primitiva, come nella catacombe di Priscilla. A Nazareth stessa, come ormai ha dimostrato splendidamente l'archeologia, il luogo dell'Annunciazione fu conservato e venerato senza interruzione dalla comunità locale, e fu visitato da un ininterrotto afflusso di pellegrini devoti, che lungo i secoli lasciarono anche graffiti e scritte commoventi, fino ai giorni nostri. Quando si avviò il culto "liturgico" della Madre di Dio, nel V secolo inoltrato, si ebbe la grande festa "liturgica" dell'Euaggelismós, l'annunciazione a Maria. Questa acquistò tale straordinaria risonanza che in Occidente i Padri la annoverarono tra i "primordi della nostra redenzione" (con il Natale, i Magi e le nozze di Cana), e in Oriente fu considerata così solenne e quasi soverchiante, che la sua data nel rito bizantino abolisce la domenica e perfino il giovedì santo, cede solo al venerdì santo, e se cade alla domenica della Resurrezione divide la celebrazione così che si celebra metà del Canone pasquale e metà del Canone dell'Annunciazione.

    A Betlemme già prima della costruzione della Basilica costantiniana (primo trentennio del IV secolo), la comunità cristiana aveva conservata la memoria e la venerazione ininterrotte del luogo della nascita del Signore.

    In Egitto la Chiesa copta conserva con ininterrotta devozione la memoria dei luoghi dove la santa famiglia sostò nella sua fuga (Mt 2, 13-18), dove furono costruite chiese ancora officiate.

    Si può parlare qui dei luoghi santi della Palestina, in specie quelli di Gerusalemme: dell'Anástasis, la Resurrezione (così riduttivamente chiamato "santo sepolcro") e del Golgota, del Cenacolo, del "Monte della Galilea" che è quello dell'Ascensione, del Getsemani, di Betania, della piscina probatica (Gv 5, 1-9), dove fu costruita una chiesa, del luogo della "Dormizione" della Madre di Dio nel Cedron, e così via. Su tutti questi luoghi esiste una documentazione preziosa, impressionante e ininterrotta lungo i secoli fino a noi, dei pellegrini che li visitarono sempre con gravi sacrifici e pericoli, e lasciarono descrizioni e resoconti scritti della venerazione di cui erano oggetto, e degli usi della devozione degli abitanti e degli altri visitatori.

    Il problema di grande interesse qui è la scelta delle date per le celebrazioni "liturgiche" vere e proprie. Quanto alla celebrazione "liturgica", nel senso visto sopra, del Signore, della sua Madre sempre vergine, di Giovanni il Battista, si trattò di scelte arbitrarie, provenienti da ideologie o da calcoli ingegnosi? Non pare. Il 23 settembre e il 24 giugno per l'annuncio e la nascita di Giovanni il Battista, e il 25 marzo e il 25 dicembre per l'annunciazione del Signore e per la sua nascita, non furono arbitrarie, e non provengono da ideologie di riporto. Le Chiese avevano conservato memorie ininterrotte, e quando decisero di renderle celebrazioni "liturgiche" non fecero che sanzionare un uso immemoriale della devozione popolare.

    Va tenuto conto anche del fatto poco notato che le Chiese si comunicavano le "date" delle loro celebrazioni, e così ad esempio quelle delle "deposizioni dei martiri", che chiamavano il "natale dei martiri" alla gloria dei cielo. Per le grandi ricorrenze, come le feste del Signore, degli apostoli, dei martiri, dei santi vescovi delle Chiese locali, e dal secolo V anche di quelle della Madre di Dio, le Chiese adottarono volentieri le proposte delle Chiese sorelle. In pratica, pressoché tutte le grandi feste del Signore e della Madre di Dio vengono dall'Oriente palestinese, e, furono accettate con grande entusiasmo dalle Chiese dell'Impero, e prima dei grandi scismi del V secolo, anche dall'immensa cristianità dell'Impero parto. Il Natale, come sembra, venne da Roma, e fu accettato, sia pure con qualche esitazione, da tutte le Chiese.

    Con questo, si vuole dire che le Chiese avevano la possibilità di controlli e di verifiche, e va detto che gli antichi padri nostri non erano affatto creduloni, ma spesso giustamente diffidenti, così da respingere ogni tentativo illecito e illegittimo di culto "non provato".

    L'evangelista Luca in tutto questo ha una parte non piccola, quando con opportuni e abili accenni rimanda a luoghi ed eventi e date e persone.

    da:
    www.identitaeuropea.org/archivio/articoli/federici_25.html

    :) Il solstizio d'inverno era molto importante per i popoli antichi..Comunque certe chiese ortodosse ancora festeggiano il Natale il 7 gennaio, in base al calendario giuliano.

    L'anno della nascita di Cristo è ancora poco chiaro. :wacko:
     
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    Grazie Mar!

    Molto interessante!

    In effetti sembra proprio che il 25 dicembre sia una data scelta e non il reale giorno di nascita di Gesú.
     
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  6. leAlidelDestino
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    Ho letto attentamente l'articolo postato da Mar, e..mi sembra che in pratica il discorso sia abbastanza chiaro del perchè si festeggi il 25 dicembre..la ricerca fatta mi sembra molto accurata e precisa..ecco che però mettendo insieme i due articoli, il primo riguardo la triplice congiunzione si arriva al 7/6 a.C.
    Anche su questo mi sembra che ci siano parecchie probabilità che sia stata identificata!
     
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    Per Ely e Fata, ecco qualcosa di molto interessante circa la nascita di Gesù, la cometa di Betlemme, la triplice congiunzione in Pesci e perché il 25 dicembre non è la data di nascita di Gesù ma solo una data convenzionale... :)
     
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  8. Ely53
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    Grazie Nau, uno scritto da rileggere più volte... fra l'altro la fgura dei Magi mi ha sempre affascinato e anche la natura dei tre famosi doni: oro, incenso e mirra.
     
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    Porto su questa discussione perché oggi è l'Epifania e i Re Magi avrebbero seguito la Cometa di Betlemme per arrivare al giaciglio dove nacque Gesù.
     
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    Buon Solstizio a tutti!!!
     
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    L'allineamento di Giove e Saturno poteva benissimo esser stato scambiato per la stella cometa, difatti Dionigi sbagliò il calcolo della nascita di Gesù, che pare esser nato tra l'8 e il 4 avanti Cristo, mentre secondo altre fonti, sarebbe nato proprio il 7 a.C. 🤩
    Buon solstizio 💫💫
     
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10 replies since 23/1/2010, 21:53   845 views
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