Religioni monoteiste

Ebraismo - Cristianesimo - Islam

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    Ebraismo

    La storia dell'Ebraismo inizia circa quattromila anni fa quando, secondo la Bibbia, Dio si rivolse ad Abramo per stringere un'Alleanza con il suo popolo. Oltre ad Abramo, gli altri due padri fondatori della religione ebraica sono Isacco (figlio di Abramo) e Giacobbe (figlio di Isacco). La Bibbia racconta la storia del popolo ebraico, dalle sue origini fino alla ricostruzione del secondo tempio di Gerusalemme (516 a.e.v.). Secondo il testo biblico, Dio (in ebraico JHVH, o Jahvè) promise ad Abramo, capo di una tribù nomade, che i suoi discendenti avrebbero ereditato la Terra Promessa, a condizione che essi avessero accettato e rispettato la sua Legge. I discendenti di Giacobbe (che in seguito fu chiamato Israele) diedero origine alle dodici tribù di Israele e giunsero in Egitto. Gli ebrei divennero schiavi del Faraone e, dopo molte tribolazioni, Mosé li liberò dalla schiavitù e li condusse fuori dall'Egitto. Per quarant'anni dopo la liberazione dall'Egitto, il popolo ebraico attraversò il deserto (dove, sul monte Sinai, Dio consegnò a Mosé le Tavole della legge) e, condotto da Giosué (successore di Mosé), ritornò nella Terra Promessa, dove le dodici tribù si insediarono in varie zone della Palestina.
    Quando le tribù furono a poco a poco unificate, reclamarono un re: il primo re fu Saul, seguito da Davide, il quale combatté contro i filistei (una popolazione che abitava in Palestina) e fondò la "Città di Davide", che successivamente prese il nome di Gerusalemme. Il figlio di Davide, Salomone, diede inizio alla costruzione del primo Tempio di Gerusalemme. Alla morte di Salomone, dieci delle dodici tribù di Israele si separarono, mentre le due tribù che restarono fedeli al figlio di Salomone, Roboamo, formarono il regno di Giuda, o Giudea (da cui viene la parola "giudeo"). Nel 587 a.e.v. Gerusalemme venne distrutta dal re babilonese Nabucodonosor, il Tempio fu bruciato e gli ebrei furono esiliati in Babilonia. L'esilio in Babilonia diede il via alla diaspora, ovvero alla dispersione del popolo ebraico nel mondo.
    Nel 538 a.e.v., il nuovo re di Babilonia autorizzò il ritorno degli ebrei in Israele e la costruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme (che fu poi distrutto dai romani nel 70 della nostra era). Gli ebrei passarono sotto varie dominazioni fino a quando, nel II secolo a.e.v., la rivolta dei Maccabei restituì l'indipendenza politica al popolo di Israele, indipendenza che durò fino al 63 a.e.v., quando i Romani conquistarono la Giudea. Tra il I e il IX secolo e.v. vennero redatti la Mishnah e i due Talmudim (il Talmud di Gerusalemme e il Talmud di Babilonia), testi fondamentali della religione ebraica che racchiudono la giurisprudenza e le credenze dell'Ebraismo. In questo periodo, gli ebrei vivevano in diversi imperi: in quello romano, che lentamente stava diventando cristiano, e in quello babilonese, che stava diventando musulmano.
    Intorno all'anno mille, sorsero in Europa due nuovi poli della cultura ebraica: in Spagna si formò la comunità sefardita (fino a quando, nel 1492, gli ebrei furono cacciati dalla Spagna), mentre l'Europa orientale divenne la culla dell'ebraismo askenazita.
    Mosé Maimoide, nato a Cordova (in Spagna) nel 1138, fu uno tra i più importanti filosofi e teologi del mondo ebraico medievale: le sue opere, tra cui La guida dei perplessi, divennero di fondamentale importanza per tutti gli ebrei. Egli riformulò la legislazione rabbinica in modo da renderla di facile comprensione ed elaborò un sistema di credenze normative per tutti gli ebrei.
    Fino al XIX secolo, gli ebrei hanno vissuto in tanti paesi come gruppo religioso di minoranza, spesso perseguitato. Dalla metà del Cinquecento vennero obbligati a risiedere in quartieri separati - i ghetti - che venivano chiusi di notte e riaperti di mattina. Le persecuzioni si intensificarono tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, quando in Russia gli ebrei subirono numerosi massacri e saccheggi (pogrom). Sotto il nazismo (1933-1945), milioni di ebrei vennero perseguitati, deportati e sterminati (Shoah).
    Fu circa nello stesso periodo che si affermò il sionismo, un movimento culturale e politico il cui scopo era di ricondurre gli ebrei nella terra di Israele per costituirvi una comunità nazionale, al riparo dalle persecuzioni.
    Attualmente, l'Ebraismo si suddivide in diversi movimenti religiosi. I gruppi più importanti sono: gli ebrei riformati (che lasciano ai singoli credenti la libertà nell'interpretare gli insegnamenti della Bibbia e nell'osservare le leggi rituali), gli ortodossi e ultra-ortodossi (per i quali le leggi rituali e cerimoniali vanno considerate come immutabili), e i conservative (una ortodossia più attenuata).

    Testi sacri

    L'Ebraismo ritiene che vi sia stata una Rivelazione di Dio messa per iscritto nella Bibbia (dal greco ta biblia, "i libri"). La Bibbia ebraica è composta da 24 libri, ed è suddivisa in tre sezioni: la Torah (o Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia ebraica), i Nevi'im ("Profeti") e i Ketuvim ("Scritti"). Nella Bibbia sono narrate le vicende storiche del popolo ebraico, l'Alleanza instaurata tra il popolo e il suo Dio, e i princìpi che gli ebrei devono seguire per non rompere l'Alleanza.
    Tutti i libri della Bibbia ebraica sono scritti in ebraico salvo alcune brevi sezioni in aramaico. I libri biblici furono scritti in diverse epoche: le tradizioni più antiche risalgono al 1000 a.e.v., mentre la maggior parte dei testi vennero redatti intorno al VI secolo a.e.v.. Nel mondo antico la Bibbia fu tradotta in greco e i suoi insegnamenti e i suoi princìpi si diffusero velocemente.
    La Bibbia è un testo sacro anche per il Cristianesimo, che inizialmente era costituito da un gruppo di ebrei (Gesù e alcuni suoi discepoli), ed è la base dell'Islam, che si ritiene compimento sia dell'Ebraismo che del Cristianesimo.
    Accanto alla Bibbia, il Talmud (che significa "insegnamento") è il grande libro sacro dell'Ebraismo: diversamente dalla Bibbia ebraica, il Talmud è infatti riconosciuto solo dall'Ebraismo, che lo considera come la "Torah orale", rivelata sul Sinai a Mosè e trasmessa a voce, di generazione in generazione, fino alla conquista romana. Il Talmud fu fissato per iscritto solo quando, con la distruzione del Secondo Tempio, gli ebrei temettero che le basi religiose di Israele sparissero.
    Il Talmud consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti (hakhamim) e i maestri (rabbi) circa i significati e le applicazioni dei passi della Torah, e si articola in due livelli: la Mishnah (o "ripetizione") raccoglie le discussioni dei maestri più antichi (giungendo fino al II secolo e.v.), mentre la Ghemarah (o "completamento"), stilata tra il II e il V secolo, fornisce un commento analitico della Mishnah. Il Talmud ci è giunto in due versioni diverse: il Talmud di Gerusalemme (redatto tra il IV e il VI secolo nella Terra d'Israele) e il Talmud di Babilonia (redatto tra il V e il VII secolo in Babilonia).
    A seconda del contenuto, il Talmud si suddivide in due generi di testo: una parte legislativa, chiamata Halakhah, in cui sono registrate le norme che regolano la vita quotidiana di ogni ebreo praticante (anche se non tutti gli ebrei, e non tutte le scuole, interpretano queste norme allo stesso modo), e una parte narrativa, chiamata Aggadah, in cui gli insegnamenti rabbinici assumono la forma di leggende e di racconti.

    Principi fondamentali
    Il principio che fonda la religione ebraica è la credenza in un solo Dio che - dopo avere creato il mondo - si è manifestato agli uomini attraverso una Rivelazione, tramandata per mezzo dei Libri Sacri (per questo motivo l'Ebraismo è chiamato anche Religione del Libro).
    Un altro principio fondamentale, strettamente collegato al primo, è quello dell'Alleanza tra Dio e il popolo ebraico. Attraverso l'Alleanza, che in origine Dio strinse con Abramo, il popolo ebraico si impegnò a riconoscere Dio, a sostenere il suo progetto e a rispettare le sue Leggi. È tramite l'accettazione di questo patto che gli ebrei si riconobbero come il "popolo eletto": ciò non significa che gli ebrei si aspettino di ricevere particolari privilegi da Dio, o che si sentano migliori degli altri popoli, bensì che ritengono di essere stati designati da Dio per testimoniare agli altri - attraverso l'esempio delle loro azioni - la presenza di Dio sulla terra.
    L'Alleanza di Dio e con il popolo ebraico viene rinnovata quando gli ebrei osservano nella vita pratica le leggi di Dio: alla base del sistema etico ebraico ci sono i Dieci Comandamenti che Dio consegnò a Mosé sul Monte Sinai. Vi sono poi 613 precetti, o mitzvot (di cui 365 divieti e 248 obblighi), registrati nella tradizione talmudica, che regolano la vita quotidiana di ogni ebreo praticante, e che comprendono leggi relative a tutti gli aspetti della vita sociale, dal matrimonio alle procedure cerimoniali, nonché diverse regole e divieti alimentari.
    Nel patto tra Dio e il suo popolo, il premio per la buona condotta è dato dal possesso della terra, che innanzitutto appartiene a Dio. Ogni volta che il popolo trasgredisce alle leggi di Dio, rompendo l'Alleanza, Dio lo esilia. La speranza di un ritorno nella Terra Promessa, più per volontà di Dio che per la diretta azione dell'uomo, ha dato luogo in certi periodi alla credenza nell'arrivo di un messia, e cioè di un capo carismatico che avrebbe ricondotto il popolo nella Terra d'Israele.
    Un aspetto molto rilevante della religione ebraica è l'importanza che essa attribuisce alla lettura e allo studio della Torah e del Talmud. Non si può essere un buon credente se non si studia, e studiare significa interrogare incessantemente i Testi, ricercandone tutti i significati possibili.
    - fonte: www.tolerance.kataweb.it/ita/


    Cristianesimo

    Il Cristianesimo nasce duemila anni fa nella terra di Israele in seguito alla predicazione di un ebreo, Gesù di Nazareth. Gesù era un predicatore itinerante che raccolse attorno a sé un movimento composto dai più diversi strati della popolazione ebraica con un nucleo di discepoli più ristretto. Gesù auspicava l'avvento del regno di Dio e cioè di un mondo in cui si doveva realizzare la volontà di Dio, l'amore tra tutti gli uomini e il rispetto della giustizia. In attesa di instaurare il suo regno, Dio concedeva il perdono a tutti i peccatori che si convertivano e che a loro volta perdonavano a coloro che avevano fatto loro del male. Nel giudizio universale finale Dio avrebbe punito tutti i malvagi, ma soprattutto quelli che avevano oppresso i poveri, commesso ingiustizie e perseguitato i giusti. Gesù ottenne successo tra la popolazione ebraica del Terra di Isarele, ma fu fortemente osteggiato da alcuni gruppi di potenti autorità religiose che lo denunciarono ingiustamente presso i Romani che in quel tempo dominavano nella Terra di Israele. I Romani arrestarono Gesù e lo misero a morte secondo il supplizio tipicamente romano della crocifissione.
    Immediatamente dopo la morte di Gesù il gruppo dei più fedeli discepoli di Gesù ebbe una serie di sconvolgenti apparizioni e credette alla risurrezione di Gesù dando vita ad una attivissima predicazione che in pochi decenni si irradiò in molte parti del mondo antico. Nonostante momenti di persecuzione da parte della autorità politiche, il Cristianesimo si diffuse nei secoli successivi fino ad ottenere un appoggio da parte dell'impero romano sotto l'imperatore Costantino. Dalla metà del IV secolo alla metà del VI secolo si attuò la progressiva cristianizzazione dell'impero romano.
    Nel VII secolo una nuova religione, l'Islam, nata nella penisola arabica, si diffuse rapidamente in territori che per secoli erano stati cristiani, come ad esempio tutta l'Africa del Nord. Ma il Cristianesimo continuò la sua diffusione soprattutto in Europa, ma anche in altre parti dell'Africa e dell'Asia.
    Attualmente non esiste una sola forma di Cristianesimo. Pur essendo una religione unitaria, perché unita dalla fede in Gesù Cristo, il Cristianesimo si presenta, infatti, suddiviso in quattro grandi gruppi di chiese principali:
    le chiese ortodosse (tra le quali si distinguono quelle storicamente riconducibili al patriarcato di Costantinopoli e quelle riconducibili al Patriarcato di Mosca);
    la chiesa cattolica (che nella sua origine dipende dalla chiesa di Roma e rappresenta il Cristianesimo latino),
    le chiese orientali (come, ad esempio, la chiesa apostolica armena che risale al III secolo e quella copta);
    le chiese protestanti nate da una scissione all'interno della chiesa latina all'inizio del XVI secolo.
    A partire dall'inizio del XVI secolo, grazie all'espansione delle potenze europee in seguito allo sviluppo della moderna civiltà tecnico-scientifica e industriale, le diverse forme di Cristianesimo si diffusero in tutte parti del mondo. Nei primi decenni del secolo XX si è diffuso, grazie al movimento ecumenico, nelle diverse chiese cristiane separate, l'aspirazione alla riunificazione, che tuttavia incontra difficoltà gravissime, poste le grandi differenze non solo dottrinali ed istituzionali, ma anche culturali, tra le diverse chiese.

    Testi sacri
    Il testo sacro del Cristianesimo è la Bibbia cristiana composta di due parti: l'Antico e il Nuovo Testamento. L'Antico Testamento è essenzialmente costituito dalle sacre Scritture dell' Ebraismo , che tuttavia il Cristianesimo interpreta in modo molto divergente rispetto all'interpretazione ebraica. Alcune chiese, come quella cattolica e quelle ortodosse, ma non quelle protestanti, inseriscono nell'Antico Testamento anche un certo numero di scritti religiosi ebraici che tuttavia gli Ebrei non considerano rivelati da Dio. Il Nuovo Testamento è, invece, composto da 27 opere tutte composte dai cristiani prevalentemente nel I secolo e.v.. Fra esse sono fondamentali i quattro Vangeli: quello di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni.

    Principi fondamentali
    Il Cristianesimo è una religione monoteista, come l'Ebraismo da cui è sorto. I cristiani infatti credono che esista un solo Dio. Egli è il creatore dell'universo (che perciò è considerato una cosa buona) e tutto gli è sottomesso. Dio non solo domina il creato, ma anche interviene nella storia e la guida orientandola verso un fine futuro positivo. Dio fa conoscere la sua volontà mediante rivelazioni trasmesse dai profeti i quali provvedono anche a scriverla in libri che costituiscono appunto la Bibbia. Secondo il Cristianesimo, Dio, pur essendo uno solo, possiede tuttavia una dinamica interna che si manifesta in tre persone divine che non sono altro che l'unico Dio. È la dottrina della Trinità che ritiene che l'unico Dio si manifesti nella persona del Padre, del Figlio e dello Spirito santo.
    Di questa dottrina fa parte anche la credenza forse più caratteristica del Cristianesimo, quella della doppia natura, umana e divina, di Cristo: Gesù, pur essendo un uomo vero, nato dalla Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, era anche veramente Dio. Per secoli i cristiani hanno discusso questa dottrina e molte delle loro divergenze dottrinali possono essere ricondotte alle difficoltà nel mettere d'accordo l'umanità di Gesù Cristo con la sua divinità.
    La rivelazione di Dio ha un contenuto essenzialmente morale che si riassume nei Dieci Comandamenti contenuti nell'Antico Testamento. L'adorazione di un solo Dio e l'amore del prossimo sono spesso presentati come la sintesi cristiana di questi precetti. Il Cristianesimo, tuttavia, non incita solo gli uomini ad obbedire alla volontà di Dio spingendoli ad amare il prossimo con tutte le proprie forze. Insiste anche sul principio secondo il quale bisogna invocare da Dio la forza di compiere il bene. Solo la grazia di Dio rende l'uomo capace di compiere veramente il bene. Ma, qual è il ruolo della volontà dell'uomo e quale il ruolo della grazia di Dio? Su questo punto si sono accese spesso divergenze profonde e anche aspre divisioni, come ad esempio nel XVI secolo tra cattolici e protestanti. In genere tutte le forme di Cristianesimo affermano la libertà dell'uomo e la capacità della sua volontà di compiere il bene, ma non sono mancate concezioni pessimistiche sulla effettiva possibilità degli uomini di dominare le inclinazioni malvagie della natura umana.
    Il principio dell'unicità di Dio, della bontà della creazione e dell'amore verso tutti gli uomini porta il Cristianesimo all'idea dell'uguaglianza tra tutti gli uomini e tra i sessi, anche se le diverse forme di Cristianesimo nelle diverse epoche hanno spesso accettato (come del resto le altre religioni monoteiste) le disuguaglianze sociali, la stratificazione sociale e la subordinazione della donna.
    Lo scopo della vita dell'uomo, secondo il Cristianesimo, è di partecipare alla vita stessa di Dio. L'uomo non termina il suo destino con la sua morte naturale; egli è destinato ad unirsi con Dio dopo la morte in una condizione di felicità eterna. La possibilità di partecipare alla futura vita divina è subordinata ad un giudizio di Dio che riassume tutta l'intera vita di ogni uomo. Il Cristianesimo ha sempre sostenuto che accanto al premio della felicità eterna sussiste anche la possibilità di una condanna eterna da parte di Dio.
    fonte: www.tolerance.kataweb.it/ita/


    Islam

    Il termine Islam significa abbandono, sottomissione totale e incondizionata ad Allah (Dio), nome quest'ultimo presente 2.697 volte nel Corano, libro sacro dell'Islam, come contrazione di al-ilah, la divinità per eccellenza.
    L'Islam è una religione rigidamente monoteista, e fu rivelata dall'arcangelo Gabriele, lo spirito fedele, a Muhammad (Maometto), il Profeta; i principi dogmatici di questa predicazione sono raccolti nel Corano, la cui forma attuale riproduce la compilazione fatta per ordine di Othman, il terzo califfo, e la cui autenticità è universalmente ammessa. Il Corano consta di 114 capitoli detti sure.
    I seguaci della rivelazione coranica sono in tutto il mondo circa ottocento milioni, costituendo la seconda comunità religiosa del mondo dopo il cristianesimo, e vengono chiamati musulmani, dal termine turco persiano muslim, «dedito a Dio». Gli arabi, popolo di Maometto, sono il 20% di tutti i musulmani, tuttavia rappresentano il vero nucleo dell'Islam, sia geograficamente che culturalmente.
    Attualmente l'Islam è diffuso in 162 paesi: in alcuni come religione di Stato e della maggioranza della popolazione (Arabia Saudita, Yemen del Nord, Kuwait, Pakistan, Iran, Irak, Egitto, Marocco, Sudan, Tunisia, Siria, Algeria, Maldive, Malaysia, Bangladesh, Turchia, Afghanistan); come comunità di minoranza è presente in India e in Europa.

    Vita di Maometto
    Come per altri fondatori di religioni, anche la vita di Maometto è stata arricchita di elementi leggendari, e già prima della sua venuta al mondo si raccontano vari prodigi e annunci alla madre incinta; egli nasce da una famiglia di commercianti, appartenenti alla tribù dei qurays che dominava alla Mecca intorno al 571 d.C. Rimasto già alla nascita orfano di padre, fu affidato a una nutrice nomade e trascorse i suoi primi anni custodendo greggi nella zona montuosa del Taif. Persa poi anche la madre, sotto la guida dello zio Abu Talib partecipò alle carovane commerciali dirette in Siria, diventando loro guida, e venendo così a conoscenza del suo popolo, delle difficoltà della vita nomade, ma imparando altresì ad affrontare i disagi e i pericoli. Essendo la città della Mecca un importante centro di smistamento e transito tra Arabia meridionale, Siria, Egitto e India, Maometto incontrò e conobbe uomini di diverse religioni (ebrei e cristiani soprattutto, ma anche giacobiti e manichei). A 25 anni, dopo una breve parentesi militare, entrò al servizio della vedova quarantenne di un ricco commerciante, la sposò dopo aver trovato in lei la prima seguace e la prima credente. Vissero un matrimonio felice per venticinque anni mettendo al mondo due o tre figli maschi, morti precocemente, e quattro figlie femmine.
    Secondo alcuni studiosi la vita di Maometto come profeta e uomo di stato si può dividere in tre periodi: il periodo della Mecca (612-622), quello medinese (622-630) e gli ultimi anni (630-632).
    1) Nel 605 Maometto venne incaricato di risistemare in un angolo dell'edificio della Ka'ba la pietra nera, spostata per dei lavori: questa era un meteorite oggetto del culto popolare, che si riteneva essere stato collocato là da Abramo. Da quel momento Maometto si ritirò per alcuni giorni all'anno a meditare sul monte Hira, interessato alle questioni riguardanti il giudizio di Dio e le mancanze umane. Nei suoi viaggi infatti aveva constatato come, di fronte al politeismo idolatrico in cui era caduto il santuario della Mecca, si mantenesse la purezza del monoteismo ebraico cristiano. E ciò, a suo parere, grazie alla predicazione degli speciali inviati di Dio, i profeti; sempre più si convinse della necessità che ogni popolo avesse i suoi, e cominciò a considerarsi l'inviato di Dio per purificare la religiosità del suo popolo, restituendola alla purezza abramitica. Nella Notte del Destino (ultima decade del mese di ramadan del 610), in una caverna del monte Hira gli apparve in sogno un angelo recante in mano un rotolo di stoffa coperto di segni, e gli comunicò una prima rivelazione di Allah. Risvegliatosi e uscito dalla caverna senti una voce che lo salutava dal cielo: «Maometto, tu sei l'Eletto di Allah e io sono Gabriele». Per i primi tre anni da quella notte la rivelazione di Allah rimase circoscritta ai parenti di Maometto; successivamente penetrò soprattutto fra le classi più umili (artigiani, operai e schiavi), suscitando la reazione dei quraysh, preoccupati sia dalla composizione sociale di questa nuova comunità, sia dalla predicazione antipoliteista del profeta, che veniva a colpire gli interessi economici del loro clan, custode del tempio in cui si veneravano una moltitudine di divinità e centro di pellegrinaggi. La comunità di Maometto fu fatta oggetto di persecuzione e di vessazioni, fino al 622, quando si verificò la svolta fondamentale: la fuga o Egira di Maometto e dei suoi seguaci a Yatrib, che prese il nome di Medina (città del Profeta). Da questo momento si fa iniziare l'era musulmana.
    2) Il periodo di Medina rappresenta la trasformazione di Maometto da predicatore disprezzato a uomo di Stato e condottiero. In questa città Maometto fa costruire la prima moschea islamica e costituisce una comunità comprendente, oltre agli emigrati dalla Mecca, membri delle tribù locali, ebrei in attesa del Messia: tutti questi gruppi sovrapposero ai legami originari l'autorità incontrastata del Profeta, e dove questo non avvenne si verificarono misure repressive da parte di Maometto. Inoltre, in questo periodo, egli aggiunse al contenuto delle precedenti rivelazioni, che riguardavano la fine dei tempi (fine del mondo, gioie del paradiso, pene dell'inferno) nuovi contenuti più a carattere politico-sociale, giuridico ed etico, in conformità al suo rango di capo politico, legislatore e capo militare. Da qui deriva anche il progetto di riconquista militare della sua città natale, che si protrasse con alterne vicende fino al 627 quando Maometto respinse un attacco a Medina; in occasione delle vittorie egli attribuiva sempre il merito all'intervento di Allah, introducendo cosi il concetto di guerra santa (gihad), come strumento di espansione politica degli arabi. In seguito a questo successo egli ottenne di fare un pellegrinaggio alla Mecca, alla testa di diecimila uomini, di entrare trionfalmente nella città, distruggere i simulacri delle antiche divinità arabe, prendere possesso della pietra nera e proclamare la Mecca città santa dell'Islam, con l'obbligo per ogni fedele di compiervi un pellegrinaggio almeno una volta nella vita.
    3) Gli ultimi anni della vita di Maometto rappresentarono il periodo di maggior trionfo, e insieme furono decisivi per la nuova religione, che si legò intimamente al mondo arabo, recidendo gli ultimi legami con le origini giudaico-cristiane: se prima Maometto si considerava continuatore dell'opera di Mosè e di Gesù, visto come profeta, ora proclamava che la vera fede è quella di Abramo, che non era né ebreo, né cristiano, ma semplicemente uomo sottomesso all'autorità di Dio, in arabo appunto muslim. Di conseguenza nelle loro preghiere i musulmani non dovevano volgersi più verso Gerusalemme, ma verso la Ka'ba; fu abbandonato altresì il divieto di poligamia, ereditato dalla tradizione giudaica, il venerdi fu sostituito al sabato ebraico, e il ramadan divenne il mese del digiuno. Inoltre Maometto si adoperò a riorganizzare la società beduina su basi religiose, anziché su legami di sangue: con il suo rientro vittorioso alla Mecca i mercanti ritennero prudente convertirsi e sottomettersi ad Allah per salvare il ruolo della città come città santa, per conservare la posizione di preminenza e assicurare la pace alle proprie carovane. Alla sua morte (632) l'Arabia era unita, e si presentava con un'organizzazione politica più avanzata rispetto a quella tribale, e anche se il particolarismo non era scomparso del tutto, il Profeta aveva sovrapposto la propria autorità religiosa e temporale alle diverse tribù: nel discorso pronunciato durante l'ultimo pellegrinaggio alla Mecca, Maometto aveva sostenuto che tutti coloro che appartenevano alla comunità musulmana erano fratelli.

    Contenuti dottrinali
    L'Islam è una religione monoteista, il cui dogma principale è l'unicità di Dio, chiamato Allah. Egli è l'unico Dio trascendente e onnipotente, nonché clemente e misericordioso, e tale assoluta unicità spiega la fiera opposizione non solo verso ogni forma di politeismo o «associazione di dèi», ma anche verso la Trinità cristiana. La professione di fede islamica è espressa nella sura 21, con le parole stesse di Allah: «Non c'è altro Dio fuori di Me: perciò adorate Me soltanto». In seguito si aggiunse a questo un altro dogma: «Maometto è l'inviato di Allah, l'ultimo e il più grande dei profeti». Islam pertanto sta a significare non solo, come si è detto, sottomissione, dedizione nei confronti di Allah, ma anche la vera religione (come afferma il Corano; certamente la vera religione di Allah è l'Islam), e infine i doveri religiosi che tale credo comporta per ogni musulmano (il termine muslim è participio del verbo salima, «sottomettersi», il cui infinito è appunto islam).
    La forza principale dell'islamismo è rappresentata proprio da questo monoteismo senza compromessi e relativamente semplice, che impedì il sorgere di questioni e dispute dottrinarie, rafforzato dalla proibizione di rappresentare con immagini la divinità; quando il Corano afferma che Allah possiede tratti umani (mani, orecchie, voce) questi sono reali ma non colti dalla mente umana, e a partire dal secolo VIII si diffonderà l'interpretazione in senso figurato di questi passi, contro ogni deviazione in senso antropomorfico.
    Allah è uno e i suoi attributi - sapienza, visione, volontà sono eterni, come eterna è l'essenza divina, dalla quale emanano senza essere realmente distinti.
    Allah è il creatore di tutte le cose, e Signore del mondo, in una visione «occasionalista» di esso, in quanto Dio è anche l'unica causa della realtà: tutte le cose sono costituite di atomi creati e distrutti da Dio con atti continui e ripetuti.
    Egli creò gli esseri umani («quindi aveva fatto di essi una coppia, il maschio e la femmina») e nel giorno del giudizio sarà giudice supremo. Egli è creatore anche degli atti umani e pertanto salva e danna chi vuole, anche se nel Corano vi sono passi che non escludono la responsabilità e libertà umana, perché su questa si basa poi la dottrina del Giudizio finale, secondo la quale alla fine dei tempi, dopo grandi catastrofi naturali come terremoti, incendi, oscuramento del sole e caduta delle stelle, alcuni saranno destinati al paradiso (al-ganna, il giardino) ed altri al castigo dell'inferno (an-nar, il fuoco). C'è da aggiungere a questo proposito, quindi, che la fede islamica non pone il problema della conciliazione tra onnipotenza divina e autonomia dell'uomo: i musulmani infatti accettano la coesistenza dei due aspetti, anche se alcune scuole insistono sull'assoluto arbitrio di Dio ed altre mantengono la libertà dell'uomo.
    Il paradiso e l'inferno vengono descritti nel Corano (e immaginati nella fantasia popolare) con vivi colori: il paradiso offre al beduino tutto ciò di cui era privo nel deserto, per cui si hanno giardini ombrosi, ruscelli d'acqua, sorgenti, latte, vino e miele, la compagnia di fanciulle incantevoli ed eternamente belle (sura 52), ma accanto ai piaceri sensuali nel paradiso vi è anche il godimento della visione di Allah.
    L'inferno è diviso in zone: la più elevata (gehenna) è destinata ai musulmani peccatori, le altre sono riservate ai peccatori diversi o ai peccatori di altre religioni. Solo coloro che perdono la vita nella guerra santa vanno immediatamente in Paradiso dopo la morte, gli altri attendono il Giudizio finale nelle loro tombe.
    Intorno ad Allah vi sono gli angeli, spiriti creati da lui e asessuati. I più importanti sono Jabra' (Gabriele), dal quale Maometto ricevette la rivelazione, Mikal (Michele), guida degli uomini, Israfil (Raffaele), che suonerà le trombe della Resurrezione, e Izra'il, l'angelo della morte.
    Inferiori agli angeli sono i ginn, esseri intermedi tra gli angeli e gli uomini, figure sessuate che mangiano e bevono e possono essere buoni o cattivi, credenti o infedeli; ogni uomo ha due di tali «geni» al suo fianco, appunto uno buono e uno malvagio.
    Vi sono infine anche i demoni, a capo dei quali si trova Iblis o Saytan (Satana), angelo ribelle che si rifiutò di prosternarsi dinanzi al primo uomo, Adamo, sedusse Eva e fu cacciato dal paradiso (sura 38).
    Per aiutare gli uomini sviati da Satana Allah ha mandato 124.000 profeti, tra i quali esiste tuttavia una gerarchia: 313 sono messaggeri superiori e apostoli (rasul) e di questi 28 vengono nominati nel Corano: il primo è Adamo, seguito poi da Abramo, amico di Dio, Mosè e Gesù, a cui è attribuito il titolo di al-masih, il messia, e gode di particolare riconoscimento, anche se non si ammette la morte in croce e si crede che sia stato assunto in cielo e un sosia sia stato crocifisso e sia morto. L'ultimo è Maometto, chiamato «il sigillo dei profeti» (sura 33). Con lui si conclude la Rivelazione, la legge da lui rivelata sarà valida fino alla fine dei tempi ed egli si può fregiare del titolo sia di nabi, in quanto beneficiario della Rivelazione, che di rasul, in quanto messaggero di Allah nella comunità islamica (ummah). Inoltre, come si è visto, Maometto fu anche capo politico, in quanto non ha valore per l'Islam la distinzione tra sacro e profano, tra religione e politica.
    Si è detto come l'Islam sia un religione dai semplici contenuti dogmatici, si deve aggiungere come invece grande sia l'importanza del contenuto etico, e di conseguenza come la shari'a (legge) rappresenti il fulcro di esso. La shari'a (che in origine era la via che conduceva al luogo dove si abbeveravano le bestie) assume il significato metaforico forte di via da seguire, legge canonica, complesso dei doveri religiosi, e anche di fonte del diritto statale. In altre parole essa comprende in sé e abbraccia tutta la vita religiosa, politica, sociale e individuale dei musulmani, regolando i rapporti verticali con Allah e quelli orizzontali della comunità.
    In questo contesto vanno considerati i «cinque pilastri (arkan) dell'Islam», cioè i cinque precetti fondamentali che l'uomo deve rispettare per meritare poi il paradiso: 1) credere nella professione di fede (shahada), riassunta nella formula coranica: «Non esiste altro Dio all'infuori di Allah e Maometto è il suo profeta»; 2) la preghiera rituale (salat), prevista cinque volte al giorno con il viso rivolto alla Mecca; 3) la carità o elemosina legale (zakat), che aveva valore di purificazione religiosa (e non esentava il credente dall'elemosina individuale); 4) il digiuno (sawan) dall'alba al tramonto nel mese di ramadan; 5) il pellegrinaggio (hagg) alla Mecca almeno una volta nella vita.
    Presso alcune correnti dell'Islam (ismailiti e kharijti) esiste anche un sesto precetto, la guerra santa o gihad, e presso gli sciiti anche la fede negli imam è considerata un dovere fondamentale.

    Il rituale
    Dei cinque pilastri, il comando del digiuno e del pellegrinaggio rappresentano i momenti rituali e le festività dell'Islamismo, il digiuno della durata di un mese fu introdotto da Maometto nel secondo anno dell'Egira e ha sostituito il digiuno di un giorno fino ad allora osservato a imitazione degli ebrei. Il mese di ramadan è il nono del calendario musulmano, ma non ha cadenza fissa, e viene detto anche mese del digiuno: durante questo periodo ogni musulmano adulto e sano si esime da particolari azioni, non mangia, né beve, non ha rapporti sessuali; importante è la notte tra il 26 e il 27 chiamata la «notte della decisione», in ricordo della decisione di Allah di inviare il Corano.
    Il grande pellegrinaggio alla Mecca (hagg), prescritto una volta nella vita a ogni musulmano, deve essere intrapreso nell’ultimo mese lunare e rappresenta il compimento della vita religiosa (una volta condotto a termine infatti il fedele prende il titolo di hagg, «pellegrino»); nel caso che venga compiuto in gruppo da fedeli provenienti da varie parti del mondo rafforza lo spirito comunitario. Al pellegrinaggio sono legati vari riti e cerimonie (come l'abluzione, i giri rituali dell'edificio sacro, il bacio della pietra nera).
    Altri momenti importanti sono le festività di bayram: il piccolo bayram è la festa della fine del digiuno, al termine di ramadan, il grande bayram, settanta giorni dopo, o festa del sacrificio, perché si immola un animale, ha inizio il 10 del mese di dhu-'l higga e dura quattro giorni.

    Le correnti dell'islamismo
    Se la forma più antica dell'Islam risale a Maometto e ai suoi primi seguaci, già nel VII secolo si verificò una prima scissione, a causa dei contrasti nati sulla successione del Profeta alla guida della comunità musulmana (ummah). Possiamo distinguere tre grandi correnti principali: i sunniti, gli sciiti e gli scismatici.
    Secondo i sunniti la carica di califfo (successore o luogotenente di Maometto) doveva essere riservata al parente più prossimo del Profeta, discendente in linea maschile dalla stirpe dei qurays, anche se poi si accettava la libera elezione fatta dalla comunità all'interno di questa cerchia.
    I sunniti sono i musulmani che si mantengono fedeli alla Sunnah (o tradizione) e al Corano e costituiscono ancora oggi circa l'83 % di tutti i musulmani. La Sunnah contiene le tradizioni sulle parole, sull'operato e la vita di Maometto, raccolte negli hadit, e insieme al Corano costituisce la base normativa di comportamento di ogni musulmano sunnita. Essi si considerano i musulmani ortodossi e ritengono pertanto veri e propri errori dottrinari, definendoli come bid' a (innovazioni), tutte le modifiche alla Sunnah e alle regole di comportamento dettate dalla tradizione.
    Nell'ambito dei sunniti sono sorte quattro scuole giuridiche: gli hanifiti, i makiliti, gli sciafiti e gli hanbaliti, scuole tuttavia che si differenziano solo superficialmente e la cui coesistenza è pacifica.
    Gli sciiti (o alidi) sono chiamati i seguaci della shi' a (partito di Ali), cioè di coloro che considerano legittimi successori di Maometto solo Ali (602-661, califfo dal 656), cugino e genero del Profeta, e la discendenza dal suo matrimonio con la figlia di Maometto, Fatima. Secondo l'insegnamento della shi' a Maometto prima di morire avrebbe iniziato ai segreti più profondi Ali, il quale a sua volta avrebbe trasmesso questo sapere alla famiglia: i suoi diretti discendenti pertanto sono considerati imam, ovvero guide e custodi di tale sapienza.
    Dal punto di vista dottrinale la principale differenza con i sunniti consiste nel fatto che gli sciiti aggiungono alle cinque verità fondamentali dell'Islam (di cui si è detto) una sesta, appunto, la figura dell' imam, a cui si riconosce una autorità assoluta perché discendente diretto di Maometto.
    Anche all'interno degli sciiti sono presenti varie correnti; le principali sono quelle degli zaiditi, degli ismailiti e degli imamiti.
    Gli scismatici comprendono numerose correnti: la principale è quella dei kharijti, nome che significa «coloro che vanno in battaglia», in contrapposizione a «coloro che restano a casa» (qa'idun). Essi sono sostenitori di un rigido codice etico; l'imam deve essere un uomo moralmente integro, cosi come il califfo, senza alcun riferimento al grado di parentela con il Profeta; può essere anche «uno schiavo abissino», se è il più degno.
    Un ramo dei kharijti è rappresentato dagli ibaditi, che a loro volta hanno dato origine agli wahhabiti: essi proclamano il ritorno all'Islam originario di Maometto, con l'annullamento di tutte le innovazioni successive, non esclusa la venerazione del Profeta, dei santi, le reliquie e i sepolcri. li credo wahhabita è religione di stato nell'Arabia Saudita.
    Un'altra corrente scismatica è quella degli yazidi, presente soprattutto tra i curdi: prendono il nome dal califfo Yazid I, che combatté contro il figlio di Alì Husayan nel 680. Vengono anche chiamati «timorosi di Satana» per il divieto-paura che hanno a pronunciare il nome di Satana o parole a quella vicina: Il loro credo risente, oltre che dei principi islamici, di antichi riti orientali, zoroastriani e cristiani.
    Un altro gruppo etnico religioso è quello dei drusi, che prendono il nome dal turco Muhammad ibn Isma'il ad Darazi, predicatore intorno al 1017-18 in Egitto: egli considerò il califfo dei Fatimidi al-Hakim una incarnazione di Allah. I drusi si diffusero poi in Siria. Essi credono che la divinità si incarni per gradi, durante periodi ciclici, in alcuni uomini eccezionali, l'ultimo dei quali fu appunto il califfo al-Hakim. I loro sette doveri comprendono l'obbligo di dire sempre la verità, la professione di fede nell'unità di Dio e la completa sottomissione a lui, mentre non ritengono necessario il digiuno e il pellegrinaggio alla Mecca. I fedeli sono divisi tra iniziati e non iniziati, e a capo del movimento vi è un emiro.
    Infine sempre tra le correnti scismatiche è da ricordare il movimento degli Ahmadiya, fondato in India intorno al 1879-80 dall'indiano Mirza Ghulam Ahmad, il cui centro è Rabwah in Pakistan, anche se in seguito si ebbe un seconda sotto corrente con centro a Lahore.
    È un movimento che unisce sincreticamente elementi vari di derivazione cristiana e indù, ma significativo per certe aperture come la possibilità di traduzione del Corano nelle lingue nazionali (a differenza dei musulmani ortodossi dell'epoca), e la convinzione di una diffusione dell'Islam in forma pacifica, rifiutando quindi il concetto di guerra santa.

    Il sufismo
    Con questo nome, che deriva dal mantello di lana grezza (suf) indossato dagli asceti, si designa il movimento che all'interno dell'Islam approfondì alcuni aspetti della religione in senso interiore, mistico-ascetico e spiritualista: inizialmente il movimento, che poneva in primo piano la virtu dell'amore e la possibilità di unione con Allah piuttosto che l'obbedienza alla sua legge, fu avversato. Tuttavia si sviluppò nel IX secolo in Iraq, in Egitto e soprattutto in Persia, raggiungendo il suo apice con Husayn ibn Mansur al Hallag (858-922), mistico sostenitore dell'unione anche attraverso il dolore con Allah. Questo asceta e mistico fu però condannato a morte e l'opera di conciliazione con l'ortodossia sunnita fu compiuta dal filosofo e scienziato Abu Hamid al-Ghazali (1058-1111). Dal secolo XIII poi acquistarono importanza i dervisci, gruppi di seguaci del sufismo riuniti in confraternite simili a ordini religiosi; da allora sono circa cento le confraternite all'interno del sufismo.
    Le caratteristiche comuni sono: l'abbandono alla fiducia di Allah; l'insistenza sull'unicità di Dio e la svalutazione di tutto ciò che Dio non è; il riconoscimento e la venerazione degli amici di Dio o santi intercessori; un grande sviluppo dell'interpretazione allegorica dei testi sacri. Molto importante poi è la pratica ascetica per il raggiungimento dell'estasi, costituita da preghiere, da esercizi spirituali e liturgici, singoli e collettivi, abluzioni, musiche e danze.
    Tratto da: Dizionario delle Religioni di Francesca Brezzi – Editori Riuniti (1997)

    Articoli tratti da:
    www.riflessioni.it/enciclopedia/cristian.htm
    www.riflessioni.it/enciclopedia/ebraismo.htm
    www.riflessioni.it/enciclopedia/islam.htm
     
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  2. Ely53
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    Interessantissimo ed istruttivo excursus tra le maggiori religioni praticate...
    ma, come viene precisato, ognuna presenta varie correnti o diramazioni... infatti, per esempio, dal Cristianesimo ha poi preso avvio il Protestantesimo da Martin Lutero in poi.

    Tutte le religioni citate, comunque, si rifanno ad un Unico Creatore, che si chiami Allah oppure Jahvè... o semplicemente Dio... ma è un solo Padre per tutti. Un Padre che ci ha creati dal quale veniamo e verso il quale andiamo...
    Ma abbiamo un padre comune anche "terreno" poiché tutte le religioni hanno preso avvio da un unico solo genitore: Abramo.
    Infatti, come scritto nella Bibbia, egli fu prescelto da Dio per avere una discendenza numerosa come sabbia del mare o come le stelle nel Cielo...

    Forse è sciocco ma continuo sempre a chiedermi come mai, alla luce di un Padre che ci ha generato per amore, si possa uccidere e distruggere nel suo nome credendo oltre tutto di fargli cosa gradita...
    Non mi riferisco ai fatti moderni ma anche a fatti del passato, anche dalla venuta del Cristo in poi...anche, perché no?, agli scempi perpetrati dalla setssa chiesa cattolica.

    Eppure, nel tempo, quando mi sono trovata a leggere il Vecchio Testamento, mi sono nati forti dubbi sulla veridicità di tale libro.
    Ci sono dei passaggi così forti da dubitare che possano essere usciti dalla mano di Dio...
    Ma di questo ne parlerò nella sezione giusta.
    Scusate questa mia riflessione...
     
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    Riflessione che condivido al 100% Ely! Io ho provato le tue stesse sensazioni!
     
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  4. Ely53
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    Non so se questa sia la sezione giusta, eventualmente si può spostare questo mio post.
    Vorrei ricollegarmi al discorso sulle religioni monoteiste citando uno dei tanti libri del Vecchio Testamento che è la presa della città di Gerico da parte degli israeliti.
    Eccone alcuni passaggi tratti dal libro di Giosuè cap. 6:

    <<< 2 Disse il Signore a Giosuè: «Vedi, io ti metto in mano Gerico e il suo re. Voi tutti prodi guerrieri, 3 tutti atti alla guerra, girerete intorno alla città, facendo il circuito della città una volta. Così farete per sei giorni. 4 Sette sacerdoti porteranno sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca; il settimo giorno poi girerete intorno alla città per sette volte e i sacerdoti suoneranno le trombe. 5 Quando si suonerà il corno dell'ariete, appena voi sentirete il suono della tromba, tutto il popolo proromperà in un grande grido di guerra, allora le mura della città crolleranno e il popolo entrerà, ciascuno diritto davanti a sé».
    ..................
    ..................
    15 Al settimo giorno essi si alzarono al sorgere dell'aurora e girarono intorno alla città in questo modo per sette volte; soltanto in quel giorno fecero sette volte il giro intorno alla città. 16 Alla settima volta i sacerdoti diedero fiato alle trombe e Giosuè disse al popolo: «Lanciate il grido di guerra perché il Signore mette in vostro potere la città.
    17 La città con quanto vi è in essa sarà votata allo sterminio per il Signore; soltanto Raab, la prostituta, vivrà e chiunque è con lei nella casa, perché ha nascosto i messaggeri che noi avevamo inviati. 18 Solo guardatevi da ciò che è votato allo sterminio, perché, mentre eseguite la distruzione, non prendiate qualche cosa di ciò che è votato allo sterminio e rendiate così votato allo sterminio l'accampamento di Israele e gli portiate disgrazia. 19 Tutto l'argento, l'oro e gli oggetti di rame e di ferro sono cosa sacra per il Signore, devono entrare nel tesoro del Signore». 20 Allora il popolo lanciò il grido di guerra e si suonarono le trombe. Come il popolo udì il suono della tromba ed ebbe lanciato un grande grido di guerra, le mura della città crollarono; il popolo allora salì verso la città, ciascuno diritto davanti a sé, e occuparono la città. 21 Votarono poi allo sterminio, passando a fil di spada, ogni essere che era nella città, dall'uomo alla donna, dal giovane al vecchio, e perfino il bue, l'ariete e l'asino.
    22 Ai due uomini che avevano esplorato il paese, Giosuè disse: «Entrate nella casa della prostituta, conducete fuori lei e quanto le appartiene, come le avete giurato». 23 Entrarono i giovani esploratori e condussero fuori Raab, suo padre, sua madre, i suoi fratelli e tutto quanto le apparteneva; fecero uscire tutta la sua famiglia e li stabilirono fuori dell'accampamento di Israele. 24 Incendiarono poi la città e quanto vi era, soltanto l'argento, l'oro e gli oggetti di rame e di ferro deposero nel tesoro della casa del Signore. 25 Giosuè però lasciò in vita Raab, la prostituta, la casa di suo padre e quanto le apparteneva, ed essa abita in mezzo ad Israele fino ad oggi, perché aveva nascosto gli esploratori che Giosuè aveva inviato a Gerico.
    26 In quella circostanza Giosuè fece giurare: «Maledetto davanti al Signore l'uomo che si alzerà e ricostruirà questa città di Gerico! Sul suo primogenito ne getterà le fondamenta e sul figlio minore ne erigerà le porte!».
    27 Il Signore fu con Giosuè, la cui fama si sparse in tutto il paese.>>>


    Ma "come" si può pensare che tali azioni possano essere state "ispirate" dallo stesso Dio annunciato da Gesù?
    Rileggendo la frase:

    Votarono poi allo sterminio, passando a fil di spada, ogni essere che era nella città, dall'uomo alla donna, dal giovane al vecchio, e perfino il bue, l'ariete e l'asino.


    Non si ebbe pietà neanche di un vecchio... di un bambino...

    Naturalmente le mie sono soltanto riflessioni... per carità... ma non mi si venga a dire che tali gesta non sianno in pieno contrasto con l'Uomo di Nazareth, portatore di un Messaggio fondato sul perdono e l'amore.
    Questo brano tratto dal V.T. non è che un esempio ma ve ne sono molti altri che fanno riflettere...
     
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    Anche secondo me, Dio, il padre di tutti, l'amore, non può eseguire vendette, sterminare...tutto ciò è troppo "umano" o per meglio dire "fisico", per niente spirituale. Di avvenimenti di questo tipo ce ne sono molti nell'AT, il ché da molto da riflettere su chi veramente fosse il Dio del deserto! Un Dio ben lontano dalla mia concezione di Essere di Luce!

    Poi c'è chi dice di leggere l'AT in maniera allegorica, ma in un brano come quello sopra riportato, personalmente non ci vedo niente di allegorico! Sterminio di esseri umani è sterminio di esseri umani!
     
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  6. Ely53
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    CITAZIONE
    Mar-Landy ha scritto:
    La storia dell'Ebraismo inizia circa quattromila anni fa quando, secondo la Bibbia, Dio si rivolse ad Abramo per stringere un'Alleanza con il suo popolo. Oltre ad Abramo, gli altri due padri fondatori della religione ebraica sono Isacco (figlio di Abramo) e Giacobbe (figlio di Isacco).

    Ecco... da questo punto fermo si dipartono le maggiori religioni monoteiste che conosciamo.
    Abramo, quindi, lo possiamo a buona ragione considerare il padre di esse poiché da lui, come gli disse Dio, è stata generata una moltitudine di persone...
    Infatti Abramo, come ben sappiamo, prima di avere Isacco dall'ormai vecchia moglie Sara, ebbe il figlio Ismaele dalla serva Agar.
    Da Ismaele ha avuto origine la religione Musulmana mentre da Isacco ha avuto origine la religione Ebraica.
    Dagli Ebrei è disceso Gesù che per i Cristiani è il Messia annunciato da Isaia mentre da Ismaele è poi disceso il profeta Maometto.
    Mia riflessione:
    dal momento che abbiamo, quindi, un unico padre (Abramo) tutti coloro che si rifanno a un solo Dio, Padre e origine di Tutto, avrebbero il dovere di cercare ciò che sono gli elementi comuni e non puntare il dito solo sulle divergenze.
    Da tali divergenze, poi, sono nate anche molte guerre di religione...

    Edited by Ely53 - 13/5/2011, 11:20
     
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    Infatti si chiamano religioni abramitiche, se non erro! Purtroppo la storia ci insegna che il dialogo fra le tre religioni è sempre stato problematico e fonte di divisione, con guerre e persecuzioni.
     
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6 replies since 9/5/2011, 20:01   307 views
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