AMORE & PSICHE

le 4 prove iniziatiche..

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  1. Francesca3
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    Venere, da vera iniziatrice qual è, sottopone Psiche, di volta in volta, ad alcune dure prove.
    Tali compiti sono varie tappe di un percorso interiore che porteranno Psiche, ora ancora un dolce bocciolo, a divenire un forte, fiero, profumatissimo fiore.

    Primo Compito: Dividere i semi

    Nel primo compito che Venere assegna a Psiche vi sono diversi semi, tutti mescolati insieme.
    La fanciulla deve dividerli e separarli, mettendo insieme tutti i semi dello stesso tipo.
    Psiche si dispera, ma delle generose e pazienti formichine la aiuteranno a superare ciò che Venere le ha imposto.
    Questa sfida ben rappresenta la prima fase del cammino iniziatico.
    Dividere i semi non è solo un’azione esterna, materiale. È anche e soprattutto, in questo caso, un moto interiore.
    Psiche deve guardare onestamente in sé stessa e fare ordine nei suoi pensieri, nelle sue azioni e nei suoi sentimenti.
    Psiche deve compiere una scelta.
    D’ora in avanti non può più camminare alla cieca, ma deve aver ben chiaro, dentro sé stessa, ciò che vuole. Tutto il suo vissuto l’ha portata dove si trova ora: al cospetto di Venere, la sfidante.
    Psiche deve decidere come comportarsi al suo cospetto.
    Dividendo i semi la fanciulla lavora la “materia prima” ed inizia a districare i suoi nodi interiori, i suoi disordini di vario genere, trovando così l'equilibrio, la luminosità e l'armonia necessari a poter cominciare consapevolmente il percorso scelto.
    Ciò la porterà a distinguere anche ciò che è “cattivo”, guasto, da ciò che è buono e degno di essere seminato e curato. Psiche, dividendo i semi, apprendere a separare ciò che è veramente importante, da ciò che non lo è.

    Secondo Compito: Prendere un fiocco di lana del vello d’oro

    Il secondo compito che Venere assegna a Psiche consiste nel prendere dei fiocchi del vello d'oro dei terribili arieti del sole, bestie immense, aggressive e con le corna, che si trovano in un campo e lottano tra loro.
    Il compito sembra impossibile, poiché Psiche non può in alcun modo avvicinarsi agli arieti senza essere da loro ferita o, peggio, uccisa.
    Ma la natura viene di nuovo in aiuto a Psiche ed una canna del fiume le suggerisce di attendere il calar del sole. In quel momento infatti gli arieti si disperderanno ma qualche ciuffo del loro manto dorato rimarrà attaccato ai rovi tutt’intorno e da lì Psiche lo potrà prendere senza correre alcun pericolo.

    Da un punto di vista simbolico interiore questa seconda prova fa apprendere a Psiche due importantissime lezioni.
    Attraverso il consiglio della canna infatti Psiche comprende che in questo ed altri casi è meglio attendere che le acque si calmino e poi fare ciò che si deve fare, piuttosto che agire sull’impulso del momento e rischiare di rimanere schiacciata da qualcosa di più grande di sé stessa.
    Psiche sviluppa la sua intelligenza, la sua saggezza e la sua capacità d’attendere il momento migliore per agire: non permette che gli eventi esterni la coinvolgano così tanto da farle perdere il punto della situazione.
    Grazie anche al superamento della prima prova ora i suoi obiettivi le sono del tutto chiari. La sua capacità di discernere non può più essere intaccata perché ciò che ha precedentemente appreso brilla forte dentro di lei.
    Sa cosa deve fare, e non permette a nulla di distrarla. Per raggiungere il suo scopo non ha fretta. Non agisce freneticamente, rischiando di ingarbugliare la situazione.
    Ma attende. E agisce poi con consapevole determinazione.
    Inoltre Psiche, superando questa prova, diviene completa in sé stessa unendo armoniosamente nelle sue profondità le sue dolci qualità femminili con le forti e virili qualità maschili.

    Psiche apprende a divenire combattiva.
    È una fanciulla buona, amorevole, comprensiva e immensamente tenera. Questo suo nucleo non viene scalfito. Tuttavia, raccogliendo il manto dell’ariete porta dentro di sé la capacità di combattere per ciò in cui crede senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno. La sua giusta rabbia si risveglia.
    Le qualità acquatiche femminili, rappresentate dalla canna e dal fiume, vengono amalgamate alle qualità solari maschili, rappresentate dal vello d'oro e dagli arieti, senza che una si perda nell'altra. Bensì compensandosi a vicenda, compenetrandosi, in modo da trarre sempre il meglio le une dalle altre.

    Terzo Compito: Riempire l’ampolla di cristallo

    Come terzo compito Venere pone tra le mani di Psiche un’ampolla di cristallo che la fanciulla dovrà riempire in un torrente inaccessibile.
    La sorgente di tale flusso d’acqua è posta sulla cima del monte più alto e scorre fino alle profondità degli inferi prima di riapparire sulla terra, sgorgando di nuovo dalla fonte.
    Inoltre, a guardia della corrente vi sono alcuni draghi e Psiche nuovamente si scoraggia, pensando di non farcela.
    Questa volta ad aiutarla sarà un aquila che planando riempirà l’ampolla di Venere.

    Come sottolinea J.S Bolen nel suo “Le Dee dentro la donna” il corso d’acqua rappresenta, a livello metaforico, il flusso circolare della vita in cui Psiche, per riempire l’ampolla, deve immergersi.
    Il torrente dal quale deve attingere l’acqua simboleggia l’intero viaggio di Psiche. Dall’alto verso il basso, e poi ancora verso l’alto.
    La fanciulla anima nel suo percorso risveglia doti già presenti dentro di lei a livello inconscio.
    Il suo compito è illuminarle e portarle alla consapevolezza conscia un passetto dopo l’altro, una prova dopo l’altra.
    Psiche sale in alto per prendere l'acqua, la sua risorsa luminosa. I draghi l'attendono e lei ora dovrà scendere negli inferi, la regione più profonda, per poi risalire nuovamente.
    Ciò che Psiche veramente cerca, è il sacro femminino interiore.
    L’acqua è da sempre legata alla femminilità. È connessa alla parte muliebre più profonda, creativa, sacra. Quella parte pura ed inviolata, libera da norme sociali innaturali e castranti.
    A guardia di questa limpida fonte sono posti tremendi draghi, custodi e sfidanti iniziatici.
    Psiche li deve affrontare con coraggio, dimostrando di saper superare le proprie paure, per recuperare ciò che le appartiene.
    L’acqua gelida e pura della fonte dovrà poi essere posta da Psiche in un’ampolla.
    Questo scrigno è l’alambicco alchemico nel quale avvengono i mutamenti, in cui si compie la grande opera, in cui il maschile ed il femminile vengono legati. È il Graal del nutrimento, della rinascita e della saggezza.
    L'ampolla è Psiche stessa, nel corpo e nell'anima della quale avvengono i cambiamenti, avviene la rinascita.
    L’ampolla è il grembo di Psiche che, colmo del “dono delle acque”, darà vita un giorno a Voluttà, poiché l’acqua è l’inizio della creazione.
    E sarà un’ aquila a raccogliere l’essenza umida della fonte.
    Quest’animale è l’Io di Psiche trasformato dalla necessità e dall’impellente bisogno di raggiungere l’acqua, la propria intima scintilla divina.
    L'aquila è un uccello dalla forte valenza solare e maschile, non dimentichiamoci che nella mitologia greca e romana è l'animale sacro a Zeus/Giove. E, secondo le antiche narrazioni, l’aquila segue il percorso del sole partendo da Delphi, il santuario dal quale parte l’iniziatico cammino della nostra eroina.
    È estremamente significativo come proprio questa parte solare, bruciante, mascolina, si diriga con fermezza a raccogliere l'acqua lunare, gelida, femminea della sorgente.
    Psiche deve riunire tutti gli aspetti di anima ed animus per diventare completa e poter nuovamente scorgere Amore.

    Quarto Compito: La discesa agli inferi

    L'ultimo compito di Psiche è quello di scendere negli inferi e riempire una boccetta con la bellezza di Proserpina, sovrana dell’Averno.
    Psiche dovrà portare la boccetta a Venere senza aprirla.
    La fanciulla è disperata poiché pensa che Venere le stia ordinando niente meno che di uccidersi. Sale quindi su un’alta torre, decisa a buttarsi giù, convinta che il modo migliore per raggiungere i Campi Elisi sia proprio questo.
    La torre però è l’aiutante di Psiche in questa ultima prova e suggerisce alla fanciulla la risoluzione del suo problema.
    La torre le indica infatti l’entrata al regno profondo e le consiglia di portare con sé due focacce d’orzo impastate con vino e miele, una per ogni mano, ed in bocca di tenere due monetine.
    Arrivata agli inferi non dovrà guardare nessuno, né parlare con le anime dei morti che certamente cercheranno di interagire con lei, chiedendole cibo ed aiuto. La fanciulla però non dovrà farsi prendere da pietà, e dovrà proseguire anche se questo le parrà crudele.
    Le monetine che Psiche porterà in bocca sono per Caronte, il traghettatore infernale. Una per il viaggio di andata e una per il viaggio di ritorno.
    Le focacce di vino e miele sono invece per Cerbero, custode della dimora degli inferi sovrani.
    Psiche, ammansendo il cane a tre teste con le focacce potrà raggiungere Proserpina, chiederle la sua bellezza e tornare indietro sana e salva.
    Psiche, seguendo i consigli della torre passo per passo riesce a compiere il suo viaggio nelle tenebre, risalendo poi alla luce intatta.
    Ma quando ormai la fanciulla sembra vittoriosa qualcosa la tenta.
    Psiche apre il vasetto contenente la bellezza di Proserpina. Ma al suo interno non vi è nulla e Psiche cade in preda ad un sonno profondo e mortale dal quale però la desta Amore e così insieme, finalmente riuniti, si innalzeranno fino al cielo.


    Questo è l’ultimo, ed il più complesso, tra i compiti di Psiche.

    La fanciulla deve imparare a dire No. Per raggiungere il suo obiettivo deve mettere sé stessa davanti agli altri. Non per egoismo, ma per seguire la sua natura più profonda ed intima, per nutrire le proprie aspirazioni, per comprendere la propria intrinseca importanza.
    È qualcosa che tutte le donne devono imparare a fare.
    Psiche, e così la donna, deve vivere per sé stessa, non per ciò che gli altri si aspettano da lei.
    Psiche, piano piano, ha imparato ad ascoltarsi. Ora deve seguire ciò che la sua essenza le suggerisce, e vivere all’esterno ciò che vibra nel suo interno.
    Le anime dei morti, alle quali Psiche deve rifiutare aiuto, rappresentano gli ostacoli del cammino.
    Tutte quelle persone, avvenimenti, o altro, che esortano a fermarsi, a lasciar perdere, a non andare avanti perché è troppo difficile, o perché ci si deve occupare d’altro.
    Sono anche i giudizi su noi stessi che da soli ci diamo e che ci soffocano, spegnendo il nostro essere selvaggio.
    Nonostante tutto e tutti Psiche deve andare avanti, perché ha uno scopo e non può fermarsi davanti a niente.


    La Bellezza della regina dell'Ade, con cui Psiche deve riempire la boccettina di Venere, è la Conoscenza del mondo Infero, quella Conoscenza che le mancava per essere completa.
    Psiche ha varcato i cancelli dell’Altrove, ha camminato attraverso di esso, ha potuto vedere cose che solitamente sono ben celate agli occhi di chi vive solo nella luce. Ha appreso, e conservato.
    Tornata in superficie Psiche è pronta per aprire l’ampolla.
    Psiche diventa assimilabile a Pandora, con questo gesto.
    Apre un'ampolla, una scatola, una cesta, se vogliamo, che non deve essere aperta.
    Pandora, secondo il mito classico, porta nel mondo tutti i mali con il suo gesto, mente Psiche libera il sonno, un sonno del tartaro, che la avvolge come fosse la morte.
    Ma l’ampolla di Psiche ed il vaso di Pandora sono assimilabili alla Cista Mystica presente nei culti misterici di Dioniso, o in quelli dedicati proprio a Demetra ed a Persefone.
    L'iniziato, solo l'iniziato, doveva guardare dentro la cesta, ed estrarne gli oggetti sacri, oggetti che probabilmente simboleggiavano l'insegnamento ultimo e profondo dei misteri in questione.
    Psiche apre il vasetto per rinfrescare la sua bellezza in vista del suo incontro imminente con Amore.
    Questo non è un gesto di mera vanità. Semplicemente è l’atto finale del lungo percorso della fanciulla/donna/Dea.
    Psiche porta la Bellezza trovata nel mondo Ctonio (o interiore) allo scoperto, alla luce, “intingendosi” in essa per farla definitivamente propria, in modo da poter sempre godere del suo splendore misterioso.
    La sua è una dichiarazione. È pronta ora.
    Il sonno della morte è ciò che la porterà al risveglio della nuova vita, divina e immortale.
    Quando si risveglia, per intervento d'Amore, non sarà più la fanciulla mortale che era all'inizio della storia, ma assurge alla condizione divina (Apuleio ci dice per volere di Zeus.... ma noi crediamo in virtù di Afrodite, per la quale Psiche ha superato tutte le prove. Le artefici di questa ascesa sono solo Afrodite e Psiche stessa), diventando la sposa d'Amore.
    Psiche, che guarda dentro l'ampolla, scopre i misteri dell'Ade, e la sua parte superficiale si addormenta per sempre per fare spazio alla natura profonda, più vera, di Psiche.



    Psiche è l'Anima che supera le prove del cammino interiore, intrapreso per poter raggiungere la Bellezza più elevata, perfetta, carnale e spirituale, illuminata dall'Amore assoluto, divino, ed eterno.


    http://fiabeantiche.splinder.com/post/2296...ove-iniziatiche
    Quando sono triste o confusa mi leggo questa storiella ed è molto utile per ritrovare il percorso e soprattutto mi dà forza :)

    Edited by Nausicaa* - 12/11/2011, 17:40
     
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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    Bellissima Francesca!

    Direi che sembra fatta apposta per me ora ed in questo momento!

    Ti ringrazio,

    Nausicaa*
     
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    Veramente bella, Francesca, utllissima per che non riesce ad andare avanti...grazie!!
     
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  4. Francesca3
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    :) mi fa piacere che abbiate apprezzato. Purtroppo presi dai mille impegni di ogni giorno spesso ci facciamo condizionare troppo e trascuriamo noi stessi, Ci vorrebbe più riflessione e meditazione per non perdere di vista il nostro percorso e nel frattempo non farci mancare nulla a livello spirituale. L'anima va curata tanto quanto curiamo il nostro corpo.. ma non tutti se ne ricordano
     
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    QUOTE (Francesca3 @ 15/11/2011, 19:54) 
    :) mi fa piacere che abbiate apprezzato. Purtroppo presi dai mille impegni di ogni giorno spesso ci facciamo condizionare troppo e trascuriamo noi stessi, Ci vorrebbe più riflessione e meditazione per non perdere di vista il nostro percorso e nel frattempo non farci mancare nulla a livello spirituale. L'anima va curata tanto quanto curiamo il nostro corpo.. ma non tutti se ne ricordano

    Verissimo ! :wub:
     
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  6. musica74
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    bella grazie Francesca3
     
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