Esercizio n.8

Eccomi ragzze, vi ho tenuto abbastanza sulle spine?

La cameretta, come già detto, è la raffigurazione del mondo interiore della bambina.
All'inizio, infatti, è sola nella sua stanza, ma gioca tranquilla e serena con le sue bambole. Stiamo parlando di una bambina di sei anni, quindi le bambole sono oggetti familiari che danno una certa sicurezza, soprattutto perché le danno il controllo della situazione.
Quando una bambina gioca è lei a controllare il movimento delle bambole, decidendo cosa fargli fare, quindi, nel sogno, è come se si ripetesse: "Va tutto bene, ho io il controllo del mio mondo, sto bene". Ovviamente stiamo parlando di un pensiero inconscio! A livello cosciente è probabile che la bambina senta tutto questo solo come una "sensazione".
Ecco però che una delle bambole si mette a piangere e si muove verso di lei, terrorizzandola.
La bambola è il suo fratellino appena nato, un esserino minuscolo come una bambola, ma che per il momento non fa altro che piangere, dormire e mangiare, scombussolando la routine della bambina.
La sovrapposizione gioco-fratello deriva anche dal fatto che i genitori hanno cercato di coinvolgere la piccola nella preparazione prima del parto: comprare i vestiti, gli accessori da bagnetto, per la pappa ecc tutti di taglie minuscole, "da bambola". Solo che, finché il bambino non è nato, l'idea di non essere più figlia unica era vaga e indefinita, ora invece c'è un nuovo membro della famiglia che pretende cure e attenzioni.
Nel sogno, la bambola le si avvicina, vuole "prenderla".
Mi rivolgo a chi ha avuto a che fare con fratellini piccoli, quante volte avete detto o sentito la frase "tesoro, prendilo/a in braccio che vi faccio una foto"
Dal punto di vista di una bambina che non ha ancora accettato il fratellino è sicuramente un'imposizione, un'entrata forzata nel suo mondo. Tra l'altro, chi sarà a questo punto più spesso tra le braccia dei genitori? Ovviamente il piccolo che ha bisogno di un sacco di attenzioni e ha una mobilità ridotta.
Quel "Piango arrabbiata, non c'è nessuno" probabilmente sta a significare il sentirsi in secondo piano. Perché se Stefano piange accorrono tutti, ma se piango io no?
La visione dei bambini non è la stessa degli adulti e magari qualcosa che ai grandi sembra una sciocchezza, per un bambino non lo è affatto.
Il fatto che Rosa abbia affrontato il passaggio dalla materna alle elementari è sicuramente un ulteriore carico emotivo. è diventata "grande", ha più responsabilità e passa più tempo lontana da casa rispetto al fratello.
Non c'è nulla di effettivamente patologico (almeno per quel che sappiamo), ma sicuramente occorre tanta pazienza e attenzione da parte dei genitori e dei familiari, in modo da creare un contesto familiare il più armonico possibile. Il che non vuol dire viziare Rosa, ma farle capire che entrambi sono parte della famiglia.

Complimenti a tutte ragazze e grazie per la partecipazione!!!