La Luna nella mitologia

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  1. Lagertha•
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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    Il nome del pianeta deriva da quello dell'omonima divinità romana, in latino Luna, corrispondente della greca Selene, personificazione della Luna piena e spesso associata con Ecate (la Luna calante) e soprattutto con Artemide (la Luna nuova).

    La Luna ha sempre rappresentato uno degli elementi essenziali della mitologia e della cultura popolare. Nelle antiche culture era diffusa l'idea che la Luna morisse ogni notte per calare nel mondo delle ombre, o che fosse coinvolta in un continuo inseguimento con il Sole, mentre nella mitologia medievale, alla luce della Luna si trasformano i lupi mannari, e alle sue fasi erano legate le riunioni delle streghe.

    Nella religione induista, l'origine delle fasi lunari è spiegata con un aneddoto che coinvolge Ganesha, la divinità con la testa di elefante, ed ampio spazio è ricoperto dalla Luna anche nella cultura islamica.

    Molte delle credenze popolari sono legate agli effetti della Luna: la fase di luna piena è favorevole ai pescatori poiché attira i pesci in superficie, il mosto va messo nelle botti nelle notti di luna nuova, mentre gli ortaggi devono essere seminati con la luna crescente, periodo in cui aumenta anche il numero delle nascite.

    Tra le numerose divinità lunari compaiono alcune figure maschili, come Nanna e Sin tra i popoli mesopotamici, Thoth per gli Egiziani, il giapponese Susanowo, o anche Isil, personaggio mitologico del mondo immaginario creato dallo scrittore J.R.R. Tolkien; tuttavia le principali divinità legate alla Luna sono impersonate da figure femminili, come l'etrusca Artume, ma tra tutte spiccano le dee greche Selene e Artemide, e le loro equivalenti romane Luna e Diana.

    Secondo la mitologia classica, Selene era sorella di Helios (il Sole) e di Eos (l'aurora), ed era figlia dei Titani Iperione e Teia. Dal suo matrimonio con Zeus (Giove), nacque Erse (la rugiada).
    Selene veniva rappresentata come una bella donna, dal viso pallido; indossava lunghe vesti argentate e portava in mano una torcia e sulla testa una luna crescente. Talvolta era raffigurata su una biga trainata da cavalli, all'inseguimento di quella solare.

    Artemide (Diana) era la sorella gemella di Febo (Apollo) e la figlia di Zeus e Leto (Latona). Secondo la legenda Hera (Giunone), la moglie di Zeus, lanciò su Leto una maledizione che la costringeva, per dare alla luce i suoi figli, a cercare un luogo in cui non avesse mai battuto il sole. Per questo motivo Zeus fece emergere dai mari l'isola di Delo, e fu qui che nacque Artemide. Ella nacque per prima ed aiutò la madre a mettere al mondo il fratello Febo, ragione per cui Artemide era considerata anche la dea del parto e della fertilità, una figura simile alla dea frigia Cibele.

    Artemide era anche la dea della caccia, dei boschi, delle fonti e dei torrenti e la protettrice degli animali selvatici. Secondo un aneddoto raccontato da un poema di Callimaco, Artemide, giunta all'età di tre anni, chiese al padre Zeus di esaudire alcuni suoi desideri, ossia di non doversi mai sposare, di rimanere vergine e di avere sempre, come compagni di caccia, dei cervi che tirassero il suo carro e dei segugi, oltre a sessanta fanciulle. Il padre la assecondò. Le sue compagne rimasero vergini, come lei, ed ella vigilò strettamente sulla loro castità.

    Altri epiteti con cui era conosciuta Artemide sono Locheia (patrona della nascita e delle levatrici), Cynthia (dal Monte Cinzio, luogo di nascita), Phebe (versione femminile del fratello Phebo), Potnia Theron (patrona degli animali selvatici, epiteto usato da Omero), Agrotera (protettrice dei cacciatori) e Kourothrophos (protettrice dei giovani).

    Nelle rappresentazioni più antiche Artemide è raffigurata come una dea alata, che tiene in mano un cervo, un leone o un leopardo, mentre nel periodo classico indossava degli stivali da caccia e portava un arco e una faretra con frecce d'argento; al suo fianco venivano spesso ritratti un cane, un cervo o dei cipressi. In alcune rappresentazioni è vista come dea delle fanciulle e tiene in mano una lira. Nei periodi successivi compariva anche con vesti argentate e una corona lunare, simbolo della sua identificazione con la dea Luna.

    Il simbolo astronomico (e astrologico) del pianeta consiste in una rappresentazione stilizzata della sua fase crescente.

    Fonte: www.lavocedellestelle.com/pianeti/luna.aspx


    Edited by Lagertha• - 10/9/2018, 12:28
     
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