Il Vascello delle Stelle Perdute

Posts written by *Morgana

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    opo decenni in cui le rivendicazioni dell’ambiente venivano disattese, ora si sta seriamente riflettendo sul fatto che è arrivato il momento di ascoltarle.

    L’idea, riferisce Wired, è nata in Bolivia e l’iniziativa si chiama Legge della Madre Terra e sarà discussa mercoledì alle Nazioni Unite sulla base della Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra, che è stata redatta dagli lo scorso anno. Entrambi i documenti sanciscono il diritto all’esistenza dell’ecosistema. Tale iniziativa è stata ampiamente criticata e bollata come una perdita di tempo. Ma molti ci credono.

    GIURISPRUDENZA DELLA TERRA - “Deve accadere, prima o poi, che noi si garantisca all’ambiente una tutela dal punto di vista legale.” Ha dichiarato Patricia Siemen, direttore esecutivo del Centro di Giurisprudenza della Terra. “Deve essere un interesse primario per gli uomini, che fanno parte del mondo naturale.” Il primo principio della legge boliviana è che la Madre Terra è “un’unica, indivisibile comunità di esseri viventi collegati tra loro e che dalla terra vengono sostenuti e contenuti e ai quali la terra dà la possibilità di riprodursi”.

    TRADIZIONI ANDINE - Che la legge venga dalla Bolivia non sorprende. Come ha osservato il Guardian,la legge è profondamente influenzata dalle tradizioni spirituali andine, che sono molto legate all’idea di un abbraccio quasi mistico nei confronti della natura. Inoltre, a seguito dei cambiamenti climatici, la Bolivia sta vivendo un periodo di siccità. Molte città boliviane, compresa la capitale, rischiano di diventare deserti prima della fine del secolo. Quando il confine tra proteggere la natura e proteggere la vita delle persone si assottiglia il discorso cambia.



    CAUSA- Negli Stati Uniti già nel 1972 si parlava di dare diritti alla natura. Il primo a trattare l’argomento era stato Christopher Stone dell’University of Southern California. Il professore aveva scritto: “dire che l’ambiente naturale dovrebbe avere dei diritti non significa dire alcunché di sciocco e non significa affatto affermare che nessuno deve avere il diritto di tagliare un albero.” Stone proponeva che le persone si facessero custodi della natura. Un’idea che in questi tempi andrebbe rivalutata. I fautori dell’idea di conferire diritti legali alla Madre Terra sanno che ci sarà molto scetticismo e anche un’opposizione a tale iniziativa. È inevitabile, di fronte a qualcosa di nuovo. Certo, di fronte ai fatti che accadono, una considerazione va fatta: meno male che la Madre Terra finora non ha avuto diritti, altrimenti chissà che causa avrebbe già intentato al genere umano.

    http://www.giornalettismo.com/archives/121...la-madre-terra/
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    Di Anna Pirera, riflessioni su un testo di Luciana Percovich


    All'inizio era la Dea
    Ricercare notizie sulla Grande Dea è un modo, per me come per molte di noi, di indagare la nostra identità.
    Nel nostro guardare indietro, lontano nel tempo, cerchiamo di guardare più profondamente in noi stesse e la forma che recentemente hanno preso gli studi archeologici con il lavoro di molte donne, la forma della mito-archeologia, dell'unione di archeologia e mito attraverso le ere è per me incomparabilmente affascinante. E mi accorgo che sempre più numerose sono le mie compagne di viaggio.
    Nel segno di questa ricerca vi propongo qui le quattro forme dell'Antica Dea individuate dalla Gimbutas e sintetizzate da Luciana Perkovich.
    E le propongo in una forma che è anche un racconto e in quanto tale sono consapevole che altre ricerche, altre autrici, altri punti di vista potrebbero raccontare una storia anche molto diversa **

    Dal Paleolitico al Nolitico il culto della Dea diffuso fra Europa, Medierraneo, Medio Oriente e India si sviluppa lungo quattro forme, quattro figure o funzioni cui sono associati segni, simboli ed iconografie chiaramente differenziate, come mostrano gli studi di Marija Gimbutas.

    La descrizione quadripartita della figura della Dea rende conto dello sviluppo storico della Grande Madre, dal Paleolitico in cui una sola forma sembra dominare in luoghi anche molto distanti fra loro al Neolitico in cui gli sconvolgimenti sociali e razziali determinati dalle invasioni di popolazioni di razza diversa, armate, composte da guerrieri a cavallo, portano ad una evoluzione, ad una differenziazione e ad una riflessione-comprensione della morte, della morte violenta e della rigenerazione; la morte che diventa ora centrale come fenomeno appartenente alla natura e anche come fenomeno da ricondurre nella natura a differenza del periodo precedente. Caratteristica infatti dell'epoca Neolitica è il farsi strada del "pensiero, quasi un'ossessione, della morte" che si sviluppa lungo linee, come vedremo fra poco, che ne differenziano livelli ed aspetti.

    Ma vediamo ora nel dettaglio le quattro forme individuate dalla Gimbutas:

    Fase Paleolitica e poi Neolitica: La Dea Madre, Dispensatrice di Vita

    Nota a tutti noi nella figura tipica della Dea gravida delle cosidette Veneri.

    Sono immagini scolpite nella pietra, o nell'osso, generalmente oggetti mobili di piccole dimensioni con le gambe rastremate, in modo da poter essere piantate nel terreno. Datano dal 30.000 a.C. circa in poi e ne sono state trovate centinaia nei diversi scavi archeologici. Gli elementi caratteristici sono curve e rotondità: i seni in rilievo, i glutei, il ventre gravido e la vulva (come nella Venere di Lespugue, qui raffigurata). Spesso la Dea è colegata ad animali simbolici quali l'orsa, la cerva, il daino, il bisonte con le sue corna e la giumenta. E' dunque la Dea generatrice di tutte le cose.

    Dominante è qui l'elemento acqua, "a indicare che la credenza prevalente era che tutta la vita viene dall'acqua" infatti ad essa vengono associati simboli acquatici, come lo zig-zag, linee ondulate o serpentine.

    La Dea della Vita continua ad essere raffigurata - chiamata a vivere - lungo i millenni successivi con le stesse caratterstiche.
    L'abbondanza delle forme si trova ancora nella sua piena maestà nella Dea del Parto di Catal Huyuk, che apre questa pagina.
    Per tutto il Neolitico sono diffussime le statuette di dee con le braccia che reggono i seni, da cui naturalmente sgorga il latte, nutrimento di VIta, come la Ishtar- Inanna raffigurata qui a fianco.

    La Dea come fonte di Nutrimento e Vita si evolve poi in seguito anche nelle figure della Dea Madre con figlio in braccio, tipica ad esempio di Iside e prototipo della seguente Madonna con Bambino.

    Fra gli animali che accompagnano la Dea ha avuto particolare importanza e fortuna nel tempo la Vacca Celeste o Mucca Sacra, che fra le altre forme ha preso quella di dea Hathor nell'antico Egitto, e il cui culto è ancora vivo e presente in India, dove le mucche anche oggi sono venerate e rispettate come incarnazioni della Madre.
    La Madre Antica è Una, Generatrice del Tutto e come tale anche inesauribile, costante. Un riferimento che senza variazioni marcate che attraversa secoli, millenni, uguale a se stessa, continuità di una visione del mondo che si trasmette di madre in figlia, di sacerdotessa in sacerdotessa, nello scorrere di tempi lunghi, costanti. E' indubitabile e immutabile come l'eterna. Ha uno sguardo uguale per tutto, è generosa e imparziale.
    Di lei non abbiamo racconti. Forse non ha storia, non ha miti di cui sia protagonista, "è" senza necessitò di agire. Emana, più che fare, genera per il solo fatto di essere.


    In un secondo tempo, nella fase Neolitica, alla Dea nella sua forma di pura generazione, si affianca la Dea Madre nella forma che poi è giunta a noi:

    "Iside seduta, che tiene sulle ginocchia il figlio, segna il definitivo passaggio dal simbolo steatopigio del corpo femminile, espressione della potenza creatrice allo stato puro (gravidanza, incubazione, farsi energetico e nascosto nel grembo/forno), al simbolo della maternità, dove il prodotto è venuto alla luce, ha preso le sembianze del figlio maschio che si è in-sediato sul suo grembo, che tra poco si trasformerà in astratto trono, su cui il potere maschile potrà sedersi da solo. Ed è questa diade madre/figlio che arriva direttamente a noi attraverso le figure della Madonna con figlio in braccio, ancora oggi l'immagine 'sacra' più comune, perché ancora viviamo in quell'aura culturale."

    La Dea Una è ora relazione, è madre di, accoglienza e nutrimento e l'uomo si percepisce figlio, tenuto in braccio, e la donna può essere figlia, o madre. La Dea entra nel visibile, nel manifesto.


    Fase Neolitica: le Dee del Rinnovamento, della Morte e dello Sviluppo

    Con il Neolitico siamo entrati in un altro momento della storia delle civiltà, un periodo storico di qualche millennio in cui avvengono molti cambiamenti radicali. La figura della Dea si arriccchisce di funzioni, volti e differenziazioni. La vita agricola e l'incontro con la guerra, la violenza e il predominio maschile di cui i popoli invasori sono portatori portano al confronto, a volte brutale, con la morte. La riflessione profonda sulla morte porta a scoprirne aspetti diversi. E porta la Dea al movimento, alla trasformazione, alle storie (e alla Storia). E la Dea entra nel mondo del fare, pur mantenendo la sua origine nell'essere.

    La Dea Ctonia della Terra che si Rinnova


    Entriamo nel "neolitico agricolo e sedentario, che sviluppa l'arte della ceramica. La madre ora è snella, e le sue storie si combinano con quelle delle prime forme maschili del Dio, rappresentato come spirito della vegetazione che ciclicamente nasce e muore...
    Connesso col ciclo dell'agricoltura, cioè all'alternarsi della stagione senza messi, della semina, della rinascita e del raccolto, prende piede un'immagine ctonia della divinità, nascosta, quella della Dea della vegetazione che si nasconde sottoterra, dove la vita cova, non vista, per poi riemergere. Questa visione è all'origine di diversi miti, da Inanna/Ereshkigal a Persefone e Core, fino alla morte e resurrezione di Cristo.
    Il figlio generato dalla madre è come la vegetazione prodotta dalla madre ctonia, da cui, per la Gimbutas, le prime rappresentazioni sacre del maschile....che poi diventerà il "re per un anno" che, alla fine del ciclo, deve essere sostituito - o rigenerato - per garantire nuove messi."

    Siamo dunque in quel mondo di pensiero che produrrà la figura in Egitto del re-faraone, figlio di Horus-Horus egli stesso (figlio della Dea Iside) che è garante con la bontà del suo operare della piena feconda del Nilo.

    E siamo nel mondo delle storie, dei miti. In questa, più che in altre forme della Dea, a contare è il racconto, spesso lungo e complesso, mentre le figure, le statue, le ceramiche e i bassorilievi, ci 'parlano' poco.
    E' anche, del resto, l'epoca delle grandi cosmogonie, in cui la creazione del mondo ha luogo attraverso più stadi, con l'intervento di molte figure e dei e dee. Cosmogonie che talvolta recano traccia dei venti di guerra che hanno travolto paesi e popolazioni, come nel caso di quella babilonese, in cui il giovane Dio dà 'creazione' al mondo smembrando il corpo della Grande Dea Tiamat (!).


    La Dea della Morte e della Rigenerazione

    "Alla fine del neolitico, nell'età del rame, quasi ormai nell'età del ferro, quando arrivano gli Indoeuropei compare una nuova associazione di animale con la Dea, quella dell'avvoltoio"
    Per la Percovich "è un passaggio ulteriore, in cui si fa strada una formulazione più astratta, più separata dalla naturalità del ciclo della terra."
    O forse è figlia di un incontro molto concreto con un diverso tipo di morte, una morte che è violenza e dominio e non più evento interno al ciclo della natura. Una morte che ora è un punto interrogativo da comprendere e da riportare, con riti e sepolture, nel ciclo della natura.
    La morte non è più 'ovvia' e diventerà l'ossessione per molti popoli, e per alcuni, come quello egizio, un'ossessione per la possibilità di 'dirigere' il viaggio oltre la morte.
    E la Dea della morte si sviluppa in tre linee principali:

    Da un lato la "Dea della Morte annuncia la morte, come passaggio per una nuova rigenerazione. Avvoltoio e corvo...e la più esplicita connessione tra l'avvoltoio e la morte era già raffigurata nelle pitture parietali dei santuari di Catal Huyuk..."

    "...altro simbolo ricorrente, la Dea civetta, anche questa frequentissima: la civetta è un uccello notturno, il cui canto che turba il silenzio della notte era ritenuto un annuncio di morte."

    La Dea annuncia la morte, protegge il viaggio nell'aldilà come testimonia la sua presenza, alata, all'interno dei sarcofaghi egizi. Non è una Dea che porta la morte, pittosto la preannuncia, rappresentandola, oppure scorta, accompagna, nel viaggio oltre.

    Nelle tombe si ritrovano statuette di Dee magre, rigide, schematiche, dagli occhi rotondi, bianche. Dee della morte che personoficano la morte, ne trasmettono l'energia, la natura. Una morte, verrebbe da dire ,"morta", che non dà segno di eventuale futuro rinnovamento, non di vita, perlomeno. Se rinnovamento ci sarà. sarà su altri piani, a raggiungere le stelle, come per gli egizi, appunto.






    Da un altro lato "associate con la Dea compaiono ora le zanne di cinghiale, che hanno il potere di uccidere, perchè il cinghiale è uno degli animali pericolosi, uno degli animali che uccidono: Osiride viene ucciso da un cinghiale così come Attis."

    "Si sviluppa la raffigurazione della Dea della Morte, che ha bocca larga, zanne e talvolta la lingua pendula, come nelle Gorgoni greche, che erano simboli terrificanti e avevano il potere di trasformare gli uomini in pietre... forse i simboli della Gorgone e della Medusa furono elaborati in risposta all'impatto dei guerrieri a cavallo venuti dalle terre di nordest: quando Teseo tagliò la testa della Medusa, crollò una delle ultime difese dell'antica visione del mondo."

    E' la Dea che dà la morte, terribile, talvolta ancora alata, spesso con denti di cinghiale, quella Dea assetata di sangue che è ancora viva oggi nella figura di Kali in India. E', forse, la Dea furiosa per gli oltraggi subiti, per la violenza entrata prepotentemente nel vissuto di popolazioni dall'indole pacifica, la Dea che giunge alla sua forma di furia estrema, come nel caso di Kali, appunto, per frontegggiare nemici troppo forti.


    Da ultimo la Dea della morte prende la forma del Grande Corpo della Dea, in cui è possibile tornare con la morte, e in cui i corpi vengono sepolti. Si tratta delle innumerevoli forme di sepolture in cui viene ricostruito un ventre dove i morti vengono deposti.

    "I templi megalitici di Malta (3.000 a.C.), le tombe a corridioio... sotterranee, a volte scavate dentro una lieve collina... spesso intorno alla collina scorre un torrente, e in cima alla collina è posta una pietra, l'ombelico... "




    La Dea come Energia e Sviluppo

    Per la Percovich è una formulazione più astratta e spirituale della Dea come Dea della Nascita e della Morte, anche se, anche qui, appaiono a mio parere segni concreti di potere e dominio che rimandano a funzioni anche terrene.


    Fra i simboli, troviamo "corni o falci di luna, che molto spesso sono interscambiabili, semicerchi a u, ganci, asce, itifalli... e naturalmente l'immagine del serpente ripetuta infinite volte: spirali e serpente a confondersi una nell'altro..." Come nella Dea serpernte cretese, raffigurata qui accanto.

    "Poi ancora vortici e croci, tutti segni che indicano il dinamismo della natura. Lo chevron, cié la v doppia, una v dentro l'altra, le x, il triangolo, sia con la punta in su che con la punta in giù, il rombo, l'occhio, anche la forma stilizzata delle mammelle, la zampa di uccello sono simboli assai frequenti sul vaselllame, sulle ceramiche e sono tutti interpretati come simboli del dinamismo della natura, associati con l'acqua o con le forme in movimento, simbolo di energia."

    Una categoria vastissima, in cui si possono riconoscere moltissime figure della Dea nel suo potere, tutto femminile, di mutamento e trasformazione la cui forma nel corpo femminile è quella del ciclo mestruale, forse il ciclo naturale più vicino per noi oggi, abitanti in un mondo dove la differenza delle stagioni per chi abita in in città è sempre meno sensibile.


    E dalle prime quattro forme, dalle prime quattro linee si diramano poi quelle che condurranno alle molteplici figure - non più una dea dalle molte funzioni, come era ancora nel neolitico - ma molte dee, ricche di storia, di miti, di fare. Dee troppo spesso subordinate a dei e comunque sempre nel fare che le allontana, a volte dalla semplicità dell'essere, come dicev,o della Grande Madre.
    Molto è guadagnato, in ricchezza e varietà, ma qualcosa è andato perduto, un mondo essenziale che non è solo dimenticato, è anche, e soprattutto, sconfitto.

    www.ilcerchiodellaluna.it/central_Dea_forme.htm
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    Secondo il nuovo modello, l'inversione è frutto di un'interazione gravitazionale con un altro pianeta più esterno

    Più di 500 pianeti extrasolari sono stati scoperti dal 1995, solo recentemente tuttavia si è riusciti a osservare come in alcuni di questi sistemi planetari la stella ha un moto di rotazione in verso contrario al moto di rivoluzione del pianeta del tipo “Giove caldo” (ovvero un pianeta di tipo gioviano in un’orbita molto prossima alla stella).

    “È veramente una cosa bizzarra, ancora più bizzarra per l’estrema vicinanza del pianeta alla stella”, ha commentato Frederic A. Rasio, astrofisico teorico della Northwestern University che ha partecipato allo studio, ora pubblicato sulla rivista Nature. “Com’è possibile che la stella ruoti in un verso e il pianeta orbiti in verso opposto? È veramente folle, viola il nostro modello di base della formazione stellare e planetaria”.

    Utilizzando simulazioni al computer su larga scala, Rasio e colleghi hanno elaborato un modello del processo che ha potuto portare a questo moto retrogrado: l’origine di tutto sarebbe nelle perturbazioni gravitazionali di un pianeta molto più distante.

    Nel modello, i ricercatori hanno assunto la presenza di una stella simile al Sole e un sistema con due pianeti: quello più interno è un gigante gassoso simile a Giove e inizialmente si trova a grande distanza dalla stella dove si ritiene che si formino i pianeti di tipo gioviano; il secondo pianeta è anch’esso di grandi dimensioni e si trova più distante dalla stella rispetto al primo, con il quale interagisce perturbando il sistema.

    Gli effetti sul pianeta interno sono deboli ma si sommano su un periodo di tempo molto lungo, dando luogo a due cambiamenti significativi: l’avvicinamento alla stella del pianeta interno e l’inversione del verso di rivoluzione. Tale processo si verifica perché le due orbite si scambiano il momento angolare, e quello interno perde energia per gli effetti di marea.

    Ma solo un quarto di questi sistemi gioviani osservati mostra orbite invertite e il modello di Rasio riesce a riprodurle entrambe.

    http://lescienze.espresso.repubblica.it/ar.../titolo/1347870
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    Allora benvenuta a bordo e buona permanenza. Se hai bisogno di qualche delucidazione basta chiedere. E riguardo ciò che ti appassiona...non c'è nulla di cui aver paura, fidati..;)

    Un bacio!
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    Soggetti A e B
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    Innanzitutto dovrete analizzare:
    - Se l’Ascendente di A è lo stesso di B (O se formano, tra loro, un buon aspetto)
    - Se il segno dove inizia la casa VII di A è lo stesso del Sole di B (l’opposizione è favorevole)
    - Se il segno dove si trova l’inizio del Mezzo Cielo di A è lo stesso del Sole di B.
    (Fare questa analisi sia per il soggetto A che per il soggetto B)
    Se è presente una, o più, delle configurazioni sopra elencate, si potrà già pensare, in linea di massima, che esisteranno le basi per un buon rapporto.
    Se invece non esiste nessuna delle configurazioni sopra elencate, oppure si creano fra le stesse configurazioni degli aspetti disarmonici, non ci saranno molte probabilità per un legame duraturo.
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    In particolare gli aspetti tra l’Ascendente di A e il Sole di B (e viceversa) potranno essere:
    ASCENDENTE DI A IN BUON ASPETTO AL SOLE DÌ B – Oltre alla simpatia e all’attrazione si potrà rilevare una somiglianza di comportamento e una affinità mentale che attenua i possibili contrasti determinati da altri aspetti.
    ASCENDENTE DÌ A IN BUON ASPETTO AL SOLE DÌ B – Il legame sarà certamente armonioso, sebbene il contatto dato dal Sestile potrà esser a volte monotono.
    ASCENDENTE DÌ A IN QUADRATO AL SOLE DÌ B – Possibile una certa tensione che potrà però essere raddolcita da aspetti favorevoli.
    ASCENDENTE DÌ A OPPOSTO AL SOLE DÌ B – Il rapporto potrà essere molto intenso.
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    ESAME DELLE CASE
    - Se nei due oroscopi vi è una disposizione quasi identica delle Case, le possibilità di intesa saranno già molto forti, anche se ciò dovrà essere confermato da altri elementi.
    - Nell’eventualità che la disposizione delle Case sia diversa occorrerà, non solo analizzare le caratteristiche delle Case 4’,5’ e 7’; ma anche i rapporti che si creano fra le Case 1’, 4’, 7’ e 10’ dell’uno e dell’altro Tema.
    - Se ad esempio, facendo combaciare perfettamente i due temi: il Sole dell’uomo si trova nella Casa 7’ della donna ed in buon aspetto con la Luna di lei, si potrà prospettare un’unione felice, un unione che saprà superare molte difficoltà.
    - Se la Luna della donna, cade nella Casa 2’ dell’uomo ed è, magari, in cattivo aspetto con il Sole e/o Giove di lui, ciò potrebbe significare che la donna eccederà sell spese.
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    ESAME DEGLI ASPETTI
    - La Congiunzione è l’aspetto più importante.
    Sole e Luna si riferiscono alla sensibilità e alle idee.
    Marte e Venere, si riferiscono all’attrazione fisica e alla sessualità.
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    Per stabilire, quindi, una condizione affettiva favorevole occorrerà che il confronto sia eseguito tra:
    Sole di A rispetto alla Luna di B e viceversa
    Marte di A rispetto a Venere di B e viceversa
    Venere di A rispetto a Sole, Luna e Giove di B e viceversa.
    Luna di A rispetto alla Luna di B e viceversa
    Sole, Luna, Venere e Mercurio di A rispetto all’Ascendente, al Discendente e al Mezzo Cielo di B e viceversa.
    Anche un ammasso di pianeti nella Casa 7’ di A opposti all’Ascendente di B (o viceversa), sarà favorevole.
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    ASPETTI DISARMONICI
    Saranno particolarmente nocivi all’unione gli aspetti disarmonici (quadrato, opposizione e alcune congiunzioni) che si formano tra Sole, Luna, Mercurio, Ascendente e Discendente di A con Marte. Saturno, Urano e Plutone di B e viceversa.
    Farà eccezione la Congiunzione di Marte con Venere che rappresentano una forte attrazione sessuale.
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    Potranno risultare molto dannose le Congiunzioni, le quadratura e le opposizioni seguenti:
    SOLE DI A rispetto a MARTE DI B e viceversa
    LUNA DÌ A rispetto a MARTE DÌ B e viceversa
    SOLE DÌ A rispetto a SATURNO DÌ B e viceversa
    LUNA DÌ A rispetto A SATURNO DÌ B e viceversa
    VENERE DÌ A RISPETTO A SATURNO DÌ B e viceversa
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    - RIEPILOGO GENERALE -
    VENERE – Rappresenta il sentimento
    MARTE – Rappresenta l’attrazione sessuale, la passione
    LUNA – Rappresenta l’emotività, la vita di famiglia (specie per le donne), il matrimonio e, per l’uomo, la donna ideale.
    SOLE – Rappresenta, per la donna, il partner ideale.
    CASA 5’ – (Il segno, i pianeti le la occupano, gli aspetti tra i pianeti contenuti in essa e il governatore della Casa): I flirt, gli amori, i fidanzamenti, i figli.
    CASA 7’ – (Il segno, i pianeti le la occupano, gli aspetti tra i pianeti contenuti in essa e il governatore della Casa): Il matrimonio, il menage coniugale o le conseguenze dell’unione.
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    I SIGNIFICATORI DELLA VITA AFFETTIVA
    RELAZIONI SEGRETE O CLANDESTINE – Venere in 12 e/o Pesci.
    AMORI LIBERI O ROMANZESCHI – Venere in Acquario e/o in aspetto ad Urano.
    Urano in 5’
    RELAZIONI ARDENTI: - Venere in aspetto a Marte.
    Mare in 5’ e/o Ariete o Scorpione.
    Scorpione in Casa 5’.
    Venere in Ariete o Scorpione.
    DRAMMI DELLA GELOSIA – Venere congiunta a Marte, specie in 12’
    FEDELTA’ – Venere in segni Fissi.
    Venere in buon aspetto a Saturno.
    Venere in Capricorno senza cattivi aspetti .
    Saturno dominante e in buon aspetto a Marte.
    INCOSTANZA SENTIMENTALE – Venere Lesa.
    Venere in cattivo aspetto con la Luna e/o in 12’.
    Venere in cattivo aspetto a Marte e/o a Nettuno.
    Luna e/o Marte dominanti.
    SEPARAZIONI BRUSCHE – Venere in cattivo aspetto ad Urano.
    PIÙ UNIONI – Molti pianeti in segni doppi (Gemelli, Vergine, Pesci).
    Sole o Luna; Venere o Marte in segni doppi.
    Un segno doppio in casa 7’
    CELIBATO O MATRIMONIO TARDIVO - Saturno in Vergine che affligge l’Ascendente. Saturno in 5’ o 7’ o che le affligge.
    I significatori (Sole o Marte; Venere o Luna) in cattivi aspetti a Saturno.
    Venere e/o Luna in cattivo aspetto a Saturno
    Saturno in 7’ ritarda od ostacola il matrimonio
    Urano in 7’ può portare problemi nel matrimonio
    Marte in 7’, specie se leso, porta liti nel matrimonio.
    *
    MATRIMONIO O LEGAMI FELICI
    (Sole e Marte per la donna – Luna e Venere per l’uomo):
    Forti e in buon aspetto alla Casa 5’ o 7’
    Maestro Casa 7’ ben messo
    Venere e/o Giove in 7’ ben messi
    Sole congiunto o in buon aspetto alla Luna e/o Venere.
    *
    Ps. Quando qui scritto è solo una sintesi; per un oroscopo comparato più approfondito bisognerà tenere presente molte altre cose, senza escludere gli elementi “Fuoco, Terra, Aria ed Acqua”.
    A tutti consiglio, su questo argomento, un bellissimo libro di Sthepen Arroyo “Relazioni e cicli vitali” Casa Editrice Astrolabio.

    www.facebook.com

    pubblicata da Sarasen e il fascino della Astrologia
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    su google traduttore, si!:P
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    Tullia Zevi ( 2 febbraio 1919 Milano ) è stata una scrittrice e giornalista italiana, discendente da una famiglia ebraica. Si è laureata all’Università di Milano e al Conservatorio cittadino. Durante le leggi razziali in italia, la famiglia di Tullia si salvò poiché erano in vacanza in Svizzera.

    Troverai anche altre biografie di donne celebri nella nostra rubrica o sulla nostra rubrica facebook

    Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Tullia e la sua famiglia si trasferirono a New York, dove Tullia continuò a studiare l’arpa a livello professionale. In questo periodo conobbe Leonard Bernstein e Frank Sinastra ( a cui piaceva così tanto l’arpa di Tullia che pretese la sua presenza in un suo spettacolo). A New York nacque la passione di Tullia per il giornalismo, così dopo la guerra decide di tornare in Italia assieme al marito Bruno Zevi. Partecipò al Processo di Norimberga come corrispondente. Per trent’anni la Zevi lavorò per un giornale israeliano “Maariv” e collaboro per un settimanale inglese “The Jewish Chroncle“.

    Diventa nel 1783 presidente dell’UCEI: l’Unione delle comunità ebraiche italiane, nel 1992 venne candidata per il premio “Donna europea dell’anno” e le fu assegnato il titolo di Cavaliere di Gran Croce, la massima onorificienza in Italia. Ottenne il Premio Nazionale Cultura della Pace nel 1994, mentre nel 1998 divenne membro della Commissione per l’Interculturalismo del Ministero dell’Istruzione e dell’ Unesco. Nel 2007, assieme alla nipote Nathania Zevi, scrive e pubblica la propria biografia, “Ti raccondo la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull’ebraismo”.

    Alla presentazione del suo libro a Roma erano presenti personaggi come Rabbino Elio Toaff, l’ex Presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro e Lisa Palmieri. Tullia Zevi muore a Roma il 22 gennaio 2011.

    http://robadadonne.likers.it/2887/tullia-z.../#ixzz1LyTiZsoo
    Likers Network
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    Talk about an early morning eye-opener! Every day this month, about 20 to 45 minutes before sunrise, sky-watchers will get a rare opportunity to watch four worlds—Mercury, Venus, Mars, and Jupiter—in the closest planetary grouping yet seen this century.

    This, planetary conjunction—astro-lingo for when planets cluster together in the heavens—has provided some impressive sights already. But the early-bird sky show is really culminating this week as they form their tightest grouping yet!

    Jupiter, the gas giant and second brightest of the bunch, will glide past Venus on May 10 and 11, making the larger world easy to spot despite it being less than a quarter as bright as the goddess of love. Most impressive is that the two planets will be separated by only 0.5 degrees, which means you could easily cover the starlike pair with just your thumb on an outstretched arm.

    Then, on May 12 all four worlds will be clustered within 6 degrees of each other in the dawn sky. That’s equal to the width of 12 full moon disks side by side—quite a pretty sight.

    Faint little Mercury is the third brightest planet in the parade, just to the lower right of the Venus-Jupiter pair. But what makes it a challenging target is that Mercury is five to ten times fainter than Jupiter and much closer to the horizon. The innermost planet will remain a few degrees to the lower right of the brighter Venus throughout this period.

    However, ruddy colored Mars is the trickiest to spot because it’s just one-hundredth as bright as Venus. The red planet starts very low in the sky, but eventually catches up with the Venus-Mercury pairing this week.

    Your best bet to pick out Mercury and Mars through the bright twilight is by using binoculars when you scan just below Venus.

    While this planetary alignment can be glimpsed from around the world, best views will be centered around the tropics, where the planets will shine brighter and higher in the predawn sky.

    For observers in mid-latitude regions such as southern Canada, most of the continental U.S., and Europe, the planets will hug the eastern horizon very closely, making it more of a challenge to see the entire set.

    No matter where you are, the most important advice is to get a clear, unobstructed view of the low eastern horizon 30 to 45 minutes before your local sunrise.

    This dazzling planetary meeting will begin to slowly disband in the second half of May, but as a grand finale to the sky show, our own crescent moon will add to the mood from May 29 to 31, making for a picturesque pose with Jupiter and then Venus.

    Sky-watchers haven’t seen a cosmic morning lineup like this since 1996! And if you miss this one, you will have a long wait, because the next big planetary conjunction—which will involve all five of the naked-eye planets, plus the moon—won’t occur until September 8, 2040.

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    Cosmic Gang of Four, Plus Two

    While all the hoopla surrounds the four bright planets, there are two other members of the club getting in on the action.

    Both Uranus and Neptune sit to the far upper right of the quadruple pack of planets in the southeastern sky. They are both significantly fainter, and so you will need binoculars to glimpse them.

    Neither will look all that impressive, appearing as greenish-blue tinted, fuzzy stars. A small telescope, however, will begin to reveal their tiny disks.

    Out of the eight official planetary members of our solar system, we are lucky enough to see six huddled together in one small section of the sky.

    We live on one of the remaining member worlds, so that leaves one missing: Where is Saturn? The ringed gas giant sits by its lonesome in the evening sky, shining brightly high above the southern horizon.

    Andrew Fazekas, aka The Night Sky Guy, is a science writer, broadcaster, and lecturer who loves to share his passion for the wonders of the universe through all media. He is a regular contributor to National Geographic News and is the national cosmic correspondent for Canada’s Weather Network TV channel, space columnist for CBC Radio network, and a consultant for the Canadian Space Agency. As a member of the Royal Astronomical Society of Canada, Andrew has been observing the heavens from Montreal for over a quarter century and has never met a clear night sky he didn’t like.

    http://newswatch.nationalgeographic.com/20...planetgathering

    Edited by Nausicaa* - 13/5/2011, 10:08
  10. .
    di Mantovani Elisabeth
    09/05/2011

    Ricostruendo la profonda frattura con l’ambiente e la natura, l’uomo contemporaneo compie il primo passo verso la riconquista del senso della sacralità, verso la quiete e l’armonia che solo la pace con la materia e la natura, immagini rivelatrici del divino, possono donargli...


    L’Astrologia è forse la scienza più antica che attesti la ricerca di un contatto tra l’uomo e il divino, attraverso una conoscenza che possa avvicinare al concetto di sacralità. Essa fu praticata e conosciuta da tutti i popoli e in tutte le epoche esplorate dalla storia.

    I primi monumenti megalitici risalenti al Neolitico erano orientati secondo punti astronomici in prossimità del ritorno del Sole o di una stella in un determinato punto del cielo. Fino al XVI-XVII secolo la costruzione di quasi tutti gli edifici di culto tiene conto di importanti punti astronomici quali gli equinozi, i solstizi, le lunazioni, il ritorno di una stella durante il ciclo dell’anno solare o lunare.

    Ovunque sulla superficie della Terra, i luoghi dove si celebravano culti, riti, misteri e iniziazioni sono associati all’Astrologia: le piramidi dei Maya, degli Egizi e dei Caldei sono gli esempi più importanti che seguono ai monumenti pitrei del Neolitico e che attraversano tutta l’età del bronzo.

    Sin dall’Età della Pietra l’uomo cercò attraverso l’osservazione del cielo di trovare una spiegazione ai fenomeni sulla Terra o ancora, da un punto di vista più profondo, di cercare un contatto tra il finito, fenomenico, e l’infinito, causale.

    I primi monumenti megalitici riproducono perciò i sentieri celesti: era infatti convinzione degli antichi che ci fosse un intrinseco e misterioso legame tra il cosmo e gli esseri umani, tra i grandi movimenti degli Astri e i piccoli avvenimenti di quaggiù. L’Universo era infatti percepito come un tutt’uno in cui si muovevano unitamente tutte le cose viventi visibili e invisibili, grandi e piccine.

    L’uomo in questa visione non era che il ricettore e trasmettitore di forze arcane molto più potenti di lui che potevano indicargli la causa e la direzione ultima dei fenomeni che animavano la sua vita sulla Terra. Per questo gli Astri, insieme agli eventi atmosferici e agli elementi che animavano il cosmo, il fuoco, l’aria, il vento, l’acqua e il suolo, furono da sempre venerati come divinità portatrici di importanti segnali nella vita dell’uomo.

    I primi Astri ad essere venerati dagli antichi furono il Sole e la Luna poiché direttamente connessi con i cicli agricoli e con i fenomeni biologici che regolavano la vita sulla Terra.

    Il cielo notturno fu per i primi uomini sulla Terra la rivelazione sacra dell’entità divina che permeava il cosmo, lontana, occulta eppur sempre presente. Anche per le popolazioni antiche più civilizzate la divinità non era qualcosa di estraneo alla materia e alla natura, ma un’entità intrinsecamente presente in essa, che si rivelava attraverso gli elementi naturali così come nei sentieri luminosi tracciati dagli Astri nel cielo.

    Era comune agli antichi l’idea di poter potenziare il fuoco della Terra catturando l’energia ignea degli Astri attraverso i monumenti sacri orientati astronomicamente.

    Agli albori degli studi astrologici testimoniati attraverso la documentazione storica (2000 anni a.C.), i movimenti del Sole e della Luna avevano pari importanza nella predizione dei fenomeni sulla Terra. Sembra anzi che i primi culti associati agli Astri, dal Neolitico fino all’Età del Bronzo, avessero come oggetto la Luna e le sue fasi e fossero direttamente connessi alla fertilità, alla possibilità di rigenerazione biologica e di rinascita fisica e spirituale.

    Una delle più antiche testimonianze della venerazione degli antichi per la Luna, rivelatrice della cause spirituali, è il culto del dio lunare Sin, presente in Mesopotamia fin dal III millennio a.C. La divinità lunare Sin è considerata “padre”di tutti gli dèi, come successivamente lo sarà Thot per gli Egizi: il dio creatore dalla testa di Ibis, artefice e fautore della conoscenza.

    Numerose testimonianze affermano come la Luna con i suoi cicli fosse la tangibile rivelatrice della divinità sulla Terra. Per questo anche successivamente e fino all’età moderna, i cicli lunari e i relativi calendari furono ampiamente tenuti in considerazione nell’interpretazione degli avvenimenti e nella predizione degli stessi attraverso l’Astrologia. Se il Sole con i suoi cicli, osservati dalla Terra, è fautore dei ritmi del giorno e della notte e delle stagioni che spiegano i fenomeni esterni della natura, la Luna, ed anche le stelle, sono da sempre rivelatrici delle cause interiori, di un’evoluzione misteriosa e nascosta che è alla base di ogni generazione, crescita e mutazione, fautrice per gli uomini di conoscenza, sapienza e rivelazione.

    Fino all’avvento della scienza moderna, Astrologia e astronomia furono praticate insieme come un’unica materia. La conoscenza dei fenomeni prima dell’età moderna era tutt’altro che arretrata: essa si basava piuttosto su di un altro tipo di linguaggio, sincretico, analogico, immaginativo. Un linguaggio che gli alchimisti e i veri astrologi cercarono di preservare nel tempo attraverso una visione integrata del sapere, che unisse in un indissolubile abbraccio facoltà scientifiche e razionali, immaginative, intuitive ed analogiche.

    I linguaggi simbolici di cui fanno uso le scienze antiche quali l’Alchimia e l’Astrologia possiedono, al pari degli antichi alfabeti geroglifici, la proprietà di racchiudere in pochi semplici elementi tutto lo scibile umano.

    Essi sono composti da numeri chiusi che traducono leggi e geometrie universali:

    - Il tre, numero dell’evoluzione e del movimento organico, attraverso di esso ogni cosa si muove e si trasforma (basti pensare al ritmo apparire, essere, sparire comune a tutti gli esseri viventi).
    - Il quattro, numero della completezza di un ciclo, traduce il manifestarsi nella materia di ogni entità incarnata e ordina ogni cosa esistente (le quattro stagioni, i quattro punti cardinali, i quattro momenti del giorno o della vita dell’uomo).
    - Il sette, associato alla creazione nonché numero che ritma le fasi lunari, il crearsi e disfarsi continuo di ogni cosa che esiste.
    - Il 12, numero che combina l’essenza e il movimento associati al tre, con la sostanza tangibile incarnata dal quattro.

    Questi sono i numeri basilari che compongono il linguaggio dei simboli astrologici dove troviamo infatti tre qualità (cardinale, mutevole e fisso), quattro elementi (Foco,Terra, Aria e Acqua), sette pianeti (tra cui si annoverano anche il Sole e la Luna) o forze creatrici conosciute sin dall’antichità, 12 segni zodiacali.

    Questi simboli basilari esprimono concetti opposti e complementari che si alternano e interagiscono per spiegare l’armonia cosmica e il perfetto bilanciamento sul quale si regge ogni cosa visibile ed invisibile.

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    Possiamo riassumere i principi fondamentali dell’Astrologia secondo cinque punti fondamentali:

    • La corrispondenza tra tutte le cose. Questo principio è ben espresso dalla massima ermetica “Così in alto così in basso, così dentro così fuori" ed esprime l’analogia e il legame tra tutte le cose presenti nell’universo. Gli alfabeti geroglifici, così come i misteriosi simboli dell’Alchimia e dell’Astrologia, svelano la corrispondenza tra la natura (le forme minerali, animali e vegetali), gli esseri umani e il mondo spirituale di cui essa è riflesso ed immagine.

    • Il principio di trasformazione di ogni cosa visibile e invisibile. Si traduce nella massima ermetica “Materializza ciò che è sottile, spiritualizza ciò che è corporeo"; ciò che è causa di caduta e di morte per puri esseri spirituali è motivo di rinascita e trasfigurazione per i comuni mortali. Questo principio ci parla tra le altre cose della forza dinamica del desiderio e dell’amore attraverso cui ogni cosa si crea e si consuma. Certamente è impossibile spiegare in parole le profonde verità spirituali racchiuse in questi principi ed è per questo che il linguaggio simbolico si avvale di immagini e allegorie, di uno stile a volte lirico, capace di suggerire analogie senza imprigionare in forme definite i concetti ma lasciando ad essi tutta la libertà di stabilire contatti e di rivelare l’indissolubile unità di tutte le cose.
    Un’altra immagine che potremo associare a questo principio ci viene da Platone. Il Timeo, il suo dialogo più ermetico, ma anche il più ricco di nozioni astrologiche e di conoscenza esoterica, termina con la seguente frase “[…] E secondo tutti questi modi, allora e ancora oggi, gli esseri viventi si mutano gli uni negli altri”. Qui Platone fa riferimento alla forza del pensiero, alla qualità delle abitudini, dei desideri e dei sentimenti e alla loro capacità di modificare la materia e la sua destinazione. Ancora una volta ciò che è dentro equivale o influenza ciò che è fuori e viceversa. C’è poi un’allusione alla trasmigrazione dell’anima che attesta il contatto di Platone con antiche filosofie di origine orientale.

    • La legge della causa-effetto. Ogni pensiero, ogni desiderio, ogni azione sono semi piantati nella terra che daranno i loro frutti futuri. Questo principio attesta tra l’altro l’indissolubile legame tra passato, presente e futuro: le esperienze della vita sono il frutto dei semi piantati nel passato e dai frutti del presente si ricaveranno i semi del futuro.

    • La continua opportunità offerta dalla vita. Attraverso il meccanismo di azione e reazione la vita ci offre una continua opportunità di conoscenza e di miglioramento potendo osservare i frutti di ciò che abbiamo seminato. Questo principio è particolarmente associato all’opportunità di conoscere i tempi propizi per potere agire e interagire con la realtà. Questi tempi sono indicati dall’Astrologia attraverso le posizioni solari e lunari, che determinano le stagioni esteriori e interiori, i cicli biologici che governano la vita dell’uomo. Anche i pianeti e le stelle hanno parte nel grande orologio cosmico che indica all’uomo i momenti opportuni: essi segnano i maggiori cicli della vita dell’umanità e del nostro pianeta.

    • Il bilanciamento e il conseguimento dell’armonia. Lo scopo e il vero fine dell’Astrologia sono descritti da questo principio. Come l’Alchimia, infatti, il fine dell’Astrologia non è meramente speculativo. La scienza sacra si pone infatti un obiettivo del tutto concreto attraverso la conoscenza interiore ed esteriore dei grandi cicli che regolano la vita dell’uomo così come quella del cosmo. Questo principio è suggerito dalla continua interazione tra elementi positivi e negativi che si alternano lungo la ruota zodiacale: Fuoco e Aria sono positivi, irradianti, estroversi; Acqua e Terra sono negativi, riceventi, introversi.
    Tuttavia non dobbiamo associare i concetti di positivo e negativo a quelli di bene e male, che vengono trascesi nel conseguimento della saggezza e della reale conoscenza delle cose. Come il giorno e la notte, così i concetti di positivo e negativo, maschile e femminile, presenti in ogni manifestazione della realtà, sono opposti e complementari: essi descrivono le due curve cicliche di uno stesso cerchio, simbolo di completezza, di assoluto e di unità che solo si può conseguire attraverso la percezione simultanea di questi due aspetti in ogni cosa manifesta.

    Ricostruendo la profonda frattura con l’ambiente e la natura, l’uomo contemporaneo compie il primo passo verso la riconquista del senso della sacralità, verso la quiete e l’armonia che solo la pace con la materia e la natura, immagini rivelatrici del divino, e l’integrazione della propria intelligenza con esse, possono donargli.

    I monumenti megalitici presenti sulla Terra, così come le grandi cattedrali sorte nei luoghi sacri ed energetici dopo di essi, sono per l’uomo un esempio tangibile e una guida verso il rispetto della materia e l’integrazione con la natura, supporto di ogni essere vivente.

    Il fuoco divino delle Stelle, fonte di eternità, è custodito nella profondità della Terra e impregna ancora le pietre degli antichi luoghi sacri del Neolitico e dell’Età del Bronzo, così come di alcune cattedrali costruite nel Medioevo su importanti punti geomagnetici e orientate secondo importanti punti astronomici; là è sepolto in attesa di essere ridestato.

    http://www.nonsoloanima.tv/index.php?contr...article_id=1426

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    waaaaaaaaaaaaaaaaa..mitica!!!
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    Eh vabbè..tieni conto che x i miei alunni..quando in tv hanno trasmesso "Il capo dei capi"..Riina era un mito e lo osannavano!!! :sick: :sick:
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    Migliaia di ragazzi in tutta Europa hanno partecipato a Evolution Megalab, un macroesperimento che rivela come l'aumento della temperatura abbia modificato il colore di questi invertebrati
    di MICHELE CATANZARO

    http://www.repubblica.it/scienze/2011/05/0...hiole-15765493/
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    Sunset in the Scottish Highlands
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    Baboon With Infant
1418 replies since 16/8/2009
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