Mercurio nella mitologia

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    Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)

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    MERCURIO

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    A cura di Rosanna Gosamo

    Tra mito e simbologia



    La mitologia è un supporto importante della ricerca astrologica, anche se non l’unico, e può spesso contribuire a fare chiarezza e a spiegare molto bene le dinamiche psicologiche riferite a un simbolo planetario. Infatti, sia l’astronomia che la mitologia sono strumenti utili per comprendere meglio il simbolismo astrologico, anche se devono necessariamente essere usate come complemento e non certo come mezzi esaustivi di lavoro. Si può dire che, nella maggior parte dei casi, i miti siano allegorie di eventi cosmici, o fisici, come brillantemente ipotizzato anche da De Santillana e Dechend.

    Mercurio era un’antichissima divinità sotterranea preolimpica che fu poi integrata nel Pantheon della mitologia classica con alcuni cambiamenti nelle sue prerogative, ma aveva, in origine, notevoli ed indubbie caratteristiche ctonie. Il mito di Mercurio neonato che si divincola dalle bende nello stesso giorno in cui nasce, e quindi se ne va in Tessaglia a combinare guai, è molto espressivo in senso astrologico. Vi si leggono alcune fondamentali simbologie del pianeta: la precocità, la velocità, il significato di figlio e di giovane, il movimento, il viaggio... Ermes si libera dei pannolini, simbolo di passaggio dall’infanzia alla fanciullezza. In Tessaglia, poi, il giovane dio ruba una mandria ad Apollo (Sole), la nasconde astutamente, torna nella sua grotta e quindi finge innocenza, finché non è costretto a restituire il maltolto (non senza averne qualcosa in cambio): furbizia, senso degli affari (è il dio del furto e del commercio), piccole bugie, si nasconde al Sole (Mercurio in Scorpione). Malgrado tutto ciò gli altri dei, Apollo compreso, lo considerano una simpatica canaglia e non lo puniscono, riconoscendo in lui più la voglia di scherzare che non quella di fare danni: gioco (il classico Mercurio gemellino). Inoltre, nel mito egli aveva la capacità di improvvisazione attraverso la quale riusciva a togliere spesso altre persone, tra cui i suoi fratelli, dagli impicci. E’ collegato, tra l’altro, alla parte più giovane e più sbarazzina di ognuno di noi; è l’eterno fanciullo che si nasconde in ogni individuo e che può essere ricontattato proprio usando la propria voglia di curiosare, di scoprire, di divertirsi e di essere “inventivi” ritornando ragazzi. Ovunque noi abbiamo Mercurio nel nostro tema natale, è proprio lì che possiamo essere in grado di ritrovare questo gusto e di metterlo in atto.

    Nel mito, seguono scambi di doni fra Mercurio e Apollo (commercio, scambio, mentalità astuta e utilitaristica, oltre che giocosa). Altri particolari, come quello di cancellare le tracce degli animali rubati o, come in altre versioni del mito, di far camminare le vacche all’indietro per confondere le impronte, parlano della sua elusività e anche del fatto che il pianeta sia scarsamente visibile in cielo a causa della sua piccola elongazione, delle sue modeste dimensioni e delle rilevanti possibilità che si trovi eclissato dal Sole, come pure del fatto astronomico delle sue frequenti retrogradazioni.

    Mercurio, però, non ruba solo le mucche ad Apollo, che è suo fratello, ma ruba, in seguito, un pezzo ad ogni Dio dell’Olimpo, ovvero ad Afrodite, a Zeus, ecc. e poi, in ultimo, decide di fare un omaggio a tutti gli Dei, compreso, ovviamente, sé stesso. Questo chiarisce il discorso dell’adattamento di Mercurio a tutti i vari dei, cioè a tutti gli altri pianeti, anche perché la percezione, simbolo principe di Mercurio in astrologia, e l’adattamento intellettivo non possono prescindere da questo e devono essere sempre presenti. Il mito, con questo simbolismo, spiega chiaramente questa potenzialità del dio, così come mette in risalto, via via, le sue qualità ben superiori tra cui quella di messaggero, che permette a Zeus il raggiungimento della saggezza grazie alla visione dettagliata e possibile in tutti i regni, e quella di accompagnatore di Eroi, che è la sua funzione più grande... quella di coscienza, che può penetrare all’interno dell’inconscio, far luce e poi portare questa percezione al Sole: ciò che fa in Scorpione.

    Mercurio, infatti, è il pianeta che più di tutti conosce l’animo umano e le sue contraddizioni, e per questo può scendere agli inferi e essere il dio classico della mediazione, il messaggero, colui che annuncia con tatto le brutte notizie e che riesce anche a convincere e a far accettare il volere di Giove, che non sempre è imparziale. Basta pensare all’Iliade e all’Odissea, oppure al mito di Prometeo, per rendersi conto delle terribili gelosie di Giove! Al pianeta in Scorpione si ricollega, inoltre, il Mercurio itifallico, quello che mostrava trasgressivamente un’erezione abnorme nelle statue spesso presenti lungo le strade del mondo antico.

    Vi è anche il mito dell’elmo di Ermes-Mercurio, che donava l’invisibilità e gli era stato regalato da Ade-Plutone. Un’invisibilità relativa anche, e non a caso, astronomica, per il pianeta più difficile da osservare fra i sette visibili ad occhio nudo: piccolo e veloce, con un’orbita stretta che lo fa essere in prospettiva sempre nei pressi del Sole, e per questo spesso scorpionicamente “nascosto” o nella sua luce, o dietro o davanti ad esso a seconda dell’elongazione
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