Esploratore Universale Quantico
★☆★☆★☆★☆★☆★☆
- Group
- Pirati
- Posts
- 15,845
- Attendibilità/Fiducia
- +2,553
- Location
- Liguria e non solo
- Status
- Offline
|
|
La Strega: etimologia, archetipo
Questa parola nell’immaginario collettivo ha uno straordinario potere evocativo, suscita fantasie e timori, ripugnanza e curiosità; è anzitutto nella sua immagine primigena, un simbolo in cui è confluito l’aspetto negativo, oscuro, perinicioso e castrante che l’uomo ha attribuito e attribuisce all’archetipo femminile. Il termine deriva dal latino “Strix” che significa uccello del malaugurio, barbagianni . Dal nome latino di questa creatura orrenda deriva il vocabolo medievale stria. Nel passato indicava anche uccello notturno, ovvero la civetta che veniva rappresentata come il simbolo della saggezza; con il tempo assunse il significato di maga incantatrice. In inglese è definita “Witch” da wit – conoscere, oppure secondo un’altra etimologia da wicca (in alto germanico wizago), termine druidico con cui si designano i saggi. Dal greco aix origina il termine tedesco Hexe, che significa spirito dei boschi o apparizione di fantasm. L’archetipo della strega può essere individuato nella civiltà greco-romana in Circe la maga per antonomasia, “la dea delle lunghe trecce” chiamata da Omero Polifarmakos, mentre nel poema di Appolonio da Rodi Gli Argonauti, in Medea, sorella di Circe. Nella Roma imperiale, spiccano altri prototipi di streghe descritti da poeti di grande fama, ossia Canidia personaggio di Epodi e Satira di Orazio, considerata la capostipite della strega vecchia e laida, inoltre Panfila dell’Asino d’oro di Apuleio Accanto a quest'immagine malevola ne esiste un’altra, la cui origine si perde nei miti delle civiltà nordiche e si colloca nell’ambito di un culto pre-cristiano, che si suppone essere matriarcale, i cui riti si sarebbero riversati nella religione celtica. Tali miti collegano le streghe alla società di Diana che deriverebbe dalla “old religion” (antiche religione) al cui centro stava la grande Madre. Diana presidiava ai riti di fertilità alla magia delle fate e degli elfi e spesso fu collegata con la omonima Dea pagana e con il Dio Cornuto (Giano bifronte) che venne confuso con il diavolo. La società di Diana fu all’origine una società segreta di bonae foeminae che praticavano una magia rituale e si riunivano la notte nei boschi per celebrare le loro cerimonie. Era credenza che le bonae foeminae si introducessero nelle case e, se accolte con musiche e danze, ricambiassero gli ospiti proteggendone la salute e la prosperità. Nella mitologia nord europea era considerata una strega buona, conoscitrice d’infusi guaritori, quindi una rivalutazione di questa figura tanto temuta nei bambini. Era la guaritrice, la vecchia saggia che aveva un rimedio ed un consiglio per tutti. Le streghe (cattive) delle fiabe classiche sono quella di Hansel e Graetel (antropofoga); quella di Biancaneve, bellissima ma che prende le sembianze di un’orrida vecchia; quella della bella addormentata (malefica). In contrapposizione vi erano le streghe buone, le fate, come quella di Pinocchio, di Perrault ecc. Nella letteratura la strega comprende le figure più varie: erboriste, ostetriche, ragazze ribelli, vecchie eccentriche, vittime di vendette personali o del caso, disturbate psichiche, poverette improvvisatesi fattucchiere per racimolare soldi. D. Maraini nella sua opera teatrale (2003) “Zena – processo ad una strega” ambientata a Valdonnola nel 1512, racconta le vicende di questa nota erborista, guaritrice ed ostetrica. …. “Lei aveva un rimedio per ogni male..” La stregoneria e suoi significati La stregoneria racchiudeva in se un duplice significato:
la pratica della magia nera che consiste nell’esercitare dei malefici per provocare malattie o disastri naturali. La forma più nota di stregoneria consiste nel "gettare il malocchio" su qualcuno, espressa anche dai termini sinonimi di sortilegio e maleficio. Il termine italiano "fattura" (da "fare"), così come il corrispondente spagnolo hechiceria (da hacer, fare), connotano chiaramente le intenzioni maligne
la pratica della magia bianca (mediante arti divinatorie) consta nel predire il futuro o nel ricorrere ad atti magici di guarigione. Le guaritrici esperte nell'arte della magia bianca erano le Bonae Foeminae" Nell'antica Grecia si distinguevano tre diversi tipi di magia: pharmakéia, la maghéia e la goetéia. Questa impostazione sarà continuata in pieno Quattrocento dai filosofi naturalisti come Cardano, Della Porta, Campanella. Anch'essi, come gli antichi Greci, vedevano nella pharmakéia la pratica magica legata alla conoscenza delle erbe e dei loro principi medicamentosi, la maghéia la pratica di derivazione ermetica, orientale, cabalistica, attraverso la quale l'uomo colto si avvicina ai misteri divini, alla ricerca della conoscenza e della perfezione, la goetéia era invece la cosiddetta magia nera, in nome della quale si compivano i crimini più nefandi. Un preconcetto nei confronti delle donne voleva che queste fossero le più capaci di possedere l'arte della goetéia, un pregiudizio che si manterrà vivo in tutto il Medioevo cristiano e nei tribunali dell'Inquisizione.
Tratto da: www.ostetrichesiryo.com/allegati/52.pdf
|
|